Luca Beatrice

critico d'arte e storico del cinema italiano

Luca Beatrice (1961 – vivente), critico d'arte italiano.

Luca Beatrice

Citazioni di Luca Beatrice

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  • [Su Lillo Gullo e Flora Graiff] [...] In una simbiotica narrazione, i due artisti interpretano, ciascuno con il proprio linguaggio, un'intimità che sopravvive al caos del reale: è la forza della dimensione privata e silenziosa che vince sul rumore di ciò che è straniero. Quadri statici di un universo fuori dal tempo ricordano nella grana certe nature morte del primo Giacomelli (Natura morta con fichi, 1960) e del pittore Giorgio Morandi. Natura morta, dal tedesco Stilleben, intesa però nell'interpretazione che ne danno i fiamminghi: all'aggettivo "morta" sostituiscono il termine leben, il suo esatto contrario, "vita". Istantanee di vita, still-life che si lasciano guardare per la loro semplicità; luoghi appartati su cui si è posato l'occhio attento di chi sa cercare – e non teme – il segreto che si nasconde nel silenzio di una stanza. Dall'insignificante domestico, da una porzione di cielo appena intravisto, da un angolo che pare accennato, si può trarre nei lavori di Lillo Gullo e Flora Graiff quello che la tradizione buddista giapponese definisce lo Ichinen Sanzen: l'istante che racchiude tutti i fenomeni dell'esistenza umana e i tremila mondi che la compongono. "On the road in the room", non la strada, ma la stanza è l'unica protagonista, palpitante riflesso del mondo opaco che al suo interno omette e ingloba.[1]

Da La vita è a colori ma il bianco e nero è più realista

Riportato nel comunicato stampa Juventus. 110 anni a opera d'arte, Juventus.it, 18 settembre 2007.

  • Fin dalla sua fondazione la Juventus è stata depositaria di un'estetica assai particolare, in campo e fuori, capace di sintetizzare la componente aristocratica e quella elitaria, la nobiltà con il popolare, il portamento signorile al sudore proletario.
  • E poi, a ben vedere, in diversi casi l'undici bianconero dimostra palesi coincidenze con gli accadimenti del tempo: non è stata forse beat, imprevedibile e senza leader la Juve di Heriberto Herrera, vittoriosa nel 1967, quasi un anticipo estetico del '68? E l'italianissima e muscolare compagine del Trap, vittoriosa a Bilbao nel 1977, una Juventus resistente e tenace, come era necessario in quegli anni tragici? Oppure, lo straordinario gruppo di fenomeni messo insieme dopo i mondiali del 1982, sulla strada della globalizzazione e del superamento delle frontiere, che prese il via proprio negli anni Ottanta?
  • Un vecchio luogo comune vorrebbe la nostra squadra meno amata nella sua città, così come un'altrettanta abusata diceria coniuga il tremendismo atletico e agonistico all'altra squadra, carattere forse presente un tempo, non certo negli ultimi vent'anni, quando invece grinta e determinazione in campo, di non mollare, di giocarsela fino all'ultimo istante, sono tipici tratti della juventinità.
    A Torino, invece, si respira Juventus un po' dovunque: la panchina di corso Re Umberto, il Liceo d'Azeglio, le varie sedi (Galleria San Federico, piazza Crimea e ora corso Galileo Ferraris), gli stadi (da Piazza d'Armi al Comunale, dal Campo Combi al Delle Alpi che in molti cominciamo a rimpiangere), e poi le strade, i quartieri, da Mirafiori alla collina, da San Paolo alla Crocetta, c'è tanta Juve nella storia della capitale sabauda, un percorso che attraversa, decennio dopo decennio, l'arte e la cultura del Novecento.

Dall'intervista alla trasmissione radiofonica Tutti pazzi per la Juve

Radio Power Station, 17 febbraio 2011; citato in Tuttosport.com

  • Poi abbiamo davanti Del Piero che quando c'è lui in campo ancora accende la luce!
  • Aquilani ha le scarpette di cristallo, un tocco di palla straordinario [...].
  • Mi arrabbio moltissimo se sento qualcuno dalle tribune che critica Del Piero, cosa faremmo se non avessimo lui?! [...] Alessandro è davvero un giocatore encomiabile, quantità di gol e presenze che primeggiano su tutti nella storia bianconera, dà sempre il massimo, grande attaccamento, esempio di juventinità assoluta. Non si può contestare e chi lo fa non capisce nulla di calcio!
  • In quegli anni c'era davvero una grande rivalità tra Juve e Roma, e ricorderò sempre quando la finale di Coppa dei Campioni tra Roma e Liverpool. I tifosi romanisti avevano già pregustato e preparato la festa con manifesti e altro con cui diffondere anche le strade di Torino, mentre poi invece la festa per loro andò come andò. Fu per me un ricordo doloroso, perché sul gol del Liverpool per esultare davanti alla tv mi ruppi una caviglia, e mi toccò andare al corteo anti-romanista con la caviglia fasciata!
  • I miei rapporti con Juventus Channel sono pressoché esauriti. Li capisco, è difficile su un canale tematico esercitare il diritto di critica, oltre ad un certo limite consentito dall'azienda non puoi andare e allora a quel punto sto volentieri a casa. L'ospite ideale è quello allineato, meglio se narcotizzato.
  1. Dalla prefazione a Lillo Gullo e Flora Graiff, Beati. On the road in the room. Aforismi e fotopastelli, con una poesia di Alda Merini dedicata agli autori, pp. 8-9, Edizioni Stella, Rovereto (TN), luglio 2008. ISBN 978-88-8446-141-3

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