Trainspotting

film del 1996 diretto da Danny Boyle

Trainspotting

Immagine Trainspotting-logo.svg.
Titolo originale

Trainspotting

Lingua originale inglese
Paese Gran Bretagna
Anno 1996
Genere commedia, drammatico
Regia Danny Boyle
Sceneggiatura John Hodge
Produttore Andrew Macdonald
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trainspotting, film del 1996 con Ewan McGregor, regia di Danny Boyle, tratto dall'omonimo libro di Irvine Welsh.

Mark [voce fuori campo]: Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.
Tifosa: Vai col goal!
Mark [voce fuori campo]: Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?[1]

  Citazioni in ordine temporale.

  • La gente pensa che si tratti di miseria, disperazione, morte, merdate del genere, che pure non vanno ignorate. [...] Ma, quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole, [...] sennò noi non lo faremmo. [...] In fondo non siamo mica stupidi! Almeno non fino a questo punto, e che cazzo! Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini. [...] Quando ti buchi hai una sola preoccupazione: farti. E quando non ti buchi, di colpo, devi preoccuparti di tutto un sacco di cazzate: non hai i soldi, non puoi sbronzarti. Hai i soldi, bevi troppo. Non hai una passera, non scopi mai. Hai una passera, rompe le palle. Devi pensare alle bollette, al mangiare, e a qualche squadra di calcio di merda che non vince mai, ai rapporti umani, e a tutte quelle cose che invece non contano quando hai una sincera e onesta tossicodipendenza. (Mark) [voce fuori campo; riferito all'eroina]
  • Rinunciare alla roba, fase uno: preparazione. Per questa cosa ti serve: una stanza da cui non puoi uscire, musica distensiva, salsa di pomodoro dieci scatole; zuppa di funghi, otto scatole, da consumare fredda; gelato, vaniglia, una confezione grande; magnesia, latte di, una bottiglia; aspirina, collutorio, vitamine, acqua minerale, aranciata... pornografia. Un materasso, un secchio per l'urina, uno per le feci, uno per il vomito. Un televisore e una boccetta di Valium. Me la sono già procurata da mia madre che è "nel suo modo domestico e socialmente accettabile" una drogata anche lei. Ora sono pronto: mi ci vuole solo un'ultima dose per calmare i dolori, mentre il Valium fa effetto. (Mark) [voce fuori campo]
  • L'eroina rende costipati. L'eroina dell'ultima pera sta per svanire e le supposte devono ancora sciogliersi. [si piega su se stesso, avvertendo forti fitte alla bocca dello stomaco] Non sono più costipato. (Mark) [voce fuori campo]
  • Sogno un immenso bagno pubblico incontaminato. Rubinetti d'oro scintillante. Marmo bianco virginale. Una tavoletta di ebano. Uno sciacquone pieno di Chanel numero 5 e un lacchè che mi porge fogli di carta igienica in seta cruda. Ma date le circostanze, qualunque posto va bene. (Mark) [voce fuori campo]
  • Il brutto, quando smettevo con la droga è che sapevo che ritornavo dai miei amici in uno stato di lucidità assoluta. Era spaventoso. Mi ricordavano talmente me stesso che quasi non riuscivo a guardarli. Prendete Sick Boy per esempio. Aveva smesso di farsi nel mio stesso periodo, non perché lo voleva, badate, ma solo per irritarmi. Solo per dimostrarmi quanto gli era facile, sminuendo di conseguenza i miei sforzi. Un subdolo scassacoglioni, no? E mentre io volevo solo starmene per conto mio a compiangermi, lui insisteva a illustrarmi di nuovo la sua unificante teoria della vita. (Mark) [voce fuori campo]
  • Senza eroina cercavo di condurre una vita utile e gratificante da bravo cittadino. (Mark) [voce fuori campo]
  • Mi spasso nel vedere le persone a spasso![2] (Spud)
  • [Dopo che Begbie ha finito di raccontare] Fine. Quella era la storia di Begbie, o almeno la versione di Begbie della storia. Ma qualche giorno dopo ho saputo la verità da Tommy. Sapevi sempre la verità da Tommy. Era una delle sue più grandi debolezze: non diceva mai bugie, non prendeva mai droghe e non fregava mai nessuno. (Mark) [voce fuori campo]
  • Neanche si faceva di droga, si faceva di gente lui! [Begbie] Lo mandava fuori di testa, gli scatenava i sensi. (Mark)
  • [Guardando assieme a Sick Boy un porno amatoriale di Tommy e Lizzy] E mentre guardavo il video intimo e molto personale, rubato solo poche ore prima da uno dei miei migliori amici, capii che nella mia vita mancava qualcosa di importante. (Mark) [voce fuori campo]
  • La situazione si faceva seria: il giovane Renton notò la rapidità con cui quelli che avevano successo nella sfera sessuale e non, si segregavano dai perdenti. L'eroina aveva rapinato Renton delle sue voglie sessuali, ma ora queste tornavano per vendicarsi, e mentre l'impotenza di quei giorni svaniva nel ricordo, una tetra disperazione invase la sua mente sconvolta dal sesso. La sua libidine di ex tossico alimentata dall'alcool e dalle anfetamine lo tormentava senza rimorsi col suo desiderio inappagato, puntini, puntini, puntini. (Mark) [voce fuori campo]
  • Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione? La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale, – Taxi!! – un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?[3] (Dianne) [a Mark]
  • Mi hai sentito? Mi aspetto che tu sia un amante rispettoso e prudente, generoso ma risoluto. Se fallissero per colpa tua queste ragionevolissime aspettative si ritornerà inequivocabilmente ad una situazione senza sesso, d'accordo? (Gail) [rivolta a Spud]
  • [Nel momento dell'orgasmo] Non mi sentivo così da quando Archie Gemmill ha segnato con l'Olanda nel '78. (Mark)
  • E fu più o meno in quel momento che Spud, Sick Boy e io prendemmo la sana, motivata e democratica decisione di tornare all'eroina al più presto. Ci vollero circa dodici ore. Pare facile, ma non lo è. Sembra una scampagnata, una scelta comoda. Ma vivere così è un lavoro a tempo pieno. (Mark) [voce fuori campo]
  • Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione – giusto? – della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi, no? Cazzo! (Sick Boy)
  • Voglio provarla Mark! Tu sei sempre lì a dire che è il massimo, ecc. Che è meglio del sesso. Avanti Mark, sono adulto, cazzo, posso scoprirlo da solo. Ho qui i soldi. (Tommy) [riferito all'eroina]
  • La personalità, insomma è questo che conta giusto? La personalità è questo che permette a un rapporto di durare negli anni... Come l'eroina, voglio dire, l'eroina sì che ha una grande personalità. (Sick Boy)
  • Swanney ci insegnò ad amare e rispettare il servizio sanitario nazionale, perché era la fonte di quasi tutta la nostra roba. Rubavamo farmaci, ricette. Le compravamo, vendevamo, scambiavamo, falsificavamo, fotocopiavamo. O scambiavamo droghe con le vittime del cancro, gli alcolizzati, i vecchi pensionati, i malati di AIDS, gli epilettici e le casalinghe frustrate. Prendevamo morfina, diacetilmorfina, ciclozina, codeina, temazepam, nitrazepam, fenobarbitale, amobarbitale, propossifene, metadone, nalbufina, petedina, pentazocina, buprenorfina, destromoramide, clometiazolo. Le strade schiumano di droghe contro il dolore e l'infelicità. Noi le prendevamo tutte. Ci saremmo sparati la vitamina C se l'avessero dichiarata illegale. (Mark) [voce fuori campo]
  • Grazie vostro onore, con l'aiuto di Dio voglio sconfiggere questa terribile afflizione. (Mark) [di fronte al giudice]
  • C'è di meglio dell'ago Renton, scegli la vita. (Sick Boy)
  • Magari fossi finito dentro al posto di Spud! Eccomi là, circondato dalla mia famiglia e dai cosiddetti amici. Non mi ero mai sentito così solo, mai in tutta la vita. La pena era sospesa e stavo in questo programma: dipendenza sponsorizzata dallo stato. Tre dosi di metadone dolciastro al giorno invece della roba. Ma non basta mai. E in questo momento meno che mai. Le ho prese tutte e tre stamattina e ora mi aspettano diciotto ore per la prossima dose. Il sudore sulla schiena è come uno strato di congela. Devo andare a trovare Madre Superiora. Per una pera. Una pera, cazzo! Per superare questa lunga giornata dura. (Mark) [voce fuori campo]
  • Ancora non mi sento male, ma è in arrivo, questo è certo. Sono nel limbo dei tossici adesso: troppo a pezzi per dormire, troppo stanco per stare sveglio. Ma i sintomi della rota sono in viaggio. Sudori, brividi, nausea, dolori e voglia di droga. Un bisogno diverso da tutti gli altri sta per abbracciarmi. È in arrivo. (Mark) [voce fuori campo]
  • Pare che comunque io sia davvero il tizio più fortunato del mondo. Anni di dipendenza dalla droga in piena epidemia circondato da morti viventi. Ma io no. Io sono negativo. [riferito all'AIDS] È ufficiale. E quando il dolore se ne va comincia la vera battaglia: depressione, noia, ti senti così schifosamente giù che vuoi farti fuori da solo. (Mark) [voce fuori campo]
  • "Non ci pensare." "Non è un problema." Non per me comunque. Certo è facile fare filosofia quando lo stronzo con la merda nel sangue è un altro. (Mark) [voce fuori campo; riferito a Tommy]
  • Non mi ero sistemato troppo male e me ne stavo per i fatti miei. Certo qualche volta pensavo ai ragazzi ma perlopiù non ne sentivo la mancanza, questa [Londra] era la città del boom, dove nel caos qualunque idiota poteva arricchirsi, molti lo facevano. [...] Mi piaceva il suono delle parole: guadagni, perdite, margini, subentrare, affittare, subaffittare, rateizzare... imbrogliare, fregare, spartirsi, scappare. [...] Non esisteva quella cosa chiamata società, e anche se ci fosse stata, non ne facevo parte. Per la prima volta nella mia vita di adulto, ero quasi soddisfatto. (Mark) [voce fuori campo]
  • Dianne aveva ragione: il mondo sta cambiando, la musica sta cambiando, le droghe stanno cambiando, perfino gli uomini e le donne stanno cambiando.[4] Tra mille anni non ci saranno più maschi e femmine, solo segaioli. Per me va benissimo. Peccato che nessuno l'abbia detto a Begbie. [riferendosi al fatto che Begbie non si stava accorgendo di avere effusioni con un travestito] [...] Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità. Ma provate a dirlo a Begbie. (Mark) [voce fuori campo]
  • Dall'ultima volta che lo avevo visto, Sick Boy si era reinventato pappone spacciatore. Era venuto, disse, per mescolare affari e piacere. Per prendere contatti, come mi informava costantemente, per quel gran movimento di roba che un giorno lo avrebbe reso ricco. (Mark) [voce fuori campo]
  • Dovevo liberarmi di loro. Sick Boy non concluse il suo affare di droga e non diventò ricco. Invece lui e Begbie stazionavano nella mia monocamera in cerca di qualcosa da rubare. Decisi di piazzarli nel posto peggiore del mondo. Ma naturalmente non pagavano l'affitto. Perciò quando il mio capo trovò due coglioni disperati, Sick Boy e Begbie si sentirono in pericolo. [...] E fu la fine. Ma avevamo un'altra ragione per tornare: Tommy. (Mark) [voce fuori campo]
  • Io non voglio che tu pianga mai, | sul mio baio c'è posto per due. | Monta qui Tommy, non morir sai | e andrò veloce anche in due. | Noi da grandi faremo i soldati | e i cavalli non saran più trastulli, | e chi sa se ricorderemo | quando si era due fanciulli. (Spud) [cantando]
  • Avevo in mente varie possibilità su quello che poteva succedere a Londra. Cosa di cui non volevo parlare con nessuno, idee che era meglio tenere per me. Quello che nessuno mi aveva detto è che una volta comprata la roba, un fortunato tra noi doveva provarla. Begbie non si fidava di Spud e Sick Boy in quei giorni era troppo prudente. Così mi tirai io su la manica. Mi infilzai la vena. E feci quello che andava fatto. (Mark) [voce fuori campo]
  • Sì, la roba era buona. Mi ripromisi di farmene un'altra prima di arrivare a Londra, solo un'altra, in onore dei vecchi tempi. Solo per far incazzare Begbie. Era il suo incubo. Il traffico più rischioso di una vita di traffici rischiosi, messo in piedi da tre dei più inutili e inaffidabili sbandati della città. Sapevo cosa gli passava per la testa: al primo guaio a Londra ci avrebbe mollato subito. Non poteva fare diversamente. Se lo pizzicavano con una borsa piena di roba e in più con quella rapina a mano armata finiva dentro per quindici, vent'anni. Begbie era un duro, ma non tanto da non cagarsi sotto davanti a vent'anni di carcere. [preparando il braccio per una dose di eroina] Questa doveva essere la mia ultima pera, ma cerchiamo di essere chiari: c'è ultima pera e ultima pera. Questa di che genere era? (Mark) [voce fuori campo]
  • Ci inquadrò subito per quello che eravamo: mezze tacche perditempo a cui era capitato un grosso affare. (Mark) [voce fuori campo]
  • E per un momento fu davvero grandioso. Eravamo tutti insieme, amici, la cosa aveva un significato. Un momento come quello può toccarti nel profondo, ma non dura a lungo, non quanto sedicimila sterline. (Mark) [voce fuori campo]

Dialoghi

modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Mark [voce fuori campo]: E l'unico svantaggio, per lo meno lo svantaggio più grosso, è che devi sciropparti una serie di stronzi che ti dicono: [partono vari flashback]
    Begbie: Neanche morto mi avvelenerei il corpo con quella merda, tutte quelle schifezze chimiche. [bevendo tutto d'un fiato un superalcolico] Neanche morto, cazzo.
    Tommy: Sprechi la vita bello avvelenandoti il corpo con quella merda.
    Mr. Renton: Tutte le occasioni che avevi figliolo le hai buttate via. Per riempirti le vene con quello schifo.
    Mark [voce fuori campo]: Di tanto in tanto perfino io ho pronunciato le parole magiche:
    Mark: Mai più Swanney, basta con questa storia! [l'eroina]
    Swanney: Dici sul serio?
    Mark: Sì, mai più. Ho chiuso con questa merda.
    Swanney: Dipende solo da te...
    Mark: Faccio davvero stavolta. Voglio uscirne una volta per tutte!
    Swanney: L'ho già sentita questa cosa.
    Mark: Il "Metodo Sick Boy"!
    Swanney: Ah, con lui ha funzionato, eh? [indicando Sick Boy, steso a terra addormentato dopo essersi iniettato dell'eroina]
    Mark: Be', gli è sempre mancata la fibra morale![5]
    Swanney: Sa un sacco di cose su Sean Connery...
    Mark: Questo non è un sostitutivo!
    Swanney: Hai bisogno di un'altra pera?
    Mark: No, non credo, no!
    Swanney: Hai davanti una lunga notte.
    Mark [voce fuori campo, riferito a Swanney]: Lo chiamavamo Madre Superiora per l'età della sua dipendenza. Certo che mi sarei fatto un altro schizzo! Dopo tutto mi aspettava del lavoro.
  • Sick Boy: È certo un fenomeno di ogni stadio della vita...
    Mark: Che vuoi dire?
    Sick Boy: Be', a un certo punto ce l'hai... poi lo perdi. E se ne è andato per sempre, in ogni stadio della vita. Georgie Best, per esempio, ce l'aveva... e l'ha perso. O David Bowie, o Lou Reed.
    Mark: Lou Reed ha fatto cose da solista niente male...
    Sick Boy: No, non sono male, ma neanche grandiose, no? E in cuor tuo lo sai che anche se ti suonano bene in effetti sono solo... cagate!
    Mark: Poi chi altro?
    Sick Boy: Charlie Nicholas, David Niven, Malcolm McLaren, Elvis Presley...
    Mark: D'accordo, d'accordo, d'accordo! Insomma, che cosa cerchi di dimostrare?
    Sick Boy: La sola cosa che cerco di fare, Mark, è darti una mano a capire che Il nome della rosa è appena un barlume di una altrimenti ininterrotta traiettoria discendente. [riferito alla carriera post-James Bond di Sean Connery]
    Mark: E che mi dici de Gli intoccabili?
    Sick Boy: Quello neanche lo considero.
    Mark: Nonostante il premio Oscar?
    Sick Boy: Non significa un cazzo di niente! È per simpatia che l'hanno votato.
    Mark: Così tutti invecchiamo, non ce la facciamo più e questo è quanto?
    Sick Boy: Già.
    Mark: Questa è la tua teoria?!
    Sick Boy: Sì. Magnificamente illustrata, cazzo!
  • [Dopo aver gettato, dal piano di sopra, un boccale di birra vuoto al pub, ferendo gravemente una donna al volto]
    Begbie: Va bene! Va bene, va bene! S'è beccata una bicchierata e nessuno esce di qua finché non scopriamo chi è stato!
    Ragazzo: Chi cazzo sei tu?
    Begbie [urlando]: Sì!!! [gli dà un calcio nei testicoli, scatenando una rissa]
  • [In gita nelle Highlands]
    Tommy: Non vi sentite orgogliosi di essere scozzesi?
    Mark: È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà. Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! D'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe. Non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce! Noi siamo in una situazione di merda, Tommy, e tutta l'aria fresca del mondo non potrà cambiare uno stracazzo di niente.
  • [Dopo aver rinvenuto il corpo senza vita di Dawn, la figlia neonata di Allison e Sick Boy]
    Mark [voce fuori campo]: Ma i bei tempi non potevano durare in eterno. Credo che Allison avesse urlato tutto il giorno. Ma prima non se n'era accorto nessuno. Per me poteva aver gridato per una settimana. Erano giorni che non sentivo parlare. Qualcuno avrà pure detto qualcosa in tutto quel tempo, cazzo qualcuno l'avrà fatto.
    Spud: Alli... Allison... Calmati, tutto si aggiusterà.
    Mark [voce fuori campo]: Niente poteva essere più lontano dalla verità. Infatti niente si sarebbe più aggiustato. Anzi tutto stava per andare male. Male? Voglio dire che tutto stava per andare ancora peggio di quanto non fosse già. [...] Non era mia figlia, non era mia figlia la piccola Dawn non era mia, di Spud, di Swannie, di Sick Boy... non lo so. Forse Allison lo sapeva forse no. Magari fossi riuscito a dire qualcosa, qualcosa di sensibile, qualcosa di umano. [...] E [Allison] si fece, potevo capirla, per cacciare via il dolore. Così preparai la roba e lei si fece. Ma solo dopo di me. Non ci fu bisogno di dirlo. Be' almeno ora sapevamo chi era il padre. Quel giorno non morì solo la bambina. Qualcosa dentro Sick Boy si perse e non tornò più. A quanto pare non aveva una teoria per spiegare un momento come quello. E nemmeno io. La nostra sola risposta fu di continuare a mandare tutto a farsi fottere. Accumulare miseria su miseria, ammucchiarla in un cucchiaio e dissolverla con una goccia di bile. Poi spararla in una schifa di vena purulenta e ricominciare daccapo. Andare avanti, alzarsi, uscire, rapinare, rubare, fottere la gente spingendoci impazienti verso il giorno in cui tutto sarebbe andato storto. Perché non importa quanta roba rimedi, o quanto rubi: non ne hai mai abbastanza. Non importa quante volte esci per rubare o inculare la gente: hai sempre bisogno di ricominciare. Prima o poi, questa cosa doveva capitare.
  • Mark? [voce fuori campo]: Uno che può dire? Begbie aveva una frase adatta:
    Begbie: Cazzo era chiaro che quello stronzo si inculava un povero stronzo!
  • Mark: Che c'è sul menù stasera signore?
    Swanney: Il suo piatto preferito.
    Mark: Eccellente!
    Swanney: Il solito tavolo signore?
    Mark: Ma certo grazie.
    Swanney: Ah. Il Signore desidera pagare per caso in anticipo?
    Mark: No, sul mio conto prego.
    Swanney: Ah mi rincresce informarla signore che il suo credito ha raggiunto e superato il limite parecchio tempo fa.
    Mark: Oh be', in questo caso..
    Swanney: Aah, denaro contante andrà benissimo. [controllando l'autenticità della banconota da venti sterline] Non si è mai troppo cauti quando si ha a che fare con uno come lei vero signore..
    Oh il signore gradisce un antipasto, una tartina magari?
    Mark: No grazie, passerò direttamente ad un'iniezione in vena di droga pesante per favore.
    Swanney: Come desidera, signore, come desidera.
  • Dianne: Non è che ringiovanisci, Mark. Il mondo sta cambiando. La musica cambia, anche le droghe cambiano. Non puoi startene qui tutto il giorno a pensare all'eroina e a Ziggy Pop.
    Mark: È Iggy Pop...
    Dianne: Quello là, insomma, tanto ormai è morto.
    Mark: No, no, non è morto. Ha fatto una tournée l'anno scorso, Tommy è andato a vederlo.
    Dianne: Il punto è che ti devi trovare qualcosa di nuovo.
  • Begbie: Senti io non sono un finocchio, fine del discorso! [riferendosi all'incidente col travestito]
    Mark: Ammettilo, poteva essere meraviglioso. [Begbie lancia la sua sigaretta a Mark, dopo di che lo prende sollevandolo per il collo]
    Begbie: Apri bene quelle orecchie schifoso drogato di merda: uno scherzo è uno scherzo, tu dillo un'altra volta e ti affetto! È chiaro?
  • [Al funerale di Tommy]
    Gavin: Tommy sapeva di avere il virus [HIV] ma non sapeva che ormai era andato.
    Mark: Cosa aveva? Polmonite o cancro?
    Gavin: No, toxoplasmosi. È come un infarto.
    Mark: Com'è stato?
    Gavin: Voleva rivedere Lizzy, lei non lo lasciava neanche avvicinare così le ha comprato un regalo, le ha preso un gattino ma Lizzy gli ha detto dove se lo poteva ficcare. Proprio così. «Non voglio un gatto» gli ha detto «ficcatelo in culo!» Ed ecco Tommy incastrato con questo gattino. Non ti immagini quel che è successo... [il prete comincio il rito funebre] [...]
    Mark: Cosa?
    Gavin: Il gattino viene trascurato: piscia e caga per tutta quanta la casa. Thomas se ne stava sbracato a letto, con gli occhi di fuori per l'eroina e gli antidepressivi. Non sapeva che si poteva prendere la toxoplasmosi con la merda di gatto. [Begbie si gira e li rimprovera con lo sguardo, i sue smettono di parlare per un po']
    Mark: Neanche io, che cos'è?
    Gavin: È una cosa orribile! È come un ascesso al cervello!
    Mark: Porca vacca! E che è successo?
    Gavin: Comincia ad avere questi mal di testa, così lui si fa di più per il dolore, tipo, e poi gli viene un colpo. Che colpo! All'improvviso! Torna dall'ospedale e tre settimane dopo muore. Era morto da una vita quando i vicini si sono lagnati per la puzza. Hanno chiamato la polizia per abbattere la porta. Tommy era a terra, faccia in giù nel vomito. Il gattino stava bene.

Mi sono giustificato con me stesso in tante maniere diverse, non era niente di che, solo un piccolo tradimento, o... i nostri rapporti erano cambiati, sapete cose così... ma ammettiamolo li avevo bidonati, i miei cosiddetti amici. Di Begbie non me ne fregava un cazzo e Sick Boy avrebbe fatto lo stesso con me se c'avesse pensato per primo. Di Spud, be', d'accordo per Spud mi dispiaceva, non aveva mai fatto del male a nessuno lui. [...] Allora perché l'ho fatto? Potrei dare un milione di risposte tutte false. La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà, io cambierò, è l'ultima volta che faccio cose come questa. Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita.[6] Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, Natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai. (Mark) [voce fuori campo]

  1. Nel trailer del film in lingua italiana vengono riprese alcune parti del monologo iniziale: «Scegliete una vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete una famiglia; scegliete un megatelevisore del ... [la parola "cazzo" viene censurata], [...] scegliete lavatrici, automobili, il fai da te, e chiedetevi chi ... [la parola "cazzo" viene censurata] siete la domenica mattina. [...] Scegliete un mutuo ad interesse fissi, scegliete la moda casual e le valigie abbinate, scegliete un salotto di tre pezzi a rate, ricopritelo con una stoffa del ... [la parola "cazzo" viene censurata], [...] in due sul divano a strintellarvi il cervello e lo spirito con i quiz, ingozzandovi di schifezze del ... [la parola "cazzo" viene censurata], [...] scegliete gli amici, scegliete il futuro, scegliete la vita.»
  2. Nel trailer in lingua italiana il dialogo viene proposto in maniera diversa:
    «Esaminatore: Signor Murphy, lei ha mentito nella sua domanda di assunzione...
    Spud: Oh sì, oh sì, solo per rifilare un piede nella porta.
    Esaminatore: Esattamente cosa l'attira del settore turistico?
    Spud: In due parole, mi spasso, ehm, mi spasso nel vedere le persone a spasso.»
  3. Nel trailer in lingua italiana viene pronunciata diversamente: «Sei un tipo tranquillo, sensibile, sei un po' cattivo e un po' pazzoide, ma ehi, non è questo che fa sbarellare noi ragazze?»
  4. Riferendosi a una precedente frase di Dianne.
  5. Nel trailer in lingua italiana, la frase viene leggermente modificata: «Be', a lui è sempre mancata la fibra morale!»
  6. Riferimento al monologo iniziale.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica