Bernardino Baldi

matematico e poeta italiano (1553-1617)

Bernardino Baldi (1553 – 1617), matematico e poeta italiano.

Bernardino Baldi

Cronica de matematici

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EUFORBO di Frigia fu il primo de nominati fra Greci, che instituì le contemplationi Matematiche, e come scrive Laertio, trovò le specolationi delle linee, e de triangoli scaleni.
TALETE accrebbe le cose di Euforbio; indi passato nell'Egitto imparò da Sacerdoti le dette discipline; onde tornato in Grecia seminò fra suoi le cose Geometriche, & Astronomiche.

Citazioni

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Cronica de matematici, 1707
  • PITAGORA diede forma alla Geometria; separolla da la materia, e fecela più nobile; fù inventore de corpi regolari, e d'alcune propositioni famose. I Musici ancora riconoscono da lui i fondamenti di quella disciplina. Fù il primo assertore dell'harmonia de Cieli. (p. 2)
  • HIPPASO Metapontino discepolo di Pitagora, Fisico, e Matematico, scrisse un libro intitolato il Sermone mistico, inscrisse il dodecaedro nella sfera. Morì di naufragio per havere, come scrive Jamblico, propalato i misteri occulti de la Geometria. (p. 2)
  • [Porfirio] Fù buon Matematico, e particolarmente diede opera alle speculationi di musica; onde lasciò dottissimi commentarii sopra i trè libri di Musica di Tolomeo. Fù acerbissimo nemico del nome Christiano, e scrisse loro contra libri non meno empii, che sottili, & acuti. (p. 50)
  • TEONE Alessandrino Filosofo, e Matematico, e publico lettore delle Matematiche in Alessandria; percioche egli haveva il carico d'interpretare il libro degl'Elementi, e le cose dell'Almagesto di Tolomeo. Onde sopra l'una, e l'altra di quelle opere affaticossi egregiamente; ma sopra tutte bella fù la fatica, ch'egli fece sopra l'Almagesto. (p. 52)
  • PAPPO Alessandrino Filosofo, e Matematico attese alla dottrina degli Elementi, & in ciò vien lodato, e ricordato da Proclo. Scrisse otto libri, ch'egli chiamò collettanei, ò colettioni Matematiche, ne quali come Ape ingegnosissima, scelse tutte le più belle cose, che s'habbiano le Matematiche, e le ridusse in un corpo, nell'ottavo de quali comprese una succinta, e perfetta introduttione di quelle cose, che s'aspettano alla cognitione delle Mecaniche, e particolarmente fece trattato secondo la dottrina d'Archimede, e di Herone delle cinque potenze. Lasciò scritto ancora Scolii sopra i Conici d'Appollonio, e sopra l'Almagesto. Scrisse inoltre la Corografia di tutto il mondo habitabile, de fiumi di Libia, & un trattato del giuditio de Sogni. (p. 53)
  • [Proclo] Scrisse in tutte le facoltà volumi acutissimi, cioè nella grammatica, e nella filosofia. Commentò l'opere, e i giorni d'Hesiodo, e scrisse alcuni hinni misteriosi sopra il Sole, e Venere, per cagione de quali dal Giraldi vien connumerato fra i Poeti. Scrisse opere morali della buona educatione, della buona disciplina, e del modo del vivere. Scrisse ancora commentarii dottissimi sopra i Dialoghi di Platone. (p. 54)
  • SERENO d'Antista una delle Città di Lesbo fù buon Matematico, e Filosofo insieme Peripatetico. Scrisse due bellissimi libri, l'uno della Settione del Cilindro, e l'altro della Settione del Cono per lo vertice, le quali opere dedicò ad un Ciro suo amico. Questi libri furono tradotti in latino, & illustrati di Scolii da Federico Commandino, e donati à Francesco Maria secondo figliuolo di Guido Baldo secondo Duca d'Urbino. (pp. 59-60)
  • EUTOCIO Ascalonita discepolo, come si disse, d'Isidoro Milesio, & amico d'Antemio, fù grandissimo Geometra, & udì dal suo Maestro l'interpretatione de più dotti Matematici, cioè d'Archimede, di Pappo, di Herone, d'Euclide, d'Appollonio, e de gl'altri di quella classe. Commentò i libri d'Archimede della sfera, e del Cilindro sopra gl'Equeponderanti, sopra i Conici d'Apollonio, sopra l'Almagesto di Tolomeo. Affaticossi parimente sopra il libro d'Archimede della dimensione del Circolo. Sono tutte le fatiche di quello grand'huomo state illustrate, e publicate dal Commandino. (p. 63)
  • PIETRO Apiano Bennisio da Licisnia Tedesco ebbe la prima Catedra della lettura delle Matematiche nello Studio d'Ingolstadio. Publicò dopo Giovanni Stabio l'Horologgio detto foglia della Pioppa. Mandò fuori il libro di Giordano de Pesi. Scrisse del suo un libretto di Geografia, à cui aggiunse un trattatelo del conoscer l'hore della notte per via della Stella Polare. Publicò parimente un Quadrante Universale in forma nuova, & alcune altre cose. (pp. 123-124)
  • GIACOBO Peletario Cittadino Leonese, attese alli studii Legali, & indi essendo d'età più matura, non si compiacendo di quello studio, si diede alla Filosofia, & indi alla Medicina, di cui si compiacque, e fecevi buon profitto. Fù Poeta nella lingua materna, amico, & imitatore di Pietro Ronsardo; finalmente fermossi nelle Matematiche, e nelle dette professioni lasciò scritto alcune opere. [...] Scrisse in lingua Francese un volume d'Algebra, & ultimamente commentarii sopra i primi sei libri degl'elementi d'Euclide, nei quali, come tengono i migliori, fù soverchiamente animoso, & innovatore. [...] Scrisse alcune cose dell'angolo, del contatto, del cerchio, e della linea, nella quale presi principii falsi, ne trasse tali anco le conclusioni. Molti confutatori ha havuto il Peletario, fra quali non è punto ignobile Cristoforo Clavio Bambergese, contro cui esso Peletario mandò fuori un'Apologia, à cui il Clavio rispose con una disgressione fatta nel libro de Triangoli. (pp. 129-130)
  • [Federico Commandino] fin da giovinetto haveva dato opera felicemente alle Matematiche, alle quali haveva straordinaria inclinatione, e perche à detti studii fù eccitato da Marcello Cervino, che fù poi Pontefice, e da Ranuccio, à servitii de quali egli si trovava, abbracciò più caldamente le dette professioni, di maniera, che vedendo l'incertezza della medicina, & il pericolo del trattarla, abbandonatala del tutto, si diede alle specolationi Matematiche, nelle quali fece poi tanto profitto, quanto con molta meraviglia ha veduto l'età nostra: poiche per opera sua hanno racquistato lo splendor loro tutti i più antichi, e nobili scrittori di quelle professioni. Egli ha tradotto dal greco, & illustrato le cose d'Archimede, d'Appollonio, di Sereno, di Pappo, d'Eutocio, d'Aristarco, d'Euclide, e di Herone Alessandrino, di Tolomeo, e di molti altri, l'opere de quali, prevenuto dalla morte, egli non potè publicare. Del suo habbiamo il libro del Centro della gravità de solidi, opera da esser paragonata à quelle de più nobili antichi. (pp. 138-139)
  • Non fù il Comandino Lettore d'alcuna Università, ne meno procurollo, ma vivendosene in casa sua, godevasi la quiete delli studii. Molti lo frequentavano desiderosi d'imparare, fra quali era Guidobaldo de Marchesi del Monte, che hoggi vive, e con gli scritti suoi illustra queste scienze. Eravi anco Bernardino Baldi, che scrive quest'historia, il quale essendo in quei tempi giovinetto, si dilettava grandemente di queste professioni. Ma fra discepoli del Comandino si connumera anco Francesco Maria Duca d'Urbino figliuolo di Guidobaldo, à servitii del quale per detta cagione egli fù con honorato stipendio trattenuto molti anni, percioche, essendo quel Prencipe inclinatissimo a gli studii, non volle passare à filosofici, e Teologici, ne quali è versatissimo, senza aprirsi prima la porta mediante la cognitione delle Matematiche. (p. 139)
  • CRISTOFORO Clavio [...] vive hoggi in Roma connumerato ragionevolmente frà i primi Matematici del nostro secolo. [...] è huomo d'infinita fatica, ha scritto, e scrive molte opere [...]. (p. 143)
  • ALUIGI Lilio Umbraticense scrisse un trattato intorno all'emendatione del Calendario, nel quale tolto via l'Aureo numero accommodava in quel luogo le tavole dell'Epatte per trovare i giorni delle lunationi. L'opera di costui fù dal fratello Antonio Lilio Dottore di Medicina presentata à Gregorio Terzodecimo, il quale fattala vedere, e mandatala à Prencipi, à fine che col mezzo de grand'Astrologi la considerassero, la comprobò, e conforme à quella volle, che s'accommodasse il Calendario. (pp. 144-145)
  • GUIDOBALDO de Marchesi del Monte [...] vive hoggi famosissimo per l'eccellenza del suo ingegno nella professione delle Matematiche. Ha egli buona cognitione delle due lingue megliori, e delle cose filosofiche, e della Teologia. Nelle Matematiche poi ha genio così grande, e particolarmente nelle cose della Geometria, e delle subalterne, che pare, che sia risorta in lui la vivacità dell'ingegno d'Archimede, il che ha mostrato ne libri delle Mecaniche, ne quali chiaramente appare, ch'egli habbia tornata quella facoltà nel suo antico splendore. (pp. 145-146)

Vive egli [Del Monte] ritirato in Monte Baroccio suo Castello, ove attendendo à studiare, & à scrivere, viene facendo ricco il Mondo de parti del suo felicissimo ingegno, e mostra d'esser stato degno discepolo di Federico Comandino. Molte cose sariano da esser scritte di questo felice ingegno, ma ci contentiamo di tanto per non uscir da termini, che ci prescive la natura di questa historia.

Bibliografia

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