Alexander (film)

film del 2004 diretto da Oliver Stone

Alexander

Immagine Alexander movie film 2004 película Alejandro Magno.jpg.
Titolo originale

Alexander

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2004
Genere storico, avventura, biografico, drammatico, epico
Regia Oliver Stone
Soggetto Oliver Stone, Christopher Kyle, Laeta Kalogridis
Sceneggiatura Oliver Stone, Christopher Kyle, Laeta Kalogridis
Produttore Moritz Borman, Iain Smith
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Alexander, film del 2004 con Colin Farrell, Angelina Jolie, Val Kilmer e Jared Leto, regia di Oliver Stone.

  • Mio padre mi gettò in battaglia prima che sapessi combattere. Quando uccisi il mio primo uomo disse "Adesso sai". Allora lo odiai, ma ora capisco perché: re non si nasce, Alessandro, si diventa, con il ferro e la sofferenza. Un re deve sapere ferire coloro che ama. Si è soli. Chiedi a Eracle, chiedi a uno qualunque di loro: il destino è crudele. Nessuno, né uomo né donna, può essere così potente e bello e non essere sopraffatto poi dalle calamità. Ridono quando sali troppo in alto, e schiacciano tutto ciò che hai costruito per un capriccio. Tutta la gloria che danno, alla fine te la portano via. Sono loro, loro ci rendono schiavi. (Filippo)
  • Non c'è gloria senza sofferenza. (Filippo)
  • Lo farei se... io fossi Parmenione... ma sono Alessandro! E come la terra non ha due soli, l'Asia non conterrà due re. (Alessandro)
  • Gloria e memoria apparterranno per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione. (Tolomeo)
  • Ogni terra, ogni confine che supero cancella in me un'illusione. Sento che la morte sarà l'ultima. (Alessandro)

Dialoghi

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  • Clito: Io brindo a Bagoa! E ai trentamila bellissimi ragazzi persiani che stiamo addestrando per combattere in questo grande esercito! E alla memoria di Filippo: magari fosse vissuto, per vedere i suoi macedoni trasformati in un così... grazioso esercito. A Filippo, ad un vero eroe. [Clito si riferisce a Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro, e tutti ne acclamano il nome]
    Tolomeo: E a Clito, e alla sua nuova nomina di satrapo della Battria! [stavolta tutti acclamano Clito]
    Clito: È una gran bella forma, Tolomeo, ma noi tutti sappiamo cos'è la pensione e l'esilio, dopo trent'anni di servizio.
    Alessandro: Tu chiami governare questa importante provincia "esilio"?
    Clito: Maestà, hai dato a uno dei tuoi amici più vicini una provincia così lontana da casa.
    Alessandro: Allora non sarai un buon satrapo, vero, Clito? [risate generali]
    Clito: Così sia! Lasciami marcire in stracci macedoni, piuttosto che risplendere tra i fasti orientali. Non tremerò né mi inchinerò, come i sicofanti che hai intorno a te: Efestione, Nearco, Perdicca... [molti mormorano di protesta, e lo stesso Alessandro ne resta infastidito]
    Alessandro: Come governatore di una delle nostre satrapie più lontane, Clito, non ti viene in mente che se i miei sudditi persiani si inchinano di fronte a me è importante per loro farlo? Insisto forse perché i greci facciano altrettanto?
    Clito: Tu accetti i doni dei greci come figlio di Zeus, non è vero?
    Alessandro: Solo quando mi vengono offerti.
    Clito: Allora perché non rifiuti queste vane adulazioni? Quale libertà è questa, inchinarsi di fronte a te?
    Alessandro: Ti inchini di fronte a Eracle, non è vero? Un mortale, ma figlio di Zeus.
    Clito: Come puoi, tu, così giovane, paragonarti a Eracle?
    Alessandro: Perché non dovrei? Sono già andato oltre, alla mia età. [i servitori persiani iniziano ad allontanarsi] E sono arrivato lontano quanto lui. Forse anche di più.
    Clito: Eracle l'ha fatto da solo. Tu hai conquistato l'Asia da solo, Alessandro? Chi ha pianificato l'invasione? Non fu tuo padre a immaginarla? O il suo sangue non vale più nulla? [Alessandro si alza irritato, mentre Clito continua a parlare] Zeus è amore, vero?
    Alessandro: Tu mi insulti, Clito! Deridi la mia famiglia, sta' attento!
    Clito: Tuo padre non si sarebbe mai fatto amici dei barbari! Né ci avrebbe chiesto di combattere con loro da pari in guerra! Noi non valiamo più, allora? Ricordo il tempo in cui potevamo parlare da uomini, guardandoci negli occhi, senza questo odioso strisciare, questi falsi servilismi! E adesso li baci... Ti prendi una moglie barbara e sterile e osi chiamarla regina?!
    Alessandro: Vattene in fretta, Clito... prima di guastarti la vita.
    Clito: Il tuo grande orgoglio non teme più gli dei? Questo esercito... questo esercito è il tuo sangue, ragazzo! Senza di esso non sei niente! [l'ultima frase è detta però dal fantasma di Filippo II, che poi sputa sangue in riferimento al suo assassinio, al che Alessandro ne resta spaventato, prima di recuperare il lume]
    Alessandro: Tu non servi più allo scopo di questa campagna! Nascondetelo ai miei occhi!
    Clito: [trattenuto da due greci] Non servo al tuo scopo? E a cosa servivo, quando ho salvato la tua giovane vita a Gaugamela?! Pensi che adesso saremmo costretti ad accoppiarci con scimmie nane, per compiacere vostra Maestà?! [Alessandro tenta di avventarsi su di lui, ma viene bloccato da una folta schiera di uomini, tra cui Efesione]
    Alessandro: Chiamate le guardie! Arrestatelo per tradimento! [tutti esitano, al che lui si libera e guarda tutti come impazzito] Chi sta con lui? Chi sta con lui?! Chiamo Zeus a testimone! Ti metto sotto processo davanti ai suoi occhi! Vediamo fin dove arriva questo complotto! Prendetelo!
    Clito [ultime parole]: Tu parli di complotto contro di te? E che dici del povero Parmenione? Hai fatto sporcare le mani a me! Non hai vergogna? Eh? Ipocrita! Despota! Falso re! E tua madre, la barbara, ti vede nella vergogna!
    [Alessandro prende allora una lancia e, con tutta la forza della rabbia e della disperazione, colpisce mortalmente Clito allo stomaco e gli urla in faccia, sotto gli occhi allibiti di tutti. Tutti piangono, compreso Alessandro che urla dalla disperazione.]
  • [Alessandro si trova di fronte al suo intero esercito, in India]
    Alessandro: È giusto avere paura. Tutti abbiamo paura. Perché nessuno è arrivato così lontano, finora. E ora siamo a poche settimane dall'oceano orientale, la nostra strada verso casa. Costruiremo una flotta di navi, e risalendo il Nilo, arriveremo sino in Egitto. Una volta ad Alessandria, saremo a casa in poche settimane. Potremo rivedere le persone care, condividere con loro i grandi tesori e i racconti dell'Asia, e gioire della nostra gloria fino alla fine dei tempi! [Alcuni lo acclamano, ma tutti i restanti restano muti] Perché... questo silenzio? È urgente un eroe. Dove sono finite le grandi Amazzoni che osano combattere e uccidere gli uomini? Dove sono andate? Tu, Meleagro, chi sono queste tribù davanti a noi rispetto a quelle che abbiamo già sconfitto? Lisimaco... Antiloco... Mi spezzate il cuore, voi uomini impauriti!
    [Arriva Cratero, accolto sia da acclamazioni che da insulti]
    Cratero: Mio re, non mi piacciono le lamentele, e non le tollero nella mia unità. Ma ho perso molti uomini. Giovani, mai stati con una donna. Alcuni sono morti di malattia. Altri massacrati in Scizia, sulle rive del fiume Oxo. Alcuni sono morti valorosamente. Altri, ancora, non hanno avuto nessuna fortuna, ma sono morti. Sono venuto con quarantamila uomini, otto anni fa, e abbiamo marciato con te, per più di diecimila miglia, sotto la pioggia, sotto il sole... abbiamo combattuto per te. Alcuni di noi sono stati impegnati in cinquanta battaglie. Abbiamo ucciso molti barbari. E ora quando mi guardo intorno, quante delle loro facce riconosco? E tu vuoi che combattiamo altre tribù di scimmie folli ancora più a oriente, sentiamo parlare di migliaia di mostri detti elefanti, e cento altri fiumi dobbiamo attraversare? [le sue parole vengono accolte da fragorose acclamazioni, positive e negative]
    Alessandro: Cratero... buon Cratero, chi meglio di te può parlare, nobilissimo tra gli uomini? Tu sai che non c'è una parte di me senza una cicatrice, un osso offeso da spada, coltello, pietra, catapulta, bastone... Ho condiviso tutte le difficoltà con voi!
    Cratero: Sì, è vero, mio re, e noi ti amiamo per questo! Ma per Zeus, troppi i morti! Tu non hai figli, Alessandro, e noi siamo uomini semplici. Non vogliamo disturbare gli dei. Noi desideriamo soltanto rivedere i nostri figli, e le nostre mogli, e i nostri nipoti per l'ultima volta, prima di raggiungere i fratelli nell'oscura casa che chiamiamo Ade.
    Alessandro: Sì... hai ragione, Cratero. Sono stato un indolente. Avrei dovuto mandare voi veterani per primi a casa, e lo farò. Sarete voi, gli Scudi d'Argento, i primi. E quanto a ogni uomo che ha servito per sette anni, avrà la giusta pensione dal nostro tesoro! Rispettati... ricchi... amati! Verrete trattati dalle vostre mogli e figli da eroi per il resto della vita... e godrete di una morte serena. Ma il tuo è un sogno, Cratero! La vostra semplicità è finita da tempo, quando avete preso amanti, avuto figli persiani, aumentato i vostri beni con bottini di guerra e gioielli... Perché vi siete innamorati di tutte le cose della vita che distruggono l'uomo! Non lo vedete?! E voi, come me, sapete che col passare degli anni, la memoria si affievolirà e tutte le vostre grandi vittorie svaniranno! Resterà solo un ricordo indelebile, quello di avere abbandonato il vostro Re in Asia, perché io andrò avanti con i miei asiatici!
    Soldato#1: Noi ti seguiremo, Alessandro! Ti amiamo!
    Soldato#2: Vogliamo tornare a casa, Alessandro!
    Soldato#3: Siamo stanchi di gloria! Vogliamo vedere mogli e figli prima di morire!
    Soldato#4: Io ho dei nipoti che non ho mai visto!
    Alessandro: Io ho pagato i vostri figli bastardi! Non ho tenuto niente per me, e vi ho chiesto solamente un altro mese!
    Soldato#5: Vergogna! Cosa direbbe tuo padre?
    Alessandro: Io vi ho portato più lontano di quanto mio padre abbia mai sognato!
    Soldato#4: Troppo lontano!
    Alessandro: E allora tornate a casa! Mi rivolgo ai barbari e al loro coraggio! Valgono niente!
    Soldato#1: Ci vuole morti! Così nessuno può raccontare i suoi crimini!
    Alessandro: Chi l'ha detto?
    Soldato#1: Non torneremo mai in Macedonia!
    Alessandro: Essere spregevole e vigliacco, vieni avanti! Fai le tue accuse in pubblico!
    Soldato#2: Ci farai ammazzare!
    Soldato#6: Ha! Figlio di Zeus... sporchi la memoria del tuo vero padre!
    Soldato#7: O hai assassinato anche lui come hai fatto con Clito?
    Alessandro: Nasconditi! Nasconditi tra la folla, tanto io ti toglierò la vita! [mentre parla, viene colpito dalla carcassa di un animale lanciatagli addosso, e questo lo infuria tanto che lui si getta sui suoi stessi soldati come impazzito] Quell'uomo insulta il mio onore e la mia paternità! Arrestatelo! E anche lui! E anche tu! Questo insolente di Demetrio mi ha dato dell'assassino! Non ho quel sangue sulle mie mani! E anche lui, sì, conoscerai il dolore del tradimento! Anchilo! Ti prendi gioco della lealtà di Clito e mi dici che sarei stato capace di fare del male a mio padre! Dopo tutto quello che ho fatto per voi! Bastardi! Vigliacchi! Traditori! [Cratero gli para davanti commiserevole, e Alessandro si ferma un attimo, ma poi continua] Avanti, allora! Dove sono le vostre lame?!
  • Efestione [sul suo capezzale, afflitto dal tifo]: Mi sento meglio... presto starò in piedi.
    Alessandro: Partiamo per l'Arabia in primavera e non posso partire senza di te.
    Efestione: Per l'Arabia... Mi vestivi da sceicco... e brandivi la tua scimitarra di legno.
    Alessandro: Eri l'unico che non lasciavo mai vincere. L'unico che sia stato onesto con me. Mi hai salvato da me stesso. Ti prego, non lasciarmi, Efestione.
    Efestione: Mio Alessandro... ricordo il giovane che voleva essere Achille e lo avrebbe anche superato...
    Alessandro: E tu Patroclo... e poi che è successo? Il nostro era un sogno in cui credono solo gli uomini...
    Efestione [ultime parole]: Ma che bel sogno era quello... Mi preoccupa lasciarti senza di me.
    Alessandro: Io non sono nulla senza di te. Coraggio, combatti, Efestione. Moriremo insieme... è nostro destino. [inizia ad allontanarsi verso la finestra, voltandogli le spalle ignaro che Efestione sta esalando il suo ultimo respiro] Avremo figli e mogli, e i nostri bambini giocheranno insieme come abbiamo fatto noi. Mille navi faremo salpare da qui [Babilonia], Efestione. Navigheremo intorno all'Arabia, e risaliremo il golfo fino all'Egitto. Da lì costruiremo un canale nel deserto, fino al mare di mezzo [il Mediterraneo]. E poi ci sposteremo a Cartagine, e quella grande isola, la Sicilia, ci pagherà cospicui tributi. E dopo, la tribù romana, grandi combattenti, li batteremo. E poi esploreremo le foreste del nord... e le colonne d'Eracle, fino all'oceano occidentale. E un giorno, tra meno di dieci anni, Babilonia, con il suo immenso porto, sarà il centro del mondo. Le Alessandria cresceranno, le popolazioni si mischieranno e viaggeranno liberamente, l'oriente e l'occidente si uniranno... e noi invecchieremo, Efestione, e dalle nostre torri contempleremo questo nuovo mondo. [si volta e vede Efestione ormai privo di vita, con gli occhi spalancati, e si rivolge a lui in lacrime] Efestione... Efestione...

Explicit

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  • Tutta la vita [Alessandro] ha combattuto per liberarsi dalla paura; e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia. E se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento, e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita, Kadmo, ma gloria e memoria apparterranno per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione. E il più grande di questi è colui che ora chiamano... Megas Alexandros. Alessandro il Grande. (Tolomeo)

Citazioni su Alexander

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  • Un'opera molto originale, che non può essere confrontata con nessun altro film epico: davvero non riesco a capire perché non sia piaciuto. (Val Kilmer)

Altri progetti

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