Il settimo sigillo

film del 1957 diretto da Ingmar Bergman

Il settimo sigillo

Immagine Sjunde inseglet 1957.jpg.
Titolo originale

Det Sjunde inseglet

Lingua originale svedese e latino
Paese Svezia
Anno 1957
Genere drammatico
Regia Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ingmar Bergman
Produttore Allan Ekelund
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il settimo sigillo, film svedese del 1957 di Ingmar Bergman.

  • E quando [l'Agnello] aprì il settimo sigillo, si fece nel cielo un profondo silenzio di mezz'ora. E vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio, e furono loro date sette trombe. [...] E allora il primo angelo die' fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue. E così furono gettati sopra alla terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l'erba verdeggiante. E quindi il secondo angelo die' fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò saggia [...] E anche il terzo angelo die' fiato alla sua tromba. E dall'alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava [...] Assenzio.[1] (Karin)
  • Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io... Io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte. (Antonius Block)
  • Mikael diventerà un grande acrobata, oppure un giocoliere famoso per un suo straordinario incredibile esercizio [...] Quello di far restare ferma nell'aria una clava. (Jof)
  • Vorrei confessarmi ma non ne sono capace, perché il mio cuore è vuoto. Ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare. Mi ci vedo riflesso e provo soltanto disgusto e paura. Vi leggo indifferenza verso il prossimo, verso tutti i miei irriconoscibili simili. Vi scorgo immagini di incubo nate dai miei sogni e dalle mie fantasie. (Antonius Block)
  • Perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi? Per quale ragione si nasconde tra mille e mille promesse e preghiere sussurrate e incomprensibili miracoli? Perché io dovrei avere fede nella fede degli altri? Che cosa sarà di coloro i quali non sono capaci né vogliono avere fede? Perché non posso uccidere Dio in me stesso? Perché continua a vivere in me sia pure in modo vergognoso e umiliante anche se io lo maledico e voglio strapparlo dal mio cuore? E perché nonostante tutto egli continua a essere uno struggente richiamo di cui non riesco a liberarmi? (Antonius Block)
  • Addio fanciulla, avrei potuto violentarti ma è un genere d'amore che non mi va. Troppo faticoso tutto sommato. (Jöns)
  • Lo ricorderò, questo momento: il silenzio del crepuscolo, il profumo delle fragole, la ciotola del latte, i vostri volti su cui discende la sera, Mikael che dorme sul carro, Jof e la sua lira... cercherò di ricordarmi quello che abbiamo detto e porterò con me questo ricordo, delicatamente, come se fosse una coppa di latte appena munto che non si vuol versare. E sarà per me un conforto, qualcosa in cui credere. (Antonius Block)
  • Se tutto è imperfetto in questo imperfetto mondo, l'amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione. (Jöns)
  • La mia pancia è tutto il mio mondo, la mia testa la mia eternità, e le mie mani due magnifici soli. Le gambe sono i dannati pendoli del tempo e i miei piedi sporchi i due eccellenti fondamenti della mia filosofia. Il tutto vale esattamente quanto un rutto, con l'unica differenza che un rutto dà più soddisfazione. (Jöns)
  • E allora, povero illuso, cosciotto di prosciutto, ti dirò che l'amore non è che un altro nome per lussuria, più lussuria, più lussuria, più un dannato mucchio di inganni, di falsità, di menzogne e ogni sorta di imbrogli. (Jöns)
  • Tra le gambe di una troia è la vita una gran gioia. (Jöns)
  • In alto siede l'Onnipotente così lontano che è sempre assente mentre il Diavolo suo fratello lo trovi anche al cancello. (Jöns)
  • Scimmie tanto simili all'uomo da essere stupide quanto lui. (Jöns)
  • Non mi serve sapere. (Morte)
  • Mia! Li vedo, Mia! Li vedo! Laggiù contro quelle nuvole scure. Sono tutti assieme. Il fabbro e Lisa, il cavaliere e Raval e Jöns e Skat. E la morte austera li invita a danzare. Vuole che si tengano per mano e che danzino in una lunga fila. In testa a tutti è la morte, con la falce e la clessidra. E Skat è l'ultimo e ha la lira sotto il braccio. Danzano solenni, allontanandosi lentamente nel chiarore dell'alba, verso un altro mondo ignoto, mentre la pioggia lava e quieta i loro volti e terge le loro guance dal sale delle lacrime. (Jof)

Dialoghi

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  • Antonius Block: Chi sei tu?
    Morte: Sono la morte.
    Antonius: Sei venuta a prendermi?
    Morte: È già da molto che ti cammino a fianco.
    Antonius: Me n'ero accorto.
  • Antonius Block: Ti tocca il nero.
    Morte: Si addice alla Morte, non credi?
  • Antonius Block: Io vorrei sapere, senza fede, senza ipotesi, voglio la certezza. Voglio che Iddio mi tenda la mano e scopra il suo volto nascosto e voglio che mi parli [...] Lo chiamo e lo invoco, e se Egli non risponde io penso che non esiste.
    Morte: Forse è così, forse non esiste.
    Antonius: Ma allora la vita non è che un vuoto senza fine. Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo nel nulla senza speranza.
    Morte: Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose.
  • Morte: Non preoccuparti. Ricordo benissimo dove stavamo... E ti devo dare una notizia interessante.
    Antonius Block: E cioè?
    Morte: Che ho vinto. Ti do scacco matto.
  • Skat: [Mentre riposa su un albero, sente qualcuno tagliare degli alberi] Dei boscaioli... Ma guarda un po'. [Accorgendosi che è il suo albero quello che viene tagliato] Accidenti, ma stanno proprio tagliando il mio albero! Ehi, voi, sudici tagliaboschi! Che state facendo al mio albero, eh? Non potreste almeno rispondere? La cortesia non costa niente! [Vedendo una figura incappucciata che sega l'albero] Ehi, ma chi sei tu?
    Morte: [Rivelandosi] Sto abbattendo il tuo albero. Non sai che la tua ora è giunta?
    Skat: [Terrorizzato] No... Aspetta, ti prego, non è questo il modo!
    Morte: E che modi vorresti?
    Skat: Ah, beh, ecco, vedi, tra poco c'è lo spettacolo!
    Morte: Sarà sospeso. Per la morte dell'attore.
    Skat: Ma se ho un contratto!
    Morte: Annullato.
    Skat: Beh, si... ma la famiglia, i bambini?
    Morte: Su, dovresti vergognarti, Skat.
    Skat: Si si si, giusto, mi vergogno, e mi pento, mi pento! Ma... Non c'è qualche scusa? Qualche particolare eccezione per gli attori?
    Morte: No, no, niente, nessuna eccezione!
    Skat [Ultime parole]: Niente scappatoie? Nessun rimedio? Aaah! [La morte abbatte l'albero e Skat muore]
  • Antonius Block: Figliola, mi senti? è vero che sei sta assieme al diavolo?
    Strega: Perché... Me lo chiedi?
    Antonius Block: Non è solo per curiosità. Ho le mie buone ragioni. Voglio incontrarlo anch'io.
    Strega: Perché?
    Antonius Block: Voglio domandargli di Dio. Lui sicuramente deve saperne più di ogni altro.
    Strega: Puoi incontrarlo quando vuoi.
    Antonius Block: Anche ora?
    Strega: Si, se fai quello che ti dico io... Guardami fisso negli occhi. Guardami. Guarda bene. Non lo vedi?
    Antonius Block: Vedo solo il tuo disperato terrore... E nient'altro. Ecco ciò che vedo.
    Strega: Davvero? Non vedi altro? Niente d'altro?
    Antonius Block: No.
    Strega: Forse sarà dietro le tue spalle!
    Antonius Block: [Si volta di scatto, ma non vede niente] No. Non c'è nessuno.
    Strega: Ma io so che è qui accanto... Basta che io allunghi una mano per incontrare la sua. Anche adesso, è qui... E mi libererà dal fuoco.
    Antonius Block: Te l'ha detto lui?
    Strega: Lo so.
    Antonius Block: Te l'ha detto lui?
    Strega [Ultime parole]: Guarda, guardami negli occhi, Lo vedrai anche tu se guardi bene. I preti lo hanno visto subito il demonio, e anche i soldati. E ne hanno tanta paura che non osano neanche toccarmi! [China il capo per riposarsi]
  • Antonius Block: [Ad un soldato che prepara la pira per bruciare la strega] Perché le avete rotto i polsi?
    Soldato: Non siamo stati noi.
    Antonius Block: E chi?
    Soldato:Chiedetelo a quel monaco. [Indica una figura ammantata lì vicino]
    Antonius Block: [Avvicinandosi al presunto monaco] Che cosa le avete fatto?
    Morte: [Rivelandosi] Perché non la smetti di fare tante domande?
    Antonius Block: No, non la smetterò.
    Morte: Tanto nessuno ti risponde.
  • Jöns: [Assistendo la ragazza accusata di stregoneria] Per un attimo ho pensato di uccidere i soldati. Ma a che sarebbe servito? Ormai è già agonizzante.
    Soldato: Vi ho detto di non avvicinarvi, o finirete dannati anche voi!
    Antonius Block: [Dopo che Jöns da un goccio d'acqua alla giovane, le porge del veleno] Prendi. Ti allevierà la pena.
  • Jöns: Che cosa vede? Questo vorrei sapere!
    Antonius Block: Ormai non vede più.
    Jöns: Non avete risposto alla mia domanda! Chi veglia su di lei? Gli angeli, Dio o Satana oppure... Oppure il nulla? Il nulla, ve lo dico io.
    Antonius Block: No, no, non può essere.
    Jöns: Guardate i suoi occhi, ormai sono attorniati dal nulla che li sommerge. E noi siamo qui incapaci di fare qualcosa, perché vediamo ciò che vede lei, e il nostro terrore è uguale al suo! Eh nessuno la aiuta... No! Non posso guardarla! [Si allontana]
  • Raval: Per carità di Dio, datemi un po' d'acqua! Ho la peste!
    Jöns: [Sguainando la spada] Resta dietro quel tronco!
    Raval: No! No, no! Ho paura, ho paura di morire... Non voglio morire! Non voglio! Perché non avete pietà di me? Datemi un po' d'acqua, aiutatemi! Non lasciatemi morire...
    Jöns: [La giovane cuoca fa per andare a soccorrerlo, ma lo scudiero la ferma] No, non servirebbe a niente. Tutta l'acqua di un fiume non basterebbe per placarlo.
    Raval [Ultime parole]: Sto per morire... Aiutatemi! Che cosa ne sarà di me? Ditemi qualcosa, confortatemi! Abbiate un po' di misericordia... Non vedete che muoio? Abbiate pietà, datemi un po' d'acqua! Aiutatemi! Aiutatemi! Aiutatemi! Ah!
  • Antonius Black: [All'arrivo della morte al suo castello] Buon giorno, nobile signore.
    Karin: Io sono Karin, la moglie del cavaliere, e vi do il benvenuto nella mia casa, signore.
    Plog [Ultime parole]: Il mio mestiere è quello del fabbro, e devo dire che mi arrangio bene nel mio lavoro. Questa è mia moglie Lisa. Saluta il nobile signore, avanti. Qualche volta non è facile andarci d'accordo, e abbiamo avuto i nostri litigi, ma non peggio a quanto capita a tutte le coppie.
    Antonius Block: [Pregando] Dall'oscurità che tutti ci attornia, mi rivolgo a te, o Signore Iddio, abbi misericordia per noi che siamo sgomenti e ignari.
    Jöns: Nell'oscurità in cui siamo accolti, e probabilmente è così, non c'è nessuno che ascolti i vostri lamenti e lenisca le vostre sofferenze. Asciugate le lacrime e specchiatevi nella vostra indifferenza.
    Antonius Block [Ultime parole]: Dio, tu che in qualche luogo esisti...Tu che devi certamente esistere, abbi misericordia di noi.
    Jöns:Forse avrei potuto liberarmi da questa angoscia per l'eternità che vi tormenta. Ma ormai è troppo tardi per insegnarvi la gioia smisurata di una mano che si muove o di un cuore che pulsa.
    Karin [Ultime parole]: Silenzio...Silenzio...Silenzio.
    Jöns [Ultime parole]: [Stizzito] Si, farò silenzio, ma mi ribello.
    Giovane Cuoca [Ultime parole]: [Avvicinandosi sorridendo alla morte] L'ora è venuta!

Citazioni su Il settimo sigillo

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  • Se fai un film in cui pensi che la morte compaia nei panni di una persona, hai solo un punto di riferimento, che è Il settimo sigillo. (Wim Wenders)
  1. Il brano qui citato è tratto pressoché integralmente dall'Apocalisse di Giovanni (8, 1– 11).

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