The Elephant Man

film del 1980 diretto da David Lynch

The Elephant Man

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Titolo originale

The Elefant Man

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1980
Genere drammatico, biografico
Regia David Lynch
Soggetto Sir Frederick Treves, Ashley Montagu
Sceneggiatura Christopher De Vore, Eric Bergren, David Lynch
Produttore Stuart Cornfeld, Jonathan Sanger, Mel Brooks
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Elephant Man, film statunitense del 1980 con Anthony Hopkins e John Hurt, regia di David Lynch.

Frasi modifica

  • La vita... È piena di sorprese... Riflettete un momento sul destino della povera madre di questa creatura: investita mentre era quasi al quarto mese di gravidanza da un grosso elefante, da un enorme elefante... Travolta e calpestata in terra d'Africa su un'isola sconosciuta. Il risultato... Potrete vederlo. Signore e signori... Il terribile... Uomo Elefante! (Bytes)
  • Signori, nel corso della mia professione ho dovuto vedere molte orribili deformazioni del viso causate da lesioni, morbi, mutilazioni e deformazioni del corpo causate da varie circostanze. Ma non avevo mai incontrato una terribile, degradata versione di un essere umano come questa. (Dr. Frederick Treves)
  • Forse lei ha il tempo per questo genere di trattamento, Signor Treves! Io non ce l'ho! Ho un ospedale sulle spalle, io. Le consiglio di non perderci tempo, signore. Lo vede? È come parlare con un muro! Io non... Non voglio essere dura con lui ma... Questo non è il suo posto. Mi dica una cosa, sinceramente, che cosa può fare per lui? (Madre Shead)
  • [Legge il giornale] "Malgrado il suo terribile aspetto, così terribile che le donne e tutte le persone sensibili fuggono di spavento alla vista di tanto orrore, e malgrado che il suo aspetto gli impedisca di guadagnarsi da vivere in qualsiasi modo, è di un'intelligenza superiore: sa leggere, scrivere, è calmo, dolce, la sua mente può essere definita raffinata"... Mi piacerebbe incontrarmi con questo signore. (Madge Kendal)
  • Vorrei poter dormire come la gente normale... (John Merrick)
  • [Leggendo il giornale alle altre infermiere] "La Signora Kendal, sempre in auge nel mondo dell'alta società, è stata vista uscire dal London Hospital l'altro pomeriggio. No, cari lettori, la più affabile e brava attrice dei nostri giorni non è ammalata: ci ha confessato di aver fatto visita ad un amico. Chi era il fortunato destinatario di tanta attenzione? Rapide indagini hanno rivelato che era semplicemente il Signor John Merrick, l'Uomo Elefante, del quale i nostri lettori avranno già sentito parlare. Dopo una conversazione di tre quarti d'ora, la Signora è stata così gentile da lasciare al Signor Merrick una sua fotografia autografata." [eccitata, alle infermiere] È in camera sua! [riprende] "A causa del suo aspetto, di cui abbiamo scritto nei giorni passati, il Signor Merrick ci risulta sia la prima visita di estranei che riceva. Ma sapendo che ovunque va la Signora Kendal altri la inseguono inevitabilmente, la domanda che ci poniamo è questa: come si comporterà l'alta società Londinese?" (Nora)
  • Vede, la gente ha paura di quello che non riesce a capire... E... Ed è difficile anche per me capire, perché... vede... Mia madre era... bellissima. (John Merrick)
  • C'è qualcosa che voglio dirle, Signor Treves: sa che io ero affezionato a Merrick quanto lei, ma ora è scomparso. E forse lo hanno portato sul continente. Lei non può continuare a cercarlo. I suoi pazienti hanno un disperato bisogno di lei. Lei ha fatto tutto quello che era in suo potere. Se lo ricordi, Signor Treves: tutto quello che era in suo potere. (Francis Carr Gomm)
  • [A Merrick] Buona fortuna, amico! Buona fortuna. Chi ne ha più bisogno di noi? (Nano del circo)
  • No! Io... non sono un elefante! Io non sono un animale, sono un essere umano! Un uomo... un uomo! (John Merrick)
  • Altezza Reale, signore e signori, questa è una serata davvero speciale per me, perché è davvero speciale per qualcun altro, per un uomo che conosce il teatro e che lo ama tanto, anche se questa è la prima volta che è qui tra noi. Desidero dedicare, anzi, tutta la compagnia desidera dedicare lo spettacolo con tutto il cuore al Signor John Merrick, un mio carissimo amico! (Madge Kendal)
  • [Ultime parole, dopo aver firmato il modellino di carta della cattedrale con il pennello] È finito... (John Merrick)

Dialoghi modifica

  • Bytes: Lei non può farlo, conosco i miei diritti!
    Aldermanno: Io ho il potere di impedirglielo, ed è quello che farò! Questo spettacolo avvilisce chi lo vede e quella povera creatura!
    Bytes: Quello è un aborto. Che altro potrebbe fare?
    Aldermanno: I fenomeni da baraccone sono un'altra cosa, questo è diverso, questo è mostruoso! E non è permesso! Ci penseranno i miei agenti a farla sgombrare, buongiorno!
    Poliziotto: Via, via! Sgombrate per favore! Avanti, sgombrate! [a Treves] La prego, signore, da quella parte.
    Dr. Frederick Treves: Sì... [si allontana con gli altri, prima di osservare di nascosto Bytes, incuriosito]
    Bytes [si rivolge a Merrick, dietro la tenda]: Ci spostiamo di nuovo... Mio tesoro!
  • Dr. Frederick Treves [mentre opera un ferito]: Questo è l'unico che si è ferito in quell'incidente, Signor Hoggins?
    Signor Hoggins: Sissignore.
    Dr. Frederick Treves: Cose infami queste macchine... Non si discute con loro.
  • Dr. Fox: Non hai accennato il suo stato mentale...
    Dr. Frederick Treves: Forse è del tutto incosciente dalla nascita, è completamente ebete. Che Dio gli conceda di esserlo per sempre.
  • Dr. Frederick Treves [incontra Bytes per le scale dell'ospedale]: Come è arrivato fin qui?
    Bytes: Voglio il mio uomo indietro.
    Dr. Frederick Treves: Un momento, come ha fatto ad arrivare fin qui?
    Bytes: Lasciamo perdere, voglio riavere il mio uomo.
    Dr. Frederick Treves: È molto malato. La prego, scendiamo e le spiegherò la situazione.
    Bytes: NO, fermo! Ha avuto anche troppo tempo per... "curarlo"! E ora viene via con me! Lei ha capito cosa intendo? Vero, Signor Treves? Abbiamo fatto un patto!
    Dr. Frederick Treves: L-Lei mi ha frainteso. Quell'uomo ha subito una caduta seria. E lo sto curando. Perciò è un mio paziente.
    Bytes [sarcastico]: Davvero commovente, sì.
    Dr. Frederick Treves: Adesso la deve smettere! Lei vuole approfittarsi della disgrazia di un uomo!
    Bytes [afferra Treves]: Crede di essere migliore di me?
    Dr. Frederick Treves: No.
    Bytes: Lei s'è preso quell'aborto per mostrarlo ai suoi dottori amici cercando così di farsi un nome! Ascolti amico mio... Io le ho consegnato il mostro... In fiducia. "In nome della scienza"... Ma adesso lo rivoglio indietro!
    Dr. Frederick Treves [lo respinge]: Non è una sua proprietà, la smetta!
    Bytes: Me lo restituisca!
    Dr. Frederick Treves: Sì, per poterlo di nuovo bastonare! Con lei non resisterebbe neanche un cane randagio!
    Bytes: Mi rivolgerò alle autorità!
    Francis Carr Gomm: Si rivolga alle autorità, perché non ci va subito? Sono sicuro che il suo racconto gli interesserà molto, e anche il nostro!
    Dr. Frederick Treves: Bene. Adesso credo che ci siamo capiti, finalmente.
    Bytes: Va bene... Va bene. [si allontana malinconicamente]
  • Dr. Frederick Treves: Perché? Perché non mi hai detto che sai leggere?
    John Merrick: A-Avevo paura...
    Dr. Frederick Treves: Ah, Capisco...
    John Merrick: Mi ha... Insegnato... M-Mia madre. La prego, mi perdoni.
  • Francis Carr Gomm: Lei ha idea di che genere di vita deve aver avuto?
    Dr. Frederick Treves: Sì, credo di sì.
    Francis Carr Gomm: No, non credo Treves! No, no, non è possibile arrivarci neanche con l'immaginazione!
  • Anne Treves: Piacere di conoscerla, Signor Merrick!
    John Merrick: Io... Io s-sono lieto di... di... Oh! [si mette a piangere]
    Dr. Frederick Treves: Che c'è? Che succede?
    John Merrick: Mi spiace, è solo che... Non sono abituato... Ad essere trattato così bene... Da una signora così bella...!
  • John Merrick [mentre prende il tè]: Molto buono... S-Sono così felice di essere venuto qui. Siete stati molto gentili ad invitarmi a casa vostra... M-Mi dispiace di aver dato spettacolo di me, prima...
    Dr. Frederick Treves: No, no, figurati!
    John Merrick [si volta verso il muro]: Mi piace il modo in cui avete sistemato le fotografie.
    Dr. Frederick Treves: Ah, grazie!
    John Merrick: È così che le sistemano anche gli altri?
    Dr. Frederick Treves: Sì, pressappoco così.
    John Merrick: E... Chi sono?
    Dr. Frederick Treves: Questi sono i miei genitori e quelli sono i nostri figli.
    John Merrick: F-Figli? Posso vederli?
    Dr. Frederick Treves: Sì, certo... [gli passa le foto]
    John Merrick: E... Dove sono adesso?
    Dr. Frederick Treves: Be', adesso... Sono usciti con degli amici.
    John Merrick: Oh, amici...
    Ann Treves: E questa invece è la madre di Frederick, e questi sono i miei genitori. [mostra le foto]
    John Merrick: Oh... Hanno un aspetto... Veramente nobile!
    Ann Treves: Sì, è vero, anch'io penso lo stesso quando li guardo!
    John Merrick: Vuol... Le piacerebbe vedere mia madre?
    Dr. Frederick Treves: Tua madre?! Sì, certo! [Merrick tira fuori un piccolo fotoritratto incorniciato]
    Ann Treves: Oh! Ma... Signor Merrick, è bellissima!
    John Merrick: L-Lei ha un viso d'angelo, non è vero? Devo essere stato... Una grande delusione per lei.
    Ann Treves: No, Signor Merrick, no, no! Un figlio così affettuoso non può essere una delusione!
    John Merrick: S-Se potessi riuscire a trovarla, se potesse vedermi... Con dei buoni amici qui, adesso, forse potrebbe anche amarmi così come sono... Ho cercato tanto di essere "buono"...
    Ann Treves [commossa, si mette a piangere dirotto]: Mi scusi! Mi rincresce! Oh, mi scusi...!
    John Merrick: Oh, la prego! [le passa un fazzoletto] La prego, la prego...
  • John Merrick: Signor Treves... C'è qualcosa che avrei voluto chiederle già da molto tempo...
    Dr. Frederick Treves: Cos'è?
    John Merrick: Lei può guarirmi?
    Dr. Frederick Treves: No. No, noi... Possiamo avere cura di te, ma non guarirti.
    John Merrick: Hm. L'immaginavo...
  • Dr. Frederick Treves: Buongiorno John!
    John Merrick: Oh... Buongiorno...
    Dr. Frederick Treves: C'è qualcuno che vorrebbe conoscerti se permetti... Posso presentarti una delle più acclamate attrici del teatro inglese? La Signora Kendal! Signora Kendal, questo è John Merrick.
    Madge Kendal: Buongiorno Signor Merrick!
    John Merrick: Oh, buongiorno..!
    Madge Kendal: Mi sono permessa di portarle alcune cose... Non mi riterrà un'impertinente?
    John Merrick: Oh... N-no...
    Madge Kendal: Grazie, Signor Merrick.
    Dr. Frederick Treves: Tolgo il disturbo... [esce dalla camera]
    Madge Kendal: Tenga. [consegna il suo ritratto fotografico firmato] Sappia che io non vado in giro a regalare le mie foto a chiunque!
    John Merrick: Ohhh... Non l'avrei mai pensato! Oh, q-quanto è bella! È così... Io... Io... Io la sistemerò in un posto d'onore! Ecco... Accanto a mia madre...
    Madge Kendal: È molto bella sua madre!
    John Merrick: Oh, sì...
    Madge Kendal [nota il modellino di carta]: Oh, vedo che sta costruendo una chiesa?
    John Merrick: Oh, no, è una cattedrale. [indica il campanile che vede dalla finestra] Vede? Io devo... Devo affidarmi alla mia immaginazione per quello che da qui non vedo... E... Il Signor Treves ha detto che lei è un'attrice di teatro... Lei abita lì?
    Madge Kendal: Ma no, Signor Merrick, ci lavoro solo!
    John Merrick: Dev'essere meraviglioso lavorare là... È bello?
    Madge Kendal: Non ci è mai stato?
    John Merrick: No... No, purtroppo.
    Madge Kendal: Oh, Signor Merrick, lei deve venire, il teatro per me è il più bel posto del mondo! È la mia grande passione! Il teatro... È favoloso.
    John Merrick: Favoloso... Oh, sì...
    Madge Kendal: Ah, dimenticavo! Le ho portato un'altra cosa! [dà il libro a Merrick]
    John Merrick: Ohhh! Grazie...
    Madge Kendal: Lo conosce?
    John Merrick: No... Ma lo leggerò volentieri... Oh... Romeo e Giulietta, ne ho sentito parlare... [lo apre] "Che la mia mano profanasse la santità della vostra, in sé un dolce peccato, le mie labbra, come due pellegrini rossi di vergogna, sarebbero qui pronte ad attenuare con un bacio la ruvidezza di questo contatto"...
    Madge Kendal: "Buon pellegrino, per dimostrare la tua devozione fai troppo torto alla tua cortese mano. Le mani dei pellegrini possono toccare le mani delle sante. Palmo contro il palmo, il bacio del fedele."
    John Merrick: "Ma allora cara santa, lascia che anche le labbra facciano quello che fanno le mani, affinché la mia fine non si muti in disperazione."
    Madge Kendal: "Le sante non si muovono, anche se esaudiscono quelli che le pregano."
    John Merrick: "Allora non ti muovere... Allora non ti muovere mentre mi esaudisci. Dalle tue stesse labbra io sono assolto dal peccato delle mie"... Poi... Poi c'è scritto che si baciano.
    Madge Kendal: "Resterà sulle mie labbra il peccato di cui sei assolto."
    John Merrick: "Oh, com'è dolce... Riparare a ciò... Rendimi il mio peccato." [la Signora Kendal lo bacia sulla guancia]
    Madge Kendal: Oh, Signor Merrick! Lei non è affatto un Uomo Elefante!
    John Merrick: No?
    Madge Kendal: No. Lei è Romeo. [Merrick versa una lacrima]
  • Dr. Frederick Treves: Ah, signora, eviterei che il Signor Merrick ricevesse altre visite, oggi. Ho una conferenza all'università, tornerò stasera...
    Madre Shead: Mi scusi, signore, ma se ha un attimo avrei proprio bisogno di parlarle.
    Dr. Frederick Treves: Sono in ritardo, che c'è?
    Madre Shead: Ebbene, signore, io non... Stavo dicendo che non capisco perché permette a quelle persone di venire qua dentro.
    Dr. Frederick Treves: Perché credo che a John faccia bene vedere gente.
    Madre Shead: Hm... Signor Treves, lei non ha mai visto l'espressione delle loro facce, un'espressione di disgusto! A loro non importa niente di John, vogliono impressionare i loro amici! E...
    Dr. Frederick Treves: Lei è molto dura nei loro confronti, non le pare?
    Madre Shead: Questo è quello che io penso, signore.
    Dr. Frederick Treves: Anche lei non dimostrò molta tenerezza nei suoi confronti quando arrivò.
    Madre Shead: Gli feci il bagno, lo rivestì e gli diedi da mangiare, ricorda? E sono io che faccio le stesse cose anche oggi!
    Dr. Frederick Treves: Sì...
    Madre Shead: E, se la tenerezza di cui parla, può essere chiamata "cura", allora praticamente, caro signore... io gli ho dimostrato più tenerezza di chiunque altro e non mi vergogno di ammetterlo!
    Dr. Frederick Treves: Non è esattamente quello che intendevo, signora, la prego di credermi. Io apprezzo moltissimo tutto quello che lei ha fatto finora per il Signor Merrick...
    Madre Shead: Grazie.
    Dr. Frederick Treves: Ma io sono il medico e devo fare tutto quello che mi sembra giusto per lui! Mi scusi, ma sono in ritardo.
    Madre Shead: Se volesse la mia opinione... lei gli sta facendo dare spettacolo!
    Dr. Frederick Treves: Grazie! [si allontana]
  • Anne Treves: Che cos'hai, Freddy?
    Dr. Frederick Treves: Stavo pensando al Signor Bytes.
    Anne Treves: Perché proprio a lui?
    Dr. Frederick Treves: Perché comincio a pensare che non siamo tanto diversi lui ed io.
    Anne Treves: Oh, ma è assurdo...
    Dr. Frederick Treves: Sembra che io abbia fatto di Merrick una nuova curiosità da baraccone. Capisci? Questa volta in un ospedale invece di una festa del paese. Il mio nome appare continuamente su tutti i giornali. Mi lodano, mi incensano, i pazienti chiedono espressamente di essere curati da me.
    Anne Treves: Ma se lo fanno è perché ti giudicano molto bravo. John non è mai stato così felice in vita sua. E se lo è lo deve completamente a te e a quello che hai fatto per lui.
    Dr. Frederick Treves: Ma perché l'ho fatto? Questo è il punto.
    Anne Treves: Ma che cosa cerchi di dire?
    Dr. Frederick Treves: Sono un uomo buono... O un uomo cattivo?
  • Francis Carr Gomm: Signori, so che normalmente dovrei prima leggere l'ordine del giorno, ma approfitto dell'occasione, e per motivi d'urgenza, propongo di riaprire la discussione su una faccenda per me di grande importanza, il caso del Signor John Merrick, "L'Uomo Elefante".
    Broadneck: Chiedo la parola, Presidente... Secondo il mio pensiero, questa creatura non è di nostra competenza. Oltretutto sono arcistufo di questa caccia a fenomeni di baraccone effettuata da giovani dottori ambiziosi che cercano così di farsi un nome! Metterli in mostra in una conferenza di patologia è una cosa, Signor Treves, ma farci perdere tutto questo tempo prezioso per quel... quell'aborto di natura è tutto un'altra cosa! Per quanto mi riguarda, la nostra situazione è molto chiara: la domanda non è se dobbiamo accettare quell'essere come paziente, la domanda è quando saranno liberate le stanze che occupa per quei casi che siano veramente di nostra competenza! [alcuni dottori presenti concordano] Io propongo che quelle stanze siano liberate immediatamente. Abbiamo il sacro dovere di curare ammalati, non di occuparci di animali da circo.
    Dr. Frederick Treves: Signor Broadneck...
    Broadneck: Io non ho altro da dire. Signor Presidente, vogliamo votare?
    Francis Carr Gomm: Suppongo che lei persisterà nel suo atteggiamento, non è vero, caro Signor Broadneck?
    Broadneck: Signor Presidente, non sono stato chiaro?! Mi sembra di essermi irrevocabilmente opposto! E non sono disposto a cambiare idea! Vogliamo procedere? Possiamo finalmente votare, Signor Presidente?
    Francis Carr Gomm [vede arrivare Alexandra]: Sì, Broadneck, credo che sia proprio il momento! Signori... sua Altezza Reale Alexandra, Principessa di Galles.
    Principessa Alexandra: Buongiorno signori, spero di non aver disturbato il vostro lavoro.
    Francis Carr Gomm: Al contrario, Vostra Altezza, la sua presenza qui è sempre molto apprezzata! Stavamo votando sul caso del Signor Merrick. Sua Altezza ha dimostrato il più grande interessamento per il caso del Signor Merrick.
    Principessa Alexandra: Non solo io, signori, ma anche la Regina. Ho una breve comunicazione da parte di sua Maestà che mi ha incaricato di leggervi personalmente. [legge la busta] "Al comitato direttivo del London Hospital". [l'apre e legge la lettera] "Voglio congratularmi vivamente con voi per quanto avete voluto fare nei confronti del Signor John Merrick, l'Uomo Elefante. È lodevolissimo che abbiate saputo dare a uno dei più disgraziati figli d'Inghilterra un buon rifugio, un rifugio tranquillo, una casa. Per questa incommensurabile bontà e per moltissimi altri atti di misericordia nei confronti dei più poveri dei quali il Signor Carr Gomm mi ha tenuta informata, io vi ringrazio di cuore. Firmato, Vittoria." So di poter contare su voi e sul vostro senso cristiano, vero?
    Francis Carr Gomm: Grazie mille, Altezza, non ci sono dubbi su questo punto. Signori, desidero proporre che il Signor John Merrick sia ammesso in questo ospedale in modo permanente, a condizione che l'ospedale riceva una somma annuale uguale al costo dell'occupazione di un letto. Chi è favorevole? [Treves è il primo che alza la mano, lo fanno lentamente anche gli altri presenti. L'ultimo è Broadneck, imbarazzato] Grazie, signori! La proposta è approvata.
  • John Merrick [bussano alla porta]: Avanti!
    Dr. Frederick Treves: Buonasera, John. Il Signor Carr Gomm ha qualcosa da dirti...
    Francis Carr Gomm: Signor Merrick, è con immenso piacere che le do ufficialmente il benvenuto al London Hospital. Stamane il comitato dirigenti ha deciso all'unanimità che queste stanze saranno per sempre a sua disposizione. È casa sua, ora. E io sono molto felice per lei.
    Madre Shead: Benvenuto a casa, ragazzo!
    John Merrick: Io... Q-Questa è casa mia?
    Dr. Frederick Treves: Sì.
    John Merrick: L-La prego di ringraziare il comitato per me! Io farò del mio meglio per meritare la loro bontà! Questa... è casa mia!
  • Dr. Frederick Treves: Dov'è? Dov'è il Signor Merrick? Dov'è John? Dove lo hai portato? Dov'è il Signor Merrick?
    Jim: Non so cosa dice, signore!
    Dr. Frederick Treves: Non fare lo gnorri, capito?!? Io so tutto quanto, ti hanno visto! Eri d'accordo con Bytes, non è vero? E l'avete portato via. Dov'è adesso?!
    Jim: Aspetti un momento, io non l'ho portato da nessuna parte! E chi è questo "Bytes"? Ho portato un po' di gente... Non ho fatto altro! Così, per farci due risate!
    Dr. Frederick Treves [salta addosso al portiere]: Lo avete torturato! Sei un bastardo!
    Jim: Quando sono andato via era in camera sua!
    Dr. Frederick Treves: Vigliacco! [lo butta per terra rovesciando un tavolo] Dov'è ora?!?
    Jim [rialzandosi]: Gliel'ho già detto signore! Io non conosco nessun Bytes! Non gli ho fatto nessun male! La gente paga per vedere il suo mostro, Signor Treves! E io incasso!
    Dr. Frederick Treves: TU sei un mostro, non lui! Schifoso, va' fuori! Non lavori più qui!
    Jim [afferra un bastone per le braci]: Lei non mi fa paura! Lei e il suo maledetto Uomo Elefante! [Treves scalcia il tavolo] Sono contento di quello che ho fatto! E lei non può farci proprio niente! Soltanto la capoinfermiera può licenziarmi! [Madre Shead lo tramortisce colpendolo alla testa da dietro]
    Madre Shead: Fatto!
  • Dr. Frederick Treves: John... voglio ancora dirti quanto io sia addolorato per quello che è successo, io...
    John Merrick: La prego, la prego! Lei non ha alcuna colpa, Signor Treves! Io s-sono felice ogni ora del giorno, amico mio. A-Anche se sapessi che morirei domani. La mia vita è bella, perché so di essere amato... Io sono fortunato! E non potrei dirlo... se non fosse stato per lei.
  • John Merrick [dopo lo spettacolo teatrale]: Io ero convinto che l'orco non sarebbe mai riuscito ad uscire dalla prigione sotterranea.
    Dr. Frederick Treves: Be', ti sei divertito, no?
    John Merrick: Oh... Era... meraviglioso.
    Dr. Frederick Treves: Ci andremo... Ci andremo un'altra volta.
    John Merrick: Oh, sì...! Lo spero!
    Dr. Frederick Treves: Ci ritorneremo, vedrai. Sì, te lo prometto. Bene, io... io devo andare, ora. Vado a dormire. Buonanotte, dormi bene.
    John Merrick: Anche tu, amico mio...
    Dr. Frederick Treves: Sono felice per te. Buonanotte. [esce dalla camera]

Explicit modifica

Mai. Oh, mai. Niente morirà mai. L'acqua scorre. Il vento soffia. La nuvola fugge. Il cuore batte. Niente muore.[1] (Mary Jane Merrick)

Note modifica

  1. Citazione tratta dal poema Nothing Will Die di Alfred Tennyson.

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