Finale della UEFA Champions League 1995-1996
Citazioni sulla finale della UEFA Champions League 1995-1996.
Citazioni
modifica- Aver rigiocato e vinto la Coppa dei Campioni dopo 4 anni dalla sconfitta di Wembley, a 37 anni, ritengo sia stato qualcosa di sensazionale, emozionante, appagante. Quell'Ajax oltretutto era una grande squadra, erano i campioni in carica, avevano un allenatore in quel momento tra i migliori che era van Gaal e giocatori di grandissima qualità, da van Der Sar a Kanu, da Blind ad Overmars, da Davids a Kluivert, dai fratelli de Boer a Litmanen, passando per Finidi. Ma noi giocammo una stupenda partita, meritando di vincere ben prima dei rigori. (Pietro Vierchowod)
- Curiosamente la finale del 1996 contro l'Ajax si giocava a Roma, la stessa città dove 13 anni prima avevo vinto il mio primo Scudetto. Per me fu una notte bellissima, a 37 anni giocare una finale di Champions League e vincerla è il massimo per un calciatore. Ricordo che potevamo chiudere prima la partita, ma avremmo potuto anche perderla. Una volta tanto una squadra italiana vinse ai calci di rigore. È stato incredibile. (Pietro Vierchowod)
- La Juve assaggiava il trionfo senza coglierlo. Neanche a porta vuota, neanche nei tempi supplementari, quando l'Ajax finiva quasi di esistere. [...] Se i bianconeri avessero perso la coppa, il detestato titolo era già in mente: «Juve, te la sei mangiata». E invece, no, cari bianconeri, non frenate la vostra gioia. [...] L'avete riportata tra noi, dopo gli anni del Milan. [...] L'aspetto più eclatante del trionfo della Juve [...] sta nell'aver acceso molti dubbi sull'Ajax, sulla squadra che vive e prospera della sua prodigiosa memoria. Solo per una ventina di minuti nel primo tempo abbiamo temuto che potesse diventare padrona. Poi, con l'innesto di Di Livio e Padovano, nella notte dei giganti tutto è diventato Juve, fortissimamente Juve. Sino al rito solenne dei rigori, che ha spazzato via l'incubo della grande ingiustizia. Il tifo naviga tra campanili e capricci, ma è difficile non amare una Juve così. (Candido Cannavò)
- [Prima della finale tra Ajax e Juventus] Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti. (Gianni Agnelli)
- Torricelli? Come Di Livio e Ravanelli, tre anni fa sembrava impossibile vederli campioni d'Europa. Nel calcio, però, c'è qualcosa che sfugge alle analisi più frettolose. Un segreto che io conosco, ma che dovrete scoprire da soli. [...] La Juve ha battuto l'Ajax perché è stata più aggressiva del Milan l'anno scorso. (Arrigo Sacchi)
- Avevo seguito tutte le loro partite del campionato olandese. Spesso i difensori dell'Ajax abusavano un po' troppo della loro superiorità tecnica e qualche volta sbagliavano. Non vorrei usare la parola "sbruffoni", ma insomma, un po' troppo sicuri e pieni di sé lo erano. Così su quella palla andai sicuro che tra loro ci sarebbe stato un malinteso, anticipandoli col piede sinistro e calciando in caduta col destro. Quella palla sembrava non entrare mai... [...] Quello per me fu un gol bellissimo, fortunato sì, ma bellissimo. Perché voluto. Tanti attaccanti forse non ci avrebbero nemmeno provato, ma nel mio DNA c'è scritto di non mollare mai. Così mi sono guadagnato un'emozione così intensa che non tornerà più.
- Come siamo arrivati alla sfida con l'Ajax? Alla grande, l'avevamo preparata benissimo andando in ritiro alla Borghesiana qualche giorno prima. Anche se... almeno io, non ho dormito per quindici giorni prima della partita. Arrivati alla vigilia, finito l'allenamento, chiesi a Vialli sotto la doccia: Hai dormito in queste notti? Mi rispose: Non ho dormito niente..., Beh, allora siamo in due, gli dissi. [...] Volevamo vincere a tutti i costi, ci univa un senso di appartenenza alla maglia e alla società, oltre al fatto che 9/11 di quella squadra erano italiani. Affrontavamo una delle squadre più forti d'Europa, che l'anno prima aveva battuto il Milan. Ma onestamente, passami il termine, li abbiamo "stritolati", giocando un calcio straordinario. E avremmo meritato di vincere ben prima dei rigori.
- Per tutta la gara la sensazione era stata che in un modo o nell'altro l'avremmo vinta, perché ce la meritavamo. I rigori sono spesso una lotteria, ma in quel caso premiarono la squadra più lucida fisicamente e mentalmente. Furono quattro rigori perfetti: Ferrara, Pessotto, Padovano, Jugovic. E poi Peruzzi... Di quegli attimi ricordo poco, ma la convinzione che loro non ci avrebbero traditi, sì che la ricordo.
- Vincere la Champions League è il sogno di ogni ragazzo che inizia a fare questo sport. Farlo con la Juve, in Italia e allo stadio Olimpico è stato meraviglioso.
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