Pavel Nedvěd

dirigente sportivo e calciatore ceco
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Pavel Nedvěd (1972 – vivente), dirigente sportivo ed ex calciatore ceco.

Pavel Nedvěd

Citazioni di Pavel Nedvěd

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  • A volte questa mentalità sorprende chi viene alla Juve. La Juventus è qualcosa di diverso dalle altre squadre, è uno stile di vita che parte dal modo con cui ci si allena, sempre al massimo, sempre con la concentrazione altissima, e arriva anche al comportamento fuori dal campo. Alcuni giocatori vengono a dirci: adesso capisco perché la Juventus vince sempre, da fuori è difficile capire certi meccanismi, quando sei dentro tutto appare chiaro.[1]
  • [Riguardo il rifiuto di firmare per l'Inter nel 2009] Avrei potuto essere anche io a Madrid con loro. Premesso che ho sentito un colpo al cuore, da juventino, per la loro vittoria, ho ripensato alle parole di Mourinho. Mi aveva detto: vieni con noi, vinceremo la Champions. Aveva ragione. Rifiutai l'offerta, non ebbi un solo attimo di esitazione.[2]
  • Ci sono rinunce faticose e ce n'è di naturali e non difficili, dire no all'Inter è stato giusto e alla fine abbastanza naturale, nonostante la tentazione. Loro hanno vinto la Champions, io mi sono tenuto la dignità e l'amore degli juventini.[3]
  • Conte ha avuto un peso decisivo. Non sapevamo quanto fosse bravo come allenatore. Infatti non è bravo, è proprio un fuoriclasse. Spero che rimanga con noi per tutta la sua carriera.[4]
  • [Annunciando il ritiro] Ho deciso di non accettare alcuna delle offerte che ho ricevuto nelle ultime settimane e di concludere la carriera da giocatore. Dedicherò tutto il mio tempo alla famiglia, a mia moglie ed ai figli. Ringrazio tutti i tifosi per il sostegno che mi hanno dimostrato durante tutta la mia carriera sui campi di gioco.[5]
  • La Juventus mi ha dato tutto. Qui ho acquistato la mia mentalità vincente, quella che ti fa dire che ogni partita è una battaglia. Ho imparato ad essere esigente con me stesso e come affrontare e superare le difficoltà.
Juventus have given me everything. I acquired my winning mentality here; the one which makes you say every game is a battle. I've learnt to be demanding with myself and how to meet difficulties and overcome them.[6]
  • [Sulla Juventus Football Club 2010-2011] Le colpe sono prima di tutto dei giocatori. I nuovi non hanno capito che cosa significhi indossare la maglia della Juve, mentre i vecchi questa consapevolezza l'hanno smarrita e non sono riusciti a trasmettere lo spirito vincente al resto della squadra.[7]
  • [Riferito a Francesco Totti, secondo cui la Juventus dovrebbe giocare un campionato a parte perché favorita dagli arbitri] Le frasi di Francesco mi hanno fatto arrabbiare. Lui non è mai arrivato a giocare per una squadra così grande come la Juve e per questo non capisce cosa vuol dire. Se lavori per la Juve hai tutti contro. Lo stimo perché è un grandissimo campione, ma se il capitano della mia squadra dice quello che ha detto lui alla sesta giornata, non so se rimane capitano.[8]
  • Nel calcio di oggi devi essere intelligente, perché nessuno di noi calciatori può permettersi di non utilizzare il cervello. Nello spogliatorio non c'è più spazio per il casino, ci vuole l'intelligenza di accettare la panchina. La rabbia la scarichi per i fatti tuoi.[9]
  • [Spiegando il perché i suoi figli hanno ricevuto il nome dei genitori] Quando noi non ci saremo più, nel mondo ci saranno sempre un Pavel e un'Ivana che si vorranno bene.[10]
  • [«Dicevano e dicono che lei fosse un provocatore, un furbo, uno fastidioso»] Sì, è vero, davo molto fastidio, perché ero forte, avevano paura di me e parlavano.[2]
  • [Nel 1999] Vincere in Italia è una cosa grossissima, è più facile vincere un Mondiale che vincere uno scudetto qui da voi. Io sono arrivato alla finale dell'Europeo [...] ma è niente rispetto al campionato italiano, dove devi essere al massimo per un anno intero e dove devi vincere sempre, soprattutto in trasferta.[9]

Intervista di Fabio Vergnano, La Stampa, 23 dicembre 2003, p. 33.

[Sul Pallone d'oro 2003]

  • [«Che cosa ha colpito di più i giurati?»] Forse la mia voglia di sacrificarmi sempre. Se ci pensate, non sono una stella come Ronaldo, Zidane, Figo. E per giunta sono perfino dell'Est: per noi è ancora più difficile vincere. Se l'unico Pallone d'Oro ceco è stato Masopust, 41 anni fa, vorrà pur dire qualcosa.
  • [«Adesso come cambierà la sua vita?»] Non l'ha cambiata il calcio, non la cambierà questo premio. Oggi riprenderò a faticare: corsa, palestra. Solite cose. Evidentemente però non ho sgobbato per nulla, visto quello che mi sta succedendo. [...] Avrò motivazioni maggiori, questo sì. Anche se è difficile fare meglio. Io do già tutto.
  • [«Cambierebbe questo Pallone con la Coppa con le grandi orecchie, come la chiama lei?»] Non avrei dubbi: lo farei.
  • Quando vado in campo do tutto me stessa, se mi controllo non sono più io.
  • [«A chi dedica questo trofeo?»] Al mio primo allenatore, Josef Zaloudek, mancato pochi giorni fa. Lui mi ha fatto capire per primo che soltanto l'allenamento, svolto con un lavoro sostenuto e rigoroso, mi avrebbe fatto progredire.

Citazioni su Pavel Nedvěd

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  • Anche lui non voleva lasciare la Lazio. Per i tifosi era un idolo, lui non avrebbe voluto tradirli. Soprattutto, non voleva abbandonare la sua casa all'Olgiata. Era irremovibile. Gli dissi: "Ma almeno vieni a vedere l'abitazione che ti vorremmo dare, il posto". All'ennesimo no, rilancio: "Ti metto a disposizione un aereo privato. Non saprà niente nessuno, vieni in segreto a Torino, ti fai un'idea e poi decidi". Fu colpito dalle parole "in segreto" e allora disse di sì. (Luciano Moggi)
  • Il più grande professionista mai conosciuto. Un giorno sento una sua intervista in cui racconta che la mattina, a casa, va sempre a correre prima di venire all'allenamento. Non ci credo e il giorno dopo lo prendo in disparte: "Pavel, mica sarà vero quello che hai detto"... Resto senza parole: è proprio così. Si svegliava, correva da solo e poi nel pomeriggio si allenava. E arrivava sempre davanti a tutti noi!! (Paolo Montero)
  • Nedved non è un talento naturale. È un apolide del ruolo, uno che trae la sua ragione di esistere soprattutto da quello che non è: non è un centrocampista classico, non è un rifinitore ortodosso, non è un attaccante di vocazione. Non lo è ma, a seconda delle esigenze, sa diventarlo. (Roberto Beccantini)
  • Sono orgoglioso di avere giocato con Pavel Nedved (anche perché me lo ricordo anche da avversario, e vi assicuro che è molto meglio averlo dalla propria parte...).
    Sono orgoglioso che domenica scorsa sia stato il mio capitano, di avergli messo al braccio la fascia che indosso da tanti anni. [...] come tutti i grandi campioni, ha chiuso alla grande. Mi legano a lui tanti ricordi, tante vittorie, qualche sconfitta, la scelta di restare alla Juventus anche in serie B per ritornare in alto, insieme. Ma soprattutto mi legano a Pavel tutti quei momenti, anche apparentemente insignificanti, quegli attimi vissuti insieme in questi otto anni, che per me rappresentano la grandezza non solo del calciatore, ma anche dell'uomo, dell'amico. (Alessandro Del Piero)
  1. Da un'intervista a Tuttosport, citato in Perché la Juventus vince sempre? Nedved lo ha visto: "Da dentro tutto appare chiaro", goal.com, 11 ottobre 2016.
  2. a b Dall'intervista di Tony Damascelli, «Mou disse: vieni, la Champions è nostra», ilgiornale.it, 2 giugno 2010.
  3. Da La mia vita normale.
  4. Dall'intervista Stefano Mancini, Nedved: "Conte decisivo, spero che resti con noi per tutta la carriera", lastampa.it, 8 maggio 2012.
  5. Citato in Nedved, il ritiro è definitivo, gazzetta.it, 26 agosto 2009.
  6. (EN) Citato in Nedved: Juve have given me it all, fifa.com, 27 ottobre 2008. [collegamento interrotto]
  7. Citato in Conte e accuse, Corriere della Sera, 17 maggio 2011. [collegamento interrotto]
  8. Citato in Nedved in tackle su Totti: "Non può capire, non ha mai giocato in una grande come la Juventus...", goal.com, 7 ottobre 2014. [collegamento interrotto]
  9. a b Dall'intervista di Matteo Marani, Gioco Olimpico, Guerin Sportivo nº 28 (1255), 14-20 luglio 1999, pp. 20-24.
  10. Citato in Emanuele Gamba, Pavel, corsa e romanticismo "Ma non sono un fuoriclasse", repubblica.it, 10 maggio 2003.

Bibliografia

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Voci correlate

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