Friedrich von Hayek
economista premio Nobel per l'economia britannico
(Reindirizzamento da La via della schiavitù)
Friedrich August von Hayek (1899 – 1992), economista austriaco.
Per l'economia (1974)
Citazioni di Friedrich von Hayek
modifica- Ho visitato il Cile qualche tempo fa e ho scoperto che il Paese è governato da membri del seminario di Friedman! [...] Il sistema economico sta lavorando meravigliosamente e il recupero è straordinario.
- I visited Chile some time ago and I found that the country is being governed by members of Friedman's seminar! [...] The economic system is working marvelously and the recovery is extraordinary.[1]
- Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che può essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini.[2]
- La libera scelta può esistere almeno in una dittatura che può limitarsi, ma non sotto il governo di una democrazia illimitata che non può.
- [...] free choice can at least exist under a dictatorship that can limit itself but not under the government of an unlimited democracy which cannot.[3]
- Personalmente preferisco un dittatore liberale a un governo democratico privo di liberalismo.
- Personally I prefer a liberal dictator to democratic government lacking liberalism.[4]
- Quanto più lo stato «pianifica», quanto più l'individuo avrà difficoltà nel pianificare.[5]
- Una democrazia limitata può essere il miglior modo per proteggere la libertà individuale.
- A limited democracy might indeed be the best protector of individual liberty [...].[3]
La via della schiavitù
modifica- Non c'è niente nei principi fondamentali del liberalismo che lo configuri come un credo stazionario; non ci sono regole rigide stabilite una volta per tutte. Il principio fondamentale, secondo cui nel gestire i nostri affari dobbiamo fare uso il più possibile delle forze spontanee della società e ricorrere il meno possibile alla coercizione, è suscettibile di un'infinita varietà di applicazioni.
- È essenziale che l'accesso a qualsiasi attività economica sia aperto a tutti alle medesime condizioni, e che la legge non tolleri nessun tentativo da parte di individui o di gruppi di limitare tale accesso con la forza, palese o larvata.
- Se "capitalismo" significa qui un sistema competitivo fondato sulla libera disponibilità della proprietà privata, è di grande rilievo comprendere che la democrazia è possibile solo all'interno di un sistema del genere.
La società libera
modifica- La libertà è essenziale per far posto all'imprevedibile e all'impredicibile; ne abbiamo bisogno perché abbiamo imparato ad aspettarci da essa le occasioni per raggiungere molti dei nostri obiettivi.
- Nel mondo occidentale, i provvedimenti a favore di chi è minacciato dall'indigenza o dalla fame per circostanze estranee al suo volere sono ormai accettati come un dovere della comunità. [...] La necessità di provvedimenti del genere in una società industriale è indiscutibile – anche se fosse solo nell'interesse di chi vuole esser protetto da atti disperati provocati dai bisognosi, sarebbe imprescindibile.
- Se esistessero uomini onniscienti, se potessimo sapere non solo tutto quanto tocca la soddisfazione dei nostri desideri di adesso, ma pure i bisogni e le aspirazioni future, resterebbe poco da dire in favore della libertà.
Legge, legislazione e libertà
modifica- Assicurare un reddito minimo a tutti, o a un livello sotto cui nessuno scenda, quando non può provvedere a se stesso, non soltanto è una protezione assolutamente legittima contro rischi comuni a tutti, ma è un compito necessario della Grande Società [cioè dello Stato].
- Noi non agiamo mai, né potremmo mai agire, in base ad una perfetta conoscenza di tutti i fatti che costituiscono una particolare situazione, ma sempre in base all'individuazione di alcuni aspetti rilevanti di questa.
- Non vi è motivo per cui in una società libera lo stato non debba assicurare a tutti la protezione contro la miseria sotto forma di un reddito minimo garantito, o di un livello sotto il quale nessuno scende.
- Lungi dal propugnare uno "stato minimo", riteniamo indispensabile che in una società avanzata il governo debba usare il proprio potere di raccogliere fondi per le imposte per offrire una serie di servizi che per varie ragioni non possono essere forniti (o non possono esserlo in modo adeguato) dal mercato.
Nuovi studi di filosofia, politica, economia e storia delle idee
modifica- In campo sociale, la convinzione erronea che l'esercizio di qualche potere abbia delle conseguenze benefiche può portare a un nuovo potere col quale costringere altri uomini sui quali si ha una certa autorità. Anche se questo potere di per sé non è cattivo, il suo esercizio potrebbe impedire il funzionamento di quelle forze ordinatrici spontanee dalle quali, senza capirle, l'uomo è in effetti assistito in così larga misura quando persegue i propri fini.
- La condizione basilare da cui dovrebbe partire qualsiasi discussione intelligente sull'ordinamento di tutte le attività sociali è l'ignoranza costituzionale e irrimediabile, da parte sia delle persone interessate che degli studiosi, della molteplicità dei fatti particolari, concreti, che rientrano in questo specifico coordinamento delle attività umane.
- Il principio fondamentale per cui l'intervento coercitivo dell'autorità statale deve limitarsi a imporre il rispetto delle norme generali di condotta lecita priva il governo stesso del potere di dirigere e controllare le attività economiche degli individui. Se così non fosse, il conferimento di tali facoltà darebbe al governo un potere sostanzialmente arbitrario e discrezionale, che si risolverebbe in una limitazione di quelle libertà di scelta degli obiettivi individuali che tutti i liberali vogliono garantire.
- Poiché l'azione è la fonte principale delle conoscenze individuali, su cui poggia il progresso sociale di avanzamento del sapere, le ragioni della libertà di azione sono altrettanto forti di quelle della libertà di opinione.
- Credo che, dopo un po' di socialismo, la gente riconosca generalmente che è preferibile, per il proprio benessere e relativo status, dipendere dall'esito del gioco del mercato piuttosto che dalla volontà di un superiore al quale si sia assegnati d'autorità.
L'abuso della ragione
modifica- Oggetto specifico delle scienze sociali [...] sono le azioni coscienti o consapevoli dell'uomo, quelle cioè compiute da un soggetto che abbia preliminarmente effettuato una scelta fra diverse alternative possibili. (cap. III)
- [Lo scienziato sociale deve] prendere sistematicamente le mosse dalle concezioni dalle quali gli uomini sono indotti all'azione e non dai risultati delle loro teorizzazioni sulle proprie azioni. (cap. IV)
- I problemi che le scienze sociali cercano di risolvere si presentano solo in quanto l'azione cosciente di una molteplicità di persone dà luogo a risultati inintenzionali e in quanto si constata l'esistenza di certe regolarità maturate spontaneamente al di fuori di ogni deliberazione programmatica. Se i fenomeni sociali non manifestassero altro ordine di quello conferito loro da una intenzionalità cosciente, non ci sarebbe posto per alcuna scienza teorica della società e tutto si ridurrebbe esclusivamente, come spesso si sente dire, a problemi di psicologia (cap. IV)
- Negare l'esistenza e lo studio dell'emergenza dell'ordine spontaneo, significa negare l'esistenza di un oggetto proprio delle scienze sociali teoriche. (cap. VI)
- [Il collettivismo metodologico è una concezione erronea che tratta] alla stregua di oggetti reali gli insiemi, che non sono altro che costrutti e che non possono avere altre proprietà che quelle derivanti dal modo in cui li abbiamo messi insieme a partire dagli elementi componenti. (cap. VI)
- [Il costruttivismo consiste nell'idea erronea per cui] l'uomo, dato che ha creato egli stesso le istituzioni della società e della civiltà, deve anche poterle alterare a suo piacimento in modo che soddisfino i suoi desideri o le sue aspirazioni. [...] Cartesiani, illuministi e positivisti sono stati tutti costruttivisti.[8]
Citazioni su Friedrich von Hayek
modifica- Friedrich Von Hayek, le cui idee sono state volgarizzate dai fondamentalisti del mercato dell'ultimo minuto, era un deciso assertore della società aperta. Sia lui che Popper volevano proteggere la libertà dell'individuo dalle minacce che provenivano da dottrine collettivistiche quali il nazionalsocialismo e il comunismo; le loro opinioni divergevano solo su quali fossero i mezzi idonei. (George Soros)
- Hayek era un propagandista di un Darwinismo sociale senza pietà. Per lui ogni singolo aspetto del vivere comune, inclusa la morale, doveva essere frutto di una lotta spontanea, e mai di una pianificazione democratica dello Stato. Niente tutele per le minoranze, per i deboli, assolutamente no spesa dello Stato per il bene pubblico, trionfa solo il meritevole, il forte, in assenza completa di una qualsivoglia funzione pubblica. Hayek rappresenta il massimo profeta anti-Stato forse mai esistito. (Paolo Barnard)
- Hayek non era dottrinario sull'importanza della libertà politica. In un'intervista del 1979 con il The Times, difese il regime cileno di Augusto Pinochet, che combinò la repressione politica con l'economia del libero mercato, definendo i risultati "assolutamente fantastici". Alla domanda se questa visione fosse incompatibile con la sua filosofia, Hayek rispose: "Si può avere libertà economica senza libertà politica, ma non si può avere libertà politica senza libertà economica". (Bruce Bartlett)
- Se prendiamo letteralmente il professor Hayek, una dittatura fascista di qualche tipo dovrebbe essere considerata come la necessaria precondizione (insieme al monetarismo) di una "società libera". (Nicholas Kaldor)
- Uomini come Hayek non si erano mai mostrati pragmatici... In realtà personaggi come Hayek erano i fedeli di una religione economica. (Eric Hobsbawn)
Note
modifica- ↑ Conversazione nel 1979, pubblicata a Diego Pizano, Conversazioni con grandi economisti (2009)
- ↑ Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 274. ISBN 9788858019429
- ↑ a b (EN) Da The dangers to Personal Liberty, Letters to the Editor, The Times, 11 luglio 1978.
- ↑ (EN) Dall'intervista per El Mercurio, 1981.
- ↑ Citato in AA.VV., Il libro dell'economia, traduzione di Olga Amagliani e Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 175. ISBN 9788858014158
- ↑ Da Le condizioni economiche del federalismo tra Stati, 1939, pp. 121-122. traduttore?
- ↑ Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 273. ISBN 9788858019429
- ↑ Cioè non hanno usato la ragione, ne hanno abusato.
Bibliografia
modifica- Friedrich von Hayek, L'abuso della ragione, traduzione di Renato Pavetto, Vallecchi, Firenze, 1967.
- Friedrich von Hayek, La società libera, traduzione di Marcella Bianchi di Lavagna Malagodi, revisione di Lorenzo Infantino e Nicola Iannello, Rubettino, 2007.
- Friedrich von Hayek, Legge, legislazione e libertà, a cura di Angelo Petroni e Stefano Monti Bragadin, traduzione di Pier Giuseppe Monateri, Il saggiatore, Milano, 1986.
- Friedrich von Hayek, Nuovi studi di filosofia, politica, economia e storia delle idee, a cura di E. Coccia, traduzione di G. Minotti, Armando Editore, Roma, 1987.
- Friedrich von Hayek, La via della schiavitù, traduzione di Dario Antiseri e Raffaele De Mucci, Rusconi, Milano, 1995.
Altri progetti
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