Angelica Balabanoff

attivista e politica russa naturalizzata italiana

Angelica Balabanoff (1869 – 1965), attivista e politica russa naturalizzata italiana.

Angelica Balabanoff nel 1962

Citazioni di Angelica Balabanoff

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  • Malgrado la violenza del suo odio per ogni privilegio, [Benito Mussolini] non si considerava un proletario; si credeva un intellettuale, un capo; e il contrasto fra il concetto che aveva di sé e l'umiltà della sua vita quotidiana aveva come effetto una esagerata commiserazione di se stesso e un senso di ingiustizia personale.[1]
  • [A Lugano, Balabanoff e un'amica accompagnano Mussolini che prende il battello per tornare in Italia] Mentre aspettavamo al pontile, levò il braccio verso gli alberghi ed i ristoranti lungo la riva. "Guardate," disse. "Gente che mangia, che beve, che se la spassa. Ed io viaggio in terza classe, e mi sfamo alla peggio." E qui una bestemmia. "Come odio i ricchi! Perché debbo essere vittima di tanta ingiustizia? Quanto ancora dovrò attendere?".[2]
  • Ogni volta che Mussolini [direttore dell'Avanti!] doveva risolvere una situazione spiacevole, rifiutare un articolo, licenziare un collaboratore, affrontare lo sdegno di gente a cui aveva fatto promesse non mantenute, mi chiedeva di prendere il suo posto. Se c'era da scrivere un articolo che potesse suscitare contrasti, era compito mio. Se un articolo di fondo non piaceva ai compagni, dovevo spiegare io i motivi davanti alla direzione del partito; o addirittura marcava visita e lasciava che me la sbrigassi da sola.[3]
  • TrotskiJ aveva ragione: non è stato Stalin a creare l'apparato, ma è l'apparato che ha creato Stalin. In altre parole, senza Lenin, senza ideologia, il suo lavoro quotidiano e l'esempio, Stalin non avrebbe potuto giustificare le sue azioni se non come degno successore del primo dittatore sovietico.[4]

Citazioni su Angelica Balabanoff

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  • Angelica (destinata a diventare commissario del popolo del primo governo bolscevico e poi, dopo l'abiura, la ninfa Egeria dei socialdemocratici italiani) compensava la sua scarsa venustà con una vivace intelligenza. Più vecchia di otto anni del suo «Benitoscha», come lei lo chiamava, prese il giovane rivoluzionario italiano [Benito Mussolini] sotto la sua ala protettrice e lo introdusse negli ambienti della sinistra tradizionale facendogli conoscere, fra gli altri, anche un suo «ex» dal nome ancora oscuro: Vladimir Il'ič Ul'janov, poi ribattezzato Lenin. (Arrigo Petacco)
  • Angelica non era bella, non aveva la grazia eterea ed esangue di Anna [Kuliscioff]. Ma non era nemmeno sgradevole, nonostante i fianchi massicci e gli zigomi pronunciati, eppoi era una russa, cosa che faceva un grande effetto al piccolo provinciale di Predappio[5]. Anche se fra loro non divampò la passione che aveva legato Anna ad Andrea Costa, qualcosa ci fu [con il giovane Mussolini], ed ebbe la sua importanza. Angelica cercò d'incivilire quel selvaggio trasandato che passava da ostinati mutismi a interminabili sproloqui conditi di orrende bestemmie. Lo sfamava, gli lavava la biancheria, lo iniziava, sia pure con poco successo, al marxismo. (Indro Montanelli)
  • Era una russa di buona famiglia borghese, che fin da giovanissima si era imbrancata con quella intellighenzia rivoluzionaria da cui venivano anche i Lenin, i Trotzky, e gli altri futuri grandi del bolscevismo. A spingerla era stata la ribellione contro la meschinità, lo snobismo provinciale, il sussiego di casta, i tabù del suo ceto. (Indro Montanelli)
  1. Citato in Paolo Monelli, Mussolini piccolo borghese, II edizione della collezione «I Garzanti», Aldo Garzanti Editore, Milano, 1974, pp. 28-29.
  2. Citato in Paolo Monelli, Mussolini piccolo borghese, II edizione della collezione «I Garzanti», Aldo Garzanti Editore, Milano, 1974, p. 47.
  3. Citato in Paolo Monelli, Mussolini piccolo borghese, II edizione della collezione «I Garzanti», Aldo Garzanti Editore, Milano, 1974, p. 66.
  4. Citato in Donatella Borghesi, L'altra Angelica, Il Foglio Quotidiano, 16 novembre 2024.
  5. Mussolini era nato a Dovia, frazione di Predappio.

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