Armenia

stato eurasiatico

Citazioni sull' Armenia e gli armeni.

Bandiera dell'Armenia

Citazioni modifica

  • Durante tutta la nostra storia abbiamo combattuto per la libertà, per la sovranità e per avere uno Stato che tante volte abbiamo perso. Vogliamo realizzare tutto questo attraverso la democrazia, che è espressione del nostro credo, il cristianesimo, che significa libertà e democrazia. (Vahagn Khachaturyan)
  • Il georgiano si trova bene solo nella sua valle e sopporta male l'emigrazione; al contrario dell'armeno, che si trova a casa propria in qualunque parte del mondo. (Wojciech Górecki)
  • Negli ultimi anni l'Armenia e la sua storia hanno avuto una pubblicità nuova e insperata. Come mai in passato, si è parlato e si parla degli armeni in relazione al genocidio subito nel 1915 per opera dei turchi. Altri fatti dolorosi hanno contribuito a una maggiore conoscenza dell'Armenia: il terremoto del 1988 e la guerra del Nagorno-Karabagh.
    Ma l'Armenia non può e non deve essere ricordata solo per questi tragici avvenimenti. C'è stato anche un prima: da più di duemilacinquecento anni gli armeni sono presenti su un territorio che è un ponte naturale fra Oriente e Occidente e, pur schiacciati dai potenti imperi limitrofi, hanno conservato e tramandato una cultura fortemente identitaria espressa con una lingua e un alfabeto propri, e sostenuta dalla forza del cristianesimo. La vasta diaspora, inoltre, rappresenta ancora oggi un caso esemplare di integrazione pacifica nelle terre di accoglienza, pur senza arrivare all'assimilazione completa. (Gabriella Uluhogian)
  • Stando con gli Armeni si diventa un po' Armeni. (proverbio armeno)
  • Terra di reminiscenze bibliche, dai richiami nostalgici di un passato martoriato e glorioso, terra di aneliti di libertà e di lotte di sopravvivenza, terra di cime innevate, di laghi sospesi nell'azzurro, di ruvide pietre scolpite a merletto, l'Armenia è la patria di uno dei popoli più antichi del Vicino Oriente con una sua distinta e propria fisionomia etnica, linguistica, politica e culturale, con una storia di più di venticinque secoli e un patrimonio di cultura e di arte ben superiore in proporzione alla consistenza del suo numero, del suo territorio, del suo potere politico. (Lévon Boghos Zékiyan)

Ryszard Kapuściński modifica

  • Gli armeni! Devono per forza stare insieme. Si cercano per il mondo intero e, tragico paradosso del loro destino, quanto più la diaspora si aggrava e li divide, tanto più cresce in loro la nostalgia, il desiderio e il bisogno di stare vicini. Solo conoscendo questa caratteristica della natura armena si può capire quanto sia dolente per loro la questione del Nagorno Karabakh: abitare a poche decine di chilometri di distanza e non poter stare insieme! Etrerno rovello, eterna piaga, eterno marchio.
  • Gli armeni, dotati di una mentalità aperta e recettiva, hanno sempre tradotto tutto quello che capitava sottomano.
  • Gli armeni hanno una misura del tempo diversa dalla nostra. Hanno vissuto il loro primo smembramento duemilacinquecento anni fa. Il loro rinascimento corrisponde al IV secolo della nostra era. Si sono convertiti al cristianesimo sette secoli prima di noi. Dieci secoli prima di noi hanno cominciato a scrivere nella loro lingua. Ma, come l'antico Egitto, come i sumeri e come Bisanzio, anche l'Armenia soffriva del tipico dramma di questa parte del mondo: la mancanza di una continuità storica, l'improvviso apparire di capitoli vuoti nel manuale di storia del loro paese.
  • Il destino degli armeni: secoli di persecuzioni e stenti, la diaspora, la vita errante, i pogrom. Tutto registrato nelle cronache. Non una pagina senza qualcuno che preghi per la sopravvivenza, che invochi la vita. In ogni pagina l'angoscia, in ogni verso timore e spavento.
  • In realtà nessuno sa veramente spiegare perché armeni e azeri si odino tanto. Si odiano e basta! Lo sanno tutti, lo hanno succhiato col latte materno.
  • L'attuale Repubblica Armena occupa appena un decimo dell'antica Armenia dell'Altopiano. Il resto sta in Iran e, soprattutto, in Turchia.
  • La storia degli armeni si misura in millenni. Siamo in quella parte del mondo che si usa definire la culla dell'umanità. Ci muoviamo tra le tracce più antiche dell'esistenza umana.

Giulio Meotti modifica

  • È attraverso il suo incrollabile attaccamento al cristianesimo che l'Armenia è riuscita a mantenere la sua identità anche se è stata privata, per 1.500 anni, della sua indipendenza e della sua struttura statuale.
  • Gli armeni sono la sentinella dell'Europa. C'è sempre un cielo carico di nuvole nere sopra di loro e da cui piovono bombe, odio, volontà di sterminio e di sottomissione, abbandono. Ma gli armeni ci sono ancora. Verranno di nuovo. Il ritorno dei sopravvissuti e dei loro discendenti ha richiesto molto tempo. Ma l'hanno fatto. Lo fanno sempre.
  • L'Armenia ha visto passare gli arabi, i bizantini, i mongoli, gli ottomani. La sua popolazione ha dovuto più volte scegliere l'esilio e la dispersione. Tuttavia, non ha mai smesso di essere una nazione.
  • Un paese piccolo, piccolissimo. Meno di trentamila chilometri quadrati per tre milioni di abitanti. Un secolo sul ciglio della morte, l'Armenia è sopravvissuta anche se non vive ancora in pace con il suo passato e i suoi vicini. Un popolo sovraccarico di memoria. Una terra di pietra, che la leggenda vuole che, dopo la creazione del mondo, Dio avrebbe scelto come luogo per riversare le rocce in eccesso. Un popolo di commercianti poliglotti, di viaggiatori, di poeti, di mistici e di contadini, che oggi abita un decimo dell'Armenia storica. Un popolo sempre sull'orlo della sparizione e la cui chiesa, durante le purghe sovietiche, ha pagato un prezzo pesante.

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