Aprilia RSV4

moto stradale

Citazioni sull'Aprilia RSV4.

Aprilia RSV4

Citazioni modifica

  • Fu la prima moto a quattro tempi vera realizzata dall'Aprilia, e fatta interamente a Noale. Era una bella sfida, difficile, ma avevo buone sensazioni. La mia idea iniziale era di tornare a "casa", ritrovare il concetto di famiglia che avevo vissuto in Aprilia con i titoli degli anni Novanta. Con Dall'Igna, Mercanti e Sacchi, prima di parlare di durata del contratto e soldi, chiesi di riavere la mia squadra degli anni Novanta. Gigi mi rispose che era impossibile perché erano impegnati in altri progetti, replicai che per quanto mi riguardava il discorso finiva lì perché il mio sogno era aprire un ciclo vincente in Superbike con un progetto ambizioso, andando a contrastare il dominio Ducati. E per farlo ci serviva un'armata, persone valide professionalmente ma che conoscevano Max sia dentro che fuori la pista, nella felicità e nella sofferenza: Giovanni Sandi, Gianni Berti, Loris Conte... Dopo dieci secondi, Dall'Igna mi disse che avrei avuto tutta la mia squadra. (Max Biaggi)
  • Il momento che ha cambiato la mia carriera è stato forse il progetto RSV4 per Aprilia in Superbike. È stato importante e ha fatto sì che la casa di Noale divenisse importante nei motori a quattro tempi. E probabilmente mi ha aperto delle porte nel motorismo in generale. (Luigi Dall'Igna)

Miguel Galluzzi modifica

  • Era il periodo in cui si discuteva del futuro della 250 nei GP, e lì l'Aprilia andava forte. Ma questa azienda non aveva mai vinto nei quattro tempi, quindi fu una sfida importante. Quando l'R&D e il Racing ci diedero le specifiche, e iniziai a pensare al tipo di moto che ci serviva, dissi a me stesso e poi a tutti quanti: ora dobbiamo avere il coraggio di sfidare noi stessi, e di fare qualcosa di diverso. E allora stringemmo un patto d'acciaio, tra di noi: saremmo rimasti uniti per la missione, cioè portare l'Aprilia a vincere anche nel mondo delle quattro tempi.
  • Eravamo al ristorante [...]: a tavola eravamo io, Romano [Albesiano] e Gigi [Dall'Igna]. Ad certo punto ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: "Partendo da zero, abbiamo la possibilità di fare una moto che, quando l'avremo finita, sarà vincente e aprirà una nuova era". [...] Io ho detto: "sfidiamoci!". Dobbiamo sfidare noi stessi, per fare qualcosa di veramente diverso, che adesso non c'è. E dobbiamo restare uniti!. [...] La sfida fu questa: ci allineiamo tutti, lavoriamo nella stessa direzione, con un solo obiettivo. [«Perché fu una sfida? Non dovrebbe essere normale?»] In Italia, mica tanto. Infatti avvenne un'autentica rivoluzione: un'azienda italiana si mise a lavorare in modo univoco, cioè tutti come fossero uno solo. Io li conosco, gli italiani – ne ho viste di tutti i colori, nelle aziende italiane in cui ho lavorato – e non mi era mai capitato che tutti si accordassero per lavorare uno a fianco dell'altro. Roba da giapponesi, ma quelli erano Italiani!
  • [...] la sfida era già tosta di suo, perché bisognava risolvere tutti i problemi che sorgono quando vuoi fare una moto bella e che vada anche forte, ma noi ne creammo un'altra: decidemmo di inventare qualcosa di nuovo in un mondo, la Superbike, in cui era stato fatto di tutto. Per fare quello che abbiamo fatto noi, in quel momento storico – penso all'azienda, che stava riorganizzandosi – ci vogliono i "coglioni" [...] ma servono anche una visione, una certa ampiezza di vedute. [«Ed ecco il patto...»] Ci organizzammo in modo che i tre settori coinvolti (R&D, Racing, Stile) progettassero e sviluppassero sempre insieme. Secondo me questo ha fatto la differenza. E ribadisco: litigammo molto, ma perché abbiamo dato tutto.
  • Lo sai che il design della RSV4 l'abbiamo concepito in una pizzeria vicino a Noale? Sì, mi piaceva moltissimo andare lì, la sera, dopo il lavoro, con i colleghi e i collaboratori. [...] Quando ci mettemmo a disegnare la RSV4 pensai alla bellezza femminile. Allora ho detto: facciamole un bel "davanti" e un bel "posteriore", quello che c'è in mezzo verrà da solo. Quindi il frontale doveva possedere uno sguardo bello e aggressivo, per attrarre; il codino lo vedevo come dei bei fianchi e, insomma, come un bel sedere! Ed è venuta fuori una moto bellissima.

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