Imitazione di Cristo
opera generalmente attribuita a Tommaso da Kempis
L'Imitazione di Cristo (De Imitatione Christi) è un testo della letteratura cristiana occidentale attribuito a Tommaso da Kempis, Jean Gerson e Giovanni Gersen.
CitazioniModifica
- Che cosa ti serve disputare intorno ai profondi misteri della Trinità, se poi ti manca l'umiltà, senza la quale non riesci gradito alla Trinità? (I, I, 3; 1999)
- Chi si conosce bene, fa poco conto di se stesso né si compiace della lode degli uomini. (I, II, 1; 1999)
- Ama di non essere conosciuto. (I, II, 15)[1]
- Ama nesciri.
- Chi deve sostenere una lotta più aspra di colui che si sforza di vincere se stesso? (I, III, 3; 1998)
- Oh, con quale rapidità passa la gloria del mondo! (I, III, 6; 1995)
- O quam cito transit gloria mundi[2]
- Ben maggiore sicurezza si ha nell'essere sottomessi che non nell'aver posti di comando. (I, IX, 1; 1998)
- Come "il fuoco saggia il ferro" (Eccl 31,31[3]), così la tentazione saggia la virtù di una persona. (I, XIII, 5; 1995)
- Cerca di usar pazienza nel sopportare i difetti e le debolezze, quali si siano, degli altri; anche tu ne hai tanti e tante che gli altri sono costretti a sopportare. Se non riesci a render te quale vorresti essere, come potresti pretendere che gli altri facciano a piacer tuo? Siam facili noi a voler perfetti gli altri, mentre poi non sappiamo correggerci dei nostri difetti! (I, XVI, 2; 1998)
- Quale sia il grado di virtù di ciascuno risulta più evidente nei casi delle avversità, casi che non rendono fragile l'individuo, ma ne manifestano la resistenza. (I, XVI, 4; 1998)
- L'uomo propone, ma chi dispone è Dio. (1995)
- L'uomo propone ma Dio dispone. (I, XIX, 9)[4]
- Homo proponit, sed Deus disponit.
- Soltanto colui che vive volentieri appartato sa stare con sicurezza tra la gente; soltanto colui che ama il silenzio può parlare con sicurezza: soltanto colui che sta soggetto di buon animo sta in alto con sicurezza; soltanto chi ha bene imparato ad obbedire è sicuro nel comando; soltanto chi ha la testimonianza di una buona coscienza gode di vera letizia. (I, XX, 2; 1998)
- Nella cella troverai ciò che fuori molto spesso perderai; la cella diventa dolce quanto più vi si sta; se mal custodita, viene a noia. (I, XX, 5; 2011)
- In cella invenies, quod deforis saepius amittes. Cella continuata dulcescit, et male custodita taedium generat.
- Lieta uscita procura spesso triste ritorno; lieta veglia notturna rende triste il mattino: così ogni gioia terrena è dolce al principio, ma in fine morde ed uccide. (I, XX, 7; 1998)
- Una abitudine si vince con una abitudine. (I, XXI, 2; 1998)
- Quando un oggetto sia tolto dinanzi gli occhi, presto passerà anche dalla mente. (I, XXIII, 1)[5]
- Quum autem sublatus fuerit ab oculis, etiam cito transit e mente.
- Conserva anzitutto te stesso nella pace: solo allora potrai portare la pace agli altri. L'uomo sereno giova più che un uomo dotto; quello non equilibrato anche dal bene cava il male ed è facilmente indotto a credere il male, mentre l'uomo sereno e buono sa piegare tutto al bene. (II, III, 1; 1998)
- Sii in pace con te stesso, e potrai allora portare la pace fra gli altri. (1995)
- Saper conservare la serenità quando si deve vivere con persone dure e malvage, con gli indisciplinati e con i contradicenti, questa è grande grazia, azione coraggiosa e degna di molta lode. (II, III, 2; 1998)
- Quando Gesù è presente tutto piace, niente è difficile; quando Gesù è assente tutto riesce gravoso; quando Gesù non ci parla dentro nessuna consolazione ha valore; ma dica Gesù una sola parola e si assapora tosto immenso conforto. (II, VIII, 1; 2011)
- Se poi la porti di buon animo, la croce porterà te e ti sarà guida alla meta desiderata, dove cioè avrà fine il patire: ma non sarà in questa vita. (II, XII, 5; 1998)
- Combatti virilmente e sopporta pazientemente. (III, XIX, 16)[6]
- Certa viriliter, substine patienter.
- Tra i due mali occorre sempre scegliere il minore. (1995)
- Fra due mali, bisogna sempre scegliere il minore. (III, XII, 6)[7]
- De duobus malis, semper minus est eligendum.
- La ragione dell'uomo è debole e può essere tratta in inganno; la vera fede non lo può, mai. (IV, XVIII, 4; 1999)
Citazioni sull'Imitazione di CristoModifica
- In fatto di consolazione, abbiamo soltanto due libri fondamentali: i Pensieri dell'imperatore romano e l'Imitazione. È impossibile non preferire la desolazione del primo, nonostante le promesse del secondo. (Emil Cioran)
- Questo libro, il più bello che sia uscito dalla mano dell'uomo, dappoiché l'Evangelo non ha origine umana. (Bernard le Bovier de Fontenelle)
NoteModifica
- ↑ Citato in Fumagalli, p. 74, § 273.
- ↑ Da qui deriva la celebre locuzione «Sic transit gloria mundi», utilizzata in occasione della nomina di ogni nuovo papa. Vedi la voce su Wikipedia.
- ↑ 31,26 secondo la numerazione oggi prevalentemente in uso; Cfr. Siracide: «La fornace prova il metallo».
- ↑ Citato in Fumagalli, p. 125, § 424.
- ↑ Citato in Fumagalli, p. 14, § 42.
- ↑ Citato in Fumagalli, p. 95, § 341.
- ↑ Citato in Fumagalli, p. 482, § 1424.
BibliografiaModifica
- Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921.
- Imitazione di Cristo, traduzione di Carlo Vitali, Fabbri, 1998.
- Imitazione di Cristo, traduzione di Carlo Vitali, Superbur Classici, Milano, 1999. ISBN 88-17-86159-6.
- Gersenio?, L'imitazione di Cristo, a cura di Sabrina Ceccarelli, Guaraldi, 1995.
- Imitazione di Cristo, traduzione di Carlo Vitali, BUR, 2011. ISBN 885860508X (Anteprima su Google Libri)
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