Elio De Angelis

pilota automobilistico italiano (1958-1986)

Elio De Angelis (1958 – 1986), pilota automobilistico italiano.

Elio De Angelis (1982)

Citazioni di Elio De Angelis modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [«Piloti di Formula Uno si nasce?»] Si nasce e ci si costruisce per diventarlo. [...] Occorre fare una scelta a 14 anni. Invece del motorino, bisogna comperare il go-kart. Bisogna rinunciare alla prima ragazzina perchè non la si può portare in pista. [«E alla seconda?»] Alla seconda no. Però è una vita di sacrifici. La gente spesso non sa che la nostra è una vita difficile, una vita stressante. Un uomo che vuol fare carriera, ad esempio un imprenditore, ha vent'anni a disposizione per mostrare agli altri ciò che sa fare. Noi no, solo quattro o cinque. Dieci quando va benissimo. Quindi è tutto molto più accellerato. Si invecchia in fretta.[1]
  • [«Se la gente dice che sei il più bravo pilota di Formula Uno, cosa rispondi?»] Per modestia dico che si sbaglia. Ma in fondo so che sono il più forte.[1]

Oltre lo sport

Intervista di Mimmo Fusco, Ragazza In, 1981, pp. 30-31.

  • [«È importante, per un pilota, crearsi una famiglia?»] Non molto, a qualcuno può dare la sicurezza ad un altro no; qualcuno può avere il piede "pesante" sull'acceleratore perché magari ha due figli e con la sua professione vuol dare loro un futuro; un altro proprio perché ha due figli solleva il piede, dipende dal carattere di ognuno, può essere sia un bene che un male.
  • [«Quando perdi il controllo della macchina in quei secondi "interminabili" di 'testa-coda', a cosa pensi?»] Penso a come sono stato fesso a scegliere questo mestiere dove si può morire a 22 anni contro un muro, poi, appena tutto è passato, pensi alla macchina ed agli eventuali danni subiti.
  • [«Che consigli vuoi dare a chi vuole intraprendere la tua carriera?»] Uno solo: quello di lasciar perdere!
  • [«Se non fossi un pilota di Formula 1, cosa vorresti essere?»] Un compositore, vorrei comporre della musica moderna che sento dentro di me.

La mia battaglia

Intervista di Cesare Maria Mannucci, Autosprint, 1984, pp. 17-20.

  • In Formula Uno ci sono troppe variabili, troppe differenze. [...] Ci sono troppi salti qualitativi tra le varie macchine. Ti puoi chiamare Lauda, Prost, Piquet, ma se non hai una macchina vincente non fai niente. [«Ritieni quindi, che se non si è in possesso di una vettura vincente, è giusto non dare il massimo?»] Esattamente. Anzi, si dovrebbe andare ancora più piano, dal momento che si verificano ancora incidenti fra vetture che lottano nelle retrovie. Un pilota deve dare il massimo quando ha la macchina competitiva. Non puoi pretendere chissà cosa da una vettura che gira più lenta di tre secondi. Puoi andare più forte del tuo compagno di squadra, non potrai certo pretendere di vincere la corsa. È inutile rischiare per niente.
  • Bisogna andare al limite, mai oltre.
  • In qualifica, con le gomme da tempo, ti trovi delle volte a essere quasi un automa, avendo come un unico pensiero quello di spingere sull'acceleratore, ma non è una sensazione che mi piace.
  • Inizialmente ero forse troppo impulsivo, mi lamentavo apertamente se mi venivano fatte delle ingiustizie tecniche. Per questo ho avuto anche dei rimproveri dal mio team. Col passare degli anni in Formula Uno si diventa più politici. Questo ambiente ha forse voluto che cambiassi carattere.
  • Alboreto cosa ha più degli altri piloti italiani?»] È più diplomatico.

Citazioni su Elio De Angelis modifica

  • A differenza di tanti altri piloti Elio era un signore nel vero senso della parola. Educato, colto, elegante, di buona famiglia, mai un gesto fuori dalle righe. Tranne uno: una ruotata molto aggressiva che nel '78 diede a Gaillard a Montecarlo alla curva del Loews per superarlo e andare a vincere la gara di Monaco F3. Ma lo assolvo: era più veloce del francese e in palio c'era la più importante gara del mondo di F3 davanti agli occhi dell'intera F1. Elio aveva gusti raffinati e sobri: amava suonare il pianoforte, e quando i piloti a Kyalami nel 1982 scioperarono clamorosamente chiudendosi in albergo per due giorni, Elio per far passare il tempo suonò al piano musica per tutti i suoi colleghi. Ve lo vedete un pilota con le mani sporche di grasso e abituato a stringere con forza un volante, far scorrere delicatamente quelle stesse dita sulla tastiera di un pianoforte? Ecco, Elio de Angelis era un po' una mosca bianca fra gli altri piloti F1 di quell'epoca rude. Era un signore, certo, ma in pista era anche dannatamente veloce. (Alberto Sabbatini)
  • Elio De Angelis è uno dei più grandi piloti che l'automobilismo italiano abbia prodotto sul finire degli anni '70 e i primi anni '80. [...] Un ragazzo eccezionale per signorilità, educazione e simpatia. Appena s'imbatteva in un pianoforte non c'era stanchezza o lunga giornata in pista che gli impedisse di suonare con sorprendente maestria. (Gian Carlo Minardi)
  • Elio era un ottimo pilota. Aveva uno stile di guida molto preciso ed elegante, cui aggiungeva la grande passione che gli derivava dall'essere italiano. [...] I ricordi più belli che ho di noi due sono legati al divertimento e alle battute conseguenza di ciò che combinavamo in quegli anni, avventure di cui qui non posso scrivere... [...] Ma non c'era solo il lavoro: era un uomo pieno di fascino, carismatico, suonava benissimo il pianoforte. Per questo l'Elio pilota mi piaceva ma l'Elio uomo era ancora meglio. (Nigel Mansell)

Note modifica

  1. a b Dall'intervista di Ivan Zazzaroni, Se la Lotus mi assiste il titolo è mio, Poster Story, Autosprint, 1984.

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