La sindrome di Stendhal
film del 1996 diretto da Dario Argento
La sindrome di Stendhal
Caduta di Icaro di Pieter Bruegel il Vecchio
Titolo originale |
La sindrome di Stendhal |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1996 |
Genere | Thriller |
Regia | Dario Argento |
Soggetto | Dario Argento, Franco Ferrini |
Sceneggiatura | Dario Argento |
Produttore | Dario Argento, Giuseppe Colombo |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Note | |
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La sindrome di Stendhal, film del 1996 con Asia Argento, diretto da Dario Argento.
Frasi
modifica- Tutte le opere d'arte hanno un potere su di noi, e più sono grandi più hanno potere. (Alfredo Grossi)
- Voglio averti com'eri questa mattina, con labbra di sangue. (Alfredo Grossi)
- Ricorda quello che ha detto? Che quando cominciano a uccidere non smettono più. Ma con me non è stato così. Quell'uomo mi vuole viva. (Anna Manni)
- Il dolore fisico non mi dà fastidio. Anzi, mi fa sentire viva. (Anna Manni)
- C'è un giudice seduto sulla riva di un fiume. Un viaggiatore gli chiede: "Posso usare questa barca?". Lui risponde: "Certo, è mia". Il viaggiatore lo ringrazia e spinge la barca nell'acqua, ma la barca affonda e lui annega. Un uomo che aveva osservato la scena grida rivolto al giudice: "Ma perché non lo ha avvertito che la sua barca aveva un buco?". Il grande giudice risponde: "La questione della condizione della barca non mi è stata posta". (Anna Manni)
Dialoghi
modifica- Anna: Agli Uffizi c'era una fila enorme, tanta confusione, nelle sale una strana atmosfera. Tutto era così affascinante. Quei dipinti sembravano galleggiare nell'aria. Seguì un gruppo di turisti in una delle sale e poi sono entrata nel quadro. Sono stata risucchiata da quell'immagine. La stavo guardando quando... Lo so che posso sembrare pazza, ma...
Dott. Cavanna: Cerchiamo di non usare mai la parola "pazzo". [Legge da La sindrome di Stendhal di Graziella Magherini] "La sintomologia include sudore freddo, nausea, stato di ansia, allucinazioni, grave depressione e mutamenti della personalità".
Anna: Sì.
Dott. Cavanna: Nel 1817, lo scrittore francese Stendhal era a Firenze. Stava ammirando le opere d'arte contenute nella Chiesa di Santa Croce quando fu sopraffatto da una violentissima emozione. Questo è accaduto anche ad altri prima di lui, ma egli era il primo a scrivere su quel fenomeno nei suoi diari. Per questo, ciò che è successo a lei agli Uffizi è noto come la sindrome di Stendhal. "Il mio sentimento è così profondo che rasenta la pietà. Tutto ciò parla chiaramente alla mia anima. Ah, se solo potessi dimenticare". Si può cogliere un certo grado di felicità nel sentimento provato da Stendhal, eppure nonostante questo l'unica cosa che desiderava era dimenticare.
- Anna: Non smetterà mai, non è vero?
Dott. Cavanna: È il tipo di assassino che smette solo quando viene catturato o ucciso, ed è ciò che molti di loro si augurano che accada.
Citazioni su La sindrome di Stendhal
modifica- A cinquant'anni, Dario Argento s'è un poco addomesticato. Il suo horror classico che si rifà agli spaventi umani archetipici (buio, armi da taglio, prigionia, sangue, insetti, presenze invisibili e minacciose) sembra rimasto indietro rispetto ai vertiginosi, artificiosi, laidi orrori sociali e mistico-paranoici immaginati da film americani come «Seven», ma la sua gran bravura di regista si nutre qui di invenzioni intelligenti ed efficaci. (Lietta Tornabuoni)
- Da pretenzioso thriller surrealista, il film di Argento si trasforma in uno Psyco a Trastevere: sempre sopra le righe e sprezzante della verosimiglianza, ma senza invenzioni visive (come ai bei tempi) che non compensano. Non bastano più quattro effetti digitali [...] per tenere in piedi un intreccio imbarazzante sia per la confusione che per i tratti patologici e misogini che ne emergono. E la «sindrome» del titolo – quella che proverebbero i turisti stressati da troppe opere d'arte – è solo un pretesto lasciato subito cadere. (Il Mereghetti)
- In La sindrome ci sono molte scene di sesso forte e sono sempre imbarazzata. Nelle scene di nudo c'è la controfigura, che è una ragazza bellissima. Figuriamoci, non ho mai messo un topless in vita mia, morirei di vergogna a mostrare il sedere davanti a tutti o il seno dove ho il neo. Anche mio padre s'imbarazza. Al doppiaggio, dopo le sequenze più ansimanti, con tutte le parole porcone, non riuscivamo a guardarci e a parlare. (Asia Argento)
- La sindrome di Stendhal nel 1996 fu il primo esperimento in Italia dove venne usata la computer grafica in un film girato in 35mm. Fino ad allora questa tecnica era appannaggio esclusivo delle sigle televisive, nessuno aveva il know how necessario per portare le immagini di un film girato in pellicola dentro al computer. Tutto questo lo feci con i miei modestissimi mezzi, attrezzandomi molto rapidamente dopo una chiacchierata con Tom Savini. (Sergio Stivaletti)
- Non sottovalutiamo affatto la portata dei thriller (né dei loro autori), film che diventano oggetti di culto più spesso degli altri perché parlano direttamente del sogno, della pulsione al vedere, del doppio... del cinema, in una parola. Né disdegniamo affatto il prodotto nazionale lordo, lordo di sangue beninteso. Con tutto ciò, La sindrome di Stendhal ci ha deluso. Malgrado qualche effetto suggestivo [...] e l'alto livello del cast tecnico, Giuseppe Rotunno in testa, l'ultimo film di Argento promette molto, ma perde in fretta il mistero e la suggestione delle prime inquadrature per adagiarsi in situazioni di repertorio. Presentandolo, il regista ha detto che "Seven" è solo un prodotto di moda, con attori alla moda. Se l'alternativa ruspante è questa, però, non c' è da stare allegri: la recitazione di mezzo cast è così imbarazzante che si scivola spesso nello "straniamento" involontario. E il thriller non può che soffrirne. (Roberto Nepoti)
- Quando giravamo "Trauma" mi sembrava dovessi dimostrare che ero brava. Adesso non devo dimostrare niente. (Asia Argento)
- È stata necessaria tutta l'esperienza di Giuseppe Rotunno per avere "la meglio" sui vetri protettivi dei capolavori, che per il loro spessore davano una colorazione verde alle opere, soprattutto a quelle del Botticelli.
- Ho sempre creduto nei messaggi emotivi e conturbanti che sprigionano dai capolavori dell'arte e quando ho letto il libro della Magherini sono rimasto affascinato dai turbamenti che si possono vivere davanti alle opere dei grandi pittori.
- Il titolo può apparire bizzarro, in America credevano che Stendhal fosse una marca di profumi.
- Leggendo la recensione del libro della psichiatra Graziella Magherini ho cominciato a pensare agli effetti che l'arte può avere sulle persone. È stato questo lo spunto per una storia che racconta il reciproco darsi la caccia tra una donna poliziotto e un killer sanguinario.
- Prima di cominciare la lavorazione andavo tutte le mattine al Louvre per preparare il film e al quinto giorno quattro poliziotti mi hanno afferrato, picchiato e portato via in maniera brusca sospettando in me un ladro o un terrorista!
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