Gianni Rondolino

storico del cinema italiano (1932-2016)

Gianni Rondolino (1932 – 2016), critico cinematografico e storico del cinema italiano.

Citazioni di Gianni Rondolino

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  • A partire dal momento in cui l'uomo cominciò ad acquisire abilità manuali, sentì il desiderio di riprodurre la realtà che lo circondava in forme visive, che ne dessero la descrizione più oggettiva possibile. Da qui nacquero i primi graffiti, disegni, pitture e sculture. Nacque, in altre parole, l'arte. Ma questa era sostanzialmente statica, non riusciva a riprodurre il movimento delle cose reali, di uomini, animali, vegetali.
    E così fu per migliaia di anni, sino alla fine dell'Ottocento, quando con l'invenzione del cinematografo, nato dalla precedente fotografia, non soltanto divenne possibile riprodurre esattamente, o quasi, la realtà, ma anche mostrarla in movimento. Dopo millenni, finalmente il sogno dell'uomo si era avverato![1]
  • [Su La grande strada azzurra] Il primo lungometraggio di Pontecorvo è un forte dramma umano e sociale, condotto con maestria anche se qua e là ingenuo e sommario. [...] Purtroppo non sempre alle intenzioni è corrisposta una rigorosa rappresentazione artistica, e il film è da ammirare più per i motivi ispiratori che per i risultati raggiunti.[2]
  • Leni Riefenstahl fa parte integrante della cultura del Novecento.[3]
  • [Su Un americano in vacanza] Semplice nella narrazione [....] il film rivela tuttavia nel regista una sincera partecipazione ai fatti narrati e una critica visione della realtà [...].[4]
  • Un film è, o può essere, una forma d'espressione completa dalla quale si ricavano emozioni, sensazioni, piaceri intellettuali, intense esperienze di vita. Tutto ciò non contrasta con la sua natura di puro divertimento, ma l'arricchisce, facendone qualcosa d'altro, di più intimo e personale. Naturalmente si parla dei film, di ieri e di oggi, che ci danno una nuova visione del mondo, che mettono in moto la nostra intelligenza e la nostra sensibilità. Non sono certamente tanti, spesso si perdono nella massa indistinta dei moltissimi film "normali", a volte mediocri, altre volte addirittura scadenti. Ma quei pochi film ci mostrano che il cinema, quando lo si usa come si deve, è uno dei pilastri della nostra cultura.[1]
  • [Su Scandalo internazionale] Un gioco delle parti che si svolge con grande scioltezza, anche se, qua e là, pare mostrare la corda o rallentare un poco il ritmo del racconto. Ma la commedia regge bene, nonostante questi nei. Wilder non si accontenta di seguire le regole del genere, ma ne scardina in parte i presupposti, proprio perché si svolge in una Berlino distrutta, con le sue macerie bene in vista, sebbene appannate dagli effetti del trasparente. C'è soprattutto il suo spirito caustico che sa sferzare gli americani supponenti e ci regala un divertimento sottilmente intelligente.[5]
  1. a b Da Cinema, in Enciclopedia dei ragazzi, treccani.it, 2005.
  2. Da Catalogo Bolaffi del cinema italiano - 1956/1965; citato in La grande strada azzurra, cinematografo.it.
  3. Citato in Pino Bertelli, Leni Riefenstahl ("Era carina come una svastica", diceva...) – Parte V, phocusmagazine.it.
  4. Da Catalogo Bolaffi del cinema italiano - 1945/1955; citato in Un americano in vacanza, cinematografo.it.
  5. Da La Stampa, 27 gennaio 2002; citato in Scandalo internazionale, cinematografo.it.

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