Poesie dai libri

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Raccolta di poesie tratte dai libri.

  • Andò tutto fiero a consegnare una poesia:
    L'espulsione dei vampiri dalla Transilvania
    Un vero orrore! | botte e fragore, | lacrime amare, | senza pensare. | Corre la gente, | non ha più niente! | La patria amata | è or desolata. (Gudrun Pausewang)
  • Avevo quattro frecce nere infilate nella cintura | quattro per i dolori che ho patito | quattro per altrettanti malvagi | che m'hanno oppresso in varie occasioni. | Una è partita, spedita bene: | il vecchio Appleyard è morto. | Una è per Mastro Bennet Hatch | che incendiò Grimstone, case e tetti. | Una per Sir Oliver Oates | che a Sir Harry Shelton tagliò la gola. | Sir Daniel, voi avrete la quarta | e crediamo che ci divertiremo. | Avrete ognuno la vostra parte, | una freccia nera a ogni cuor nero. | Inginocchiatevi pure a pregare! | Siete tutti maledetti ladroni. || John Rimedia-tutto del Bosco Verde e la sua gaia brigata. || Item, abbiamo altre frecce e robuste corde di canapa per altri del vostro seguito. (Robert Louis Stevenson)
  • Campànula si mise a recitare una strofetta:
    «Si va dove che l'erba è più verde
    E ci crescon carote e lattuga
    E un coniglio di libera stirpe
    Si conosce dai graffi sul muso.» (Richard Adams)
  • Comitato di ieri | Ronza, ma un tamburo spezzato, | Mezzanotte nella Città, | Fluttua nel vuoto; | Labbra serrate, visi addormentati, | Ogni macchina a riposo, | I luoghi muti e in disordine | Dove la folla è stata, | Tutti i silenzi lieti, | Tristi (sonori o profondi) | Parlano, ma con la voce | Di chi, io non so. | L'assenza, dico, di Susanna, | L'assenza di Egeria | Delle loro braccia e rispettivi seni, | Labbra e, ah, glutei, | Formano, lentamente, una presenza; | Di chi? E, io domando, di quale, | Per quanto assurda essenza, | Questa, non è che il niente, | Ciononostante popolerà | la notte fonda molto meglio | Di ciò con cui noi copuliamo | Perché sembra essere così triste? (Aldous Huxley)
  • Costruisci | la tua vita | la tua morte | queste sono solo | banali conseguenze (Muriel Barbery)
  • Dieci poveri negretti | se ne andarono a mangiar: | uno fece indigestione, | solo nove ne restar. | Nove poveri negretti | fino a notte alta vegliar: | uno cadde addormentato, | otto soli ne restar. | Otto poveri negretti | se ne vanno a passeggiar: | uno, ahimè, è rimasto indietro, | solo sette ne restar. | Sette poveri negretti | legna andarono a spaccar: | un di lor s'infranse a mezzo, | e sei soli ne restar. | I sei poveri negretti | giocan con un alvear: | da una vespa uno fu punto, | solo cinque ne restar. | Cinque poveri negretti | un giudizio han da sbrigar: | un lo ferma il tribunale, | quattro soli ne restar. | Quattro poveri negretti | salpan verso l'alto mar: | uno un granchio se lo prende, | e tre soli ne restar. | I tre poveri negretti | allo zoo vollero andar: | uno l'orso ne abbrancò, | e due soli ne restar. | I due poveri negretti | stanno al sole per un po': | un si fuse come cera | e uno solo ne restò. | Solo, il povero negretto | in un bosco se ne andò: | ad un pino s'impiccò, | e nessuno ne restò. (Agatha Christie)
  • In Fenchurch Street, un "bel fanciullo, dall'abito costoso", trovavasi in piedi su una sorta di podio per dare al re il benvenuto della città. Ecco gli ultimi versi del suo saluto: Benvenuto, o re, con lo slancio grande di ogni cuore; | Benvenuto ancora, per quanto ogni lingua può parlare; | Gioiosamente, menti e cuori ti accolgon con amore. | Dio ti conservi, preghiamo, e lunga vita ti possa dare! (Mark Twain)
  • Maimie si fermò da sola dentro un cerchio delle fate, e allora sua madre, che era una signora di talento non comune, disse:
    Per Peter Pan il tuo adorato
    Piccola, dimmi, cosa hai portato?
    A cui Maimie rispose:
    Ho una capretta, può cavalcarla
    guarda, lontano vado a gettarla.
    Poi fece volteggiare intorno le braccia come se spargesse semi e girò su se stessa tre volte.
    Allora Tony disse:
    Se Peter la capretta troverà
    Mai più Maimie mi spaventerà?
    E Maimie rispose:
    Non vedrò capre mai più, lo giuro,
    Né quando è chiaro né quando è scuro. (J. M. Barrie)
  • Non è morto ciò che può vivere in eterno, | E in strani eoni anche la morte può morire. (Howard Philips Lovecraft)
  • Non v'è essere per me, | Che lo stare qui, per essere. | Quando gli altri son lieti io non son lieto | Quando gli altri piangono io non son triste, | Ma che essi si appenino o gioiscano | Io sono in soprannumero. (Henry David Thoreau)
  • Penso a quanto mi siano stati inutili i miei ricordi di Dresda, e a quanto sono stato comunque tentato di scriverne, e mi viene in mente il famoso "limerick":
    C'era un giovin d'Istanbul, | che al suo attrezzo parlò: | "La borsa m'hai vuotato, | la salute hai rovinato, | e adesso, mio dannato, | non funzioni neanche un po'". (Kurt Vonnegut)
  • Persino il principe le aveva chiesto ridendo se apprezzasse l'ultimo parto poetico di suo marito.
    «L'ho composto mentre mi annodavo la cravatta», aveva dichiarato Sir Percy al suo gruppo di ammiratori.
    La cercan qui, la cercan là,
    dove si trovi nessuno lo sa.
    Che catturare mai non si possa,
    quella dannata Primula Rossa? (Emma Orczy)
  • Quella stessa mattina, al mio arrivo, avevo trovato, su alcuni scaffali, compreso quello delle anticaglie, dei cartellini stampati, sui quali era scritto in caratteri gotici:
    Belli da guardare,
    deliziosi da toccare,
    ma se li fai cadere
    li devi pur PAGARE!
    (Richard Adams)
  • Quelli più forti | tra tutti gli uomini | non fanno nulla | parlano solamente | parlano di continuo. (Muriel Barbery)

Rudyard Kipling modifica

  • Con le sbarre della grata | nel mangiar t'ho moderata.
  • Allora il Persiano discese dalla palma e si mise il fornello sulle gambe e recitò il seguente "sloka" che, se non lo sapete, mi faccio un dovere di riferirvi:
    «A chi prende il panettone | di persiana imbandigione | venga male nel groppone».
  • Non s'aggomitola ma può nuotare: | la Tartaruga da questo appare. | Si raggomitola, ma il nuoto ignora: | è proprio il Riccio che vedi allora.