Coppa Intercontinentale 1996 (calcio)

edizione del torneo calcistico

Citazioni sulla Coppa Intercontinentale 1996.

Angelo Peruzzi, capitano della Juventus vincitrice della Coppa Intercontinentale 1996.

Citazioni

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  • [Nel 2013] [Ramón] Diaz si deve vergognare per le sue insinuazioni sulla vittoria della Juventus della Coppa Intercontinentale contro il River Plate del 1996. Abbiamo vinto quel trofeo e la Coppa dei Campioni qualche mese prima perché eravamo più forti e meglio allenati. Se avessimo fatto uso di sostanze illegali non avremmo vinto solamente ai rigori contro l'Ajax e con un gol di Del Piero su un mio calcio d'angolo nel finale contro gli argentini. Li avremmo potuti asfaltare nel gioco e nel risultato, al contrario entrambe le finali sono state gare molto equilibrate e molto dure fino all'ultimo minuto. Evidentemente, a Diaz quella sconfitta brucia ancora e dopo quasi 17 anni cerca alibi. Peraltro, come per ogni squadra dopo ogni partita, vi erano controlli anti-doping a sorteggio e non mi pare siano emersi problemi. La delusione provocata dalle parole di Diaz deriva dal fatto che lui è un professionista, ex grande attaccante e attuale ottimo allenatore, non un tifoso dal quale mi potrei anche aspettare certe dichiarazioni. (Angelo Di Livio)
  • [Nel 2013] Sono passati tanti anni, ma c'era una differenza enorme nella condizione fisica delle due squadre. A quei tempi si vedeva una enorme differenza fisica della Juventus non solo rispetto a noi, ma anche ad altre squadre nel campionato italiano, non tanto nel gioco ma nel fisico. Comunque non tocca a me dare una opinione su questo, è il club che deve prendere le misure adeguate. [riferendosi a un possibile reclamo alla FIFA] (Ramón Díaz)
  • Penso che il trionfo a Tokyo sia il più bello di tutti. Più bello di quello contro l'Ajax. Nel calcio ci sono delle squadre con delle fasi di gioco o con delle individualità più brillianti, ma ci sono poche con la solidità e anche la regolarità della Juventus. (Gianni Agnelli)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Se dovessi indicare una vittoria che forse più di ogni altra sento mia sul piano individuale, sceglierei la Coppa Intercontinentale che la Juventus ha conquistato proprio a Tokyo il 26 novembre 1996, dopo aver sconfitto il River Plate. Perché c'è sempre una partita nella partita, quella che un giocatore disputa non solo contro l'avversario ma anche contro se stesso, contro i suoi limiti. In quell'occasione io ho provato la sensazione di poterli abbattere tutti, con quel gol segnato a pochi minuti dalla fine: la rete che valeva il titolo di campione del mondo per club.
  • Ricordo bene il boato dopo il gol, la mia esultanza, uno stadio bianconero che sembrava il nostro, la premiazione, la coppa alzata al cielo. Ricordo la sensazione di totale appagamento: allora non potevo pensare a niente di più e di meglio di ciò che avevo ottenuto quella sera. A 22 anni appena compiuti mi ritrovavo con la coppa tra le mie braccia, dopo averla vinta con un mio gol decisivo, dopo essere stato nominato il migliore giocatore della partita, dopo avere conquistato in due anni tutto quello che c'era da conquistare con la Juventus: campionato, Coppa Italia, Champions League, Coppa Intercontinentale.
  • Quando siamo tornati in hotel, dopo una lunga serata di festeggiamenti (e che festeggiamenti...) la Coppa fece il giro di tutte le stanze e alla fine si fermò nella mia, inizialmente soltanto per le foto di rito. Ma quando tornarono a riprendersela, in attesa di riportarla a Torino il giorno dopo, dissi che l'avrei "sorvegliata" io: «Non vi preoccupate, è in buone mani. Stanotte la Coppa dorme con me». E così andò. La tenni lì, al mio fianco. Come un bambino che non si vuole separare dal suo regalo più grande neppure per dormire, per non rischiare di svegliarsi e non trovarla più. È uno dei sogni più veri che mi sia capitato di vivere.

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