Roland Joffé

regista britannico

Roland Joffé (1945 – vivente), regista inglese di origine francese.

Roland Joffé nel 2012

Citazioni di Roland Joffé

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  • Il film di Coppola [Apocalypse Now] è tecnicamente formidabile, ed è anche preciso, ma Coppola si lascia prendere dal "glamour" della guerra.[1]
  • [Su Il cacciatore] Non giudico la sua fattura che è egregia. Ma quel che mi irrita è la sua arroganza, la sua irresponsabilità anche.[1]
  • [Su Urla del silenzio] Sin dall'inizio volevo evitare di cadere in una forma di anticomunismo «primario», anche se talvolta la tentazione è stata forte. E pensare che sono stato un democratico di estrazione marxista! Il fatto è che non mi sembra giusto presentare i khmer rossi come dei mostri di pazzia. Pol Pot non è Hitler, semmai è una specie di Stalin: il che fa differenza. Del resto, sono d'accordo con Schanberg quando scrive che probabilmente la follia dei khmer rossi è stata scatenata dalle migliaia di bombe americane buttate sulla Cambogia.[2]
  • [Su Urla del silenzio] Quanto ai «modelli», posso semplicemente dire che non ho voluto rifare Apocalypse Now. Ammiro Coppola, il suo splendore barocco, ma il lirismo della guerra non mi interessa affatto. Come non mi interessa il semplicismo disarmante di Il cacciatore che riduceva il movimento di liberazione di un popolo a una partita alla roulette russa. L'unico vero punto di riferimento è La battaglia di Algeri di Pontecorvo. Un film dove non ci sono né eroi, né mostri, ma solo esseri umani, un film che non rinuncia a spiegare la complessità (e la brutalità) delle cose prendendo nello stesso tempo la giusta posizione.[2]
  • [Su Urla del silenzio] La scena finale [...] con le note di Imagine di John Lennon non è affatto consolatoria o biecamente emotiva. C'è dell'ironia mischiata a tristezza. Almeno spero che il pubblico colga tutto ciò. Le parole di Lennon dicono: niente guerra, niente religione, né ricchi, né poveri, niente più proprietà. In fondo, erano gli stessi concetti della propaganda dei khmer rossi, valori in sé giusti, ma che diventano cenere di fronte a quella mostruosa carneficina.[2]
Dall'intervista di Emanuela Genovese, Il mio san Escrivá tra fede e storia, Avvenire, 22 marzo 2011.
  • Sono rimasto colpito, dopo aver vi­sto un filmato, dalla sua naturale e profonda umanità. Lui [Josemaría Escrivá de Balaguer] non era un uomo ideologico.
  • La forza del messaggio di san Jo­semaría è che arrivava e arriva a tut­ti, atei e non credenti, e fa capire quanto è straordinario vivere la vi­ta di ogni giorno, lottando contro ciò che non va.
  • I film sono co­me i figli: per ora sono concentrato sull'ultimo arrivato.

Filmografia

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Altri progetti

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  1. a b Citato in Cambogia Now, L'Unità, 7 marzo 1985
  2. a b c Citato in «Io, Dith Pran, il sopravvissuto», L'Unità, 7 marzo 1985