Marinaio
membro dell'equipaggio di una nave
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Citazioni sui marinai.
Citazioni
modifica- Amo l'amore dei marinai | che baciano e se ne vanno. || Lasciano una promessa. | Mai più ritornano. || In ogni porto una donna attende: | i marinai baciano e se ne vanno. || Una notte si coricano con la morte | nel letto del mare. (Pablo Neruda)
- È indubbio, anche se inspiegabile, che non c'è uomo cattivo che possa essere buon marinaio. Solo la gente onesta e coraggiosa può sopportare le rudi carezze del mare. (Robert Louis Stevenson)
- Il Marinaio non può vedere il Nord – ma sa che l'Ago può. (Emily Dickinson)
- Io vedo i marinai del mondo, | alcuni stanno superando un mare in tempesta, altri alle vedette montano di guardia di notte, | alcuni vanno alla deriva senza scampo, altri hanno malattie contagiose. (Walt Whitman)
- Noi marinai dobbiamo stare spalla a spalla con i lavoratori nelle prime file della rivoluzione. (La corazzata Potëmkin)
- “Ma un marinaio è il segno della contraddizione” mi spiegava, “tra la libertà senza confini sulle vie del mare e lo spazio chiuso della nave in cui sperimenta sulla propria pelle i rigori della prigionia e della tirannide. Sì, perché il marinaio persegue l'imprevisto dentro gli schemi della vita a bordo, che sono i più prevedibili nella loro rigidità. Perciò, in ogni paese e in ogni epoca, i marinai hanno sognato di essere senza padrone e di farsi pirati. In guerra contro il mondo intero, sfidando Dio e perfino il diavolo all'ombra della bandiera nera con il teschio e le ossa incrociate.” (Paolo Ruffilli)
- – Potrebbe salvare delle vite!
– Io odio le vite!
– Parliamo della vita de marinai! Pensa a quante parolacce potrebbero perdere le nuove generazioni! (Futurama) - Un bibliotecario inglese invertito a cui chiesi una volta quale ragione ci fosse per quell'associazione tra il marinaio e l'inversione, mi disse che i pantaloni dei marinai, coll'apertura laterale, mettevano in evidenza ciò che nel Quattro-Cinquecento si proteggeva con la braghetta. (Mario Praz)
- Una nave deve stare sul mare e un marinaio deve stare sulla nave. Quando un marinaio lascia la nave per fare la talpa di terra, è come una nave che diventa una carcassa in disarmo: non se ne parla più. (È sbarcato un marinaio)
- Ma dove vanno i marinai | con le loro giubbe bianche | sempre in cerca di una rissa o di un bazar.
- Ma cosa fanno i marinai | quando arrivano nel porto | vanno a prendersi l'amore dentro al bar.
- Ma come fanno i marinai | a riconoscersi sempre uguali sempre quelli | all'Equatore e al Polo Nord | ma come fanno i marinai | a baciarsi tra di loro, | a rimanere veri uomini però. | Intorno al mondo senza amore | come un pacco postale | senza nessuno che gli chiede come va.
- Ma dove vanno i marinai, | mascalzoni e imprudenti, | con la vita nei calzoni, | col destino in mezzo ai denti | sotto la luna puttana e il cielo che sorride. | Come fanno i marinai | con questa noia che li uccide, | addormentati sopra un ponte, | in fondo a malincuore, | sognano un ritorno smaltiscono un liquore | affaticati dalla vita piena di zanzare.
- E Gesù fu marinaio | finché camminò sull'acqua.
- Il cuore del marinaio è sempre all'asciutto, a scaldarsi intorno al fuoco. Il marinaio non ama il mare: ci lavora e lo teme. Sogna di avere sempre la terra sotto i piedi, ricorda gli aromi, i volti e i sapori di casa.
- «Ombre di facce, facce di marinai, | da dove venite, dov'è che andate?». | «Da un posto dove la luna si mostra nuda | e la notte ci ha puntato il coltello alla gola».
- «Umbre de muri, muri de mainé, | dunde ne vegni, duve l'è ch'ané?». | «Da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa | e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua».
- Quando un navigante abbandona la banchina del porto della città in cui vive, arriva il momento del distacco dalla sicurezza, dalla certezza, sotto specie magari di una moglie, custode appunto del talamo nuziale, agitante un fazzoletto chiaro e lacrimato dalla riva, il distacco dal pezzetto di giardino, dall'albero del limone e, se il navigante parte da Genova, sicuramente dal vaso di basilico piantato lì sul balcone, a far venire appetito agli altri, a quelli che restano, ai disertori del mare.
- Û bonu marinaru si canusci ô cattivu tempu. (calabrese)
- Voto da mainâ presto o se scorda, passâ a buriann-a ciû o no se ricorda. (ligure)
- All'erta marinar, che il vento cambia!
- Barca rotta, marinaio scapolo.
- Barca, perdita cavalca.
- Chi disse navigare, disse disagio.
- Chi è in mare naviga, chi è in terra radica.
- Chi non naviga, non sa cosa sia timor di Dio.
- Chi non sa osare, vada in mare a navigare.
- Il buon marinaio si conosce col cattivo tempo.
- L'arte del marinar è morire in mar.
- L'intendersi del tempo fa il pilota.
- Marinaio genovese, mercante fiorentino.
Bibliografia
modifica- Annarosa Selene, Dizionario dei proverbi, Pan libri, 2004. ISBN 8872171903