Caggiano
comune italiano
Citazioni su Caggiano.
- Caggiano è un borgo situato in monte presso il fiume Torno, decorato di belli edifizj sacri al culto e ricco di varj Istituiti di beneficenza. Nei suoi terreni l'agricoltura fa buone raccolte di vino, di olio e di frutta, e trae altresì lucroso partito da ubertosi pascoli. Una parte degli abitanti cerca lavoro negli opificj di cotone e di lana. (Attilio Zuccagni-Orlandini)
- Caggiano o Cagiano è una terra della cosi detta campagna di Eboli, reputata molto antica. Il Gatta nella sua Lucania avrebbe voluto darle una capricciosa origine[1], facendola credere la Cesariana di Antonino[2], ma l'Antonini dimostrò l'erroneità di quella notizia.[3] Era munita in passato di rocca costruita nei bassi tempi e dicesi che successivamente i feudatarj vi tenessero artiglieria. (Attilio Zuccagni-Orlandini)
- Greci, romani, Annibale, vandali, visigoti, bizantini, longobardi, normanni, francesi, spagnoli... È incredibile quanto "mondo" sia passato da Caggiano, prima che nel Novecento i suoi abitanti cominciassero a emigrare in America ed Europa. (Camilla Baresani)
- La diocesi [di Satriano] è formata da quattro castelli o borgate, disgiunti a vicenda di sole tre miglia all'incirca. Sono essi Caggiano, Sant'Angelo de' Fratti, Salvia, e Pietrafitta. Primeggia su tutti Caggiano, ove sono tre chiese parrocchiali: una di queste porta il titolo di santa Maria dei Greci, perché anticamente la uffiziavano preti greci. [...] Gli abitanti ne sono poverissimi, e per la maggior parte si procacciano il vitto con la loro industria e fatica. (Giuseppe Cappelletti)
- La strada si snodava in alto dalla vallata vicino al fiume, attraverso altopiani rocciosi verso Caggiano, in Campania, un paese costruito in pietra, appollaiato come un'aquila su una scarpata rocciosa. Non c'è niente di più terribile della povertà quando fa freddo ed è umido; la gente nei suoi stracci sporchi cerca di stare in piedi sui ciottoli bagnati e ricoperti di fango; le donne filano e ricamano lamentandosi per l'eternità, dopo aver lasciato le loro cucine fumose. Tutti dopo vanno di fretta al municipio per ascoltare le zampogne, dal momento che in questa vallata ce ne sono molte, le più belle d'Italia. In un piccolo paese ci sono centinaia di zampognari e quattro tipi di zampogne: una ha un bordone lungo un metro e mezzo che emette una nota elefantesca. (Alan Lomax)
- La sua situazione non è niente infelice, e si vuole costantemente molto antica. Costantino Gatta vorrebbe che fosse la Cesariana di Antonino[1][2], ma questa sua immaginazione la scoverse anche erronea il barone Antonini[3]. Avea un vecchio castello, nel quale dicesi di esservi stata un tempo dell'artiglieria. Il suo territorio produce tutto il bisognevole. Vi è della caccia, e tiene un laghetto, in cui vi si pescano buone tinche. [...] In oggi i suoi naturali ascendono il 2650, addetti all'agricoltura, ed alla pastorizia, facendo industria di animali neri. (Lorenzo Giustiniani)
- Le mie radici sono nel Vallo di Diano. Io ero il primo di nove figli, i primi sei nati a Caggiano, dove abbiamo ancora il palazzo di famiglia. Caggiano si trova a 875 metri sul mare, al confine con la Lucania. È un paese tipicamente legato alla rendita agraria e all'emigrazione. L'economia è basata sulla produzione di olio, grano e noci, visto che non è possibile uno sfruttamento intensivo della terra. [...] Ho vissuto in quei posti fino ai dieci anni di età, e anche quando ci siamo trasferiti a Napoli, ho passato molte lunghe e arrovellate estati "deportato" a Caggiano. [...] Mi sentivo spaesato e avevo una terribile nostalgia del mare di Napoli e dei miei amici. Erano tre mesi di isolamento, intriso di silenzi, in questa piccola torre eburnea. Mi trovavo di fronte a un'eternità estiva. (Achille Bonito Oliva)
- Mirasi più oltre su uno alto Monte Caggiano, Terra che per l'antichità, e fortezza di sito non meno che per lo splendore di molte Famiglie Nobili, merita aver luogo fra le prime e migliori di questa Provincia: la dilei antichità l'attestano molte memorie ne' marmi, fra le quali deve annoverarsi una che fa testimonianza di uno Cavaliere Romano della Tribù Pomptina di famiglia Ruffo [...]. È verisimile che Ella fusse l'antica Cesariana, descritta da Antonino nel suo Itinerario[2], la quale per la corruttela de' tempi adottando nuova voce, in vece di Cesariana si dicesse Caggiano; imperocché avendo gli Barbari occupato queste contrade; dalla diloro tirannide, non solo che elle guaste furono, e malmenate, ma vi si confusero in sì fatta maniera le cose, che ne nacquero eziandio nuove favelle, variando il nome [...]. M'induco a ciò credere, perché nel detto Itinerario, facendo Egli parola di tal Paese, e descrivendo la via da Salerno a Cosenza, lo colloca nello rive del Tanagro di rincontro al Fiume Calore, come testè rapportato abbiamo. (Costantino Gatta)
- Nel suo territorio abbondano gli uliveti, le vigne e ubertosi pascoli che alimentano le numerose mandre di bestiame che vi si allevano. Vi prospera ogni specie di alberi da frutta e vi si fanno anche copiose raccolte di cereali, di lino e di canapa. Il capoluogo è un borgo posto sopra una collina, ove godesi un'aria assai salubre, presso il piccolo lago omonimo, ricco di pesca, [...]. Possiede belle chiese, un ospedale e diverse opere pie per elemosine ai poveri con un reddito annuo di L. 1620. Vi sono alcune filature di lana e di cotone, a cui attendono gli abitanti insieme al commercio dei prodotti naturali. Annualmente nel mese di agosto vi si tiene una fiera di bestiami e di altri generi, che è assai frequentata. (Amato Amati)
- Sta su una collina, da cui fruisce di un bell'orizzonte. Vi sono quasi tremila abitanti; ha tre belle chiese ed un ospedale, e vi si tiene fiera nel giorno 9 agosto. [...] Il monte della Balzata gli sorge un miglio ad ostro. Nei suoi dintorni vi prosperano le viti, gli ulivi e molte altre piante fruttifere; vi sono pure naturali praterie che alimentano numerose gregge. Vi si raccoglie del zafferano, e nel borgo vi sono alcune manifatture di bambagia e di lana. (Giovanni Battista Rampoldi)
- Sulla stessa catena di monti è posto Cagiano, terra antica, e ben situata. Il Signor Gatta senza curarsi delle misure, e delle miglia, l'ha presa per la Cesariana d'Antonino[1], quando leggendosi il di lui itineario[2], si trova la Cesariana fra Nerulo, e Marcelliana [...] in modo che non può per qualsisia verso immaginarsi la cosa come egli la pensa. Ma non è questo il più grande abbaglio di lui. Intanto convien sapersi che c'era un forte castello, donde non sono molt'anni, che ne fu tolta certa vecchia artiglieria, per quanto un degnissimo Uomo di queste parti m'ha riferito. Evvi pure un lago, dove si pescano tinche di squisito sapore. (Giuseppe Antonini)
- Tuvàgl' e bandsìn a Caggiàn nn sapìm.[4] (modo di dire caggianese)
Note
modifica- ↑ a b c Cfr. citazione di Costantino Gatta.
- ↑ a b c d Cfr. Itinerario antonino su Wikipedia.
- ↑ a b Cfr. citazione di Giuseppe Antonini.
- ↑ «Tovaglioli e grembiuli, a Caggiano ci conosciamo.» Tutti noi paesani a Caggiano ci conosciamo, per cui è inutile darsi arie o vantare origini diverse.