Miguel Galluzzi

designer argentino

Miguel Angel Galluzzi (1959 – vivente), designer argentino.

Citazioni di Miguel Galluzzi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Nel 2014, «Il design delle moto moderne si è arenato? O pensi che le rigide normative imposte ai produttori limitino la loro creatività?»] È chiaro che siamo alla fine di un'epoca: pensate per un attimo al fatto che, tutte le altre volte che le moto hanno subito una trasformazione radicale, è stato dopo le grandi guerre. Solo allora le moto sono cambiate e hanno fatto passi avanti. Le moto sono state concepite come macchine semplici, non come un folle insieme di dispositivi elettronici per controllare qualcosa che non serve a nessuno. Quindi, ci stiamo muovendo verso una direzione che rivoluzionerà la motocicletta.
[Has modern motorcycle design hit a rut? Or do you think that the strict regulations enforced on manufacturers limits their freedom?] It's clear that we are at the end of an era—think for a moment, all the other times that motorcycles suffered a radical transformation were after big wars. Only then, motorcycles changed and moved forward. Motorcycles were intended to be simple machines, not a crazy bunch of electronic devices to control something that nobody really needs. So, we are heading in a direction in which the motorcycle is going to be revolutionized.[1]

Miguel Galluzzi | An Italian Monster Maker

(EN) Intervista di Vladi Delsoglio, ganzomag.com, 17 dicembre 2011.

  • A mio parere, un grande designer è composto per il 99% da sudore e per l'1% da talento! Ciò significa che è necessaria molta disciplina, anche quando si ha la sensazione di aver sbattuto contro il muro o di aver raggiunto il limite.
In my opinion a great designer is about 99% sweat and 1% talent! This means that a lot of discipline is required, even when you feel like you've hit the wall or reached the limit.
  • [«Chi è una persona che ha davvero cambiato la tua carriera? Qualcuno che è stato importante per te?»] Claudio Castiglioni, sicuramente. È stato unico: uno di quei personaggi che hanno davvero cambiato la storia. Nel 1978 ha acquistato un'azienda che era drammaticamente vicina al fallimento e ha ricreato totalmente il mercato delle moto in Italia! Guardi, io nel 1989 avevo una Ducati e quando andai a lavorare in Cagiva tutti mi prendevano in giro per la mia moto. Anche gli stessi dipendenti Ducati facevano lo stesso. Mi dicevano: "Ma l'hai pagata davvero quella roba?". In meno di dieci anni Castiglioni ha ribaltato la situazione. Alla fine è stato la mia guida. Siamo stati amici e colleghi per 18 anni. Abbiamo fatto tutto insieme: abbiamo lavorato, discusso, viaggiato. Non c'erano limiti a ciò che facevamo, a ciò che pensavamo, a ciò che creavamo.
[Who is a person who really changed your career? Someone who has been important to you?] Claudio Castiglioni, definitely. He was unique: one of these characters that really changed history. In 1978 he bought a company that was dramatically close to failure, and totally re-created the motorbike market in Italy! Look, I owned a Ducati in 1989, and when I first went to work in Cagiva, everyone made fun of me because of my motorbike. Even the Ducati employees themselves did the same. They used to tell me: "did you really pay for that shit?" In less than ten years Castiglioni reversed this situation. In the end, he was my guide. We were friends and colleagues for 18 years. We did everything together: we worked, we argued, we travelled. There were no limits to what we did, in what we thought, in what we created.
  • Fino al 2010 ero completamente contrario alle moto elettriche, ma l'anno scorso sono andato per la prima volta all'Isola di Man e mi sono reso conto che le moto elettriche potrebbero essere il futuro, ma i produttori non riescono ancora a vederlo... Le moto elettriche non sostituiranno quelle tradizionali, sono solo qualcosa di nuovo, una novità che verrà prodotta per i prossimi 100 anni. Per i libri è la stessa cosa: c'è chi apprezza i nuovi formati di iPad e Kindle, ma d'altra parte ci sono molte altre persone che non leggeranno mai un libro su un iPad!
I was completely against electric bikes until 2010, but last year I went to the Isle of Man for the first time and I realized that electric motorbikes could be the future, but manufacturers can't see that yet ... Electric motorbikes won't replace traditional ones, they are just something new, a novelty that will be produced for the next 100 years. I mean, it's the same with books: some people appreciate the new iPad and Kindle formats, but on the other hand, there are a lot of other people who will never read a book on an iPad!

Miguel Galluzzi: "Moto Guzzi unisce passato e futuro"

insella.it, 29 aprile 2013.

  • Credo che uno dei motivi di successo di Guzzi sia la capacità di trasmettere, con i suoi prodotti, la cura di un lavoro artigianale. Basta farsi un giro a Mandello del Lario per rendersene conto. La fabbrica è immutata da 90 anni e questo fascino, in qualche maniera, viene tutt'ora trasmesso alle moto.
  • L'immagine più nitida che ho di una Moto Guzzi è la prima Le Mans: rossa, pinze Brembo e forcella Marzocchi. Le moto giapponesi a quell'epoca stavano arrivando, ma quel misto di classe e di bellezza è tutt'ora immortale.
  • Il termine Cruiser che accomuna marchi come Guzzi e Harley può trarre in inganno. In realtà è una parola inventata dal marketing ma non identifica il senso di un marchio rispetto ad un altro. La verità è che Harley-Davidson è una moto prima di tutto americana, come Triumph è una moto inglese e Moto Guzzi è una moto italiana. Le loro particolarità sono molto ben definite e vanno al di là del semplicistico termine "cruiser".

Come una bella donna

Da SLICK nº 13, giugno-luglio 2021; citato in Enrico Borghi, slick-magazine.com.

[Sull'Aprilia RSV4]

  • Era il periodo in cui si discuteva del futuro della 250 nei GP, e lì l'Aprilia andava forte. Ma questa azienda non aveva mai vinto nei quattro tempi, quindi fu una sfida importante. Quando l'R&D e il Racing ci diedero le specifiche, e iniziai a pensare al tipo di moto che ci serviva, dissi a me stesso e poi a tutti quanti: ora dobbiamo avere il coraggio di sfidare noi stessi, e di fare qualcosa di diverso. E allora stringemmo un patto d'acciaio, tra di noi: saremmo rimasti uniti per la missione, cioè portare l'Aprilia a vincere anche nel mondo delle quattro tempi.
  • Lo sai che il design della RSV4 l'abbiamo concepito in una pizzeria vicino a Noale? Sì, mi piaceva moltissimo andare lì, la sera, dopo il lavoro, con i colleghi e i collaboratori. [...] Quando ci mettemmo a disegnare la RSV4 pensai alla bellezza femminile. Allora ho detto: facciamole un bel "davanti" e un bel "posteriore", quello che c'è in mezzo verrà da solo. Quindi il frontale doveva possedere uno sguardo bello e aggressivo, per attrarre; il codino lo vedevo come dei bei fianchi e, insomma, come un bel sedere! Ed è venuta fuori una moto bellissima.
  • Eravamo al ristorante [...]: a tavola eravamo io, Romano [Albesiano] e Gigi [Dall'Igna]. Ad certo punto ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: "Partendo da zero, abbiamo la possibilità di fare una moto che, quando l'avremo finita, sarà vincente e aprirà una nuova era". [...] Io ho detto: "sfidiamoci!". Dobbiamo sfidare noi stessi, per fare qualcosa di veramente diverso, che adesso non c'è. E dobbiamo restare uniti!. [...] La sfida fu questa: ci allineiamo tutti, lavoriamo nella stessa direzione, con un solo obiettivo. [«Perché fu una sfida? Non dovrebbe essere normale?»] In Italia, mica tanto. Infatti avvenne un'autentica rivoluzione: un'azienda italiana si mise a lavorare in modo univoco, cioè tutti come fossero uno solo. Io li conosco, gli italiani – ne ho viste di tutti i colori, nelle aziende italiane in cui ho lavorato – e non mi era mai capitato che tutti si accordassero per lavorare uno a fianco dell'altro. Roba da giapponesi, ma quelli erano Italiani!
  • [...] la sfida era già tosta di suo, perché bisognava risolvere tutti i problemi che sorgono quando vuoi fare una moto bella e che vada anche forte, ma noi ne creammo un'altra: decidemmo di inventare qualcosa di nuovo in un mondo, la Superbike, in cui era stato fatto di tutto. Per fare quello che abbiamo fatto noi, in quel momento storico – penso all'azienda, che stava riorganizzandosi – ci vogliono i "coglioni" [...] ma servono anche una visione, una certa ampiezza di vedute. [«Ed ecco il patto...»] Ci organizzammo in modo che i tre settori coinvolti (R&D, Racing, Stile) progettassero e sviluppassero sempre insieme. Secondo me questo ha fatto la differenza. E ribadisco: litigammo molto, ma perché abbiamo dato tutto.

Citazioni non datate modifica

  • Ho amato lavorare con Claudio Castiglioni perché era un vero vulcano di nuove idee, a volte idee selvagge, ma è così che prendono forma concetti nuovi e rivoluzionari, ma Claudio ha sempre dimenticato di tenere d'occhio gli aspetti finanziari della sua creatività e passione.[2]
  • Se pensi che le motociclette siano diventate troppo intelligenti, troppo razionali, troppo funzionali, questo toglie l'emozione.[2]

Note modifica

  1. (EN) Dall'intervista di Wesley Reyneke, Motorcycle Design: The State We're In, bikeexif.com, 7 luglio 2014.
  2. a b Da Intervista: Miguel Galuzzi, designer di motociclette, ze-motor.com.

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