Carl Sagan

astronomo e scrittore statunitense (1934–1996)

Carl Sagan (1934 – 1996), astronomo, divulgatore scientifico e autore di fantascienza statunitense.

Carl Sagan nel 1980

Citazioni di Carl Sagan

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  • Abbiamo cominciato da vagabondi, e siamo ancora vagabondi. Ci siamo soffermati abbastanza a lungo sulle rive dell'oceano cosmico. Finalmente siamo pronti a salpare verso le stelle.
We began as wanderers, and we are wanderers still. We have lingered long enough on the shores of the cosmic ocean. We are ready at last to set sail for the stars.[1]
Extraordinary claims require extraordinary evidence.[2]
  • I progressi in medicina e agricoltura hanno salvato molte più vite di quante ne siano state perse in tutte le guerre della storia.[3]
  • In molte culture la risposta consueta è che Dio o gli Dèi crearono l'universo dal nulla. Ma affrontando di petto la questione, dobbiamo poi chiederci: e da dove è venuto Dio? Se stabiliamo che la domanda è senza risposta, perché non risparmiarci un passaggio e dire che è l'universo a essere senza risposta? Oppure, se affermiamo che Dio è sempre esistito, perché non saltare questo passaggio e concludere che è l'universo a essere sempre esistito? Cioè, non abbiamo bisogno di una creazione, tutto è sempre stato qui. Non sono questioni semplici. La cosmologia ci porta a confrontarci coi misteri più oscuri, domande che finora erano affrontate soltanto dalla religione e dalla mitologia.
In many cultures, the customary answer is that a God or Gods created the Universe out of nothing. But if we wish to pursue this question courageously, we must of course ask the next question: where did God come from? If we decide that this is an unanswerable question, why not save a step and conclude that the origin of the Universe is an unanswerable question? Or, if we say that God always existed, why not save a step, and conclude that the Universe always existed? That there's no need for a creation, it was always here. These are not easy questions. Cosmology brings us face to face with the deepest mysteries, questions that were once treated only in religion and myth.[4]
  • L'assenza di una prova non è la prova di un'assenza.[5]
  • L'estinzione è la regola. È la sopravvivenza a costituire l'eccezione.[6]
  • La ricerca di vita extraterrestre è uno di quei pochi casi in cui tanto un successo quanto un fallimento costituirebbero un successo su tutta la linea.[7]
  • [Sul Voyager] La sonda verrà interecettata e il disco sarà riprodotto solo se nello spazio interstellare vi sono civiltà avanzate in grado di viaggiare nello spazio. Ma il lancio di questa 'bottiglia' nell'oceano cosmico racconta il senso di fiducia riguardo la vita di questo pianeta.[8]
  • Noi siamo l'incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all'autocoscienza. Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle.[9]
  • [In un messaggio per futuri esploratori di Marte] Qualunque sia il motivo per cui vi trovate su Marte, sono contento che siate lì. E vorrei essere con voi.[10]
  • Un ateo deve sapere molto di più di quello che so io. Un ateo è qualcuno che sa che Dio non esiste. Secondo alcune definizioni, l'ateismo è molto stupido.
An atheist has to know a lot more than I know. An atheist is someone who knows there is no god. By some definitions atheism is very stupid.[11]
  • Risero di Colombo, risero di Fulton, risero dei fratelli Wright. Ma risero anche di Bozo il Clown.[12]

Sulla Pale Blue Dot. Da (EN) Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space, 1³ ed., New York, Random House, 1994, ISBN 0-679-43841-6; citato in planetary.org.

  • Guardate [...] quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole.
Look [...] at that dot. That's here. That's home. That's us. On it everyone you love, everyone you know, everyone you ever heard of, every human being who ever was, lived out their lives. The aggregate of our joy and suffering, thousands of confident religions, ideologies, and economic doctrines, every hunter and forager, every hero and coward, every creator and destroyer of civilization, every king and peasant, every young couple in love, every mother and father, hopeful child, inventor and explorer, every teacher of morals, every corrupt politician, every "superstar," every "supreme leader," every saint and sinner in the history of our species lived there–on a mote of dust suspended in a sunbeam.
  • La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che noi abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
The Earth is a very small stage in a vast cosmic arena. Think of the rivers of blood spilled by all those generals and emperors so that, in glory and triumph, they could become the momentary masters of a fraction of a dot. Think of the endless cruelties visited by the inhabitants of one corner of this pixel on the scarcely distinguishable inhabitants of some other corner, how frequent their misunderstandings, how eager they are to kill one another, how fervent their hatreds. Our posturings, our imagined self-importance, the delusion that we have some privileged position in the Universe, are challenged by this point of pale light. Our planet is a lonely speck in the great enveloping cosmic dark. In our obscurity, in all this vastness, there is no hint that help will come from elsewhere to save us from ourselves.
  • La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora. Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.
The Earth is the only world known so far to harbor life. There is nowhere else, at least in the near future, to which our species could migrate. Visit, yes. Settle, not yet. Like it or not, for the moment the Earth is where we make our stand. It has been said that astronomy is a humbling and character-building experience. There is perhaps no better demonstration of the folly of human conceits than this distant image of our tiny world. To me, it underscores our responsibility to deal more kindly with one another, and to preserve and cherish the pale blue dot, the only home we've ever known.

I draghi dell'Eden

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  • I dinosauri più intelligenti, sulla base del rapporto tra massa cerebrale e peso corporeo, appartennero al genere Saurornithoides il cui cervello aveva, in media, un peso di 50 g per un peso complessivo di 50 kg, il che [...] li colloca vicino agli struzzi. E, in effetti, essi sembrano degli struzzi. Potrebbe essere molto illuminante esaminare calchi fossili delle loro scatole craniche. Probabilmente essi cacciavano piccoli animali a scopo alimentare e usavano le quattro dita delle loro appendici simili a mani per diversi usi [...]. Si tratta di animali su cui fare interessanti congetture. Se i dinosauri non si fossero tutti misteriosamente estinti circa sessantacinque milioni di anni fa, i Saurornithoides si sarebbero forse evoluti in forme sempre più intelligenti? Avrebbero imparato a cacciare in gruppo i grassi mammiferi, impedendo così la loro grande proliferazione dopo la fine del Mesozoico? Se non fosse avvenuta l'estinzione dei dinosauri, le forme di vita dominanti oggi sulla Terra sarebbero dei discendenti dei Saurornithoides, capaci di leggere e di scrivere libri, e di rifletere su che cosa sarebbe successo se avessero prevalso i mammiferi? Queste forme dominanti avrebbero forse pensato che l'aritmetica in base 8 era del tutto naturale, mentre la base 10 rappresentava un'eccentricità insegnata solo nella "Nuova Matematica"? (p. 136)
  • La diffusione di miti con i draghi nelle leggende popolari di molte culture non è probabilmente casuale. L'implacabile, reciproca ostilità tra uomo e drago, esemplificata nella leggenda di S. Giorgio, è molto sentita in Occidente. (Nel terzo libro della Genesi Dio sancisce una rivalità eterna tra uomini e rettili.) Ma non si tratta di una peculiarità dell'Occidente: è un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Ed è solo un caso che il verso fatto comunemente dall'uomo, per imporre il silenzio o per attirare l'attenzione, assomigli in modo così singolare al sibilo di un rettile? Può darsi che i draghi rappresentassero un grosso problema per i nostri antenati preumani di alcuni milioni di anni fa e che il terrore che essi evocavano e i decessi che causavano abbiano stimolato l'evoluzione dell'intelligenza umana? O forse la metafora del serpente si riferisce all'uso fatto della componente aggressiva e ritualistica del nostro cervello, che risale ai rettili, nell'ulteriore evoluzione del neopallio? Con una sola eccezione, il racconto della Genesi, sulla tentazione del serpente dell'Eden, è il solo esempio che si abbia nella Bibbia della comprensione da parte degli uomini del linguaggio degli animali. Quando temevamo i draghi, temevamo forse una parte di noi stessi? In un modo o nell'altro, nell'Eden, i draghi esistevano. (pp. 141-142)

Contact

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Secondo il punto di vista umano, non poteva assolutamente trattarsi di qualcosa di artificiale, visto che aveva le dimensioni di un mondo. Ma era conformato in maniera così strana e complicata, progettato in maniera così palese per un fine complesso che avrebbe potuto essere soltanto l'espressione di un'idea. Percorrendo un'orbita polare attorno alla grande stella azzurrina, somigliava a un immenso, imperfetto poliedro, incrostato di milioni di antenne paraboliche. Ogni paraboloide era puntato in direzione di un particolare settore del cielo. Veniva tenuta sotto controllo ogni costellazione. Il mondo poliedriforme stava compiendo la sua enigmatica funzione da eoni. Era assai paziente. Poteva permettersi di attendere per l'eternità.

Citazioni

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  • Era segno di una terribile ristrettezza di idee, soleva dire, [...] immaginare che tutte le importanti leggi della fisica fossero già state scoperte nel momento in cui la nostra generazione cominciava a contemplare il problema. (p. 33)
  • "Vediamo se ho capito bene," ripeteva a se stessa. "Ho preso un gas inerte che si trova nell'aria, l'ho fatto liquefare, ho messo alcune impurità in un rubino, attaccato un magnete e scoperto le fiamme della creazione." (p. 34)
  • "Cosa ha veramente fatto la scienza per noi?" declamava Joss. "Siamo davvero più felici? Non parlo soltanto di ricevitori olografici e di uva senza vinaccioli. Siamo fondamentalmente più felici? O gli scienziati ci corrompono con inezie, con gingilli tecnologici, mentre indeboliscono la nostra fede?" (p. 123)
  • C'erano degli eccessi nella scienza come ce n'erano nella religione. Un uomo ragionevole non avrebbe perso la testa né per l'una né per l'altra. C'erano molte interpretazioni delle Scritture e molte interpretazioni del mondo naturale. Entrambi erano stati creati da Dio, perciò dovevano essere compatibili l'uno con l'altro. Dovunque sembrasse esistere una discrepanza, o uno scienziato o un teologo – forse tutt'e due – non aveva fatto bene il suo lavoro. (p. 129)
  • È difficile uccidere una creatura una volta che ti ha fatto vedere la sua coscienza. (p. 138)
  • Ma se non ci si innamora mai sul serio, non si sente mai sul serio la mancanza dell'amore. (p. 141)
  • Le più importanti religioni della Terra si contraddicono a vicenda riguardo a molti punti. Non possono essere tutte perfette. E se fossero tutte sbagliate? È una possibilità, sapete. Ci si deve preoccupare della verità, esatto? Ebbene il modo per vagliare tutte le diverse opinioni è l'essere scettici. Riguardo alle vostre convinzioni religiose non sono più scettica di quanto lo sia riguardo a ogni nuova idea scientifica di cui vengo a conoscenza. Ma nella prassi della mia professione, sono definite ipotesi, non ispirazione e neppure rivelazione. (p. 151)
  • Tutto quello che lei non capisce, signor Rankin, lo attribuisce a Dio. Dio per lei è dove si spazzano via tutti i misteri del mondo, tutte le sfide alla nostra intelligenza. Lei spegne semplicemente il suo cervello e dice che l'ha fatto Dio. (p. 155)
  • Ci sono enormi bilanci pubblicitari solo quando non c'è nessuna differenza tra i prodotti. Se i prodotti fossero davvero diversi, la gente comprerebbe quello migliore. La pubblicità insegna alla gente a non fidarsi del proprio giudizio. La pubblicità insegna alla gente ad essere stupida. (p. 210)
  • Il celibato dei preti è un'idea particolarmente buona perché tende a sopprimere ogni propensione ereditaria al fanatismo. (p. 225)
  • Le predizioni di avvenimenti sorprendenti risultano sempre più precise se non vengono messe sulla carta prima. (p. 236)
  • Vede, le persone religiose – la maggior parte di esse – pensano davvero che questo pianeta sia un esperimento. È quello che tramandano le loro fedi. Un dio o l'altro sta sempre brontolando, combinando pasticci con mogli di artigiani, consegnando tavole sulle montagne, comandando di mutilare i figli, dicendo alla gente quali parole possa pronunciare e quali no, costringendo la gente a sentirsi colpevole del proprio piacere e così via. Perché gli dei non possono star tranquilli? Tutto questo intervenire e infastidirsi puzza di incompetenza. Se Dio non voleva che la moglie di Lot si voltasse indietro a guardare, perché non l'aveva creata obbediente, così avrebbe fatto quello che le diceva suo marito? O se non avesse fatto Lot con quella testa di cazzo, forse lei gli avrebbe dato più ascolto. Se Dio è onnipotente e onnisciente, perché non ha fatto funzionare l'universo fin da principio così sarebbe venuto fuori come voleva lui? Perché sta continuamente aggiustando le cose e lamentandosi? No, c'è una sola cosa che la Bibbia chiarisce: il suo Dio è un artefice maldestro. Non ci sa fare nella fase progettuale e non ci sa fare nella fase esecutiva. Dovrebbe ritirarsi dagli affari, se ci fosse della concorrenza. (p. 264)
  • Un grammo di osservazione non vale una tonnellata di teoria? (p. 319)

L'universo era stato creato intenzionalmente, diceva il cerchio. In qualunque galassia ci si trovi, si prende la circonferenza di un cerchio, la si divide per il suo diametro, si fa un calcolo abbastanza accurato e si scopre un miracolo: un altro cerchio, disegnato chilometri più in giù della virgola decimale. Proseguendo, ci sarebbero stati messaggi più ricchi. Non importa l'aspetto che si ha, o di che cosa si è fatti o da dove si proviene. Finché si vive in questo universo, e si possiede un modesto talento per la matematica, prima o poi la si troverà. È già qui. È all'interno di tutto. Non si è obbligati a lasciare il proprio pianeta per trovarla. Nella struttura dello spazio e nella natura della materia, come in una grande opera d'arte, c'è, scritta in piccolo, la firma dell'artista. Sopravanzando gli uomini, gli dei e i demoni, includendo i Guardiani e i Costruttori dei tunnel, c'è un'intelligenza che precede l'universo.
Il cerchio si era chiuso.
Ellie aveva trovato ciò che era andata cercando.

Il mondo infestato dai demoni

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  • Se tutti capissero che l'affermazione di una verità scientifica o storica richiede la presentazione di prove adeguate prima di essere accettata, non ci sarebbe spazio per la pseudoscienza. (cap. I, p. 42)
  • Questo libro è una dichiarazione personale, che riflette la mia storia d'amore, durata per tutta la vita, con la scienza. (cap. II, p. 63)
  • Gli storici integri hanno la responsabilità di cercare di ricostruire la vera sequenza degli eventi, per quanto deludente o preoccupante essa possa essere. Chi ricostruisce il passato deve imparare a sopprimere la propria naturale indignazione per gli affronti fatti al proprio Paese e riconoscere, quando è giusto, che i suoi capi nazionali possono aver commesso crimini orrendi. Può capitargli, come rischio del mestiere, di doversi sottrarre alle ire di patrioti indignati. Lo storico deve riconoscere che il racconto degli eventi del passato viene sempre trasmesso attraverso filtri umani affetti da parzialità, e che gli storici stessi non sempre sono immuni da questo difetto. Chi vuole sapere ciò che è realmente accaduto deve tenersi al corrente delle opinioni degli storici di altre nazioni, un tempo nemiche. Tutto ciò in cui si può sperare è una serie di successive approssimazioni. La conoscenza degli eventi storici migliora per passi lenti, e attraverso un progressivo affinamento della conoscenza di sé (p. 169)
  • Avere una mente aperta è una virtù, ma, come disse una volta l'ingegnere spaziale James Oberg, essa non deve essere tanto aperta da lasciarne uscire il cervello. (cap. X, p. 236)
  • Il pensiero scettico si risolve, in ultima analisi, ai mezzi per costruire, e per capire, un'argomentazione e – cosa particolarmente importante – per riconoscere un ragionamento sbagliato o fraudolento. Il problema non è se la conclusione che emerge da una catena di ragionamenti ci piaccia o no, ma se la conclusione segua dalla premessa o dal punto di partenza e se tale premessa sia o no vera. (cap. XII, p. 259)
  • I maghi operano invece nel campo dell'illusione. Essi praticano una delle molte occupazioni – come la recitazione, la pubblicità, la religione burocratica e la politica – in cui quella che un osservatore ingenuo potrebbe considerare menzogna viene socialmente accettata come rivolta al servizio di un bene superiore. (cap. XXIII, pp. 279-280)
  • Grazie al continuo sostegno di Stalin e, in seguito, di Kruscev, Lysenko soppresse spietatamente la genetica classica. I testi scolastici sovietici di biologia dell'inizio degli anni sessanta parlavano poco dei cromosomi e della genetica classica, così come molti testi scolastici americani di biologia di oggi parlano poco dell'evoluzione. Ma nonostante le promesse di Lysenko, non ci furono raccolti di grano invernale; il DNA delle piante domesticate diede ben poco ascolto agli incantesimi del «materialismo dialettico»; l'agricoltura sovietica rimase stagnante; e ancor oggi, anche per questa ragione, la Russia – che è ai livelli di avanguardia nel mondo in molte altre scienze – è ancora in condizioni di grave arretratezza in biologia molecolare e in ingegneria genetica. (cap. XIV, p. 319)
  • In assenza di prove fisiche, la scienza non ammette spiriti, anime, angeli, diavoli o corpi di dharma del Buddha. O visitatori provenienti da altri mondi. (cap. XV, p. 321)
  • Una delle mie vignette favorite mostra un'indovina che esamina il palmo della mano di un cliente e poi sentenzia: "Lei è un credulone". (cap. XVII, p. 354)
  • Le equazioni dovevano rappresentare la natura, e la natura, secondo Maxwell, doveva essere bella ed elegante. [...] Questo giudizio, in parte estetico, da parte di un fisico secchione, del tutto sconosciuto tranne che a pochi altri scienziati accademici, ha fatto di più per plasmare la nostra civiltà di dieci presidenti e primi ministri scelti a piacere. (cap. XXIII, p. 449)
  • La pratica dello scetticismo è pericolosa per il potere costituito. Lo scetticismo minaccia le istituzioni. Se noi insegniamo a tutti, compresi per esempio gli studenti delle scuole superiori, abitudini di pensiero scettico, essi non limiteranno il loro scetticismo agli ufo, alla pubblicità degli analgesici, e a presunti personaggi vissuti 35000 anni fa che ci parlano attraverso medium. Essi potrebbero cominciare a porsi domande sulle istituzioni economiche, o sociali, o politiche, o religiose. (cap. XXIV, p. 478)

Bibliografia

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  • Carl Sagan, I draghi dell'Eden, traduzione di Andrea Fioroni, Valentino Bompiani & C. S.p.A., 1979.
  • Carl Sagan, Contact, traduzione di Fabrizio Ascari, Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogni, Etas, S.p.a, 1986.
  • Carl Sagan, Il mondo infestato dai demoni. La scienza e il nuovo oscurantismo (The Demon-Haunted World. Science as a Candle in the Dark), traduzione di Libero Sosio, Baldini Castoldi Dalai, 2001. ISBN 88-8490-033-6
  1. Da Cosmos, New York, Random House, 1980, p. 193. LCC QB44.2.S235. ISBN 0394502949
  2. Dalla serie televisiva Cosmos: A Personal Voyage, 1980, episodio n. 12, Encyclopedia Galactica.
  3. Da "Why We Need To Understand Science", in The Skeptical Inquirer, vol. 14, Issue 3, primavera 1990. Citato in AA.VV., Il libro della medicina, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2021, p. 13. ISBN 9788858036730
  4. Dalla serie televisiva The Edge of Forever, stagione 1, episodio 10.
  5. Citato in Luc Montagnier, Dominique Vialard, La scienza ci guarirà. Vincere le battaglie della vita con la prevenzione, Sperling & Kupfer, p. 223, ISBN: 8820046644
  6. Da The Varieties of Scientific Experience, The Penguin Press HC, 2007. ISBN 1594201072; citato in Estinzione di James Rollins, ed. Nord 2014. ISBN 9788842925231
  7. Citato in AA.VV., Il libro dell'astronomia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2017, p. 232. ISBN 9788858018347
  8. Citato in AA.VV., Il libro dell'astronomia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2017, p. 267. ISBN 9788858018347
  9. Da Cosmo, traduzione di T. Chersi, Mondadori.
  10. Citato in AA.VV., Il libro dell'astronomia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2017, p. 322. ISBN 9788858018347
  11. Citato in Joel Achenbach, Worlds Away, the Washington Post.com, 23 aprile 2006.
  12. Da Broca's Brain: Reflections on the Romance of Science.

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