Oblivion (film 2013)
film del 2013 diretto da Joseph Kosinski
Oblivion
Titolo originale |
Oblivion |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2013 |
Genere | azione, fantascienza |
Regia | Joseph Kosinski |
Soggetto | Joseph Kosinski (graphic novel) |
Sceneggiatura | Karl Gajdusek, Michael Arndt |
Produttore | Joseph Kosinski, Peter Chernin |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Oblivion, film statunitense del 2013 con Tom Cruise, regia di Joseph Kosinski.
Terra, prima della guerra. New York, prima che io nascessi, un luogo che ho visto solo in fotografia. Ti conosco, ma non ci siamo mai incontrati. Sono con te, ma non so il tuo nome. So che sto sognando, ma mi sembra più di un sogno. Sembra un ricordo. Come può essere? (Jack)
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Sally: Come va questa bella mattinata?
Vika: Un altro giorno in paradiso, Sally. - Sally: Tu e Jack siete una squadra efficiente?
Vika: Eccome se lo siamo. - Julia: Sai cosa mi hai detto un giorno? Che una volta finito tutto, mi avresti costruito una casa sul lago. E saremmo diventati vecchi e grassi insieme. E avremmo litigato, forse bevuto troppo.
Jack: Davvero romantico.
Julia: E poi saremmo morti e ci avrebbero sepolti vicino al lago. E il mondo si sarebbe dimenticato di noi. Ma saremmo sempre rimasti insieme. - Jack: C'era un uomo, Orazio. Difese un ponte da solo contro un esercito. E ciò che Orazio disse fu: "E per un uomo quale fine migliore?"[1]
Sally: Tu non devi morire, Jack. Lei non deve morire.
Jack: Tutti muoiono, Sally. Il punto è morire bene. - Jack: E ciò che Orazio disse fu: "E per un uomo quale fine migliore | che affrontar rischi fatali | per le ceneri dei suoi padri | e pei suoi dèi immortali?"[1]
Sally: Ti ho creato io, Jack. Sono io il tuo dio.
Jack: Vaffanculo, Sally.
Note
modifica- ↑ a b Cfr. Thomas Babington Macaulay: Allor l'invitto capitano Orazio, | della porta custode favellò: | «A morte ogni uom su questa terra è sacro; | o presto o tardi ella s'aggiugne: e come | uom può meglio morir, che osando impavido | disfidar tanti orribili perigli | pel cenere de' padri, e per i templi | de' patrii Numi [...]?». È la strofa XXVII del primo poema dei Canti di Roma antica (Lays of Ancient Rome) di Macaulay, cfr. anche il testo completo in lingua originale su Wikisource.