Massimo Rivola

dirigente sportivo italiano

Massimo Rivola (1971 – vivente), dirigente sportivo italiano.

Massimo Rivola (2013)

Citazioni di Massimo Rivola

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [«Chi le parlò per primo di Charles?»] Il suo amico Jules Bianchi, quando era nell'Academy, non smetteva di dirmi quanto fosse forte questo bambino, per il quale nei weekend liberi andava a fare da coach e da meccanico sulle piste di kart. [...] Un paio di volte mi ha lasciato a bocca aperta. Nel 2017 stava già dominando il campionato di F.2, quando in Belgio fu squalificato dopo la vittoria in gara-1 e costretto a partire ultimo il giorno dopo. Provai a tirarlo su. Ma lui mi rispose: "Max sono contento, così potrò finalmente sorpassare un po' di piloti". Poi, alla vigilia di Baku, vide morire suo padre Hervé [per un male incurabile, ndr], ma prese il primo aereo e arrivò in pista, vincendo la gara. Molti al suo posto sarebbero crollati.[1]
  • Chi lavora in F1 è abituato a essere parte attiva della prestazione. La gara è il momento più bello perché si dialoga col pilota e si definiscono insieme a lui le strategie. In moto invece sei al muretto in una situazione passiva, più da tifoso che da tecnico.[2]
  • Io sono un motociclista di lungo corso... A 14 anni avevo il cinquantino e lo elaboravo segnando con l'Uniposca il bordo delle gomme e montando il carburatore del 19. Insomma, ero il classico tamarro... [«Non ci dica magari che quel cinquantino era pure un Aprilia...»] Eh sì, era l'ET 50. O almeno lo era nelle intenzioni: avevo dato la caparra, e quando andai a saldare insieme a mio padre, al posto della concessionaria c'era una gelateria, e della mia moto nessuna traccia: concessionaria fallita, la più grande delusione della mia vita. Mi sono rifatto a 16 anni con la Aprilia AF1 125, bianca con le righine fucsia. Anche lì marmitta e carburatore originali sparirono presto... andavo a truccare la moto dallo stesso meccanico di Loris Capirossi.[2]
  • KTM è rimasta sempre coerente con la propria filosofia e questo ha pagato. In MotoGP corrono col telaio a traliccio, tanto di cappello. A me il loro design non piace, ma sono stati bravissimi col marketing a dare l'immagine di moto maschia, rude. E sono anche quelli che hanno investito più sui giovani, sia nel racing che nel prodotto.[3]
  • [«Qual è la principale differenza tra un team di F1 e uno di MotoGP? [...]»] C'è una maggiore strutturazione dovuta alla quantità di persone, mentre la qualità delle persone che ci lavorano è secondo me paragonabile. La F1 non solo ha i motori turbo e ibridi, ma anche tanti strumenti in più: GPS, radio, telemetria real-time... Inoltre c'è una grande sovrapposizione di competenze, e lo stesso dato è analizzato da tante persone: a bordo pista, nel box, in azienda. Tutto questo rende la F1 più complessa, anche se dal punto di vista tecnico la moto è per tanti aspetti più complessa dell'auto, perché il pilota incide tantissimo sulla prestazione. Ma la moto non è real-time, per cui stiamo ancora tutti ai box in trepidante attesa che il pilota rientri per chiedergli "Come va". Anzi, una delle prime cose che ho chiesto è di rendere più oggettivo il commento del pilota, che vive di sensazioni non necessariamente veritiere.[3]
  • Il pilota auto e il pilota moto sono due "animali" differenti: per quanto riguarda le due ruote, l'impatto del pilota sulle prestazioni è tanto di più rispetto a quello delle macchine. Nelle auto un pilota non in forma perde due decimi rispetto ad uno in forma, nelle moto due secondi. Creare l'ambiente giusto intorno ai rider è dunque fondamentale.[4]
  • [Nel 2019] Non penso che il formato attuale del mondiale sia corretto in ottica futura: se la Superbike si pone come antagonista della MotoGP, perde in partenza. Penso che le moto utilizzate dovrebbero essere molto più derivate dalla serie, sarebbe interessante combinare gare brevi con gare endurance. Essendo derivate, devono resistere a lungo. Se ad una moto di serie devo cambiare il motore dopo 1500 km, non è una moto di serie.[4]
  • [«Qual è la differenza principale tra Formula 1 e tra MotoGP?»] Dal punto di vista dell'evento, quelli della MotoGP sono bellissimi ovunque. In qualunque appuntamento paddock e tribune sono pieni di gente, in F1 il paddock è più triste perché c'è poca gente perché è molto più rigido. Ci sono alcuni Gran Premi come Monza, Montreal, Melbourne, Silverstone, bellissimi, mentre altri sono deserti, e questo è molto triste. Probabilmente perché i prezzi dei biglietti sono troppo alti. La Formula 1 è molto staccata dalla gente. Lo spettacolo offerto dalla MotoGP è palesemente molto più bello di quello offerto dalla F1. La F1 a me piace perché conosco certi tecnicismi e leggo le gare in maniera diversa da un tifoso normale. Conosco dei retroscena, la metà dei piloti li ho visti crescere. Qui si respira una grandissima passione, l'utente della moto è un appassionato e anche chi si avvicina che non è un motociclista diventa subito appassionato di questi tipi di eventi. C'è anche il rumore della moto che ha un effetto adrenalinico sullo spettatore. La macchina la vedo molto più come un business, ci sono case automobilistiche coinvolte che spendono centinaia di milioni. Qui c'è l'aspetto umano del pilota che ha un effetto sulla prestazione enorme. Non è detto che quello che ha la moto potenzialmente ingegneristicamente più veloce sia il più veloce per tutti i piloti. Devi ritagliare un vestito su misura [...].[5]
  • Generalmente preferisco lavorare con chi ha il potenziale più grande, a prescindere dal suo carattere. Quello si può mettere a posto, mentre se non c'è il potenziale fai fatica a tirarlo fuori.[6]
  • La grande differenza tra le moto e le auto è che in Formula 1 se non hai la macchina migliore non vinci [...]. Qui, nelle moto, il fattore umano conta molto di più [...][7]
  • [Nel 2022, sul futuro del motomondiale] Penso che la chiave del successo in Formula 1 sia stata la rumorosità del motore, del V12, del V10 e di altri motori a combustione interna. Era un suono bellissimo. Dovremmo evitare l'errore della Formula 1 che ha cambiato totalmente il sound dei propulsori. In Formula 1, l'ibrido è una sofisticata versione super ibrida. Ma è pur sempre un motore a combustione con booster elettrico. [...] Anche se vogliamo essere ambasciatori di un mondo sostenibile in termini di rumore, gas di scarico e così via, non dobbiamo mettere a repentaglio le grandi emozioni per il Motomondiale in pista. Non dobbiamo imitare la Formula 1. [...] Le priorità sono chiare: dobbiamo garantire un bello spettacolo e puntare a zero emissioni.[8]
  • [...] Aleix [Espargaró] è uno che sale in moto e in un paio di giri è già quasi al limite.[9]
  • Dobbiamo trasformare le gare in eventi e la Formula 1 ha tanto da insegnarci. [...] l'introduzione delle gare Sprint, è stata fatta in quest'ottica. [«Ma non è bastato»] La Formula 1 ha creato un vero e proprio evento investendo tanto, anche sui personaggi, per esempio sugli attori come ospiti. Ha alzato la qualità ed è andata a pescare in un mondo diverso, questo è il primo punto. Non dobbiamo cercare il tifoso di moto, ma quello – ad esempio – di tennis, per fargli scoprire quanto è bella la MotoGP. Se continuiamo a essere dei garagisti, non funzionerà. Probabilmente serviranno misure drastiche, che probabilmente piaceranno poco a Moto2 e Moto3, per elevare la MotoGP a un livello simile a quello della Formula 1. [...] Bisogna costruire un qualcosa per cui la MotoGP diventi inarrivabile, come la F1, e bisogna fare lo stesso percorso.[10]
  • Se un pilota vuole vincere, non so se il fattore determinante in questa decisione debba essere il denaro. Prima di questo, credo sia più importante che si chieda cosa vuole fare: voglio fare soldi o voglio un progetto che mi permetta di vincere? [...] E dirò di più: se vince, i soldi non saranno un problema.[11]

Dall'intervista a SLICK nº 2, agosto 2019; citato in slick-magazine.com.

  • È chiaro che se vieni dalla F1, dalla Ferrari, il mondo della motocicletta appare di più basso profilo. Ma a me interessa il tipo di sfida, umana e professionale. Dico di più: se avessi avuto la stessa offerta da un gigante della moto, non avrei avuto lo stesso entusiasmo. [...] questa sfida con l'Aprilia mi riporta agli esordi in Formula Uno. Ho cominciato in Minardi, ho proseguito con la Toro Rosso, infine sono andato in Ferrari. Il mio apporto per costruire la Toro Rosso è stato rilevante; la prima vittoria di Sebastian Vettel a Monza la sento molto mia; è stata frutto anche del mio lavoro, fatto insieme a Giorgio Ascanelli. [...] Quando la Minardi vendette alla RedBull, per creare il Team Toro Rosso, eravamo 90 persone in azienda... e sono un po' pochine, per la F1. Ho assunto almeno una cinquantina di persone, per la Toro Rosso, ma quando abbiamo vinto a Monza, con Vettel, eravamo 185 dipendenti. Oggi la Toro Rosso ha 520 dipendenti.
  • La moto è la mia passione. Forse perché sono romagnolo. Da noi ti mettono in moto già da bambino...
  • La moto è passione. La moto è una cosa diversa rispetto all'auto.
  • [Su Aprilia] [...] è vero che il modo più veloce per aumentare il know how aziendale è andare a pescare professionalità in casa d'altri, perché sono le persone che trasferiscono le proprie conoscenze; [...] ma [...] a Noale c'è una cultura molto legata al territorio. Qui nei reparti si parla veneto, non italiano, e vuol dire molte cose, che vanno studiate attentamente. Noale non c'entra nulla con la Motor Valley, eppure qui si è creata una cultura da zero, e qui è rimasta. Secondo me questa è una risorsa: se l'azienda iniziò a vincere partendo da qui, deve ricominciare da qui.
  • [Sull'Aprilia RS Cube] Abbiamo tutti la percezione che sia stato un buco nell'acqua, ma era una moto su cui si stava sviluppando tanta tecnologia, ed era forse troppo avanti per quell'epoca... e per il budget che c'era. Nel 2003 quella moto aveva il ride by wire, le valvole pneumatiche, la frizione in carbonio... Era troppo avanti per le risorse dell'epoca, ma significa che Aprilia ha sempre avuto voglia di innovare.
  • [...] ho sempre insistito tanto sul rispetto delle regole; perché se un pilota conosce bene i regolamenti, ha uno strumento in più per cavarsela, rispetto a chi non li conosce.

Intervista di Umberto Zapelloni, ilfoglio.it, 26 febbraio 2022.

  • Credo che nessuno sia in grado di ripetere quello che ha fatto Valentino perché è cambiato il mondo del motorsport e lo scenario. Valentino è stato clamorosamente geniale in qualsiasi tipo di azione, cose che sono state ancora più apprezzate in quell'epoca. Lui è stato genuino e spontaneo in ogni sua manifestazione, poi abbiamo visto anche tanti tentativi di scimmiottarlo. Valentino non è replicabile [...].
  • Un pilota può fare la differenza anche in auto se è nelle condizioni giuste. Ma fare la differenza in auto significa, esagero, guadagnare 3 decimi. Nella moto la differenza può essere di un secondo. Noi possiamo anche progettare la miglior moto del mondo, ma se non trasmette fiducia al pilota che la deve spingere a 360 all’ora alla fine i risultati non arrivano. Dobbiamo bilanciare i numeri con la sensibilità del pilota. Nelle auto gli ingegneri considerano un pilota quasi una costante, nelle moto è una grande variabile anche perché muovendosi, un uomo di 70/80 chili su un mezzo di 157 chili, incide sulla dinamica, mentre in auto, dove a malapena può muovere la testa, incide zero.
  • [Su Fernando Alonso] Nessuno leggeva le gare come lui. Tante volte al muretto ci faceva sentire dei pirla perché lui vedeva oltre. Noi eravamo davanti ai computer, lui stava facendo un altro mestiere, ma capiva le cose prima degli altri. Ci sono dei piloti che ti insegnano tanto.
  • Credo che alla fine la differenza la facciano le persone. Ho imparato a trasmettere a chiunque lavora con noi, dal pilota di punta alla signora che alla sera viene a pulire gli uffici che ognuno può fare la differenza. Questa è la barca, questi sono i remi e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione. E soprattutto dobbiamo crederci.

Da un'intervista a speedweek.com; citato in gpone.com, 24 dicembre 2022.

  • Non credo che si possa paragonare con l'emozione della MotoGP, la F1 è qualcosa di più grande, ma lo spettacolo che noi mettiamo in scena è molto migliore.
  • Penso che i piloti di Formula 1 mostrino più glamour, quelli di MotoGP passione.
  • Fino a ora, in MotoGP abbiamo offerto 40 minuti spettacolari, ma a parte questo non c'è molto. In F1 vedi molta più preparazione: l'avvicinamento all'evento, la gara stessa in cui conta la strategia, che in MotoGP non c'è. Anche i messaggi radio sono molti importanti per offrire più spettacolo. Dobbiamo cercare di portare queste comunicazioni anche in MotoGP, anche se penso dovremmo trovare il modo giusto perché non siano pericolose per i nostri piloti.

Intervista di Emanuele Pieroni, mowmag.com, 19 luglio 2024.

  • No, l'elettrico non è il futuro. Ma anche l'elettrico è il futuro. [...] È chiaro che se parliamo di racing e sport non possiamo pensare che l'elettrico soppianterà il termico, ma se parliamo di mobilità urbana e spostamenti di un certo tipo, allora l'elettrico è sicuramente migliore del termico. Bisogna integrarsi e convivere [...]
  • Sarò sincero: non sono un grande estimatore della Moto3. È una categoria rimasta un po' troppo indietro e che ha costi spropositati in un momento storico in cui il motorsport ha bisogno da matti di essere affordable. Tra l'altro, per come sono fatte le Moto3, si crea un vantaggio incredibile per quei piloti che hanno un certo tipo di fisico. È vero che nelle corse è stato sempre così e è ancora così, con chi pesa poco e non è altissimo che è avvantaggiato, ma in Moto3 è troppo. Direi che quella è una categoria da rivedere [...]
  • [«Come dovrebbe essere la categoria d'ingresso al Motomondiale?»] Va be', adesso sarò di parte, ma mi viene in mente la nostra Aprilia RS660. È una moto che abbiamo voluto fortemente proprio perché ripropone in chiave moderna quel concetto di moto divertente e agilissima che è stata, ad esempio, la RS250 con cui sono cresciute generazioni e generazioni di appassionati. C'è bisogno non di far crescere gli appassionati, perché di passione ce ne è ancora tantissima, ma di mettere gli appassionati nelle condizioni di assecondare questa passione. Vale per il mercato, vale per le corse. Ecco perché dico che la Moto3 così come è non ha senso, perché sono piccole MotoGP, con tutto quello che può significare in termini di costi, e che tra l'altro fanno una selezione che non sempre è corretta.
  1. Dall'intervista di Luigi Perna, Leclerc, parla Massimo Rivola l'ex d.s. della Ferrari Academy: "Corre solo per vincere", gazzetta.it, 19 aprile 2019.
  2. a b Dall'intervista "La MotoGP ci costa 15 milioni a stagione. C'è chi ne spende il quintuplo", motociclismo.it, 26 giugno 2019.
  3. a b Dall'intervista di Christian Cavaciuti, Massimo Rivola: "La mia Aprilia rialzerà la testa", dueruote.it, 13 agosto 2019.
  4. a b Dall'intervista di Isabel Iuliano, Rivola: "Nuova Aprilia pronta per il primo test in Malesia", formulapassion.it, 12 settembre 2019.
  5. Dall'intervista di Serena Zunino, Massimo Rivola: "Aprilia ora ha una nuova credibilità", insella.it, 26 novembre 2019.
  6. Dall'intervista di Matteo Aglio, MotoGP, Rivola: "Vinales ci dà la responsabilità di cui avevamo bisogno", gpone.com, 10 settembre 2021.
  7. Da un'intervista a Marca; citato in MotoGP, Rivola: "È più facile che Aprilia vinca un titolo piuttosto che Alonso", gpone.com, 5 maggio 2022.
  8. Dall'intervista di Günther Wiesinger a speedweek.com; citato in MotoGP, Rivola: "Il sound dei motori F1 era bellissimo. Non facciamo lo stesso errore", gpone.com, 11 agosto 2022.
  9. Dall'intervista di Manuel Pecino a PecinoGP; citato in MotoGP, Rivola ammette: "Mi piacerebbe avere un pilota italiano, sognavo Bastianini", gpone.com, 28 dicembre 2022.
  10. Dall'intervista di Matteo Aglio, MotoGP, Rivola: "MotoGP deve arrivare al livello della F1, ma non piacerà a Moto2 e Moto3", gpone.com, 10 febbraio 2024.
  11. Dall'intervista di Oriol Puigdemont, Rivola: "Se un pilota vuole vincere, non so se il denaro debba essere determinante nella sua decisione", motorsport.com, 9 aprile 2024.

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