Rivoluzione del 14 luglio

Citazioni sulla rivoluzione del 14 luglio.

  • Con il fidato aiuto dei fedeli figli del popolo e delle forze armate nazionali, abbiamo deciso di liberare l'amata patria dalla banda di corrotti installati dall'imperialismo. Fratelli, l'esercito è del popolo e per il popolo, e ha realizzato ciò che voi desideravate [...] è vostro dovere sostenerlo nella distruzione che si sta abbattendo sul Palazzo Rihab e sulla casa di Nusri al-Said. Solo proteggendolo dai complotti dell'imperialismo e dei suoi burattini la vittoria potrà essere completata. (Abd al-Salam Arif)
  • Forse l'immagine più terrificante della storia moderna dell'Iraq è quella dei corpi appesi di re Feisal II e della sua famiglia nella loro reggia a Bagdad, ribattezzato con gusto macabro Qasr al Nihayyah, il Palazzo della Fine. Era il 14 luglio 1958, data che segna la fine della monarchia hashemita che, grazie all'intesa con la Gran Bretagna, aveva dato vita all'attuale stato iracheno nel 1921. I corpi furono poi orribilmente profanati trascinandoli disumanamente per le strade della capitale. Re Hussein di Giordania, allora ventitreenne, espressione dell'altro ramo della famiglia hashemita, traumatizzato dalla barbara sorte riservata al parente (figlio del prozio), in un attimo d'ira scandì questa promessa di vendetta: «Giuro su Dio che ci sarà un funerale in ogni casa irachena». (Magdi Allam)
  • La rivoluzione del 14 luglio era stata di estrema ferocia nell'esecuzione, con lo sterminio del giovane sovrano Feisal II, dell'ex-reggente e di Nuri es-Said, l'uomo forte del vecchio regime irakeno; tuttavia, a parte il modo, non era un semplice colpo di Stato, ma ben meritava il nome di rivoluzione, poiché attuava idee e aspirazioni che da lungo tempo fermentavano nel popolo irakeno. (Ferdinando Vegas)
  • Mentre la rivoluzione egiziana del '52 ebbe quasi il carattere d'una resa della monarchia di fronte all'incalzare dell'oposizione per l'impotenza a risolvere i problemi del paese, la rivoluzione irakena del '58 ebbe aspetti di scontro più violento e cupo, esaltante e travolgente. (Guido Valabrega)
Cadavere del primo ministro Nuri al-Sa'id
  • Dal giorno in cui lasciai la Scuola militare, ossia nel 1934, mi resi conto che l'amministrazione e la politica di questo Paese andavano di male in peggio. Decisi quel giorno stesso che era necessaria un rivoluzione. Ma come ufficiale di prima nomina non ero in grado di compiere un solo passo per eliminare gli elementi corrotti. Coloro i quali ricercavano solo i benefici personali erano troppi e il loro numero aveva modo di aumentare continuamente anche per l'incoraggiamento di quanti reggevano le redini del governo contro la volontà del popolo. Tre anni fa divenni comandante di brigata e da allora mi misi in contatto con altri ufficiali irakeni e con alcuni civili.
  • Ho letto negli occhi e nei moti del popolo irakeno che questo era il momento giusto. Il piano fu preparato accuratamente e segretamente, fondato sull'importante elemento sorpresa. Presi la decisione di iniziare la rivoluzione con gli ufficiali e la collaborazione di sinceri elementi popolari.
  • La rivoluzione irachena non era diretta contro un altro paese ma contro gli elementi corrotti dell'Irak che violavano la legalità e sfruttavano a loro beneficio le ricchezze nazionali. L'idea della necessità della rivoluzione è sorta in me al termine del corso per allievi ufficiali seguito all'accademia militare nel 1934, quando mi resi conto del deterioramente delle condizioni interne irachene. Gli anni passavano e la situazione non faceva che peggiorare.
  • Tutti voi conoscete tutti quale era la situazione prima della Rivoluzione. Sapete tutti del regime che abbiamo annientato. Era quel regime che distruggeva spietatamente tutte le persone sincere che gli si opponevano nel corso della lotta per Dio, per il popolo e per la patria.
  • Se siamo stati pazienti per un po', fu solo per l'esplosione più grande: in un solo giorno, il popolo esplose insieme all'Esercito, e distrusse gli idoli che seguivano gli stranieri.
  • Siamo in una nuova era. L'Onnipotente ci ha destinati a servire questo paese, e ci ha aiutati ad ottenere la vittoria nella nostra Rivoluzione, il cui scopo era di distruggere l'ingiustizia e la tirannia, a causa delle quali abbiamo sofferto per molti lunghi anni.

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