The Sixth Sense - Il sesto senso

film del 1999 diretto da M. Night Shyamalan

The Sixth Sense - Il sesto senso

Immagine The Sixth Sense.png.
Titolo originale

The Sixth Sense

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1999
Genere thriller, drammatico
Regia M. Night Shyamalan
Soggetto M. Night Shyamalan
Sceneggiatura M. Night Shyamalan
Produttore Kathleen Kennedy, Frank Marshall, Barry Mendel
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Sixth Sense - Il sesto senso, film statunitense del 1999 con Bruce Willis, regia di Night Shyamalan.

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Ultime parole] Mi hai abbandonato! Mi hai abbandonato! (Vincent Grey)
  • De profundis clamo ad te, Domine.[1] (Cole)
  • C'era una volta un uomo che si chiamava Malcolm. Lavorava con i bambini e gli piaceva. Gli piaceva più di ogni altra cosa. Poi una sera scopre di aver commesso uno sbaglio con uno di loro. Non era riuscito ad aiutarlo. Da quel momento non fa che pensare a lui. Non può dimenticare. Da allora tutto è stato diverso. Ma lui non è più la stessa persona di una volta. E a sua moglie non piace la persona che lui è diventato. A malapena si parlano, ormai. Sono due estranei. E poi un giorno Malcolm incontra un bambino davvero meraviglioso. Un bambino veramente fico. Gli ricorda tantissimo l'altro. E Malcolm decide di tentare di aiutare questo bambino... perché sente che se riuscisse ad aiutare questo bambino sarebbe come aiutare anche quell'altro. (Malcolm)
  • Sciroppo per la tosse Pedia Ease. Rapido, delicato, efficace. (Spot pubblicitario)
  • Io non voglio morire. (Registrazione di un fantasma)
Yo no quiero morir.
  • Sto bene sai... Davvero... Deve essere entrato e uscito... Io... Non mi fa neanche più male... (Malcolm)

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Anna: [Leggendo la targa incorniciata dedicata a Malcolm] "In riconoscimento degli straordinari risultati nel campo della psicologia infantile, della sua dedizione al lavoro e dei suoi continui sforzi per migliorare la qualità della vita [...] di tantissimi bambini e delle loro famiglie, la città di Philadelphia è fiera di conferire al proprio figlio, il dottor Malcolm Crowe" – sei tu – "l'encomio per la professionalità indiscussa." Ti hanno chiamato figlio.
    Malcolm: Caspita, dovremmo appenderlo in bagno.
    Anna: È una sera importante questa per noi. Finalmente qualcuno ha riconosciuto i sacrifici che hai fatto. Tu hai messo tutto al secondo posto, inclusa me, per le famiglie di cui stanno parlando. Stanno anche dicendo che mio marito ha un dono. Hai il dono di insegnare ai bambini ad essere forti in situazioni in cui quasi tutti gli adulti se la farebbero addosso. Trovo che quello che hanno scritto sia vero.
  • Malcolm: Vuoi fare un gioco? Si chiama "leggere nella mente". Funziona così: io leggo nella tua mente, se quello che dico è giusto fai un passo verso la sedia. se invece è sbagliato fai un passo indietro, verso la porta d'ingresso. Se raggiungi la sedia, ti siedi. Se raggiungi la porta puoi andare via. Vuoi giocare? [Cole annuisce] Bene. Quando tua madre e tuo padre la tua mamma è andata da un dottore come me. Lui non l'ha aiutata perciò pensi che io non sarò in grado di aiutarti. [Cole fa un passo avanti] Sei preoccupato. Lei ha detto di avergli raccontato delle cose. Cose che non poteva dire a nessun altro. Segreti. [Cole fa un passo avanti] Tu hai un segreto, però non vuoi dirmelo. [Cole fa un passo avanti] Tuo padre ti ha dato in regalo quell'orologio prima di andarsene.
    [Cole fa un passo indietro]
    Cole: L'ha dimenticato in un cassetto. Non funziona.
    Malcolm: Sei silenzioso a scuola, ma sei un bravo studente. Non ti sei mai trovato in grossi pasticci.
    [Cole fa un passo indietro]
    Cole: Dovevamo fare un disegno... su quello che volevamo. Ho disegnato un uomo... ferito al collo da un altro uomo con un cacciavite.
    Malcolm: L'hai visto in TV, Cole?
    [Cole fa un passo indietro]
    Cole: Tutti si sono sconvolti. Hanno fatto una riunione. Mamma si è messa a piangere. Non disegno più così.
    Malcolm: Come disegni adesso?
    Cole: Disegno... gente che sorride, cani che corrono, arcobaleni... Non fanno le riunioni per gli arcobaleni.
    Malcolm: No, credo di no.
    Cole: Cosa sto pensando ora?
    Malcolm: Non so cosa stai pensando ora.
    [Cole fa un passo indietro]
    Cole: Pensavo che sei simpatico. Ma non puoi aiutarmi.
  • Cole: Lei non mi guarda come mi guardano gli altri e non voglio che lo faccia. Non deve sapere.
    Malcolm: Che cosa?
    Cole: Che sono uno scemo.
    Malcolm: Ehi... Tu non sei uno scemo! Capito? Non dar retta a quelli che cercano di convincerti di questo. Sono puttanate! Non devi passare la vita a crederci. Intesi? Andiamo.
    Cole: Hai detto una parolaccia!
    Malcolm: Sì... Lo so... Scusami.
  • Malcolm: Se potessi cambiare qualcosa nella tua vita cosa sarebbe?
    Cole: Invece che dire cose che voglio può essere una cosa che non voglio?
    Malcolm: D'accordo.
    Cole: Non voglio avere più paura.
  • Stanley Cunningham: Qualcuno sa dirmi per quale scopo questo edificio veniva usato cento anni fa? Prima che voi veniste a scuola qui. prima che io venissi a scuola qui... [Cole alza la mano] Sì? Cole!
    Cole: Qui ci impiccavano le persone.
    [I compagni si girano tutti verso Cole]
    Stanley Cunningham: No... è... Questo non è esatto... Dove l'hai sentito dire?
    Cole: Ci portavano le persone che piangevano e salutavano i parenti. La gente li guardava e gli sputava addosso.
    Stanley Cunningham: Cole questo... questo edificio era un palazzo di giustizia. Qui sono state varate leggi. Alcune delle primissime leggi di questo paese. L'intero edificio era pieno di avvocati, legislatori...
    Cole: Erano loro che impiccavano tutti.
    Stanley Cunningham: Io... Io non so chi dei tuoi compagni ti ha raccontato questo, ma... volevano solo spaventarti.
    [Lo fissano tutti]
    Cole: Non mi piace quando la gente mi guarda così!
    Stanley Cunningham: Così come?
    Cole: La smetta!
    Stanley Cunningham: Io... io... io non so in che altro modo guardarti... Io...
    Cole: Lei è Stanley Tartaglia!
    Stanley Cunningham: Come hai detto?
    Cole: Parlava strano quando veniva a scuola qui, ha parlato strano fino a tutto il liceo!
    Stanley Cunningham: Cosa?
    Cole: Non dovrebbe guardare le persone! Le mette a disagio!
    Stanley Cunningham: Come hai fatto?
    Cole: La smetta di guardarmi! [Si copre gli occhi con le mani]
    Stanley Cunningham: Con chi... hai parlato... tu?
    Cole: Stanley Tartaglia! Stanley Tartaglia!
    Stanley Cunningham: Smettila!
    Cole: Stanley Tartaglia! Stanley Tartaglia! Stanley Tartaglia! Stanley Tartaglia! Stanley Tartaglia! Stanley...
    Stanley Cunningham: [Batte il pugno sul banco di Cole e urla] Sta zitto! Scemo!
  • Malcolm: C'era una volta un giovane principe. Lui decise che voleva fare un giro in macchine e prese il suo autista e cominciarono a andare. Andarono, andarono tanto e... ehm... andarono tanto che lui si addormentò e... poi si risvegliò e si rese conto che andavano ancora. Era stato un viaggio lunghissimo.
    Cole: Dottor Crowe? Tu non hai mai raccontato una favola prima d'ora?
    Malcolm: Eh, non moltissime, no.
    Cole: Devi aggiungere qualche svolta mi sa.
  • Cole: Ora voglio dirti il mio segreto.
    Malcolm: Va bene.
    Cole: Vedo la gente morta...[2]
    Malcolm: Quando dormi? [Cole scuote la testa] Quando sei sveglio? [Cole annuisce] Morti come? Nelle bare? Nelle tombe?
    Cole: Vanno in giro come persone normali. Non si vedono tra loro, vedono solo quello che vogliono vedere. Non sanno di essere morti.
    Malcolm: Li vedi spesso?
    Cole: Continuamente. Sono dappertutto. Non racconterai a nessuno il mio segreto, vero?
    Malcolm: No. Te lo prometto.
  • Cole: A volte lo senti dentro di te, è come se cadessi molto in fretta, ma invece resti fermo. Hai mai sentito un pizzicorino alla base del collo?
    Malcolm: Sì.
    Cole: E i peletti sul braccio? Sai, quando si alzano.
    Malcolm: Sì.
    Cole: Sono loro. Quando si arrabbiano fa freddo.
  • Anna: [Mostrando un anello a una coppia di fidanzati] È edwardiano, magnificamente lavorato, con una serie di diamanti che circondano uno zaffiro birmano autentico. È... per sempre.
    Fidanzato: Ah... Non ha... qualcosa di più modesto?
    Fidanzata: "Modesto"? Vuoi un anello "modesto" per la tua fidanzata "modesta", è questo che vuoi dire?
    Fidanzato: No, amore mio. Non ti agitare. Eh... Tu sei bellissima... Tu sei uno zaffiro birmano già per conto tuo, non ne hai bisogno...
    Fidanzata: Ah-ah.
    Anna: Perché lei non se lo prova e vedete tutt'e due che ne pensate? Ecco, come se lo sente? Credo che questo pezzo comunichi un desiderio. Io immagino che la donna che lo possedeva amasse un uomo con cui non poteva stare.
    Fidanzata: Lui aveva i capelli ricci e gli occhi celesti?
    Fidanzato: Cosa...?! Cosa...
    Anna: Non lo so, ma... Tanti pezzi in questo negozio comunicano e dovreste scegliere un pezzo che vi comunichi qualcosa. Secondo me quando le persone possiedono degli oggetti e poi vengono a mancare, una parte di se stessi viene impressa su quegli oggetti. Come le impronte digitali.
  • Cole: Sai quell'incidente laggiù?
    Lynn: Sì.
    Cole: Qualcuno si è fatto male.
    Lynn: Davvero?
    Cole: Una signora. È morta.
    Lynn: Oh mio Dio. Ma tu la vedi?
    Cole: Sì.
    Lynn: E dov'è?
    Cole: Davanti al mio finestrino.
    Lynn: Cole, mi spaventi.
    Cole: Anche loro a volte mi spaventano.
    Lynn: Loro?
    Cole: I fantasmi.
    Lynn: Vedi i fantasmi, Cole?
    Cole: Vogliono che faccia delle cose per loro.
  • Cole: La nonna ti saluta. Dice che si scusa di aver preso il ciondolo a forma di ape, è solo che le piace molto.
    Lynn: Cosa...?
    Cole: La nonna viene a trovarmi qualche volta.
    Lynn: Cole, questo è sbagliato. La nonna è morta lo sai.
    Cole: Lo so. Voleva che ti dicessi...
    Lynn: Cole, ti prego, basta.
    [iniziano tutti e due a lacrimare]
    Cole: Voleva che ti dicessi che ti ha visto ballare. Ha detto che quando eri piccolina tu e lei avevate litigato, poco prima del saggio di danza. Hai sempre pensato che non era venuta a vederti. Invece sì. Si era nascosta in fondo per non farsi vedere. Ha detto che sembravi un angelo. Ha detto che sei andata nel posto dove l'hanno seppellita, le hai fatto una domanda. Dice che la risposta è "Tutti i giorni". Cose le hai chiesto?
    Lynn: Se... se è fiera di quello che faccio.

Explicit modifica

Malcolm: Ora posso andare via. Dovevo solo fare un paio di cose. Dovevo aiutare una persona. E l'ho fatto, credo. Dovevo dirti qualcosa poi. Non sei mai stata seconda. Mai. Ti amo. Dormi adesso. Sarà tutto diverso domattina.
Anna: Buonanotte Malcolm.
Malcolm: Buonanotte tesoro.

Citazioni su The Sixth Sense - Il sesto senso modifica

  • Se riesci a dedurre la cosiddetta "sorpresa" ne Il sesto senso in anticipo rispetto a quando il regista lo ha programmato, è difficile non vedere il film come una prolissa e irregolare palese manipolazione. (James Berardinelli)

Frasi promozionali modifica

  • 1 Vista
    2 Udito
    3 Olfatto
    4 Gusto
    5 Tatto.
1 Sight
2 Sound
3 Smell
4 Taste
5 Touch
[3]
  • Non tutti i doni sono benedizioni.
Not every gift is a blessing[4]
  • Tatto Gusto Udito Olfatto Vista Paura.
Touch Taste Hear Smell See Fear[5]
  • Una storia che vi lascerà senza respiro.[6]

Note modifica

  1. Tradotta da Malcolm in: «Dagli abissi io ti invoco, o Signore». Cfr. Salmi: «Dal profondo a te grido, o Signore».
  2. Nella versione originale «I see dead people...» Dopo un sondaggio tenuto negli USA nel 2005 dall'American Film Institute, che è andato a comporre l'AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes, questa citazione è stata inserita al 44° posto nella classifica AFI delle cento battute più celebri della storia del cinema.
  3. Dalla locandina in inglese. Cfr. Poster 2 - Il sesto senso, MYmovies.it
  4. Dalla locandina in inglese. Cfr. Poster 1 - Il sesto senso, MYmovies.it
  5. Dalla locandina in inglese. Cfr. Poster 3 - Il sesto senso, MYmovies.it
  6. Dal trailer in italiano. Cfr. Trailer italiano The Sixth Sense. Il sesto senso, filmtv.it

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