Andrea Barzagli

calciatore italiano

Andrea Barzagli (1981 – vivente), calciatore italiano.

Andrea Barzagli (2012)

Citazioni di Andrea Barzagli modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Dopo l'eliminazione dell'Italia dall'Europeo 2016] Delusione immensa, abbiamo dato tutto e ora rimane la sconfitta. Di tutto quello di bello che abbiamo fatto purtroppo non rimarrà niente fra qualche anno. Nessuno si ricorderà di questa Nazionale che ha dato tutto. C'era voglia di stare insieme, un grande gruppo.[1]
  • [Sul trio difensivo "BBC" della Juventus negli anni 2010] È stata la costanza nel lavoro, prima di tutto. Poi quello che si è creato tra di noi [i compagni di reparto Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini] è stato un feeling totale in campo, qualcosa che raramente trovi con altri giocatori. Si è creato prima di tutto un'amicizia personale, e poi sostanza in campo. Dietro, però, c'è sicuramente il grande lavoro, perché senza di quello non si va avanti.[2]
  • Non dico che siano due sport differenti, ma tra chi ha obiettivi di metà classifica o della salvezza e chi invece punta a vincere, c'è una differenza enorme. È tutto un altro giocare a calcio. Lo stress e i ritmi ti portano a crescere come non puoi crescere altrove. Se hai qualità migliori per forza.[3]
  • Non sono cresciuto nel settore giovanile di una società importante e in età da Primavera giocavo in una C di alto livello, in mezzo a gente più grande di me, con più esperienza. Un bagaglio che mi ha fatto arrivare in A molto maturo.[3]
  • Nei miei anni di Juve ci sono dentro tantissime emozioni ma se devo indicare un momento, non posso che ricordare l'Inaugurazione dello stadio. Ho visto e sentito tutta la storia della Juventus passata e presente. Ho provato un'emozione unica, che mi è rimasta dentro, un senso di responsabilità nel vestire questa maglia. Ho sentito la storia di una famiglia.[4]

Barzagli, Buffa e Randstad: che serata allo Stadium!

Dall'intervista di Federico Buffa a un evento Randstad; citato in juventus.com, 1º dicembre 2016.

  • [Riferito al passaggio da centrocampista a difensore] Non ero molto convinto all'inizio, ma piano piano cominciai ad abituarmi a marcare l'uomo. A Pistoia poi giocai per sei mesi come compagno di mister Allegri [...] e sostiene ancora oggi che fu lui a suggerire il cambio di ruolo: "Gliel'ho detto io a Pillon di metterti difensore"...»
  • [Riferito all'esperienza nella Juventus] Chi arriva, non ha bisogno di sentirsi fare tanti discorsi [...] guarda i giocatori che sono qui da più tempo. È accaduto anche a me e anche se non si è abituati a certi ritmi, ci si adegua, perché questo è il mondo Juve.
  • [Riferito all'esperienza nel Wolfsburg] In quel periodo sono diventato padre e sia per me che per mia moglie era la prima esperienza all'estero. Ero un'altra persona prima ed ero un giocatore "medio": giocavo nel Palermo, ma dopo il Mondiale pensavo che avrei potuto avere di più e andare in una grande squadra. Non me lo meritavo però e quando arrivò l'offerta del Wolfsburg, che per il giocatore che ero era eccessiva, accettai. Lì trovai un allenatore, un certo Felix Magath, che ha stravolto completamente la mia mentalità. Ogni volta che mi lamentavo mi diceva: "Sai perché non ti alleni bene? Perché non credi in quello che fai". Io in effetti in allenamento davo il 70, l'80% e non prendevo mai la palla... Lì è cambiato il mio modo di allenarmi. Da allora do sempre il 100%.
  • [Riferito al desiderio di vincere] Non ne vado fiero, ma a volte, quando ero a casa, mia moglie mi diceva che ero assente. Questo perché il mio pensiero era fisso al calcio. E in effetti, dopo il primo campionato vinto con la Juve, ricordo che ero in vacanza, e non riuscivo a pensare ad altro: "Dobbiamo vincere il secondo scudetto di fila". Mi era venuta una fame pazzesca. Non so cosa mi sia successo qui alla Juve, ma è così. Al calcio ho dovuto sacrificare molto tempo, che avrei potuto trascorrere con la mia famiglia, e spero di poterlo recuperare in futuro, ma tutto quello che abbiamo lo dobbiamo al calcio. È il mio lavoro. Lo scopo della mia vita.

I segreti di Barzagli, il fuoriclasse dell'applicazione

Intervista di Massimiliano Nerozzi, lastampa.it, 1º dicembre 2016.

  • [Riferito agli esordi] Ho fatto sacrifici con la scuola, perché a un certo punto ho dovuto fare le serali, non ce la facevo più con gli allenamenti. Sono stato fortunato, ma non me ne vanto: tornassi indietro, rifarei bene la scuola.
  • [Riferito all'approccio al calcio] La prima cosa è l'umiltà, che non vuol dire non credere in se stessi: ma se non lo sei, parti già male. In questi anni ho visto tanti grandi giocatori, ma che si sono creduti già arrivati. Poi, è fondamentale la voglia di lavorare: perché o sei un grande talento, ma proprio grande, e puoi lavorare un po' meno, altrimenti devi sudare. Ma in genere sono proprio quelli di grande talento i primi a lavorare, ed è la forza dei grandi campioni. Ci sono alcuni che diventano grandi con il sacrificio, anche se tra i grandi non mi ci metto: ma da giocatore medio sono diventato un giocatore di questa Juve. [...] Sia Pirlo che Buffon non hanno mai saltato un allenamento, e mai ne hanno fatto uno sotto al 60 per cento. Il mondo Juve è lavoro: la verità è che qui ci si allena di più.
  • [Riferito allo studio degli avversari] Prima delle partite ci prepariamo, mi preparo, guardo le caratteristiche dell'avversario: se è destro o sinistro, vedo i video degli uno contro uno, con quale piede tira. Poi [...] è un problema se trovi uno che, tra sinistro e destro, fa cinquanta e cinquanta. Dopodiché, oltre a quello, un qualcosa dentro ce l'hai per riuscire a capire l'avversario. [...] Quando faccio l'uno contro uno, sparato, vero, e hai una bassissima percentuale di prendere la palla, devi avere un po' di astuzia: devi fermare l'avversario con le mani, con tutto. Sono due secondi, ma in quei due secondi deve tenere botta.

Citazioni su Andrea Barzagli modifica

  • Alla Juve ho avuto il piacere di lavorare con Barzagli, Bonucci e Chiellini: fenomeni, ma quando li avevo io ancora non avevano vinto nulla. (Antonio Conte)
  • Quando lui era a inizio carriera e io praticamente un ex calciatore, gli consigliai di non giocare da mediano se non voleva rischiare di fermarsi in Lega Pro, ma di arretrare di una quindicina di metri in campo. (Massimiliano Allegri)
  • [A Pistoia] Trovai questo ragazzo, che mi presentarono come un centrocampista centrale. Dopo qualche allenamento capii che avrebbe potuto rendere meglio qualche metro dietro e gli dissi: "Andrea, spostati a fare il difensore centrale". Lui accettò con un po' di sorpresa. [...] Si vedeva che aveva la stoffa del campione, tanto che l'anno successivo lo portai con me ad Ascoli in C1: da difensore centrale vincemmo il campionato. Ricordo che dissi ai miei collaboratori che avevamo per le mani il nuovo Baresi. E in effetti, penso che Barzagli sia davvero uno dei difensori più forti in circolazione. (Giuseppe Pillon)

Note modifica

  1. Citato in Buffon e Barzagli in lacrime: "Abbiamo dato tutto", sportmediaset.mediaset.it, 2 luglio 2016.
  2. Da un'intervista a Juventus TV; citato in Barzagli: «Domenica sfida importantissima», juventus.com, 16 marzo 2017.
  3. a b Da Diego Guido, Intervista ad Andrea Barzagli, tra passato e futuro, ultimouomo.com, 14 agosto 2019.
  4. Citato in Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.

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