Daci

popolazione indoeuropea

Citazioni sui Daci.

Illustrazione di uomini daci in vesti tradizionali

Citazioni modifica

  • Già Erodoto chiamava i nostri progenitori: "I Daci immortali". I nostri antenati getotraci avevano per fede, già prima del cristianesimo, l'immortalità e l'indistruttibilità dell'anima, ciò che prova il loro orientamento verso la spiritualità. La colonizzazione romana ha aggiunto a questo elemento lo spirito romano di organizzazione e di forma. Tutti i secoli successivi hanno fatto miserabile e disgregato il nostro popolo: ma come anche in un cavallo malato e frustro si può riconoscere la nobiltà della sua razza, così anche in ciò che ieri e oggi è il popolo romeno si possono riconoscere gli elementi latenti di questa doppia eredità. (Corneliu Zelea Codreanu)
  • I Daci che si stendevano dal Dniester sino alla Boemia appaiono a poco a poco come gli antenati dell'Occidente e come i precursori europei del Dio unico. Furono romanizzati e cristianizzati senza resistenza, perché erano i generatori dei loro conquistatori. Noi siamo là da sempre. È la nobiltà del contadino del Danubio, colui che diede Pan ai greci, il Dio di cui una voce annunciò la morte nel momento in cui Gesù spirava sulla croce e nasceva nelle anime nostre. [...] Quando la storia dei Daci sarà conosciuta bene come quella di Atene o di Roma, l'Occidente troverà in essa un nuovo fondamento, il più antico e il più vicino, quello che giustificherà la sua evoluzione verso un futuro instancabilmente attuale. E che non farà paura a nessuno. (Vintilă Horia)

Ion Heliade Rădulescu modifica

  • Fra le armi dei Daci si vedono la lancia e l'alabarda; la loro spada si trova d'ordinario incurvata in sopra ed in dentro come la falce. Lo scudo, l'arco e la fionda sono in provenienza scitica; i loro elmi imitano la forma dei berretti frigi. Siccome dalla testa si può distinguere un uomo dall'altro, e così pure nei vestiti dal berretto si può meglio ritrovare l'origine di un popolo, se egli conserva ancora gli abiti primitivi. Lo stendardo dei Daci era di forma quadrata, come gli stendardi delle chiese orientali; e rappresentavano un drago volante.
  • I Daci costituivano un popolo prode, semplice e geloso delle sue libertà, buoni saettatori e buoni cavalieri; per la maggior parte pastori o nomadi, come gli odierni Mocani. Zalmose fu il loro legislatore, istituì loro costumanze e feste, fece credere loro nell'unità di Dio e nell'immortalità dell'anima.
  • I Daci erano molto ricchi; ma essi avevano in orrore il lusso, che consideravano come un vizio degli stranieri; e il vino lo abborrivano per principio religioso.
  • I Daci rimasero con le loro usanze, coi loro costumi, coi loro mestieri, e perché gli antichi autori dicono che i Daci erano piuttosto pastori, è probabile che i Mocani d'oggidì siano discendenti dei Daci rifuggiti nei monti e nelle spelonche; soprattutto perché il loro vestire ci rammenta i costumi dei Daci che si vedono rappresentati sulla colonna di Traiano. I Mocani portano ordinariamente la berretta frigia, la sarica ed il cappuccio; la loro arte è la pastorizia; e gli agricoltori rumeni ancora oggidì non s'imparentano volenterosamente con loro.
  • I Daci, secondo le istituzioni di Zalmose, erano divisi in quattro classi: le famiglie dei principi o reali; i preti, ai quali non erano permesso di ammogliarsi; i vecchi, dai quali si formava il Senato; e il popolo in generale, dal quale si eleggevano le tre prime classi.

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