Ashoka

sovrano dell'impero Maurya
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Aśoka il Grande, spesso traslitterato in Ashoka (304 a.C. – 232 a.C.), sovrano dell'impero Maurya.

Ashoka in viaggio sul suo carro

Citazioni di Ashoka

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  • Io non mi soddisfo nel lavoro e nel concludere degli affari. Io considero come mio dovere il bene di tutto il mondo: perché non c'è un'attività superiore al fare il bene del mondo intero. Così ogni mio sforzo è fatto per sciogliere il mio debito verso le creature: quaggiù mi adopero perché siano felici, nell'altro mondo io voglio che acquistino il cielo.[1]
  • Le sette altrui meritano tutte rispetto per una ragione o per l'altra.[2]
  • Qui nessun animale può essere ucciso... Nella cucina della sacra e graziosa maestà del re prima si uccidevano ogni giorno molte migliaia di animali per farne brodi. Ma ora, nel momento della promulgazione di questo pio editto, si uccidono soltanto tre animali, due pavoni e una gazzella, e la gazzella non sempre. In avvenire non saranno uccisi nemmeno questi tre animali...[3]

Incipit del Primo editto su roccia

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Questo testo della Legge è stato inciso su ordine del re amico degli dèi, dallo sguardo amichevole. Qui è proibito, offrendo sacrifici, uccidere un qualsiasi essere vivente. Qui è anche proibito tenere assemblee, perché il re amico degli dèi, dallo sguardo amichevole, vede un gran male nelle assemblee.[4]
[traduzione francese di J. Bloch, 1950; citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni su Ashoka

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  • Il ruolo di Costantino nella storia del Cristianesimo può essere paragonato a quello di Ashoka nella storia del Buddhismo. Entrambi agirono tre secoli dopo il loro maestro, ed entrambi trasformarono una religione indifferente alla politica ed anche all'ordine sociale in una religione di stato. [...] Mentre, però, Ashoka predicò e praticò la non-violenza e la tolleranza religiosa, Costantino si impegnò, appena ebbe conquistato il trono, ad estirpare due eresie. (Joseph Campbell)
  • L'imperatore Ashoka, che regnò conformandosi ai princìpi della non violenza e della comprensione, è sempre esaltato come il re buddista ideale. (Aung San Suu Kyi)
  • L'impero di Açoka che durò dal 273 al 232 av. C. è una delle meraviglie della storia mondiale. (Carlo Formichi)
  • Tra tutti i sovrani buddisti il più celebre è Asoca, nipote del celebre Candragupta [...].
    Asoca si convertì nel suo decimo anno di governo alla religione di Budda, già allora divisa in numeroso sètte, e ne fu un seguace fanatico. Egli eresse dovunque conventi e pagode; donò ai mendicanti enormi latifondi; persuase i suoi sudditi a fare altrettanto; impose la religione a lui cara colle minacce, e la rese ufficiale nel suo vasto impero.
    I buddisti gli sono, per una tal cosa, molto riconoscenti; Asoca venne quasi divinizzato; è uno dei pochissimi, dei quali sono certi che abbia raggiunto il Nirvana, e gli tributano un culto simile a quello che i greci scismatici tributano all'imperatore Costantino, col quale ha qualche rassomiglianza. (Ugo Mioni)
  • Ashoka divenne un fervente buddista e tentò con tutte le sue forze di diffondere il Dharma. Ma non esercitava alcuna forza o costrizione. Solo conquistando i cuori degli uomini tentò di fare convertiti. Gli uomini di religione sono stati raramente, molto raramente, tolleranti quanto Ashoka.
  • La passione di Ashoka per la protezione della vita si estendeva anche agli animali. Ospedali fatti apposta per loro furono eretti e i sacrifici d'animali furono proibiti. In entrambe queste questioni, era alquanto in anticipo rispetto alla nostra epoca.
  • Temo di avere un debole per criticare re e principi. Vedo poco da ammirare o ossequiare in loro. Ma ora stiamo arrivando a un uomo che, sebbene fosse un re e un imperatore, era grande e degno di ammirazione. Era Ashoka, nipote di Chandragupta Maurya.
  1. Da Sesto editto su roccia, sec. III a.C.; citato in Guido Ceronetti, Tra pensieri, Adelphi, Milano, 1994, n. 1.
  2. Citato in Amartya Sen, Identità e violenza, III, p. 52.
  3. Dall'editto XIV, scolpito nella piramide silicea di Kalsi e nelle rocce granitiche di Girnal; citato in Carlo Coccioli, Budda e il suo glorioso mondo, Piccolo Karma Edizioni, Milano, 2015, p. 203. ISBN 9788897531159
  4. È il primo dei XIV editti che l'imperatore Asoka, convertitosi al buddhismo, fece incidere su roccia in varie parti e nelle varie lingue dell'India.

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