Violette Leduc: differenze tra le versioni

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==''Thérèse e Isabelle''==
===[[Incipit]]===
I gabinetti. Ci giravo intorno. Entrai. L'aria era impregnata di un odore intermedio fra l'odore chimico di una fabbrica di confetti e quello del disinfettante dei collegi.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
 
===Citazioni===
*Non ha nemmeno la curiosità di vedere chi ha alle spalle. Non sarei venuta se avessi previsto la sua indolenza. La credevo lontana, ma è vicino a me. La sua brocca sarà presto piena. Finalmente. Conosco i suoi lunghi capelli sciolti, non sono una novità i suoi lunghi capelli sciolti perché lei li porta così in corridoio. Scusa. Mi ha chiesto scusa. Ha sfiorato il mio viso con i capelli mentre ci pensavo. Questo supera l'immaginazione. Ha gettato indietro i capelli per buttarmeli sul viso. La sua massa di capelli sulle labbra. Non sapeva che fossi alle sue spalle e mi ha chiesto scusa. È incredibile. Non dice: vi faccio aspettare, sono lenta, il rubinetto non funziona. Vi butta addosso la sua chioma mentre vi chiede scusa. (p. 11)
*Durante quell'istante di immobilità, tutto nostro, la terra smise di girare, gli uomini cessarono di nascere, di vivere e di morire. Il tempo, lo spazio, gli oggetti, la coscienza di noi stesse, erano stati aboliti. Esistevamo solo nelle nostre labbra unite. Come sonnambuli che non dormono. (p. 17)