Nosferatu a Venezia
film del 1988 diretto da Augusto Caminito, Mario Caiano, Luigi Cozzi, Klaus Kinski, Maurizio Lucidi
Nosferatu a Venezia
Titolo originale |
Nosferatu a Venezia |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1988 |
Genere | Horror, Drammatico |
Regia |
Augusto Caminito, Mario Caiano (licenziato), Luigi Cozzi (non accreditato), Klaus Kinski (non accreditato), Maurizio Lucidi (non accreditato) |
Soggetto |
Carlo Alberto Alfieri, Leandro Lucchetti, Pasquale Squitieri (non accreditato) |
Sceneggiatura | Augusto Caminito |
Produttore | Augusto Caminito |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Nosferatu a Venezia, film horror del 1988 con Klaus Kinski e Christopher Plummer, diretto da Augusto Caminito
Incipit
modifica- Contadina: Porta male uccidere un pipistrello.
Dott. Giuseppe Barnabò: Questo non è un pipistrello. Questo è un vampiro, che succhia il sangue alle vacche.
Frasi
modifica- Lei sarà a conoscenza di ciò che accadde a Venezia il martedì grasso del 1786. La nostra casa fu teatro di avvenimenti orribili, che in gran parte sono rimasti sepolti sotto la polvere del tempo. Spero pertanto che possa venire al più presto a Venezia per aiutarmi a ritrovare quella pace che da troppo tempo ho perduto. (Helietta Canins)
- In riferimento alla sua pregiata, lei sa che ho consacrato tutta la mia esistenza allo studio della leggenda di Nosferatu, dalle sue primissime origini in Transilvania dieci secoli orsono, fino alla sua misteriosa scomparsa durante il carnevale di Venezia del 1786, quando la peste decimò gli abitanti della città.(Prof. Paris Catalano)
- Nosferatu è considerato uno dei massimi signori del male, secondo soltanto al Diavolo stesso. Per quanto ne sappiamo, i suoi poteri soprannaturali lo rendono immortale. Nella lingua delle sue origini, infatti, il suo nome significa "non spirato", colui che non è morto. Eppure sono convinto che è proprio la morte che lui maggiormente desidera. (Prof. Paris Catalano)
- Vampirismo? Sembra un argomento per veterinari. (Dott. Giuseppe Barnabò)
- Il latino è la lingua di Cristo, ed illecitamente viene usata dai nemici del Signore. (Don Alvise)
- Nosferatu, rivelaci la tua presenza, avversario della vita, depravazione dell'umanità, grande maestro della putredine, campione del male, infame tra gli infami, mago maledetto, re delle depravazioni! (Medium psichico)
- Mercurio, anima di tutti i metalli, l'unico elemento che gli alchemisti usavano per uccidere i vampiri. Prima di spaccarle il cuore, hanno costretto la vittima a ingoiarlo. (Prof. Paris Catalano)
- Tu sei fuori dell'ordinamento naturale. Per te non c'è posto né qui né in altro luogo. In nome degli angeli celesti, vattene! Tu sei l'emanazione del demonio, la vita non ti vuole, la morte non ti vuole, i giusti ti respingono, gli infami ti respingono, nessuno ti vuole. Nel nome di Cristo, vattene via, essere maledetto! Ti respinge l'equilibrio vitale, l'essenza stessa della vita. Vattene! (Prof. Paris Catalano)
- La vita che a te non serve può servire ad altri. (Nosferatu)
- Ogni leggenda ha una sua verità. Che ironia, che peccato scoprire che solo alla fine della nostra vita si arriva a conoscere l'infinita arroganza del male che ci contrasta. (Prof. Paris Catalano)
Dialoghi
modifica- Gloria Barnabò: Che ne pensa la Chiesa del vampirismo?
Prof. Paris Catalano: Papa Benedetto XIV decretò che il vampirismo è uno dei mille modi di manifestarsi del male.
Dott. Giuseppe Barnabò: E i suoi vampiri è venuto a cercarli a Venezia?
Prof. Paris Catalano: I vampiri possono essere ovunque.
- Gloria Barnabò: Mi sono sempre domandata come si diventa vampiri. Cioè, nascono già così?
Prof. Paris Catalano: Può diventare vampiro il figlio illegittimo di genitori illegittimi, oppure il figlio di una strega o di un mago, suicida, il morto di peste, chi è morto impiccato, e chi è morto senza sacramenti, chi è morto con la bestemmia sulle labbra, oppure l'assassino che muore impunito, e infine chi discende da vampiri.
- Prof. Paris Catalano: Solo l'amore è l'antidoto del male, e solo l'amore può uccidere Nosferatu.
Helietta Canins: L'amore?
Prof. Paris Catalano: Sì. Solo l'amore di una ragazza vergine, l'amore di una creatura innocente.
- Dott. Giuseppe Barnabò: Possibile che non dorma mai, quel mostro?
Prof. Paris Catalano: Egli dorme ventiquattro ore ogni ventiquattro giorni. Deve dormire in una bara poggiata su terra maledetta, una terra che abbia visto sofferenze, sacrifici e tormenti.
Dott. Giuseppe Barnabò: Un posto simile da noi non esiste.
Prof. Paris Catalano: Egli viaggia portando con sé una zolla di terra maledetta da Dio, e il suo sonno è accompagnato dalle grida dei morti.
- Maria Canins: Mi hai salvato la vita perché vuoi uccidermi con le tue mani?
Nosferatu: Ti ho salvato la vita perché tu mi aiuti a morire.
Maria Canins: È questo che desideri? Morire?
Nosferatu: Morirò solo se lo vorrai.
Maria Canins: Se è questo che hai deciso, io ti aiuterò a morire.
- Maria Canins: Ti prego, non lasciarmi morire.
Nosferatu: Non ho questo potere.
Maria Canins: Sì, ce l'hai. Tu puoi portarmi con te.
Nosferatu: Sarebbe peggio della morte.
Maria Canins: Io lo voglio per te, per stare con te per l'eternità. Se tu non puoi morire, neppure io voglio morire.
Citazioni su Nosferatu a Venezia
modifica- Film sconclusionato e torpido che procede a strappi e strattoni come se mancassero dei pezzi, mettendo in scena una vicenda consunta che cerca di aggiornare con qualche tocco insolito. (Dizionario dei film horror)
- Incauto debutto alla regia di un produttore e sceneggiatore: in una fotografia ricercata, che finisce per produrre cartoline stucchevoli, il cast internazionale barcolla su una storiella male impostata, e Kinski straborda con risultati ben diversi dal film di Herzog, facendo rimpiangere gli eccessi dei suoi innumerevoli B-movie. (Il Mereghetti)
- No, non avevo promesso a Klaus la regia di Nosferatu; la Ferrari sì, era prevista dal contratto e scalata dal compenso complessivo dell'attore. Quel giorno arrivai sul set e fu Alfieri a dirmi dell’abbandono di Caiano. Klaus e Mario – mi disse – avevano avuto un violento alterco durante le riprese dei gitani a Tor Caldara. Ero infuriato. Quel film mi costava milioni di dollari, denaro che vedevo andare in fumo a causa di Kinski. Allora mi precipitai verso la roulotte di Klaus e gli ringhiai: "Klaus, esci!". Pochi istanti dopo vidi aprirsi la porta della roulotte e sbucare fuori la sua faccia allampanata: "Adesso il film lo fai tu!" – mi disse gongolante, ancora vestito da Nosferatu. Non riuscii a trattenere le risate. Subito la rabbia svanì e decisi di assecondarlo. La verità è che ero terrorizzato dall'idea di essere io a dirigere il film, ma troppe cose nella mia vita, all'epoca, non giravano nel verso giusto e perciò ero fermamente convinto di portare a termine la pellicola ad ogni costo... (Augusto Caminito)
- Quel giorno dovevamo girare la sequenza in cui un'attrice veniva vampirizzata da Nosferatu. Kinski avrebbe dovuto chinarsi sul collo della ragazza – che gli giaceva accanto completamente nuda – e simulare il morso. Ma al ciak, mentre la testa si avvicinava al collo dell'attrice, Kinski le infilò le dita nella vagina. Gli altri della troupe non se ne accorsero perché il gesto era coperto dal suo corpo di spalle, ma essendo io posizionato col microfono sul fianco, vidi tutto. Sentii davvero l'impulso di prendere Kinski e scaraventarlo a terra. Tra l'altro era un'inquadratura tagliata alla vita e dunque quel comportamento deplorevole – che non sarebbe finito sulla pellicola – non aveva davvero nessuna giustificazione. Se non la più squallida. Finita la scena, l'attrice si alzò e senza dire nulla se ne andò piangendo nel camerino. (Luciano Muratori)
- Klaus si presentò sul set regolarmente e, come previsto, lavorammo a un suo primo piano. Ma allo stop non si fermò continuando a fare le sue consuete "facce". Rimasi incredulo.
- La storia dello specchietto deve essersela inventata Kinski, l'ho già letta da qualche parte e ha raccontato pure che l'ho inseguito sul set con un bastone. Non ho parole e non vale la pena cercarne.
- La storia di Nosferatu a Venezia è stata raccontata in tanti modi da chi non era presente sul set. Da qualche parte ho anche letto di specchietti e spazzole che Kinski mi avrebbe tirato contro!
- Senza neppure salutarmi, Kinski e Caminito si rinchiusero nella roulotte per rimanerci tutta la mattina. Solo a quel punto capii lo stato delle cose: Caminito aveva promesso a Klaus, oltre a una Ferrari, di fargli dirigere il film. È chiaro che il peso dell’attore era maggiore del mio. Non mi rimase che salire in auto e tornare a casa.
- È un esempio di un film-casino che alla fine non rispetta per nulla la sceneggiatura originale: in fase di montaggio in pratica si sono reinventati una nuova trama e tutto l’ordine delle scene è stato cambiato, per cercare di dare un’apparenza di senso al tutto. Kinski poi impazzava a tutto spiano: ha voluto girare da solo almeno una ventina di ore di scene tutte inventate da lui, io lo accompagnavo in queste riprese assurde ed inutili e ho vissuto al suo fianco davvero delle esperienze folli.
- Inizialmente avrei dovuto occuparmi esclusivamente degli effetti speciali. Ma dopo un solo giorno di riprese, il regista Caiano litigò con Klaus Kinski e la regia passò al produttore Augusto Caminito che, essendo esordiente in quel ruolo, mi pregò di aiutarlo. Comunque fu una bolgia totale, con Kinski che talvolta pretendeva di dirigersi da solo rifiutando qualsiasi direzione!
- Non ho avuto problemi, nel senso che con Kinski il rapporto è andato benissimo perché io sono, dicono, molto diplomatico. Poi, non essendo un mio film, non avevo motivo per litigare con lui. Io riferivo al produttore e al regista le idee del Kinski, perché le ritenevo assurde, e dicevo "Kinski vuol fare questa cosa. Cosa devo fare?". Loro mi dicevano "Fagliela fare" e io glielo permettevo.
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