Fellini Satyricon
film del 1969 diretto da Federico Fellini
Fellini Satyricon
Encolpio (Martin Potter) in una foto di scena
Titolo originale |
Fellini Satyricon |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1969 |
Genere | storico, drammatico, fantastico, epico |
Regia | Federico Fellini |
Soggetto | Federico Fellini, Bernardino Zapponi (basato sul Satyricon di Petronio Arbitro) |
Sceneggiatura | Federico Fellini, Bernardino Zapponi |
Produttore | Alberto Grimaldi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Fellini Satyricon, film italiano del 1969 con Martin Potter e Hiram Keller, regia di Federico Fellini.
Frasi
modifica- L'amicizia può durare solo finché fa comodo. (Ascitto)
- Io me devo sconfinà con la Sicilia, perché mi voglio fa' un viaggio fino in Africa. Così a piedi, a cavallo o anche per mare, navigo sempre sul mio. Simile in questo al sempre errante Ulisse. Ve piace la citazione? Anche a tavola i classici ci stanno bene. (Trimalcione)
- Ahi, meno che mosche siamo, meno che mosche... Loro una certa resistenza ce l'hanno, ma noi niente più che delle bolle siamo. (Seleuco)
- Quello che non t'aspetti, spesso di colpo succede. Fortuna sopra di noi di tutto ha cura, perciò vieni coppiere e versaci da bere! (Trimalcione)
- Tutto quello che tocco, cresce come un favo. Ero una cimice e oggi sono un re. Questa è la vita. (Trimalcione)
- Tu, Stico, prepara i miei paramenti da morto e l'unguento. E porta un assaggio del vino con cui voglio che mi se lavino le ossa. La vita passa come un'ombra e prima o poi tutti diventeremo così. [mostra uno scheletro] (Trimalcione)
- Meglio impiccare un marito morto, che perdere un amante vivo. (Vedova)
- Fratello mio, sei stato l'ultimo compagno della mia vita. Potrai dire: "Ho conosciuto Eumolpo, il poeta". Ah, che dire, se fossi ricco come Trimalcione ti lascerei un podere o una nave, ma ti posso fare erede solo di quello che ho avuto io. Ti lascio la poesia, ti lascio le stagioni, soprattutto la primavera e l'estate. Ti lascio il vento, il sole, ti lascio il mare, il mare che è buono ed anche la terra è buona. Le montagne, i torrenti, i fiumi e le grandi nuvole che passano solenni e leggere. Tu le guarderai e forse ti ricorderai di questa nostra breve amicizia. E ti lascio gli alberi e i loro agili abitanti. L’amore, le lacrime, la gioia, le stelle. Encolpio, ti lascio i suoni, i canti, i rumori, la voce degli uomini e la musica più armoniosa. Ti lascio... (Eumolpo)
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