Il 13º guerriero
film del 1999 diretto da John McTiernan
Il 13º guerriero
Titolo originale |
The 13th Warrior |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1999 |
Genere | avventura, azione, fantastico, storico |
Regia | Michael Crichton e John McTiernan |
Soggetto | Michael Crichton (romanzo Mangiatori di morte) |
Sceneggiatura | William Wisher Jr. e Warren Lewis |
Produttore | Michael Crichton, Andrew G. Vajna, John McTiernan, Ned Dowd |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il 13º guerriero, film statunitense del 1999 con Antonio Banderas, regia di John McTiernan.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Padre misericordioso, ho sperperato i miei giorni nella speranza di fare tante cose; questa [andare in battaglia] non era nei miei piani. Ma in questo momento la mia preghiera è: vivere i prossimi minuti con onore. (Ahmed ibn Fahdlan)
- Ecco, là io vedo mio padre. Ecco, là io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli. Ecco, là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala del Valhalla, dove l'impavido può vivere per sempre. [preghiera dei Normanni]
Citazioni su Il 13º guerriero
modifica- Ci sono tre inconvenienti ne «Il 13º guerriero» di John McTiernan, ambientato alla fine del primo millennio. Innanzitutto, Antonio Banderas, poeta e diplomatico arabo, è sempre intabarrato di nero, con un panno nero in testa e con l'aria perennemente stupefatta di uno della raffinata Baghdad che si trovi per sua sventura arruolato insieme con dodici guerrieri vichinghi per portare a termine una missione sanguinosa. Non solo: tra i guerrieri vichinghi, tutti interpretati da attori alti almeno due metri, per la prima volta Banderas sembra pure piccolino. Secondo inconveniente: il film allinea molti scontri feroci, ma non l'incontro di due mondi, di due culture stellarmente remote: tra le nevi del Nord, gli sghignazzi, le bevute, le smargiassate, le mangiate, le risatacce e le brutalità dei vichinghi, l'arabo Banderas parrebbe uno smorfioso delicato se non risultasse il più intelligente di tutti. Terzo inconveniente: come molti film di fantasy, «Il 13º guerriero» è immerso in una costante oscurità o semioscurità, notturna oppure boschiva; il buio, insieme con i poco costosi attori scandinavi imposti dalla vicenda, consente naturalmente di spendere meno. (Lietta Tornabuoni)
Altri progetti
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