Nell'anno del Signore
film del 1969 diretto da Luigi Magni
Nell'anno del Signore
Titolo originale |
Nell'anno del Signore |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia, Francia |
Anno | 1969 |
Genere | storico, drammatico |
Regia | Luigi Magni |
Soggetto | Luigi Magni |
Sceneggiatura | Luigi Magni |
Produttore | Bino Cicogna |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
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Nell'anno del Signore, film italo francese del 1969, regia di Luigi Magni.
Frasi
modifica- [Notato che con la restaurazione tutto era tornato come prima e che l'unico acquisto dei moti rivoluzionari era stata la ghigliottina, unico segno dunque della modernità] Voi sete l'omo più moderno de Roma, a mastro Ti', l'avvenire è vostro. (Leonida Montanari)
- Dove sono i nostri cari romani?/Sono tutti con San Pietro.../in vincoli. (Pasquino)
- Qui a Roma gli unici a dormire siamo noi, che stiamo sempre svegli. (Colonnello Nardoni)
- I nobbili fanno la rivoluzione come la caccia alla volpe, perché s'annoiano, mica perché je serve. (carbonaro)
- A Napoli c'è il sole... (Giuditta)
- Vedendo il papa in soglio un forestiero
domandò: "è questo il Santo Padre, non è vero?"
ma il capitan dei svizzeri che udì
rispose: "Santo no, ma padre sì!" (Pasquino) - Loro credono, c'hanno un ideale... non so' mica come te o come me, che nun credemo manco al pancotto. Noi semo bòni solo a piagne' e a tribola'. (Giuditta)
- Me preme 'n cappio a me de a libbertà. A che me serve? Io quann'è giorno m'arzo, quanno è ora de magnà me metto a sede, e quann'è scuro me ne vado a letto. Pijo er precetto pasquale obbligatorio, non bevo, non bestemmio, non rompo li cojoni, e vojo bene a 'na donna che vò bene a n'artro. Faccio a rivoluzione?! Io me sputerebbe 'n faccia da me. (Cornacchia)
- Io, quando penso alla vita, me moro de paura. (Giuditta)
- A volte, questi liberali giacobini si scannano tra di loro, per via che ognuno la pensa come gli pare. C'è chi vuole la Repubblica, chi vuole il Papa Costituzionale... insomma, l'anarchia. E allora s'ammazzano uno con l'altro. (Colonnello Nardoni)
- [parlando di Giuditta] Che peccato... così bella e tanto giudia. (Cardinal Rivarola)
- [a Targhini e Montanari, durante il processo] Ma che cosa pretendete? Un avvocato? (Cardinal Rivarola)
- Io c'ho provato... e come ce po' prova' 'na donna? Con le chiacchiere? A discorre' de politica? Quali mezzi c'ha 'na donna pe' compete' con gli uomini? C'ha solo l'amore... o come accidenti lo chiamate voi... e io c'ho provato con l'amore... (Giuditta)
- La bella che guarda il mare
lalala lalala lalala | ha un nome che fa paura
libertà libertà libertà. (Leonida Montanari) - L'unica è volesse bene. E l'ideale sarebbe pure de volesse bene in due ma, siccome questo nun ze po' pretende', accontentamose: uno vo' bene e l'artro fa compagnia. (Cornacchia)
- È sempre dall'ignoranza che nasce l'incomprensione tra il suddito e il potente. (Cardinal Rivarola)
- Se voi esse' un uomo, strappate er còre e buttalo lì, dove ce sguazzano le vacche. (Pasquino)
- Perché indugiamo tanto, Padre Santo?
volemo sega' er collo ai carbonari Targhini e Montanari?
Er boja aspetta e ce diventa vecchio
dateje sotto, e bonanotte ar secchio! (Pasquino) - Fatte conto che li rimandassero liberi. Che direbbe 'sto popolo de còre? "Il padrone è buono; ti tira un po' le orecchie quando fai il matto, si capisce... ma, all'ultimo, è come un padre che perdona!" [...] Invece i morti pesano. Morti così, senza delitto, con una burla de processo, pesano più peggio, e, col tempo, diventano la cattiva coscienza del padrone... (Pasquino)
- Me fanno ride' a me li carbonari. Li congiurati... ma de che? [...] De teste ne poi taja' quante te ne pare... so' le lingue che contano! (Pasquino)
- Solo sul sangue viaggia la barca della rivoluzione! (Pasquino)
- Popolo, ma che te sei messo in testa? Ma che vuoi? Vuoi comanna' te? E chi sei? Sei papa? Sei cardinale? O sei barone? Ma se non sei manco barone chi sei? Sei tutti l'altri! E tutti l'altri chi so'? Rispondi! Rispondi a me, invece di assalta' i castelli! So' li avanzi de li papi, de li cardinali, de li baroni, e l'avanzi che so'? So' monnezza! Popolo, sei 'na monnezza! E vuoi mette' bocca? Ma se non c'è nessuno che ti dice, quando t'alzi la mattina, quello che devi fa', dove sbatti la testa? Che ne sai? Sei andato a scuola? Sai distingue' il pro e il contro? Tu non sai manco qual è la fortuna tua, perché sei 'na monnezza! (Frate)
- Buonanotte, popolo. (Leonida Montanari)
Dialoghi
modifica- Carbonaro: Parola d'ordine?
Cornacchia: A' 'mbecilli! - Bevitore 1: Salute e fiji maschi! [brindando al Papa]
Bevitore 2: "Fiji maschi"? - [Guardando gli ubriaconi all'osteria]
Leonida Montanari: Il popolo è stanco.
Angelo Targhini: Più che altro, sembra ubriaco. - Leonida Montanari: C'hai un còre come 'na casa, Corna'.
Cornacchia: E tu c'hai un cervello come 'na gallina! - Colonnello Nardoni: Tu morirai in peccato mortale, visto che vivi more uxorio con una giudia!
Cornacchia: Ma quale more uxorio, eccellenza? Questa è 'na lavorante mia che me tie' lli libri mastri, me conta li diti de li piedi de li clienti perché io 'un so conta', eccellenza, so' ignorante! Putacaso è giudia, ma chi 'a tocca? A me me fa schifo! Volete che je sputo? Io je sputo! - Leonida Montanari: Corna'... se mi dovesse succede qualche cosa... pensace te a Giuditta.
Cornacchia: Ma io già ce stavo a pensa' tanto bene prima che arrivassi te... È arrivato Pensace! - Colonnello Nardoni: Come si fa a dare una coltellata a un uomo per la politica? Scannarlo solo perché non la pensa come voi?
Leonida Montanari: No, scusate... ma il governo non ammazza lo stesso chi non la pensa come lui? Avete mai sentito parlare della ghigliottina? - Cornacchia: Ci sei stata a letto?
Giuditta: No. [pausa] Per terra. - Cardinal Rivarola: Una cosa che dico solo a te, e che al mondo non sa ancora nessuno... ma mi raccomando: che rimanga tra di noi!
Cornacchia: Dite pure, eccellenza, il difetto mio è proprio l'ignoranza!
Cardinal Rivarola: Secondo me, questi giudei sono esseri umani quasi come noi!
Cornacchia: No?!? - Leonida Montanari: Chi fa la rivoluzione non si deve porta' niente appresso! Amori... affetti... tutte palle di cannone legate al piede! Il rivoluzionario è come il santo: lascia tutto, invece della croce pija il coltello e si incammina.
Angelo Targhini: E dove va, da solo?
Leonida Montanari: Noi non siamo soli! Se il popolo... se il popolo si sveglia all'improvviso... - Giuditta: Te continua a fa' finta di niente... a nasconde' la testa sottoterra come gli struzzi...
Cornacchia: Ma non lo vedi che appena la tiri su te 'a tajano? - Frate: Qual è una delle virtù di noialtri frati?
Leonida Montanari: Secondo te quali virtù hanno i frati?
Angelo Targhini: Nessuna, che io sappia.
Frate: No? Eppure una ce l'abbiamo!
Angelo Targhini: Quale?
Frate: È la pazienza, figlio! Sennò io a quest'ora già t'avrei dato un cazzotto in testa, a te. - Frate: O annamo tutti giù all'inferno, o annamo tutti in paradiso! Ce volemo anna'?
Montanari: Voi c'andrete. Noi, pure da morti, restamo nel mondo.
Frate: A fa' che?
Montanari: A fa' da esempio a chi resta. - Frate: Più siamo [in paradiso] e più vuol dire che c'abbiamo ragione noi.
Leonida Montanari: Ma il punto è proprio questo: noi non ci vogliamo pentire per dimostrare che avete torto voi. - Leonida Montanari: Ma dovete pregare proprio qui?
Frate: E zitto! Ma che te credi che me sto a diverti'? Io sto a lavora'! - Frate: Vi sembrerà un'eresia, ma io mi sento libero solo quando obbedisco!
Leonida: Anch'io; chi crede obbedisce. - Bellachioma: Certo che 'sti preti ne sanno sempre una più del diavolo...!
Pasquino: E certo, si capisce! Sennò al mondo avrebbe già vinto il diavolo. Perciò noi dobbiamo esse' più furbi del diavolo e dei preti messi assieme. - Cardinal Rivarola: Noi siamo sempre dalla parte giusta.
Frate: Pure quando sbagliamo?
Cardinal Rivarola: Soprattutto quando sbagliamo. È facile stare dalla parte giusta quando si ha ragione.
Frate: Che è, un dogma, eminenza?
Cardinal Rivarola: No fratello. È la tragedia di chi ha il potere. Per cui lasciamo che la giustizia compia il suo corso.
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