Victor Cousin
filosofo francese
Victor Cousin (1792 – 1867), filosofo e storico della filosofia francese.

Citazioni di Victor Cousin
modifica- L'arte per l'arte. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 554)
- La morale è l'intera scienza del soggettivo e dell'obbiettivo morale. – La conoscenza del dovere per ciò che è dovere senza alcun riguardo a qualsiasi conseguenza. (citato in Baldassarre Poli, Saggio d'un corso di filosofia, p. 8, Volume 4, Parte 1, 1832)
- La Prussia, il paese classico delle scuole e delle caserme. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 329)
Citazioni su Victor Cousin
modifica- È risaputo che il Cousin ha cercato di rendere chiare, popolari, le idee attinte soprattutto nel sistema dell'Hegel; ma non si può dire che l'Idealismo assoluto, col diventare Eclettismo, abbia acquistato in profondità quanto in facile chiarezza. Le lezioni dettate nel 1828 e nel 1829, come Introduzione alla Storia della Filosofia, contengono il sistema di Filosofia della Storia del Cousin. Ai sistema dell'Hegel, che il Cousin finì per ripudiare come soverchiamente panteista, appartiene tutto ciò che elleno hanno di più vero, di più ardito; ma l'uso di quella dialettica che consiste nell'affermare e nel negare contemporaneamente, nel dire che una cosa è e non è, nel dir di sì e di no, diventa oltremodo esagerato. Anche nel libro del Cousin è impossibile di arrivare a sapere con precisione se Dio sia nel mondo, nella Storia o fuori di essa. Esso è dentro e fuori. Un momento egli vi pare quello che è, cioè principio, legge inerente alla Storia, la quale è fatta dalla natura umana; un altro momento se ne parla come di una persona distinta, che ha i suoi piani, i suoi fini, i suoi modi d'intervento, che veglia o che dorme e simili. (Nicola Marselli)
- La grandezza del signor Cousin appare tanto più luminosa quando si vede ch'egli ha imparata la filosofia tedesca senza sapere la lingua in cui questa viene insegnata. Quanto questo genio sorprende noi uomini comuni, che solo con grande fatica comprendiamo questa filosofia sebbene dall'infanzia abbiamo famigliare la lingua tedesca! (Heinrich Heine)
- Sì, io non posso [fare] a meno di biasimare amaramente il signor Cousin per una circostanza: questa, ch'egli, che ama la verità non meno di Platone e di Tennemann, è ingiusto verso sé stesso, calunnia sé stesso, tentando di persuaderci che egli ha tolto alcunché a prestito dalla filosofia dei signori Hegel e Schelling. Io devo difendere il signor Cousin da questa auto-accusa. Sulla mia parola e sulla mia coscienza! questo brav’uomo non ha rubato nulla alla filosofia dei signori Schelling e Hegel, e se si è portato a casa qualcosa come ricordo di questi due, fu soltanto la loro amicizia. (Heinrich Heine)
- Verso la fine della prima metà del secolo ebbe la prevalenza quella forma di filosofia del Cousin che da eclettica come si era annunciata in origine, si era sempre più andata accostando allo spiritualismo; ma era uno spiritualismo timido, diffidente sia delle ricerche delle scienze sperimentali che delle audaci costruzioni della metafisica tedesca; insomma la filosofia che il Cousin fece dominare nelle scuole francesi era una dottrina più adatta ai letterati o agli uomini politici che non alle menti veramente filosofiche. (Adolfo Levi)
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