Modi di dire giapponesi
Raccolta di modi di dire giapponesi.
Indice | |||||||||||
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k | s | t | n | h | m | y | r | w | |||
a | あ | か | さ | た | な | は | ま | や | ら | わ | |
i | い | き | し | ち | に | ひ | み | り | |||
u | う | く | す | つ | ぬ | ふ | む | ゆ | る | ||
e | え | け | せ | て | ね | へ | め | れ | |||
o | お | こ | そ | と | の | ほ | も | よ | ろ |
あ, a
modifica- あいづちを
打 つ[1] (aizuchi o utsu)
- Colpire insieme col martello.
- Riferito alle interiezioni usate da chi ascolta per mostrare di star prestando attenzione ("Ah sì?", "Eh, già" ecc.), utili nei momenti giusti per la riuscita del dialogo, similmente a quando un fabbro e il suo aiutante lavorano in maniera attenta e coordinata col martello per la riuscita dell'opera.
青菜 に塩 [2] (aona ni shio)
- Sale sulle verdure.
- Riferito a uno stato d'animo triste e abbattuto.
赤子 の手 をひねる[3] (akago no te o hireru)
- Torcere il braccio a un bambino.
- Riferito a chi si approfitta facilmente di chi è debole. Equivalente all'italiano «Rubare le caramelle a un bambino».
悪戦苦闘 [4] (akusen kutō)
- Dura guerra e dura lotta.
- Riferito a quando si affronta un'ardua impresa.
揚げ足 を取 る[5] (ageashi o toru)
- Afferrare una gamba alzata.
- Riferito a quando si sottolinea prontamente un errore o un lapsus altrui, come quando un lottatore alza una gamba, scoprendo le proprie difese, e l'altro ne approfitta.
顎 で人 を使 う[6] (ago de hito o tsukau)
- Trattare le persone col mento.
- Riferito a chi dà delle direttive in maniera arrogante, indicando agli altri cosa devono fare con un semplice gesto del mento.
朝飯前 [7] (asameshi mae)
- Prima della colazione.
- Riferito a una cosa facile da sbrigare, fattibile anche in un momento della giornata in cui normalmente si è di fretta.
足 が棒 になる[8] (ashi ga bō ni naru)
- Avere le gambe come bastoni.
- Riferito a quando le gambe si irrigidiscono per aver camminato troppo o essere stati troppo in piedi.
頭 かくして尻 かくさず[9] (atama kakushite shiri kakusazu)
- Nascondere la testa senza nascondere il sedere.
- Equivalente all'italiano «Nascondere la testa come lo struzzo».
後 の祭 り[10] (ato no matsuri)
- Dopo il festival.
- Riferito a quando si arriva troppo tardi per fare qualcosa e si rimpiange l'occasione perduta.
痘痕 も靨 [11] (abata mo ekubo)
- Anche i butteri, fossette.
- Riferito a chi, per amore, vede in maniera molto ridotta i difetti della persona amata.
飴 と鞭 [12] (ame to muchi)
- Caramella e frusta.
- Equivalente all'italiano «Usare il bastone e la carota».
い, i
modifica石 の上 にも三年 [13] (ishi no ue ni mo san nen)
- Per tre anni su una pietra.
- Di chi persevera nel lavoro o nello studio, nonostante le difficoltà, per ottenere dei risultati. Con riferimento all'aneddoto di un individuo che, stando seduto per tre anni su una pietra fredda, la fece diventare calda.
石橋 を叩 いて渡 る[14] (ishibashi o tataite wataru)
- Battere su un ponte di pietra prima di attraversarlo.
- Riferito a una eccessiva prudenza.
石仏 も物 を言 う[15] (ishibotoke mo mono o iu)
- Anche una statua di Buddha dirà qualcosa.
- Riferito a quando, superato un certo limite, perfino la persona più taciturna e mite si arrabbia.
痛 くも痒 くもない[16] (itaku mo kayuku mo nai)
- Né dolore né prurito.
- Riferito a quando non si è interessati a qualcosa.
一網打尽 [17] (ichimō dajin)
- Una rete, tutti presi.
- Spesso utilizzato quando la polizia fa una retata.
一石二鳥 [18] (isseki nichō)
- Una pietra, due uccelli.
- Come l'italiano «Prendere due piccioni con una fava», con la differenza che ai due volatili viene lanciato contro un sasso.
一騎当千 [19] (ikki tōsen)
- Un cavaliere degno di mille.
- Riferito a un combattente di straordinario talento, che può affrontare da solo molti avversari. Da questa espressione deriva il titolo di un omonimo manga (cfr. la voce Ikkitousen su Wikipedia).
慇懃無礼 [20] (ingin burei)
- Cortese maleducazione.
- Di chi ostenta gentilezza ma in realtà mostra disprezzo.
う, u
modifica嘘 から出 た実 [21] (uso kara deta makoto)
- Da una bugia è uscita la verità.
- Riferito a quando una persona mente o scherza, ma poi quello che ha detto risulta essere la verità. Ad esempio una persona che diventa ricca dopo aver fatto finta di esserlo.
- ウの
目 タカの目 [22] (u no me taka no me)
- Occhi di cormorano, occhi di falco.
- Di chi ha uno sguardo vigile e acuto, come quello di un uccello predatore.
馬 の耳 に念仏 [23] (uma no mimi ni nenbutsu)
- Nenbutsu nell'orecchio di un cavallo.
- Il nenbutsu è un mantra buddhista. La frase è riferita a uno spreco di fiato, corrispondente all'italiano «Parlare ai muri».
雲泥 の差 [24] (undei no sa)
- Differenza tra nuvole e fango.
- Riferito a quando due cose sono completamente diverse.
え, e
modifica遠慮 の塊 [25] (enryo no katamari)
- Pezzo da cui ci si astiene.
- Riferito all'ultimo pezzo di cibo rimasto su un vassoio condiviso da più persone, che nessuno prende per educazione verso gli altri.
お, o
modifica大 きな顔 をする[26] (ōki na kao o suru)
- Fare la faccia larga.
- Avere una faccia larga significa essere notati facilmente. Riferito a chi si dà importanza e vuole farsi notare.
夫 を尻 に敷 く[27] (otto o shiri ni shiku)
- Sedersi sul marito.
- Per indicare una moglie che domina sul proprio marito.
恩 を仇 で返 す[28] (on o ada de kaesu)
- Ripagare un favore con un'offesa.
- Di chi è ingrato e restituisce il bene con il male. Il significato è simile a «Vermi dentro al corpo del leone» (vedi sotto).
か, ka
modifica顔 が広 い[29] (kao ga hiroi)
- Avere la faccia ampia.
- Riferito a chi frequenta un'ampia cerchia di persone. Da non confondere con «Fare la faccia larga» (vedi sopra).
蚊 の鳴 くような声 [30] (ka no naku yōna koe)
- Voce come il suono di zanzara.
- Riferito a chi ha una voce flebile.
兜 を脱 ぐ[31] (kabuto o nugu)
- Togliersi l'elmo.
- Riferito a chi ammette la sconfitta.
邯鄲 の歩 み[32] (Kantan no ayumi)
- L'andatura di Handan.
- Di chi, imitando gli altri, perde la sua originalità, finendo per non essere né carne né pesce. Con riferimento a un aneddoto che racconta di un giovane che cercò di camminare come gli abitanti della prefettura cinese di Handan (in giapponese "Kantan") e dopo aver rinunciato dimenticò come camminare.
き, ki
modifica聞 いて極楽 見 て地獄 [33] (kiite gokuraku mite jigoku)
- Sentito di un paradiso, visto un inferno.
- Di quando la realtà risulta deludente rispetto a come era stata raccontata.
狐 の嫁入 り[34] (kitsune no yomeiri)
- Matrimonio delle volpi.
- L'espressione, associata a varie tradizioni giapponesi (cfr. la voce Kitsune no yomeiri su Wikipedia), è usata nel parlato comune per riferirsi al fenomeno meteorologico della pioggia a ciel sereno.
京 の夢 、大阪 の夢 [35] (Kyō no yume, Ōsaka no yume)
- Sogni a Kyoto, sogni a Osaka.
- Riferito, specie in passato, a grandi aspirazioni di successo sociale (ottenibile a Kyoto, che era la capitale) e di guadagni (a Osaka, che era il centro commerciale del Paese). La frase era ripetuta come buon auspicio.
灸 を据 える[36] (kyū o suete)
- Applicare la moxa.
- Riferito a un severo castigo. La moxa è polvere di artemisia che viene bruciata vicino alla pelle a scopo terapeutico.
金玉 が上 がったり下 がったり[37] (kintama ga agattari sagattari)
け, ke
modifica犬猿 の仲 [38] (ken'en no naka)
- Essere come cane e scimmia.
- Equivalente all'italiano «Essere come cane e gatto», ovvero in cattivi rapporti.
こ, ko
modifica呉越 同舟 [39] (goetsu dōshū)
- Wu e Yue sulla stessa barca.
- Di due acerrimi nemici che si uniscono contro un nemico comune. Wu e Yue (i cui kanji vengono letti insieme "goetsu") erano due Stati rivali nell'antica Cina.
五十歩百歩 [40] (gojuppo hyappo)
- Cinquanta passi, cento passi.
- Di due cose che in sostanza sono uguali. Con riferimento a un aneddoto cinese secondo cui due soldati si erano ritirati dalla battaglia, il primo arretrando di cinquanta passi, il secondo di cento, e il primo disse al secondo: "Che vigliacco!".
碁 に勝 って勝負 に負 ける[41] (go ni katte shōbu ni makeru)
- Vincere a go, perdere la competizione.
- Di chi ottiene una vittoria ma risulta sconfitto in una prospettiva più ampia. Può corrispondere a "Vincere la battaglia, perdere la guerra" o sottendere l'idea che "Non importa se vinci o perdi, ma come giochi la partita".
胡麻 をする (goma o suru)
さ, sa
modifica砂上 の楼閣 [43] (sajō no rōkaku)
- Castello sulla sabbia.
- Dal Discorso della Montagna di Gesù: «Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia». L'espressione corrisponde all'italiano «Far castelli in aria» o «Castello di carte».
し, shi
modifica四角 な座敷 を丸 く掃 く[44] (shikaku na zashiki o maruku haku)
- Spazzare in circolo una stanza quadrangolare.
- Di chi fa le cose a metà, tralasciando dettagli importanti (gli angoli della stanza, che restano impolverati).
自画 自賛 [45] (jiga jisan)
- Ritratto di sé e lode di sé.
- Di chi canta le proprie lodi.
獅子 身中 の虫 [46] (shishi shinchū no mushi)
- Vermi dentro al corpo del leone.
- Corrispondente all'italiano «Allevare una serpe in seno».
士 族 の商法 [47] (shizoku no shōhō)
- Un samurai che fa il commerciante.
- Riferito a chi si dedica a un mestiere che non è il suo, generalmente con scarsi risultati.
死 に馬 に針 を刺 す[48] (shini uma ni hari o sasu)
- Infilare aghi in un cavallo morto.
- Di uno sforzo vano, quando ormai è troppo tardi (per guarire il cavallo con l'agopuntura).
白羽 の矢 を立 てる[49] (shiraha no ya o tateru)
- Piantare una freccia con piume bianche.
- Riferito a quando si seleziona qualcuno per un incarico. Un tempo questo tipo di frecce venivano usate per indicare l'abitazione da cui sarebbe stata presa una ragazza destinata a un sacrificio.
白 い目 で見 る[50] (shiroi me de miru)
- Guardare con il bianco degli occhi.
- Di chi ha uno sguardo freddo.
四 六 時 中 [51] (shirokujichū)
- Nelle 4 × 6 ore.
- Riferito a qualcosa che accade per 24 (4 per 6) ore al giorno.
吝 ん坊 の柿 の種 [52] (shiwanbō no kaki no tane)
- I semi di cachi del misero.
- Riferito a chi è avido e conserva tutto, persino i semi della frutta.
神出 鬼没 [53] (shinshutsu kibotsu)
- Apparire e scomparire come un fantasma.
- Di chi compare in maniera inaspettata e allo stesso modo si dilegua, muovendosi con la destrezza elusiva di un ninja.
身代 につるる心 [54] (shindai ni tsururu-kokoro)
- Aggrappare il cuore alle ricchezze.
- Di chi punta tutto sul denaro e per avidità ne diventa schiavo.
死 んだ子 の年 を数 える[55] (shinda ko no toshi o kazoeru)
- Contare gli anni di un bambino morto.
- Di chi riflette su come le cose sarebbero potute andare diversamente e si consuma nel rimpianto.
重箱 の隅 を楊枝 でほじくる[56] (jūbako no sumi o yōji de hojikuru)
- Scavare con lo stuzzicadenti negli angoli di un jūbako.
- I jūbako sono contenitori utilizzati in Giappone per il cibo di Capodanno. L'espressione è riferita a chi pone troppa attenzione ai dettagli (in questo caso al consumo del cibo), con significato opposto rispetto a «Spazzare in circolo una stanza quadrangolare» (vedi sopra).
職敵 [57] (shoku-gataki)
- Nemici di lavoro.
- Di persone che, praticando la stessa professione, sviluppano una rivalità.
す, su
modifica水魚 の交 わり[58] (suigyo no majiwari)
- Uniti come acqua e pesci.
- Di persone che sono legate inseparabilmente da amicizia o affetto.
砂 を噛 む[59] (suna o kamu)
- Masticare sabbia.
- Riferito a una situazione frustrante.
せ, se
modifica前人未到 [60] (zenjin mitō)
- Inesplorato dai predecessori.
- Di ciò che non è stato ancora raggiunto da altri, come un particolare traguardo o un grande successo.
そ, so
modifica- そりが
合 わない[61] (sori ga awanai)
- La curva (della katana) non calza (nel fodero).
- Riferito a quando non si riesce ad andare d'accordo con qualcuno per incompatibilità di carattere o di idee.
た, ta
modifica畳 の上 の水練 [62] (tatami no ue no suiren)
- Esercitarsi a nuotare sul tatami.
- Di una conoscenza puramente teorica, dato che non si può far pratica di nuoto senza entrare in acqua.
棚 からぼたもち[63] (tana kara botamochi)
- Botamochi che cade dallo scaffale.
- Riferito a una fortuna inaspettata.
他人 の疝気 を頭痛 に病 む[64] (tanin no senki o zutsū ni yamu)
- Procurarsi un mal di testa a causa di una colica altrui.
- Riferito a quando ci si preoccupa troppo per gli altri.
狸 寝入 り[65] (tanuki neiri)
- Tanuki che si addormenta.
- Riferito a chi fa finta di dormire quando non vuole prestare attenzione.
ち, chi
modifica血 も涙 もない[66] (chi mo namida mo nai)
- Senza sangue né lacrime.
- Riferito a chi è freddo e disumano.
つ, tsu
modifica爪 の垢 を煎 じて飲 む[67] (tsume no aka o senjite nomu)
- Bollire e bere lo sporco delle unghie altrui.
- Riferito a chi segue i passi di un'altra persona e vuole diventare come lei, assimilandone le qualità.
て, te
modifica手 を切 る[68] (te o kiru)
- Tagliare una mano.
- Interrompere di netto una relazione con qualcosa o qualcuno. Equivale all'italiano «Tagliare i ponti».
敵 に塩 を送 る[69] (teki ni shio o okuru)
- Inviare sale al nemico.
- Riferito alla vicenda di Uesugi Kenshin, che inviò generosamente del sale al suo nemico Takeda Shingen, che altrimenti non avrebbe potuto continuare a combattere.
天 に向 かって唾 を吐 く[70] (ten ni mukatte tsuba o haku)
- Sputare verso il cielo.
- Riferito all'effetto boomerang che un'azione sprovveduta può avere, come quando la saliva ricade su chi l'ha sputata in alto.
と, to
modifica頭角 を現 す[71] (tōkaku o arawasu)
- Mostrare la cima della propria testa.
- Di chi dimostra il proprio talento.
灯台 下暗 し[72] (tōdai moto kurashi)
- L'oscurità alla base del faro.
- Riferito a quando non si vede ciò che si ha sotto gli occhi, fin troppo vicino a sé.
豆腐 にかすがい[73] (tōfu ni kasugai)
- Una morsa sul tofu.
- Di uno sforzo inutile ed esagerato: per lavorare il tofu non serve un attrezzo come la morsa.
年寄 りの冷 や水 [74] (toshiyori no hiyamizu)
- L'acqua fredda degli anziani.
- Riferito a chi vuole fare il bagno nell'acqua gelida nonostante sia ormai anziano, mostrando che in alcuni casi i vecchi non sono saggi, ma incoscienti.
捕 らぬ狸 の皮算用 [75] (toranu tanuki no kawa-zan'yo)
- Tenere in conto la pelle del tanuki senza averlo preso.
- Simile all'italiano «Vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso».
鳥 なき里 の蝙蝠 [76] (tori-naki sato no kōmori)
- Un pipistrello in un villaggio senza uccelli.
- Di chi, pur non avendo grandi qualità, spicca perché non ha rivali. Il pipistrello è qui inteso come una specie misera di uccello.
泥 のように眠 る[77] (doro no yō ni nemuru)
鳶 が鷹 を生 む[78] (tonbi ga taka o umu)
な, na
modifica泣 きっ面 に蜂 [79] (nakittsura ni hachi)
に, ni
modifica苦虫 を噛 み潰 したよう[80] (nigamushi o kamitsubushita yō)
- Come avesse masticato un insetto amaro.
- Riferito a chi fa un'espressione aspra, disgustata.
ね, ne
modifica猫舌 [81] (nekojita)
猫 に小判 [82] (neko ni koban)
- Koban ai gatti.
- Il koban è una moneta d'oro del periodo Edo. L'espressione equivale all'italiano «Perle ai porci».
猫 の手 も借 りたい[83] (neko no te mo karitai)
- Volere una mano in prestito anche da un gatto.
- Di chi è così affaccendato che si farebbe aiutare perfino da un gatto.
猫 の額 [84] (neko no hitai)
- Fronte di gatto.
- Di una superficie o un'area di dimensioni ridotte.
猫 ババ[85] (neko baba)
- Cacca di gatto.
- Di un'appropriazione indebita che viene tenuta nascosta, come un gatto copre i suoi escrementi con la sabbia.
猫 を被 る[86] (neko o kaburu)
- Mettersi un gatto sulla testa.
- Di chi si finge amichevole e gentile, nascondendo la sua vera indole.
寝耳 に水 [87] (nemimi ni mizu)
- Acqua nell'orecchio dormiente.
- Di una persona ignara che viene bruscamente destata, ad esempio da una notizia che non si aspettava.
根 も葉 もない[88] (ne mo ha mo nai)
- Senza radice né foglia.
- Di chiacchiere infondate.
の, no
modifica暖簾 に腕 押 し[73] (noren ni ude-oshi)
- Usare forza contro la tenda di un negozio.
- Di uno sforzo inutile, dato che non c'è bisogno di forza per spostare la tenda di un negozio.
は, ha
modifica歯 を食 いしばる[89] (ha o kuishibaru)
歯 が立 たない[90] (ha ga tatanai)
- I denti non reggono.
- Di una situazione troppo dura per riuscirne vincitori.
馬耳 東風 [91] (baji tōfū)
- Vento dell'est nell'orecchio di un cavallo.
- Il vento dell'est rappresenta un auspicio favorevole, che però viene ignorato. La frase è quindi riferita a uno spreco di fiato, come «Nenbutsu nell'orecchio di un cavallo» (vedi sopra).
話 し上手 の聞 き下手 [92] (hanashi-jōzu no kiki-beta)
- Buono a parlare, cattivo ad ascoltare.
- Di chi non presta attenzione alle parole altrui, ma solo alle proprie.
腹 が黒 い[93] (hara ga kuroi)
- Avere la pancia nera.
- Di chi si presenta bene esteriormente, ma ha un carattere meschino. Con riferimento al pesce della specie Hyporhamphus sajori (cfr. la voce sulla Wikipedia giapponese) che da lontano ha un aspetto raffinato ma da vicino presenta una striscia nera sullo stomaco.
ひ, hi
modifica一筋縄 ではいかない[94] (hitosujinawa de wa ikanai)
- Non basta un pezzo di corda.
- Di una situazione difficile, per uscire fuori dalla quale occorre più di una corda, ovvero servirebbero misure straordinarie.
瓢箪 から駒 [95] (hyōtan kara koma)
- Da una zucca, un cavallo.
- Riferito a qualcosa di completamente inaspettato.
ふ, fu
modifica豚 に真珠 [82] (buta ni shinju)
- Perle ai porci.
- Sebbene in giapponese sia più tipico dire "koban ai gatti" (vedi sopra), viene utilizzata spesso anche questa espressione, presente in molte lingue, ripresa dal Discorso della Montagna: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci».
古 い革袋 に新 しい酒 を盛 る[96] (furui kawabukuro ni atarashii sake o moru)
- Versare alcol nuovo in una borsa di cuoio vecchia.
- Dare a qualcosa di non ortodosso una presentazione ortodossa. Dalle parole di Gesù nel Vangelo secondo Matteo: «Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano»
踏 んだり蹴 ったり[97] (fundari kettari)
- Essere calpestati mentre si è presi a calci.
- Il senso è il medesimo di «A un viso che piange, un'ape» (vedi sopra).
へ, he
modifica屁 を放 って尻 窄 ぼめる[98] (he o hitte shiri subomeru)
- Serrare il sedere dopo aver emesso un peto.
- Di chi prende troppo tardi una contromisura.
- へそで
茶 を沸 かす[99] (heso de cha o wakasu)
- へそ
曲 がり[100] (heso-magari)
- Ombelico ricurvo.
- Di chi ha un carattere difficile o strampalato.
弁慶 の立 ち往生 [101] (Benkei no tachiōjō)
- Lo stallo finale di Benkei.
- Benkei fu un celebre guerriero giapponese che morì in piedi, resistendo a lungo nella posizione difensiva che gli era stata affidata (cfr. la voce su Wikipedia). L'espressione è riferita a una situazione in cui non si può né avanzare né retrocedere.
弁慶 の泣 き所 [102] (Benkei no naki-dokoro)
- Il punto che fa piangere Benkei.
- Equivale all'italiano «Tallone d'Achille».
ほ, ho
modifica臍 を噛 む[103] (hozo o kamu)
- Mordersi l'ombelico.
- Quando si rimpiange amaramente qualcosa, equivalente dell'italiano «Mangiarsi le mani».
頬 っぺたが落 ちる[104] (hoppeta ga ochiru)
- Cadono le guance.
- Quando si pensa a qualcosa di delizioso.
- ぼろを
着 ても心 は錦 [105] (boro o kite mo kokoro wa nishiki)
- È vestito di stracci ma il suo cuore è in broccato.
- Di chi ha un aspetto grezzo ma un animo nobile.
ま, ma
modifica爼 板 の鯉 [106] (manaita no koi)
- Una carpa sul tagliere.
- Riferito a chi sta per fare una brutta fine.
み, mi
modifica身 から出 た錆 [107] (mi kara deta sabi)
- Ruggine uscita dalla lama.
- Riferito a quando si deve dare a se stessi la colpa di una sventura, come la ruggine che si forma sulla lama quando non se ne ha cura.
道草 を食 う[108] (michikusa o kuu)
- Mangiare erba sulla strada.
- Di chi, tornando a casa, si ferma a bighellonare da qualche parte.
三日坊主 [13] (mikka bōzu)
- Monaco per tre giorni.
- Di chi abbandona un lavoro o degli studi dopo poco tempo perché si rende conto delle difficoltà. Con riferimento all'aneddoto di un giovane monaco buddhista che abbandonò il tempio dopo appena tre giorni perché si annoiava a studiare.
耳 にたこができる[109] (mimi ni tako ga dekiru)
- Avere i calli alle orecchie.
- Quando una cosa viene sentita così tante volte da non poterne più.
け, me
modifica目 からうろこが落 ちる[110] (me kara uroko ga ochiru)
- Le squame cadono dagli occhi.
- Di chi ha un'improvvisa rivelazione della verità. Da un passo degli Atti degli Apostoli riferito a San Paolo: «E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista».
む, mu
modifica昔 とった杵柄 [111] (mukashi totta kinezuka)
- L'arte appresa un tempo di usare mortaio e pestello.
- Riferito alle abilità che, una volta apprese, non si disimparano col tempo, come in Occidente viene detto del saper andare in bicicletta.
矛盾 [112] (mujun)
- Lance e scudi.
- Termine comune per indicare una contraddizione. Con riferimento all'aneddoto di un armaiolo che vendeva lance sostenendo che esse avrebbero potuto perforare qualsiasi scudo, e allo stesso tempo vendeva scudi affermando che essi avrebbero potuto resistere a qualsiasi lancia. Quando gli venne chiesto se le sue lance avrebbero potuto perforare i suoi scudi, non seppe che cosa rispondere.
無用 の用 [113] (muyō no yō)
- Un uso per l'inutile.
- Riferito all'utilizzo che si può fare di qualcosa o qualcuno che sembra non servire a nulla. Vi è sottesa l'idea che tutto può servire, come nel proverbio «Anche lo stupido ha un talento».
や, ya
modifica柳 に風 [114] (yanagi ni kaze)
- Un salice di fronte al vento.
- Di chi si adatta alle situazioni. L'espressione sottende l'idea che sia meglio piegarsi che spezzarsi.
よ, yo
modifica葦 の髄 から天井 を覗 く[115] (yoshi no zui kara tenjō o nozoku)
- Guardare in cielo attraverso una canna vuota.
- Di chi ha una visione ristretta delle cose.
Note
modifica- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 4.
- ↑ Citato in Kotoba House, p. 10.
- ↑ Citato 赤子の手をひねる, jisho.org.
- ↑ Citato in Boutwell 2016, p. 44.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 16.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 17.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 58.
- ↑ Citato in 足が棒になる, proverb-encyclopedia.com, 3 giugno 2017.
- ↑ Citato in Kotoba House, p. 16.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 48.
- ↑ Citato in 痘痕も靨, jisho.org.
- ↑ Citato in 飴と鞭, jisho.org.
- ↑ a b Citato in Corso di lingua giapponese, a cura di Silvana De Maio, Carolina Negri e Junichi Oue, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2008, vol. 3, p. 86. ISBN 978-88-203-3665-3
- ↑ Citato in 石橋を叩いて渡る, proverb-encyclopedia.com, 22 giugno 2017.
- ↑ Citato in Galef, p. 119.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 74.
- ↑ Citato in Boutwell 2016, p. 50.
- ↑ Citato in Japanese Kotowaza: Two birds, one stone, punipunijapan.com.
- ↑ Citato in Kotoba House, p. 178.
- ↑ Citato in 慇懃無礼, idiom-encyclopedia.com, 6 luglio 2017.
- ↑ Citato in Boutwell 2016, p. 106.
- ↑ Citato in ウの目タカの目, jisho.org.
- ↑ Citato in Aoki, p. 57.
- ↑ Citato in 雲泥の差, kazuno.in.coocan.jp, 2014.
- ↑ Citato in 遠慮のかたまり(enryo no katamari): "a last serving of food" in Japanese (Kansai dialect), takashionary.com, 29 ottobre 2018.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 19.
- ↑ Citato in Kittredge Cherry, Womansword: What Japanese Words Say About Women, Stone Bridge Press, Berkeley, 2016, p. 83. ISBN 978-1-61172-919-1
- ↑ Citato in 恩を仇で返す, tangorin.com.
- ↑ Citato in Boutwell 2015, p. 21.
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Bibliografia
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- (EN) Jeff Garrison, Kayoko Kimiya, George Wallace, Masahiko Goshi, Kodansha's Dictionary Of Basic Japanese Idioms, Kodansha International, 2002. ISBN 4770027974
- (JA) Kotoba House, 絵で見てたのしくおぼえよう! ことわざ・四字熟語じてん, Seitosha, 2016. ISBN 4791624742