Giuseppe Conte (scrittore): differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Conte==
*Il secondo giorno dopo le calende di aprile siamo partiti dal porto di [[Genova]], alle prime luci dell'alba. C'era un bel sole, anche se a ponente se ne stavano acquattate delle nuvole gonfie e grigie.<br>Era la prima volta che lasciavo la mia città. Sembrava schiacciarsi su se stessa e contro i monti, diventava una striscia color avorio e argilla man mano che la nave si allontanava da terra: non distinguevo più il colonnato della mia vecchia biblioteca, la facciata della basilica, le arcate del circo, niente dei cunicoli intorno al porto, delle botteghe che si affacciano su di esso, del mercato coperto a tre piani. Soltanto il profilo delle insulae più alte, ma da noi non erano né numerose né alte come a Roma, semplici dentellature in quella striscia avorio-argilla che era ormai la mia città. [...] Mi dispiaceva vedermela lì davanti schiacciarsi e rimpicciolirsi sempre di più, Genova, la città dove ero nato e dove avevo passato sino a quel momento tutta la mia vita, e che mi era sempre sembrata importante e in fondo non proprio brutta. Ma ora lì dal mare, che quasi spariva... Non facciamola lunga, non è che mi sia messo a piangere o a sospirare: soltanto un po' di nodo alla gola, un'ansia indefinibile, che è subito passata.<ref>Da ''L'impero e l'incanto'', De Ferrari, Genova, 2003, pp. 32-33</ref>
*{{NDR|Su [[Lillo Gullo]]}} Il suo lirismo si stempera spesso in ironia e l'ironia si addolcisce di malinconia.<ref>
Citato in Gigi Zoppello, ''Lillo Gullo, il giornalista poeta del Tg regionale'', ''l'Adige'', 7 giugno 2000.</ref>
*Leggere [[Aldo Buzzi|Buzzi]] è sempre un viaggio nel retrobottega delle parole e delle idee, dove la loro vitalità e il loro assurdo vengono abilisssimamente fatti deflagrare. Basta una metafora arguta a miniaturizzare una storia; e si sorride, ci si sorprende, si pensa, si divaga, si ride di cuore. Anche per questo libro è così. Il lettore vedrà comparire improvvisi conigli che, con un occhio diritto e l'altro piegato, assomigliano a [[Maurice Chevalier]]. Imparerà diverse bizzarrie, che tra gli antenati dell'autore c'è una Trattoria Buzzi, che esiste una pasta detta "tempesta" e adatta per il brodo ristretto. E concorderà che quando un barbiere dalla forbice leggera come una musica tocca il tasto della malinconia ricordando che i capelli crescono anche dopo la morte, è sicuramente meglio parlare d'altro: perché non di un bel piatto di tagliatelle al burro e tartufi? <ref>Risvolto di copertina in Aldo Buzzi, ''Parliamo d'altro'', Ponte alle Grazie, Milano, 2006. ISBN 88-7928-829-6</ref>
*Ma se vai su [[Internet]] a cercare la poesia, trovi tanto materiale inerte, esternazioni emozionali da scemi del villaggio: i [[blog]] sono fatti per lo più da esibizionisti. Si trova la fuffa peggiore, senza un orientamento. Anche nei libri, intendiamoci, ma lo scemo del villaggio, il buffone di corte fanno comodo alla deriva in cui ci troviamo: la società ha una struttura di valori che lavora contro la poesia e in Italia abbiamo una classe dirigente nemica della letteratura.<ref>Citato in Paolo Stefano, [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/agosto/05/Oggi_Montale_pubblicherebbe_Internet_co_9_060805091.shtml ''Oggi Montale pubblicherebbe su internet''], ''Corriere della sera'', 5 agosto 2006, p. 37.</ref>