Lillo Gullo e Flora Graiff
Citazioni di Lillo Gullo e Flora Graiff
modifica- La vocazione è domestica, in parziale urto con Pascal che riteneva l'uomo incapace di starsene tranquillo in una stanza. Senza distrazioni, filosofava il francese, l'uomo finisce presto con l'essere vinto dalla coscienza della fine. E chissà – proviamo a inforcare le sue lenti – chissà che non sia stata proprio la smania di divertissements, nell'Ottocento, a spingere taluni pittori di Parigi ad uscire dall'atelier per rizzare il cavalletto en plein air, mettiamo ad Argenteuil, in mezzo ad un campo di papaveri scarlatti o su un battello ormeggiato nel bacino della Senna. E chissà – non abbiamo ancora riposto le lenti nell'astuccio – chissà che non sia stata la stessa smania, nel Novecento, in America, a catapultare sulla strada le menti più inquiete della Beat Generation. [...] Il poeta porta in dote la ruminazione di versi scarnificati che, tuttavia, non si negano lo sbaffo barocco di un germe di melodia, mentre l'artista fa dono del suo guardare in guisa di fotopastelli, ossia fotografie ritoccate con i pastelli, che rimemorano la grazia discreta delle pale d'altare che venerano i santi alloggiati nelle navate laterali delle basiliche cristiane. Figura e vocabolo, linguaggi affini e distinti, metafora del legame affettivo e inventivo che nella vita unisce i due autori. (da Poetica. Enigmi domestici, in Beati. On the road in the room. Aforismi e fotopastelli, p. 62)
Quando il vecchio «zio Tex» sale in cattedra
Alto Adige, 29 agosto 1988.
- «Attento! Quest'aggeggio fa "clik" quando alzo il cane, ma fa "bang" quando premo il grilletto». Quest'espressione colorita appartiene al repertorio di Tex, il più popolare personaggio del mondo italiano del fumetto. Apparso nel settembre 1948, Tex compie quest'anno quaranta anni. Finalmente l'età anagrafica arriva quasi a combaciare con l'età somatica. Cosa questa che succede soltanto ai «character» più riusciti, quelli per intenderci a cui riesce di diventare classici.
- Leggendo i suoi albi da ragazzi, abbiamo imparato che la malvagità non è abbinata a qualche colore della pelle in particolare. Insomma, sono stati i due ideatori – lo sceneggiatore Bonelli e il disegnatore Galep a fornirci i primi rudimentali «arnesi» per combattere l'etnocentrismo, quell'infausta convinzione secondo cui la nostra etnia è nel giusto e a sbagliare sono sempre gli altri.
- Ma oggi cos'è diventato Tex, almeno per noi? Un vecchio zio nevrotizzato da alcune «fisse»: l'esaltazione dell'avventura coniugata «al maschile» e il chiamare i politici sempre «politicanti», per suggerirne la propensione alla corruzione. Con ciò vogliamo dire che qualche fetta di salame adesso potremmo toglierla noi al ranger! Ma sarebbe doppiamente ingeneroso. Prima nei confronti di questo «zio di carta», a cui ormai siamo affezionati, poi verso gli autori «di carne», i quali, volendo solo allietarci, sono perfino riusciti ad insegnarci qualcosa che ci ha aiutato a diventare migliori. Impresa, questa, talmente improba da non riuscire spesso neppure ad educatori «professionisti». D'altronde, insegnanti e genitori non possono permettersi di attirare l'attenzione dei ragazzi con frasi ad effetto, come questa messa in bocca da Bonelli al nostro «eroe» mentre dà una lezione ad un gaglioffo: «E mettiti bene in testa che se non scioglierai la lingua farò di te qualcosa che assomiglierà vagamente a una bistecca vestita di stracci! Parola di Tex Willer». Parola che, come i suoi lettori sanno, il ranger mantiene sempre.
- Ambedue le creazioni, la visiva e la verbale, intendono serbare traccia dell’inattesa favilla che si trovi d'incanto a imporporare una porzione di spazio condiviso, lucciola di una corrusca brace covata a lungo sotto la pelle di una parete. Pure il focus che accende l’attenzione potrà essere un oggetto - libro, tegame, coltello - il quale, spoglio della sua più saputa funzione, inaspettatamente si offra impigliato nell'intrigo di un inesplorato mistero. Nell'un caso, come nell'altro, saremo in presenza di un piccolo big bang dell'anima che, in un impulso di affinate corrispondenze, solleciterà l'uno a sgorbiare glifi su un notes, l'altra a distillare da un'immagine il suo liquore più forte. A ciascuno il suo (medium): per un consonante sentire. E potrà essere stupore, interrogazione o percezione di enigmi. Enigmi domestici: enigmi terrestri eppure celesti.
Citazioni su Lillo Gullo e Flora Graiff
modifica- Beati coloro che hanno | due fedi al dito | una quella degli sponsali | e l'altra quella dell'arte. | Beati coloro che si baceranno | sempre al di là delle labbra | varcando dei gemiti | il confine del piacere | per cibarsi dei sogni. (Alda Merini)
- In una simbiotica narrazione, i due artisti interpretano, ciascuno con il proprio linguaggio, un’intimità che sopravvive al caos del reale: è la forza della dimensione privata e silenziosa che vince sul rumore di ciò che è straniero. Quadri statici di un universo fuori dal tempo ricordano nella grana certe nature morte del primo Giacomelli (Natura morta con fichi, 1960) e del pittore Giorgio Morandi. Natura morta, dal tedesco Stilleben, intesa però nell'interpretazione che ne danno i fiamminghi: all'aggettivo "morta" sostituiscono il termine leben, il suo esatto contrario, "vita". Istantanee di vita, still-life che si lasciano guardare per la loro semplicità; luoghi appartati su cui si è posato l'occhio attento di chi sa cercare – e non teme – Quadri statici di un universo fuori dal tempo ricordano nella grana certe nature morte del primo Giacomelli (Natura morta con fichi, 1960) e del pittore Giorgio Morandi. Natura morta, dal tedesco Stilleben, intesa però nell'interpretazione che ne danno i fiamminghi: all'aggettivo "morta" sostituiscono il termine leben, il suo esatto contrario, "vita". Istantanee di vita, still-life che si lasciano guardare per la loro semplicità; luoghi appartati su cui si è posato l'occhio attento di chi sa cercare – e non teme – il segreto che si nasconde nel silenzio di una stanza. Dall’insignificante domestico, da una porzione di cielo appena intravisto, da un angolo che pare accennato, si può trarre nei lavori di Lillo Gullo e Flora Graiff quello che la tradizione buddista giapponese definisce lo Ichinen Sanzen: l’istante che racchiude tutti i fenomeni dell’esistenza umana e i tremila mondi che la compongono. "On the road in the room", non la strada, ma la stanza è l’unica protagonista, palpitante riflesso del mondo opaco che al suo interno omette e ingloba. (Luca Beatrice)
Bibliografia
modifica- Lillo Gullo e Flora Graiff, Beati. On the road in the room. Aforismi e fotopastelli, prefazione di Luca Beatrice, con una poesia di Alda Merini dedicata agli autori, Edizioni Stella,[nota 1] Rovereto (TN), 2008. ISBN 88-8446-185-5
Note alla bibliografia
modifica- ↑ Questo libro documenta la mostra ospitata dal 26 luglio al 3 agosto 2008 nella cappella di Sant'Antonio di Padova a Castel Toblino, in Trentino, quale evento collaterale di Manifesta 7, Biennale Europea di Arte Contemporanea.