Il labirinto del fauno

film del 2006 diretto da Guillermo del Toro

Il labirinto del fauno

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Titolo originale

El laberinto del fauno

Lingua originale spagnolo
Paese Messico, Spagna, Stati Uniti d'America
Anno 2006
Genere drammatico, fantastico
Regia Guillermo del Toro
Sceneggiatura Guillermo del Toro
Produttore Alfonso Cuarón, Guillermo del Toro, Frida Torresblanco
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di 3 premi Oscar (2007):
    • Miglior fotografia
    • Miglior scenografia
    • Miglior trucco

Il labirinto del fauno, film del 2006, scritto e diretto da Guillermo del Toro.

Incipit modifica

Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo, dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del Sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del Sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l'anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L'avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare. (Narratore)

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Non so perché hai portato con te tutti questi libri, Ofelia. Stiamo andando in campagna, all'aria aperta. [le prende il libro] Hmm, racconti di fate... sei un po' cresciuta per riempirti la testa di queste sciocchezze. (Carmen)
  • I guerriglieri ora si sono spostati nel bosco, lì è più difficile scovarli. Quei farabutti conoscono il terreno meglio di chiunque altro. Bloccheremo l'accesso dal bosco: cibo, medicinali, distribuiremo tutto dal nostro spaccio, dobbiamo farli scendere da lì, portarli fino a noi. Voglio tre nuovi posti di blocco [sistema i punti sulla cartina] qui, qui e qui. (Capitano Vidal)
  • [Rivolta al grembo di Carmen] Fratellino? Fratellino... "Tanti tanti anni fa, in un paese lontano e triste, c'era un'enorme montagna di roccia aspra e scura. Al tramonto, il giorno seguendo l'altro giorno, in cima ad essa sbocciava sempre una rosa che aveva il potere di rendere gli uomini immortali ma nessuno osava avvicinarsi perché le sue spine erano velenose. Gli uomini parlavano sempre della paura della morte e del dolore ma mai della promessa di immortalità e tutte le sere la rosa appassiva non potendo donare a nessuno il suo potere, persa, abbandonata in cima a quella montagna di arida pietra, sola fino alla fine dei tempi." (Ofelia)
  • [Rivolto ai suoi uomini] La prossima volta perquisiteli meglio, prima di venire a disturbarmi. (Capitano Vidal) [dopo avere erroneamente giustiziato un contadino e suo figlio che erano solo andati a caccia]
  • [Leggendo il libro del Fauno] Nella notte dei tempi, quando il bosco era giovane, gli animali, gli uomini e le creature magiche vivevano in armonia. Si proteggevano gli uni con gli altri e dormivano insieme all'ombra di un grande albero che vive sulla collina vicino al mulino. Ora quell'albero sta morendo, i suoi rami sono secchi, il suo tronco vecchio e ricurvo. Sotto le sue radici ha fatto nido un enorme rospo che gli impedisce di guarire. Dovrai mettere le tre pietre di ambra magica nella sua bocca e recuperare una chiave dorata che nasconde nel ventre. Solo così l'albero tornerà a fiorire. (Ofelia)
  • [Rivolta al rospo] Ciao... sono la principessa Moanna, e non mi fai paura. Non ti vergogni a stare qui sotto? A riempirti la panica di insetti mentre l'albero muore? (Ofelia)
  • Questo è il pane quotidiano nella Spagna di Franco, che custodiamo nel nostro granaio! I Rossi mentono, mentono quando dicono che in Spagna si soffre la fame, perché nella nazione spagnola grande e libera non esiste casa senza focolare, o famiglia senza pane! Questo è il pane quotidiano nella Spagna di Franco! (Capitano della Guardia Civile)
  • [Dal libro] Col gessetto, disegnerete una porta in qualsiasi punto della vostra stanza. Una volta che la porta si sarà aperta, capovolgerete la clessidra. Lasciatevi guidare dalle fate. Non bevete né mangiate nulla durante la vostra sosta, e tornate prima che l'ultimo granello di sabbia sia caduto. (Ofelia)
  • [Rivolta al grembo di Carmen] Fratello... Fratellino? Se puoi sentirmi... qui le cose non vanno per niente bene, ma presto dovrai uscire. Hai fatto ammalare la mamma. Quando uscirai, voglio chiederti una cosa, una sola: di non far soffrire mamma, e la conoscerai. È molto carina, anche se a volte si rattrista per qualche giorno. Ma vedrai, quando sorride ti piacerà tantissimo. [sul punto di piangere] Senti... se mi obbedirai, ti prometto una cosa: ti porterò nel mio regno, e diventerai un principe. Te lo prometto! Un principe. (Ofelia)
  • [Rivolto al prigioniero balbuziente] Garcés ha ragione: ci racconterai tutto, vero? Proprio per questo motivo ho portato un po' di cose. [tira fuori un martello] Cose che si imparano con l'esperienza! All'inizio non mi fiderò di te, ma dopo aver usato questo, forse comincerai a dirmi la verità. [tra fuori delle cesoie] Quando passeremo a queste, avremo un rapporto... come dire... più confidenziale, quasi fraterno. Eh? Vedrai. [tira fuori un coltello] E quando arriveremo a questo... allora crederò a tutto ciò che mi dirai. Ti faccio una proposta: se riesci a contare fino a tre senza b-b-balbettare, sei libero. [l'uomo posa gli occhi su Garcés] Non guardare lui, guarda me! Non c'è nessuno al di sopra di me. (Capitano Vidal)
  • Perché le vie del Signore sono perscrutabili, perché nella sua parola e nel suo mistero è racchiusa l'essenza della sua misericordia. Perché sebbene Iddio ci invii il suo messaggio, è nostro compito decifrarlo. Perché aprendo le nostre braccia, la terra riceve un involucro vuoto privo di significato non più riconoscibile. Lontana è l'anima nella gloria eterna, perché è nel dolore che troviamo il senso della vita, e lo stato di grazia che perdiamo alla nascita. Perché Dio nella sua infinta saggezza consegna nelle nostre mani la soluzione. E perché solo nella sua assenza fisica si riafferma il luogo che egli occupa nelle nostre anime. (Prete) [elegia funebre per Carmen]
  • [Rivolto a Ofelia, dopo averla scoperta con Mercedes] Da quanto tempo lo sai? Eh?! [la schiaffeggia] Da quanto tempo ridi di me? Bastarda! [ai suoi uomini] Sorvegliatela! E se qualcuno cerca di entrare... uccidete lei per prima! (Capitano Vidal)
  • [Ultime parole, rivolto a Mercedes] Non fare sciocchezze, bella. Che se qualcuno dovrà ucciderti, quello voglio essere io! (Garcés)

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Carmen: Ofelia? Ofelia! Vieni qua.
    Ofelia: Ho visto una fata!
    Carmen: Ma guarda come hai ridotto le scarpe... Andiamo. Quando arriveremo al mulino, voglio che saluti il capitano, e che lo chiami "papà". Non sai quanto ha fatto per noi, tesoro. È solo una parola, Ofelia, una semplice parola...
  • Capitano Vidal: Carmen... [le tocca il grembo] Benvenuti!
    Carmen [nota la sedia a rotelle]: Non ce n'è bisogno, cammino perfettamente.
    Capitano Vidal: Ma il dottor Ferreiro dice che non ti devi affaticare.
    Carmen: No!
    Capitano Vidal: Ti prego... fallo per me.
    Carmen [Ferreiro l'aiuta] Grazie. Ofelia, vieni, saluta il capitano.
    Capitano Vidal: Ofelia. [Ofelia gli offre la mano sinistra. Vidal gliela afferra stringendola minacciosamente] Con l'altra mano, Ofelia... Mercedes! Faccia portare di sopra i bagagli.
    Mercedes: Sissignore!
  • Mercedes: È un labirinto. Un mucchio di vecchie pietre che stanno lì da sempre, ancora prima del mulino. Meglio che non ti avvicini, potresti perderti!
    Ofelia [Mercedes le passa i libri]: Grazie.
    Mercedes: Li hai letti tutti?
    Garcés: Mercedes! La vuole il capitano.
    Mercedes: Tuo padre ha bisogno di me...
    Ofelia: Non è mio padre! Il capitano non è mio padre! Mio padre era un sarto, è morto in guerra, lui non è mio padre!
    Mercedes: Sì, mi hai convinta! Andiamo.
    Ofelia: Hai visto mia madre?
    Mercedes: Mhm.
    Ofelia: Vero che è bella?
    Mercedes: Sì.
    Ofelia: Sta male a causa del bambino, l'hai notato?
  • Carmen: Ofelia, vieni qui. [Ofelia si infila a letto con lei] Dio mio, hai i piedini congelati, amore... [si odono dei rumori per la casa] Hai paura?
    Ofelia: Un po'. [sente uno scricchiolio] Cos'è questo rumore?
    Carmen: Niente, è solo il vento. Qui le notti sono diverse da quelle della città, lì si sentono le macchine, i tram, invece... qui le case sono vecchie e scricchiolano. Sembra quasi che parlino. Domani ti farò una sorpresa, vedrai.
    Ofelia: Una sorpresa?
    Carmen: Sì.
    Ofelia: Un libro?
    Carmen [ridendo]: No! Una cosa più bella...
    Ofelia: Perché dovevi sposarti?
    Carmen: Sono stata sola troppo a lungo.
    Ofelia: Io sto con te. Non eri sola. Non sei mai stata sola!
    Carmen: Un giorno capirai che neanche per me è stato facile, piccola mia.
  • Capitano Vidal [riferito a Carmen]: Come la trova?
    Dottor Ferreiro: Molto debole.
    Capitano Vidal: Riposerà fino a che sarà necessario, io dormirò qui. E mio figlio?
    Dottor Ferreiro: Pardon? [entrano Garcés e Serrano]
    Garcés: Capitano, se permette, io–[Vidal lo zittisce alzando la mano]
    Capitano Vidal: Mio figlio, come sta?
    Dottor Ferreiro: Per il momento non c'è motivo di allarmarsi.
    Capitano Vidal: Molto bene.
    Dottor Ferreiro: Capitano... sua moglie non avrebbe dovuto mettersi in viaggio a questo punto della gravidanza.
    Capitano Vidal: Questa è la sua opinione?
    Dottor Ferreiro: La mia opinione professionale, sissignore.
    Capitano Vidal: Un figlio deve nascere ovunque si trovi il padre. Questo è quanto.
    Dottor Ferreiro: Un'altra cosa, capitano... chi le assicura che verrà alla luce un maschio?
    Capitano Vidal [ridacchia]: Non faccia l'imbecille!
  • Fauno: Siete voi... Oh, siete voi! Siete tornata! Oh, non abbiate paura, vi prego! [apre una scatola liberando altre fate ridacchiando] Guardate, guardate!
    Ofelia: Io mi chiamo Ofelia. Chi sei tu?
    Fauno: Io?! Oh, io ho avuto tanti nomi, nomi così vecchi, che solo il vento e gli alberi lo ricordano... Sono la montagna, il bosco e la terra... sono... sono un fauno. [inchinandosi] Sono qui per servirvi, vostra altezza.
    Ofelia: No, io...
    Fauno: Voi siete la principessa Moanna! Figlia del Re del mondo sotterraneo!
    Ofelia: No, mio padre era un sarto...
    Fauno: Hm, non siete figlia dell'uomo, la Luna vi generò! Sulla vostra spalla sinistra c'è un segno che lo dimostra. Il vostro vero padre ha fatto aprire varchi in tutto il mondo affinché poteste far ritorno. Questo è l'ultimo rimasto, ma... dobbiamo assicurarci che la vostra essenza non sia andata perduta, che non siate diventata una mortale. Dovrete superare tre prove al cospetto della Luna piena. [tra fuori un libro] Questo... questo è il libro dei crocevia. Quando sarete sola, apritelo! E vi preannuncerà il futuro, e vi indicherà la strada. [indietreggia sparendo nell'oscurità]
  • Carmen: Ofelia, sbrigati, voglio vederti col vestito addosso, voglio che tu sia bellissima per il capitano! Vedrai... sembrerai una principessa!
    Ofelia [si guarda la voglia a forma di Luna crescente sullo specchio]: Una principessa...
  • Ofelia: Mercedes, tu credi nelle fate?
    Mercedes: Ora no. Ma quando ero piccola, sì. Credevo a tante cose alle quali oggi non credo più.
    Ofelia: Ieri notte è venuta a trovarmi una fata!
    Mercedes: Davvero?
    Ofelia: Ecco, e non una sola, ce ne erano altre, e un fauno.
    Mercedes: Un fauno!
    Ofelia: Così mi ha detto. È molto alto, molto vecchio e odora di terra.
    Mercedes: Mia nonna diceva sempre che ai fauni bisogna fare attenzione.
  • Capitano Vidal: D'ora in poi, una tessera di razionamento per famiglia. Guardatele.
    Sindaco: Solo una?
    Capitano Vidal: Solo una.
    Sindaco: Capitano, non so se sarà sufficiente.
    Sacerdote: Se saranno attenti, lo sarà.
    Capitano Vidal: Non possiamo permettere che continuino a inviare cibo a quelli sulle montagne, stanno perdendo terreno. Si portano dietro almeno un ferito.
    Dottor Ferreiro: Mi perdoni, capitano, come fa a esserne così sicuro?
    Capitano Vidal: Oggi li abbiamo mancati per poco, hanno perso questo. [tira fuori la fiala, che faceva parte della scorta che Ferreiro aveva inviato di nascosto] Antibiotico!
    Sacerdote: Dio si è già occupato delle anime di quegli uomini, la sorte dei loro corpi non è affar suo.
    Sindaco: Noi saremo sempre al suo fianco, capitano. Sappiamo che non è qui per scelta.
    Capitano Vidal: Su questo si sbaglia... Sono qui perché voglio che mio figlio nasca in una Spagna nuova e civile. Perché quegli uomini smerciano un concetto sbagliato, che siamo "tutti uguali". Ma c'è una differenza sostanziale: la guerra si è conclusa e noi abbiamo vinto. E se dovremo uccidere quei figli di puttana per dimostrarlo al mondo intero, allora li ammazzeremo. Senza esitare. [brinda] Siamo tutti qui per scelta.
  • Capitano della Guardia Civile: Ve l'ho già detto che ho conosciuto suo padre, capitano?
    Capitano Vidal: No, non lo sapevo.
    Capitano della Guardia Civile: In Marocco, fu un breve incontro ma mi è rimasto impresso nella mente.
    Capitano Vidal: Un grande militare.
    Capitano della Guardia Civile: Uomini della sua divisione raccontano che quando il generale Vidal morì sul campo di battaglia, scagliò il suo orologio contro un sasso affinché il figlio potesse sapere l'ora esatta della sua morte. Affinché sapesse come muore un uomo coraggioso.
    Capitano Vidal: Favole. Non ha mai avuto un orologio.
  • Ofelia: Ciao... ho portato la chiave.
    Fauno [indica il rilievo sul monolite]: Questo sono io... e la bambina siete voi.
    Ofelia: Il bebè?
    Fauno: Ahhh, bene, avete recuperato la chiave! Ah, mi fate felice. [ridacchia, poi si rivolge a una fata] Lei ha creduto in voi fin dall'inizio! È felice che ci siate riuscita! Conservate la chiave: presto ne avrete bisogno... e anche di questo, un po' di gesso! Mancano ancora due prove e fra non molto la Luna sarà piena. Siate paziente, presto passeggeremo per i sette giardini concentrici del vostro palazzo...
    Ofelia: Come faccio a sapere che sta dicendo la verità?
    Fauno: Oh... Perché mai dovrebbe mentirvi un povero fauno come me?
  • Ofelia: Tu aiuti quelli del bosco, vero?
    Mercedes: L'hai detto a qualcuno?
    Ofelia: Non l'ho detto a nessuno. Non lo dirò a nessuno, non voglio che ti succeda niente di brutto.
    Mercedes [l'abbraccia dopo che Ofelia si sia appoggiata a lei]: E neanch'io a te!
    Ofelia: Conosci una ninna nanna?
    Mercedes: Solo una, ma non ricordo le parole.
    Ofelia: Non importa... voglio ascoltarla.
  • Dottor Ferreiro: È una follia! Quando quell'uomo ci scoprirà, ci ammazzerà tutti, lei si rende conto di questo?
    Mercedes: Ha così tanta paura, dottore?
    Dottor Ferreiro: No, non è paura. Almeno non per me.
  • Fauno: Non avete portato a termine la prova.
    Ofelia: No, mia madre è malata...
    Fauno: Bah! Questo non giustifica la vostra negligenza! Guardate, questa è una mandragora, una pianta che sognava di diventare umana. Ponetela sotto il letto di vostra madre, in una ciotola con del latte fresco, ogni mattina datele da bere due gocce di sangue. Ora... dobbiamo affrettarci! La Luna piena si avvicina. Lasciatevi guidare da loro. [le sue fate] Giungerete in un luogo molto pericoloso. Fate attenzione, quello che sonnecchia lì... non è per niente umano. Vedrete un sontuoso banchetto, ma non bevete e non mangiate nulla! Assolutamente nulla! Ne va della vostra vita...
  • Pedro: Presto avremo dei rinforzi da Jaca, una cinquantina di uomini, allora ce la vedremo con Vidal.
    Dottor Ferreiro: E poi? Che succederà? Ucciderete lui, e ne arriverà un altro uguale! Poi un altro, e un altro ancora! Siete nella merda. Senza armi, senza riparo, avete bisogno di armi, di medicine, tu dovresti prenderti cura di Mercedes! Se l'ami davvero, attraversa la frontiera con lei, è finita!
    Pedro: Io resto qui, dottore. Non abbiamo scelta. [si rivolge a Mercedes] Devi andartene.
    Mercedes: Ecco la chiave. Ma non potete scendere adesso, è proprio quello che si aspetta!
    Pedro: Non preoccuparti. [la bacia sulla guancia]
    Mercedes: Sono una codarda...
    Pedro: No. Non lo sei.
    Mercedes: Sì, lo sono. Sono una codarda di merda. Sto tutto il giorno con quel figlio di puttana, a lavargli il bucato, a fargli il letto, dargli da mangiare. E se il dottore avesse ragione e non potessimo vincere?
    Pedro: Almeno rendiamo la vita difficile a quel bastardo.
  • Dottor Ferreiro: Capitano Vidal, la febbre sta scendendo! Non so come, ma è così!
    Capitano Vidal: Ma ce l'ha ancora?
    Dottor Ferreiro: Sì, ma è buon segno, vuol dire che il suo corpo sta reagendo.
    Capitano Vidal: Mi stia a sentire... se dovesse scegliere, salvi il bambino. Quel bambino porterà il mio nome e quello di mio padre. Salvi lui.
  • Fauno [ridacchia]: Vostra madre è migliorata, altezza. Sicuramente adesso sarete più tranquilla!
    Ofelia: Sì, sì, grazie. Ma... le cose non sono andate bene-bene.
    Fauno: Huh? No...?
    Ofelia: C'è stato un incidente.
    Fauno: Un "incidente"?
    Ofelia: Sì! [la fatina sopravvissuta all'Uomo Pallido bisbiglia la verità al Fauno, che si infuria]
    Fauno: Avete infranto le regole!!!
    Ofelia: Ma erano solo due chicchi d'uva, pensavo che nessuno se ne sarebbe accorto!
    Fauno [sottrae il pugnale che Ofelia ha portato]: Ah! Ci siamo sbagliati!!
    Ofelia: "Sbagliati"?
    Fauno: Avete fallito! Non potete più tornare!
    Ofelia: È stato un incidente!
    Fauno: Voi non ritornerete più!!! Ah, fra tre giorni sarà Luna piena! La vostra anima rimarrà per sempre legata al mondo dei comuni mortali! Invecchierete come loro! Morirete come loro! Il tempo consumerà la vostra memoria, e noi spariremo con essa. Non ci vedrete... mai più! [se ne va, lasciando Ofelia in lacrime]
  • Capitano Vidal [trova la mandragora sotto il letto di Carmen]: Che cos'è questo? [la prende in mano]
    Ofelia [cerca di fermarlo]: No! No! No! No!! No!!!
    Carmen: Lasciala! Lasciala, per favore!
    Capitano Vidal: Guarda! Guarda cosa nascondeva sotto il tuo letto! Eh!? Che te ne pare? [gliela passa]
    Carmen: Ofelia... che ci faceva questa cosa sotto al mio letto?
    Ofelia: È una radice magica... me l'ha data il Fauno!
    Capitano Vidal: Questo è per tutta la merda che le lasci leggere! Guarda dove siamo arrivati!
    Carmen: Per favore, lasciaci sole! Parlerò io con lei, caro.
    Capitano Vidal: Molto bene. Come vuoi tu. [si allontana]
    Ofelia: Mi ha detto che saresti guarita, e sei guarita!
    Carmen: Ofelia, ascolta tuo padre, fallo! Devi cambiare!
    Ofelia [piangendo]: No! Voglio andare via di qui, portami lontano, per favore! Per favore, andiamocene!
    Carmen: Le cose non sono così semplici, stai diventando grande. E presto capirai che la vita non è come nelle tue favole. Il mondo è un luogo crudele, lo imparerai anche... se sarà doloroso.
    Ofelia [Carmen getta la mandragora nel caminetto]: No! Nooo!
    Carmen [ultime parole]: Ofelia! La magia non esiste! Non esiste per te, non esiste per me, non esiste per nessun altro! [come la mandragora muore nel fuoco, a Carmen vengono i dolori dal parto imminente che la ucciderà]
  • Capitano Vidal [scopre che Ferreiro ha soppresso il prigioniero balbuziente torturato]: Perché lo ha fatto?
    Dottor Ferreiro: Era l'unica cosa che potessi fare.
    Capitano Vidal: No. Avrebbe potuto obbedirmi!
    Dottor Ferreiro: Avrei potuto... Ma non l'ho fatto.
    Capitano Vidal: Be', sarebbe stato meglio per lei, questo lo sa. Non la capisco... Perché non mi ha obbedito?
    Dottor Ferreiro [ultime parole]: Perché... obbedire senza pensare, così istintivamente... lo fa solo la gente come lei, capitano. [si allontana, e Vidal lo uccide sparandogli alle spalle]
  • Capitano Vidal [ispeziona gli effetti di Mercedes]: Carne secca... tabacco... Se me l'avesse chiesto glielo avrei dato, Mercedes. [si rivolge a Garcés] Voglio i nomi di chi ha scritto queste lettere e li voglio qui di fronte a me, domani.
    Garcés: Sì, signor capitano.
    Capitano Vidal: Può andare, Garcés.
    Garcés: È sicuro, signor capitano?
    Capitano Vidal: Per l'amor di Dio... è solo una donna! [Garcés sorride con Vidal ed esce fuori]
    Mercedes: È quello che lei ha sempre pensato. Per questo sono rimasta qui: ero invisibile, per lei!
    Capitano Vidal: Cazzo... ha scoperto il mio punto debole: la superbia! Ma sono i suoi punti deboli quelli che ci interessano. [prepara gli strumenti di tortura] La questione è molto semplice: lei parlerà. E io devo essere certo che mi racconti la verità. [Mercedes si libera grazie al suo coltello nascosto] Proprio a questo proposito abbiamo una cosina, niente di complicato, cose che si imparano con l'esperienza. All'inizio non mi fiderò di–[Mercedes gli accoltella e lacera la spalla] Aaagh!! [si gira e Mercedes lo infilza vicino al petto]
    Mercedes [ficca il coltello nella bocca di Vidal]: Io non sono un vecchio, e neanche un uomo ferito, figlio di puttana! Non provare nemmeno a toccare la bambina, non sarai il primo porco che sgozzo! [lacera la guancia a Vidal conferendogli un 'sorriso di Glasgow' e fugge mentre il capitano è dolorante]
  • Fauno: Ho deciso di concedervi un'altra opportunità! [Ofelia corre ad abbracciarlo] Promettete di obbedirmi? Farete tutto quello che vi dirò senza discutere? [Ofelia annuisce] È la vostra ultima opportunità... allora, statemi bene a sentire: recuperate vostro fratello e portatelo da me al labirinto, il più presto possibile, vostra altezza.
    Ofelia: Mio fratello?
    Fauno: Abbiamo bisogno di lui...
    Ofelia: Ma...
    Fauno: Oh! Basta domande. [ridacchia]
    Ofelia: La porta è chiusa.
    Fauno: Oh, in quel caso la creerete voi, una porta! [le consegna un gessetto magico]
  • Fauno: Presto, altezza! Consegnatemelo! La Luna piena è alta nel cielo e possiamo aprire il portale...
    Ofelia [nota che il Fauno tiene il pugnale dell'Uomo Pallido]: Che cos'hai in mano?
    Fauno: Oh, il portale si aprirà solo se gli offriremo del sangue innocente, solo un po' di sangue! Una goccia basterà... è l'ultima prova. Presto! [Ofelia scuote la testa, si arrabbia] Avevate promesso di obbedire senza storie! Consegnatemi il bambino!
    Ofelia: No! Mio fratello rimane con me!
    Fauno: Siete disposta a sacrificare il vostro diritto divino per questo moccioso che a stento conoscete?!
    Ofelia: Sì. Lo sacrifico!
    Fauno: Rinunciate al vostro trono per lui? Lui!? La causa della vostra umiliazione, delle vostre pene?!
    Ofelia: Sì... ci rinuncio.
    Fauno: Sia fatta la vostra volontà, altezza... [sparisce mentre Vidal la raggiunge e sottrae il bambino]
    Ofelia: No! [Vidal le spara]
  • Capitano Vidal [ultime parole lasciando il figlio in fasce a Mercedes e guardando l'orologio]: Dite a mio figlio... Ditegli a che ora è morto suo padre. Ditegli che...
    Mercedes: No! Non saprà neppure il tuo nome! [Pedro uccide Vidal sparandogli un colpo alla testa]
  • Re: Avvicinatevi.
    Ofelia: Padre...
    Re: Avete preferito versare il vostro sangue piuttosto che quello di un innocente. Questa era l'ultima prova, la più importante.
    Fauno: E avete fatto la scelta giusta, altezza!
    Regina [ha le fattezze di Carmen, tiene il neonato in braccio]: Venite al mio fianco, sedete vicino a vostro padre! Che tanto tempo vi ha atteso. [la corte applaude per Ofelia]

Explicit modifica

E si dice che la principessa discese nel regno paterno e che lì regnò con giustizia e benevolenza per molti secoli, che fu amata dai suoi sudditi e che lasciò dietro di se delle piccole tracce del suo passaggio sulla terra, visibili solo agli occhi di chi sa guardare. (Narratore)

Citazioni su Il labirinto del fauno modifica

  • Il film si sviluppa su così tanti livelli, che durante la visione sembra cambiare forma. (Stephanie Zacharek)
  • In questo film magico e molto commovente i due aspetti si uniscono per costituire un'allegoria sull'anima e sull'identità nazionale della Spagna. (Philip French)

Voci correlate modifica

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