Ombre rosse

film del 1939 diretto da John Ford

Ombre rosse

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

George Bancroft, John Wayne e Claire Trevor in una fotografia promozionale

Titolo originale

Stagecoach

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1939
Genere western
Regia John Ford
Soggetto Ernest Haycox
Sceneggiatura Dudley Nichols
Produttore Walter Wanger
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di 2 premi Oscar (1940):
    • Miglior attore non protagonista
    • Miglior colonna sonora

Ombre rosse, film del 1939 con John Wayne, Claire Trevor, Thomas Mitchell e John Carradine, regia di John Ford.

[Vedute della diligenza, della cavalleria e degli indiani mentre attraversano il deserto a cavallo]

[Al campo della cavalleria]
Cowboy: Queste colline sono piene di Apache, hanno bruciato tutti i ranch del paese. [riferendosi al Cheyenne lì presente] Lui ha avuto un combattimento con loro ieri sera e dice che sono aizzati da Geronimo.
Capitano: Geronimo? E come si fa a sapere che non menta?
Cowboy: Lui è della tribù dei Cheyenne, che odia quanto noi la tribù degli Apache.
Capitano: Preparate la linea per Lordsburg.
Telegrafista: Questa è la linea per Lordsburg. Sembra che abbiano qualche cosa di urgente da dirvi.
Capitano: Be', che succede ora?
Telegrafista: La linea non funziona più.
Capitano: Che avete scritto lì?
Telegrafista: Solo la prima parola, capitano.
Capitano [leggendo il messaggio]: "Geronimo".

  Citazioni in ordine temporale.

  • È questo il volto che mille e mille navi portò a fondo e che distrusse la città senza torri, Ilio? Salve, Elena dalle bianche braccia! (Boone) [ubriaco]
  • Se le chiacchiere fossero denaro voi sareste il mio miglior cliente. (Jerry, il barista) [a Boone, dopo che gli ha chiesto di fargli credito per un drink]
  • Ho più paura di certe facce che degli indiani. (Dallas) [parlando delle signore della Lega della Moralità]
  • Viva la Lega della Moralità! Conservatevi! (Boone) [sbeffeggiando le signore della Lega mentre sta per partire]
  • Scusatemi signore, ma non sono... troppo sottile... (Gatewood) [sedendosi nella diligenza]
  • Per vostra regola, io non sono un filosofo, ma un fatalista: il proiettile o la bottiglia che un giorno dovranno porre fine alla mia terrena esistenza certo esistono in qualche posto. Perché preoccuparmi del dove e del quando? (Boone)
  • Chi scappa di prigione non può pretendere di entrare in società la stessa settimana. (Ringo)
  • Noi paghiamo le tasse al governo e che cosa abbiamo in cambio? Nemmeno la protezione dell'esercito! A che cosa serve il governo, insomma? Invece di proteggere gli uomini d'affari, caccia il naso negli affari loro! Ora poi hanno intenzione di creare dei revisori di banche, come se noi banchieri non conoscessimo il nostro mestiere! Anzi, proprio prima di partire ho ricevuto una lettera in cui mi si diceva che sarebbero venuti a ispezionare la mia contabilità. Io ho un motto che dovrebbe essere riportato su tutti i giornali: "L'America agli americani!" Il governo non deve immischiarsi negli affari, ma ridurre le tasse. Il debito pubblico ha raggiunto l'apice ormai: più di un miliardo di dollari all'anno. Sapete di che cosa ha bisogno la nazione? Di un presidente che sia un uomo d'affari! (Gatewood)
  • Caffè. Datemi del caffè. Caffè nero. E molto. (Boone) [con i postumi della sbornia]
  • Quando penso a te, | terra natia, | che nostalgia sente il mio cuore. | Nella mia solitudine | sento sollievo e conforto nel dolore [...] Le note tristi di questa canzone | mi portano i ricordi di questo amore. | Quando penso a lei | rinasce | la gioia nel mio triste cuore.
Al pensar en ti | tierra en que nací | que nostalgia siente mi corazón. | En mi soledad | siento alivio y consuelo en mi dolor. [...] Las notas tristes de esta canción | me traen recuerdos de aquel amor. | Al pensar en el | vuelve a renacer | la alegría en mi triste corazón. (Yakima) [canzone]
  • Non state a inorgoglirvi ora. Sappiate che di quei topolini in altri tempi ne ho messi al mondo a centinaia. E l'ultimo era sempre il più bello. (Boone) [a Lucy, parlando della neonata]
  • Gli indiani non lasciano mai tracce, strisciano in terra come dei serpenti. (Gatewood)
  • Cerchiamo di avere un po' di carità l'uno verso l'altro. (Peacock)
  • Se vedete il giudice Greenfield, ditegli che suo figlio... (Hatfield) [ultime parole]

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [Dopo essere stati cacciati via dalla città di Tonto]
    Dallas: Ma non ho il diritto di vivere anch'io? Che cosa ho fatto?
    Boone: Vedi, noi due siamo vittime di una malattia sociale che va sotto il nome di pregiudizio. Quelle signore della Lega della Moralità stanno spazzando via tutti i rifiuti della città. Coraggio, diventa anche tu un glorioso rottame come me.
  • Jerry [parlando di Peacock]: Abita a Kansas City, nello stato del Missouri.
    Peacock: Kansas City nel Kansas.
  • Hatfield [parlando di Lucy]: Come un angelo in una giungla. Ed una giungla molto selvaggia.
    Cowboy: Che cosa fate? Parlate da solo?
    Hatfield: Tu non puoi capire, cowboy. Tu non hai mai visto un angelo, e nemmeno una gentildonna, o una vera signora.
  • Gatewood: E voi siete il famoso Ringo, eh?
    Ringo: Sono i miei amici che mi chiamano Ringo. Un soprannome che m'han dato da piccolo. Il mio vero nome è Enrico.
  • Boone: Apprezzando come apprezzo io il gusto sigaro qualche volta dimentico che può dare fastidio agli altri.
    Hatfield: Un gentiluomo non fuma in presenza di una signora.
    Boone: Tre settimane fa ho estratto un proiettile a un tale che era stato ferito da un "gentiluomo". Il proiettile era nella schiena.
  • Charlie: E voi per cosa votate?
    Ringo: Un po' più di cortesia, Charlie. Rivolgetevi prima all'altra signora.
    Charlie: Voi per cosa votate?
    Dallas: Il mio voto ha poca importanza. E per me è uguale.
  • Ringo: Ero un bravo cowboy, ma... successe qualcosa.
    Dallas: Già, è così. Succede sempre qualcosa.
  • Gatewood: Siete ubriaco!
    Boone: Ma mi sento felice! [ride]
  • Peacock: I selvaggi!
    Chris: No, no, questa è la mia sposa, Yakima.
    Peacock: Sì, sì, lo credo, ma-ma-ma è selvaggia.
    Chris: Sì, signore. Sì, è vero, è un po' selvaggia.
  • Ringo: Sentite, Miss Dallas, voi non avete aprenti e neanch'io ho più famiglia. Forse vi sembrerò un po' presuntuoso, ma vi ho osservato con quel bimbo in braccio, il bambino di quella signora. Avevate... un'aria così buona. Insomma, io ho una piccola fattoria oltre la frontiera in un bel posto con alberi, erba, acqua. E lì vicino ho anche una casetta in legno, costruita a mezzo. Un uomo ci può vivere lì... e anche una donna. Volete venire a starci con me?
    Dallas: Ma voi non mi conoscete, voi non sapete chi sono io.
    Ringo: Io so tutto quello che voglio sapere.
  • [Dopo che Yakima è fuggita]
    Charlie: E ti puoi trovare un'altra moglie!
    Chris: Ah, questo sì. ma il guaio è che mi ha portato via il fucile e il cavallo! Peccato, era così bella, io mi ci ero affezionato. Le davo qualche frustata, ma lei non ci faceva caso.
    Hatfield: Chi, tua moglie?
    Chris: No, la mia cavalla. A trovare un'altra moglie si fa presto, ma una cavalla come quella non la ritrovo più.
  • Dallas: Ditemi se quello che sto per fare è onesto.
    Boone: Ma che vuoi che io sappia di quello che è onesto e di quello che è disonesto.
  • Peacock: Ecco, tutti insieme, si può dire che è stato un viaggio molto interessante. Non è vero?
    Boone: Sì, adesso che è passato il pericolo possiamo dirlo, signor...?
    Peacock: Peacock.
    Boone: E poiché, signore e signori, è quasi da escludersi che noi ci possiamo incontrare ancora nella vita sociale, ho il piacere di proporre un brindisi. Hatfield, Gatewood, Ringo... alla salute.
    Hatfield, Gatewood, Ringo [in coro]: Grazie.
    [Peacock viene colpito da una freccia che segnala l'attacco degli Apache]
  • Peacock: Arrivederci Dallas, se per caso capitaste a Kansas venite a farci una visita.
    Dallas: Ah, grazie, signor...?
    Peacock: Peacock.
  • Dallas: È stato tutto un sogno pazzesco, che mi aveva allontanato dalla realtà. Diciamoci addio qui, Ringo.
    Ringo: Noi non ci diremo mai addio.
  • Dallas: Vi avevo detto di non seguirmi, Ringo. [fa per andarsene]
    Ringo: Dallas. Vi avevo chiesto di sposarmi.
    Dallas: Non potrò dimenticare quello che mi chiedeste. È tanto per me.
  • Giornalista: Ehi, Billy! Billy, togli di macchina quell'articolo sul Repubblicano a Chicago e metti questo, invece: "Il famoso Ringo è stato ucciso questa notte nella via centrale a Lordsburg e insieme a lui hanno trovato la morte..." E lascia lo spazio per i nomi!
    Billy: Non ho sentito nessuna sparatoria.
    Giornalista: La sentirai, Billy. Stai certo.

[Ringo deve partire per andare al ranch]
Charlie: Sei pronto, Ringo?
Ringo: Andiamo. [sale sulla carrozza] Charlie penserà a farvi passar la frontiera per andare alla mia fattoria. Be', arrivederci, Dallas.
Dallas: Arrivederci.
Charlie: Forse vi piacerebbe accompagnarlo per un tratto.
Dallas: Eh, sì... [sale con Ringo e partono]
Boone e Charlie [in coro]: Ih-ah! Ih-ah! [ridono]
Boone: E così si sono salvati tutti e due dalle delizie della civiltà.
Charlie: Già. [ride] Dottore, vi offro un bicchierino.
Boone: Ma... uno solo!
[La carrozza di Ringo e Dallas si allontana verso l'orizzonte]

  1. a b c Nel doppiaggio italiano.

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