Achille Bonito Oliva
critico d'arte italiano (1939-)
Achille Bonito Oliva (1939 – vivente), critico d'arte, accademico e saggista italiano.
Citazioni di Achille Bonito Oliva
modifica- [Su Vincenzo Agnetti] A un mondo fissato in schemi rigidi e chiuso sul proprio autofunzionamento, Agnetti risponde con una strategia del linguaggio inteso come eversione permanente, dove, paradossalmente, l'arte serve a spingere la vita verso una condizione d'impossibilità: per vita s'intende la globalità dei fenomeni collegati alla trasformazione del mondo. La vita si organizza secondo possibilità funzionali al sistema produttivo. L'economia è il campo dove i progetti diventano atto e pratica conciliante. Per Agnetti l'arte, come pratica mentale contraria e alternativa, vive invece un doppio momento: quello della sua libertà e quello della sua necessità.[1]
- [Sulle stazioni dell'arte] Ci troviamo di fronte a delle vere e proprie stazioni d'arte contemporanea, luogo di transito per il cittadino e di sosta per il suo sguardo. Nomadismo esistenziale e stasi contemplativa si intrecciano in queste stazioni che valorizzano l'inerzia di un quotidiano appartenente ad una collettività per niente inerte ed apatica.[2]
- Critici si nasce, artisti si diventa e pubblico si muore.[3]
- [Sugli Squallor] Dadaisti.[4]
- L'opera di Garau riprende il tema dell'acqua. E' qualcosa che appartiene al genus loci dell'Oristanese. La trovo consona al luogo e all'antropologia culturale del territorio [...]. Bello e brutto sono categorie di comodo [...]. L'arte contemporanea è oltre, vuole far riflettere. Il problema è che la gente non vuol pensare. Preferisce il conformismo.[5]
- Il movimento dell'arte è quello della catastrofe, esaltazione ed intensificazione del tempo semplice, che accompagna la realtà quotidiana verso il proprio decesso.[6]
- L'obbiettività è un dato improbabile, è una fiction.[7]
- Le mie radici sono nel Vallo di Diano. Io ero il primo di nove figli, i primi sei nati a Caggiano, dove abbiamo ancora il palazzo di famiglia. Caggiano si trova a 875 metri sul mare, al confine con la Lucania. È un paese tipicamente legato alla rendita agraria e all'emigrazione. L'economia è basata sulla produzione di olio, grano e noci, visto che non è possibile uno sfruttamento intensivo della terra. [...] Ho vissuto in quei posti fino ai dieci anni di età, e anche quando ci siamo trasferiti a Napoli, ho passato molte lunghe e arrovellate estati "deportato" a Caggiano. [...] Mi sentivo spaesato e avevo una terribile nostalgia del mare di Napoli e dei miei amici. Erano tre mesi di isolamento, intriso di silenzi, in questa piccola torre eburnea. Mi trovavo di fronte a un'eternità estiva.[8]
- Questi santi [di Fathi Hassan] fissano il nulla, come rivolti verso l'idealità di uno spazio senza tempo e dunque senza il rumore di sguardi mondani. Essi condensano dentro i propri popoli la condizione di assoluta sofferenza di una cultura, quella africana, profonda e altamente simbolica, aperta alla fluidità di un sentimento adatto all'assoluto e non alla precarietà del quotidiano.[9]
- [Sulle stazioni dell'arte della metropolitana di Napoli] Qui ci troviamo per la prima volta di fronte ad un esempio di museo all'aperto, sotterraneo ed emergente, clandestino e pubblico nello stesso tempo, accogliente non più esempi di arte catacombale ma di forme che hanno acquistato la possibile dignità del confronto continuo col nostro quotidiano.[2]
Citazioni su Achille Bonito Oliva
modifica- Oggi si fa sovente una critica pesante, lo strutturalismo, con i suoi schemini e diagrammi. A questo proposito, uno dei libri che ho criticato più severamente è stato quello di Bonito Oliva su L'ideologia del traditore. Non stava né in cielo né in terra. (Mario Praz)
Note
modifica- ↑ Da Agnetti è il Marte dei malcontenti (Dio dell'arte e della guerra; in Vincenzo Agnetti, a cura di Achille Bonito Oliva e Giorgio Verzotti, catalogo della mostra del Mart, Skira, Ginevra-Milano, 2008, p. 21.
- ↑ a b Da Arte pubblica, in La Metropolitana di Napoli, nuovi spazi per la mobilità e la cultura, Electa Napoli, 2000, p. 51. ISBN 88-435-8528-2
- ↑ Da M.D., Costa & Nolan, 1997.
- ↑ Citato in Carla Rinaldi e Michele Rossi, Gli Squallor, Compagnia Nuove Indye, 2013.
- ↑ L'Unione Sarda, 9 agosto 2010
- ↑ Da Manuale di volo, Feltrinelli, Milano, 1982, p. 66.
- ↑ Da Antipatia. L'arte contemporanea, Feltrinelli, Milano, 1987, p. 19.
- ↑ Dall'intervista di Mario Avagliano, "Dai favolosi '70 un rinascimento tutto salernitano", La Città, 15 dicembre 2002; riportata in Storiaxxisecolo.it
- ↑ Da Fathi Hassan, Biennale di Venezia, Ed. Charta.
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