Tragedia di Superga

incidente aereo che coinvolse il "Grande Torino"

Citazioni sulla tragedia di Superga.

  • Il lutto è atroce. La tragedia ci appare come una maledizione biblica, non meritata dal Torino né dall'Italia. Poi, com'è fatale, se ne ricercano le cause al di fuori del tragico destino che ha consentito la sciagura. Affiorano le miserie più vili, le astuzie torbide, i sotterfugi illegali. Vi è chi parla di contrabbando di valuta e persino di droga, di un cambio di rotta improvviso per ingannare i finanzieri comandati alla Malpensa. Ahimè, nella tragedia stona qualsiasi rilievo, foss'anche ragionevole e doveroso. La realtà è tale che lo sdegno aiuta a superare la desolazione. Ma intanto quei meravigliosi ragazzi non sono più con noi. E l'acerbo rimpianto non ha fine. (Gianni Brera)
  • Il Torino invece è stato figlio della madre di tutte le sciagure: Superga. (Roberto Beccantini)
  • Non c'era occasione in cui zio, scapolo impenitente, prima di uscire per la sua "notte brava" da play boy, non raccontasse le imprese del Grande Torino, il modo di giocare, entusiasmante e vincente, di Valentino Mazzola e compagni. A me sembravano fiabe bellissime, sempre con un roseo finale. Poi, arrivò la sera in cui lui smise di sorridere, e narrò di un pomeriggio cupo di maggio, di una collina di nome Superga, e dello schianto di un aereo. Io, all'inizio, pensai che zio non avesse voglia di raccontare, o che fosse cominciata un'altra favola più triste, popolata di orchi e di streghe. Poco alla volta, compresi che non era così. Dopo centinaia di partite travolgenti, la fiaba si concludeva con il grande "uccello", in volo da Lisbona a Torino, dalle ali spezzate. "Perché? Perché? Perché?" Per un bambino, non ancora in grado di capire cosa significava "destino", fu difficile accettarlo. Molto difficile. (Carlo Nesti)
  • Quel giorno stavo partendo per Parigi e mio padre sarebbe dovuto tornare nel pomeriggio con la squadra a bordo di un volo charter, ma non si sapeva se l'aereo sarebbe atterrato a Milano o a Torino. Ricordo che era una giornata orrenda, era maggio ma pioveva ed era buio già di pomeriggio. Io ho aspettato un po', ho aspettato finché ho potuto ma a un certo punto ho deciso di prendere il treno e ricordo di aver chiesto alla mamma di scusarmi col babbo e di dirgli dell'invito che avevo ricevuto a Parigi come ballerina. In treno c'erano due signore che, parlando fra di loro, dicevano che l'aereo del Torino era precipitato e che erano tutti morti. Ho chiesto, bianca in volto, e mi hanno detto che non sapevano niente di preciso. Sono stata raggiunta alla stazione da un'amica di famiglia che mi ha informata facendomi scendere dal treno che era già partito. Sono dovuta tornare a casa per dire alla mamma cos'era successo. Sono poi andata a Superga e lì è stato veramente il vuoto. (Susanna Egri)
  • Quella sera [la sera prima del giorno della sciagura], a Milano, siamo andati a cena tutti insieme dopo la partita. Mazzola era al tavolo con noi e aveva un po' di influenza; diceva di non voler comunque rinunciare all'incontro di Lisbona tanto più che era stato lui a organizzare l'amichevole col Benfica di Ferreira. Ricordo di averli salutati tutti al momento del nostro rientro con un nostro conoscente, grande tifoso, che ci aveva portate in macchina a Milano e che ci avrebbe riaccompagnate a Torino. Dopo cena mio padre ci ha accompagnate all'auto che era parcheggiata fuori dall'Hotel Touring. Lo vedo ancora che ci saluta mentre entriamo in macchina; è l’ultima immagine che ho di lui. Così, per mesi, mi sono rifiutata di credere che fosse morto. (Susanna Egri)
  • Tradito dagli strumenti di bordo, il pilota non si accorge di volare diritto contro la scarpata della Basilica di Superga. Nell'urto immane, l'aereo esplode come una bomba. Ai primi soccorritori si presenta uno spettacolo orripilante. Membra umane sono sparse all'intorno con i resti sconciati dell'apparecchio. Identificare i cadaveri è quasi impossibile. Il solo impavido Vittorio Pozzo ha cuore di prendersi questo compito pietoso e orrendo. Una generazione decapitata Di colpo la notizia della sciagura si abbatte sull'Italia e sul mondo. Per tutti è cordoglio e pena. Non era mai accaduto che un'intera squadra perisse a quel tragico modo. Il bilancio è terribile. La città di Torino e l'Italia perdono diciotto fra i migliori atleti che vantasse il nostro calcio. Il vuoto appare subito incolmabile. Un'intera generazione viene decapitata... (Gianni Brera)
Il trimotore Fiat G.212, marche I-ELCE, delle Avio Linee Italiane, dopo lo schianto contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga.

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