Nel nome del padre (film 1972)

film del 1972 diretto da Marco Bellocchio

Nel nome del padre

Immagine Nel nome del padre film Bellocchio.jpg.
Titolo originale

Nel nome del padre

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1972
Genere drammatico
Regia Marco Bellocchio
Soggetto Marco Bellocchio
Sceneggiatura Marco Bellocchio
Produttore Franco Cristaldi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
Musiche: Nicola Piovani

Nel nome del padre, film italiano del 1972, con Yves Beneyton, Laura Betti e Renato Scarpa, regia di Marco Bellocchio.

Frasi modifica

  • Padre, se mi ribello è perché non riesco a cavar fuori niente da questa esperienza e non posso permettermi di sprecarmi. Ma dove sono capitato, ho forse sbagliato secolo, sto sognando? In questo collegio vengono violate le regole più elementari dell'economia e dell'efficienza: sopravvive, detesto questa condizione. Spreco di spazio, di tempo, intelligenza, spreco di tutto. Vita vegetativa in attesa che finisca l'anno e nient'altro. Padre, ma qui, qui è tutta una farsa: la divisa, i castighi, la disciplina, la tradizione, professori, prefetti, il personale, i convittori. I convittori: ma no, c'è uno sbaglio, non sono altro che dei neuropatici, una clinica psichiatrica sarebbe adatta a loro. (Transeunti, a padre Corazza)

Citazioni su Nel nome del padre modifica

  • Film aspro e di una splendida aggressività. Contratto in una smorfia, forsennato, lirico. La sequenza del pranzo di Natale nel refettorio delle vittime – schiavi – ha la stessa potenza che in Buñuel, pensiamo al banchetto in Viridiana. La visita "mistica" della Vergine all'allievo che si masturba, l'abbattimento del fico miracoloso, lo stravagante delirio surrealista della recita scolastica: tutti magnifici esempi di cinema che scuote. (Jean-Louis Bory)
  • In Nel nome del padre [...] durante una messa, un ragazzo si sta masturbando, e la Madonna arriva accanto a lui, ad abbracciarlo. È il simbolo che tutti possono sbagliarsi, ma che devono essere "corretti" con l'amore, la carità e la fiducia. (Renato Scarpa)
  • Marco Bellocchio parla di cose che conosce benissimo; e quel che più importa, ne parla con una consapevolezza critico-storica rara tra i nostri registi. (Alberto Moravia)
  • Questo film è molto difficile da capire quarant'anni dopo la sua uscita. Ma perfino oggi provoca delle forti emozioni. (Renato Scarpa)
  • Succosa metafora della condizione religiosa e sociale degli anni sessanta, In nome del padre è un film provocante, dunque vitale e dove i simboli sono trasparenti. Scavalcando il reale plausibile è di fortissimo risalto espressionistico, crudo nell'affresco dell’ambiente, feroce nel taglio dei tipi. Una fantasia potente lo governa. (Giovanni Grazzini)

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