Duccio Patanè

personaggio di Boris

Duccio Patanè

Universo Boris
Autore Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo
Interprete

Duccio Patanè, personaggio di Boris.

Citazioni di Duccio Patanè

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  Citazioni in ordine temporale.

  • La fotografia fa schifo! E lo sai perché fa schifo? [...] Perché lo vogliono loro! Lo vogliono loro! Nella fiction la fotografia non deve essere più bella di quella della pubblicità, se no la gente cambia canale: hanno pensato a tutto!
  • Io preferisco i copioni comodi! Quelli che c'hanno il produttore, hai capito? Io qua mi trovo a mio agio perché ti chiedono di lavorare poco e male e ti pagano bene. Chi me lo fa fa'?!
  • Non ci penso neanche. Io non tradisco la poetica di René. E poi tu ti stai pigliando troppe libertà... inutili e fastidiose. Facciamo finta che non ho sentito niente, va, e smarmelliamo tutto come al solito. [ad Alfredo]
  • Ma stai scherzando? Tu sei un professionista, eh? Ti sei fatto anche un nome nell'ambiente, la gente conta su di te. Io... conto su di te. Capisco che uno può avere un momento di debolezza, di dubbio... è umano, è normale. Ma se smetti di spacciare adesso, domani te ne potresti pentire. Potresti non poter più tornare indietro. Mi capisci? [ad Alfredo]
  • Oggi ho capito che non ho amici. No, mi avete deluso, mi avete profondamente deluso. Io lo so che la vita è difficile... ma pensavo... che tutti insieme... su questo set... Vaffanculo. Vaffanculo! [alla troupe]
  • Senti René, io per la scena della festa ti faccio una bella marmellatona di luce, spiattello tutto, eh? Non mi metto a fare sofisticherie. Così dove vai, vai bene.
  • La colpa è tua, René. Tu mi dovevi sorvegliare. Mi dovevi stare addosso. Io volevo fare una brutta fotografia, ma non così brutta. Mi sa che ho spiazzato tutti, ho spiazzato.
  • Ci sono passato pure io. Tutti a dirmi "fatti vedere, fatti vedere, parla con qualcuno", ma io ho trovato un modo per difendermi. [...] Ho smesso di leggere. Non leggo più niente, ma niente eh! Libri, giornali, riviste, un cartello di pubblicità nella strada... [...] Non lo leggo. Non leggo una mazza e sto benissimo. Dice "fatti vedere, parla con qualcuno", io non parlo proprio con nessuno, io mi faccio i cazzi miei. Biascica, dai retta a me, chiuditi a riccio, non leggere più niente e ti passa tutto!
  • Ti stai imborghesendo René, non ti riconosco più.
  • Tu devi stare tranquillo amico mio, eh, sei troppo nervoso. Mangia meglio, goditi la vita, vai a rubare, fai qualche cosa. Tu non ti droghi, vero? [Lorenzo scuote la testa] Sbagli. [a Lorenzo]
  • Ascolta. Quando qualcuno ti chiede se hai bisogno di tempo, tu gli devi dire sempre sì. Sai qual è la cosa più importante in questo mestiere? [...] Far passare il tempo.
  • Sergio, la pesca è così: per settimane tu non prendi una minchia, una notte Dio ti premia co' 'ste chilate di saraghi.
  • Fidati, è scientificamente provato che il pesce risolleva l'umore.
  • È coffee-break, signori! [riferendosi alla cocaina]
  • Ma di che ti guardi le puntate? Ma ti pare che io guardo la mia fotografia? Tu devi fare le cose e te le devi dimenticare. La sera esci, non rimanere davanti alla televisione. La fiction è così: va fatta e contestualmente dimenticata, una cosa sola. [a Cristina]
  • [Sul lavoro del regista] Guarda, è una merda proprio! Cioè... ti fai un mazzo pazzesco, tutti ti sbombardano il cervello... proprio brutto... è brutto. Mi piace molto di più fare il direttore della fotografia: interno, esterno, aperto, chiuso, poi smarmelli e porti a casa.
  • Troppo Frizzante parla della morte. Qua tra massimo due puntate si viene a sapere che sono tutti nell'aldilà. Il che spiega certe battute tipo «prontoo», oppure, «apri quella pooorta», che sono chiaramente battute dette da morti. [a René]
  • Non ti sto costringendo Lorenzo, desidero soltanto che tu sappia che esistono altre cose oltre al lavoro, una di queste è la droga.
  • E quindi il dottore mi fa questa brutta ecografia prostatica. Ma prima di farmi l'ecografia, mi dice: «Maestro si chini...» – oh, Rene! – mi dice: «si chini e apra tutto.» Ti rendi conto della coincidenza? A me, apra tutto, apra tutte cose. [a Itala e poi a René]
  • La vita è così: è fatta di grandi botte che uno deve metabolizzare con altre botte, comunque questo è un altro discorso.
  • Vi vedo... vi vedo... vi vedo verdi! [alla platea del Roma Fiction Fest]
  • Pazzesco! Lo vedi come ti sto sul pezzo? È la vitamina B12 che prendo la mattina. 'Na cosa da stregoni... [a René]
  • Racconta una storia di quelle tue di Matera, una cosa buffa, magari una storia di estrema povertà in Lucania. [a Lorenzo]
  • Hai capito che cosa ha detto René? Che la tua fotografia fa schifo. Io ti volevo dare una possibilità ma tu non l'hai saputa cogliere perché hai voluto fare una fotografia politica, ignaro del fatto che i muri sono caduti. [...] Adesso è tornato il tempo di aprire tutto. [a Lorenzo]
  • Senti René, ma una serie tipo Quelli della forestale ambientata qua, tu come la vedi?
  • Questo salone [...] tu come lo vuoi illuminato? Aperto o chiuso?
  • Allora stavo facendo i complimenti allo scenografo per il grande lavoro che ha fatto qui, che è perfetto! Vedi gli oggetti? Ogni cosa vive di luce propria. Parafrasando quel libro che non ho letto, si potrebbe dire che qui "ogni cosa è illuminata".

Citazioni su Duccio Patanè

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  • Duccio, se tu non cambi e torni quello di venti anni fa, io ti faccio fuori, Duccio. Occhio, eh. Guarda che io su Medical Dimension passo sopra a tutto, anche all'amicizia. (René Ferretti, Boris)
  • Il mio personaggio è, ovviamente, un non protagonista (anche se un non protagonista d'eccezione) e si chiama Duccio. [...] Lui è qualcosa di un non protagonista. Duccio è un non protagonista che ti cambia la vita.
  • Il rapporto morboso tra Duccio e la sua droga è solo una conseguenza. Mi piace che Duccio dica che va "a pensare" in roulotte, quando va a sniffare, perché in effetti vuole dire che "va a non pensare"! Duccio è molto diverso da come appare. Lui ha scaricato la sua rabbia in un teatro di posa... ha imparato a pescare con le bombe a mano, come recitava una canzone di De André, ma è un grande direttore della fotografia (o almeno lo è stato). Si è solo lasciato corrompere dal mondo, come capita a molti. Quando è arrivato al suo bivio, ha preso la strada più larga, quella apparentemente più facile. [...] Duccio si trascina stancamente nella vita chiedendo alla sua droga l'unico conforto, l'unica fuga.
  • Se da allora una parte di me è diventata Duccio, direi che è del tutto normale, è lavoro, ma se una parte di Duccio è diventata me è stato grazie a quel pomeriggio così sfigato.

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