Organizzazione Gladio

operazione militare NATO in Europa (1956-1990)

Citazioni sull'Organizzazione Gladio.

Un gladio romano

Citazioni modifica

  • Era stato istituito in quasi tutti i Paesi che facevano parte della Nato, e per volontà della Nato, consapevole che i suoi soci europei non avrebbero potuto resistere all'attacco di una Potenza superarmata qual era l'Unione Sovietica: avrebbero dovuto aspettare, per la riscossa, l'intervento dell'America. Lo dimostra il fatto che quando questo piano fu rivelato, nessun altro Paese trovò nulla da ridirne. Solo noi italiani – i soliti romanzieri imbecilli e peggio che imbecilli – ne facemmo materia di scandalo e pretesto di «gialli» che tuttora trovano credito, come la sua lettera dimostra. Anch'io mi sento scandalizzato, e un poco offeso. Ma solo dal fatto che nessuno mi abbia sollecitato l'adesione al Gladio: l'avrei data con entusiasmo. (Indro Montanelli)
  • Era un'operazione riservatissima, nata nel 1948. Molti dei partecipanti vennero reclutati tra ex legionari di Spagna e tra i paracadutisti della Folgore. Reclutavano elementi di una certa fede, di destra, che conoscessero il maneggio delle armi. Erano questi i requisiti. (Licio Gelli)
  • I padri di Gladio sono stati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Gaetano Martino e i generali Musco e De Lorenzo, capi del Sifar. Io ero un piccolo amministratore. Anche se mi sono fatto insegnare a Capo Marrargiu a usare il plastico. (Francesco Cossiga)
  • Nel 1964 nasce ufficialmente l’organizzazione Gladio, finanziata dalla CIA. Gladio: il nome dovrebbe dirti qualcosa perché il gladio è un’arma dei legionari romani, e quindi dire gladio era come dire fascio littorio o cose del genere. Un nome che poteva attrarre militari in pensione, amanti dell’avventura e nostalgici fascisti. (Umberto Eco)
  • Tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di "Stay-behind" [Gladio]: facevano esercitazioni, come si può creare il panico in mezzo alla gente, creare le condizioni per destabilizzare il Paese, questa è sempre l'idea. (Francesco Paolo Fulci)

Paolo Bolognesi modifica

  • I mandanti non si sono mai seduti sul banco degli imputati. Negli anni dello stragismo abbiamo compreso che all'interno dello Stato c'è un Anti Stato: alti ufficiali piduisti che hanno agito per deviare il corso della giustizia usando anche Gladio o l'Anello, implicati nelle più torbide vicende della nostra storia. Prove distrutte, testimoni morti ad orologeria. Un depistaggio che dura ancora oggi.
  • [Sulla strage di Bologna] Nell'ambito della direttiva Renzi ultimamente ho chiesto i nomi degli appartenenti ai Nuclei Armati di Difesa dello Stato, la cosiddetta Gladio Nera, che molto probabilmente è implicata in questi attentati e non solo. Mi è stato risposto che non me li potevano dare per ragioni di privacy.
  • Nonostante i numerosi riferimenti a Gladio emersi nel corso degli anni, nessuna informazione a suo tempo sembra essere stata data ai giudici del processo relativo alla strage di Bologna: ma anche se allora non se ne avvertì da parte dei singoli inquirenti la rilevanza, il coinvolgimento di Gladio ad avviso dell'interrogante non poteva essere ignoto a chi era preposto alla sicurezza dello Stato ed al coordinamento degli organi di investigazione.

Indro Montanelli e Mario Cervi modifica

  • Per quanto riguardava specificamente l'Italia il progetto cominciò a prender corpo, il 26 novembre 1956, con un accordo tra il Sifar, ossia i servizi segreti italiani, e la Cia, ossia i servizi segreti statunitensi. La rete clandestina post-occupazione fu battezzata ufficialmente stay behind, stare indietro, e nel gergo corrente di chi della rete si occupava, Gladio. Il nome non era molto indovinato: proprio il gladio era stato adottato dalla Repubblica di Salò per sostituire le stellette. Chi lo riesumò aveva la memoria troppo corta. O troppo lunga. Nel '59 l'Italia fu chiamata a partecipare, accanto a Usa, Gran Bretagna e Francia, ai lavori del Comitato clandestino di pianificazione che, in ambito Nato, studiava le contromosse per il dopo-invasione. Sotto la guida del generale De Lorenzo il Sifar procedette dunque all'arruolamento dei gladiatori: tutta gente che «per età, sesso ed occupazione avesse buone possibilità di sfuggire ad eventuali deportazioni ed internamenti».
  • Quando l'esistenza di Gladio è diventata di dominio pubblico Cossiga e Andreotti hanno ripetuto che l'organizzazione aveva, in tempi di guerra fredda, scopi pienamente conformi all'interesse nazionale. La sorpresa ostentata da molte parti politiche per la scoperta di Gladio è del resto poco credibile. Se n'era parlato molto – pur senza specificare il nome dell'organizzazione – negli anni precedenti. Ma a quel punto – estate del 1990 – Gladio divenne un'arma preziosa per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dallo sfascio della ideologia e dei partiti comunisti, e per avvalorare la tesi che l'Italia fosse vissuta in una falsa democrazia, viziata da presenze poliziesche, autoritarie e golpiste.
  • Quanto all'interrogativo angoscioso che scaturisce dal Cassonpensiero (perché mai se non c'era nulla di losco in Stay-behind non lo si abolì quando era ormai superfluo?), interrogativo che, posto a quel modo, sembra comportare una sola risposta (non lo si abolì per covare il golpe) noi azzardiamo una spiegazione più banale e più semplice. Gladio era diventato un ente inutile. E quando mai in Italia si abolisce un ente inutile che comporta uffici, segreterie, auto blu, indennità speciali per chi lo comanda? Il merito d'aver conseguito la soppressione d'un ente inutile – ma solo quello – a Casson va riconosciuto.

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