Luigi Alamanni
poeta italiano (1495-1556)
Luigi Alamanni (1495 – 1556), poeta, politico e agronomo italiano.
Citazioni di Luigi Alamanni
modifica- [A proposito di Germania ed Austria] L'Aquila grifagna | che per più divorar due becchi porta.[1] (da Versi e prose di Luigi Alamanni, per cura di Pietro Raffaelli, vol. I, Firenze, 1859, p. XXVIII)
- Le cose vietate fan crescere la voglia. (da Flora)
- [...] né cosa è più che s'assimigli a Dio | che contro a gli offensor mostrarsi pio. (da Girone il cortese, X, CXIX, Comin da Trino di Monferrato, Venezia, 1549, p. 77)
Della coltivazione
modificaChe deggia, quando il sol rallunga il giorno,
Oprar il buon cultor nei campi suoi;
Quel che deggia l'estate, e quel che poscia
Al pomifero autunno, al freddo verno;
Come rida il giardin d'ogni stagione;
Quai sieno i miglior dì, quali i più rei;
O magnanimo Re, cantare intendo,
Se fia voler del Ciel.
Citazioni
modifica- L'aspra necessità, l'usanza e 'l tempo | partorir di dì in dì l'astuzia e l'arte [...]. (III, 863; p. 223)
- Chi vuol troppo abbracciar, nïente stringe. (IV, 422; p. 265)
- [...] assai frutto maggior riporta il poco | quando ben culto sia, che 'l molto inculto [...]. (IV, 427; p. 265)
- [...] matrigna talor, talvolta madre | vien la luce del dì nell'opre umane [...]. (VI, 97; p. 310)
Versi e prose
modifica- S'io potessi ad altrui narrare in rima | La dolce vista che mi desti, Amore, | Nel benedetto giorno allor che il core | Gelato e freddo mi scaldasti in prima; || Forse tal è che falsamente stima | Tutto il tuo regno sol pianto e dolore, | Che per me sciolto dal comune errore | Della sua vita ti porrebbe in cima. (da Sonetto – All'amore spererebbe conforto dai versi, p. 1)
- Amor mi scorge, e con lui Cintia e Flora, | Questa a man destra, e quella al manco lato | Là 've altro tosco piè non presse ancora, | Dietro a chi più di tutti alto ed ornato | Cantò per Delia, ed a chi scrisse il nome, | Ch'or la seconda volta fia lodato. Mostrinmi essi il cammin ch'io prendo, e come | Loro il mostrò Callimaco e Fileta, | Primi a cui già quest'edra ornasse chiome. (da Elegia – Due belle, Cintia e Flora, del pari lo accendono. AL SENATORE RENATO TRIULZIO DI MILANO, p. 2)
- Godi dunque per te l'alma bellezza | Delle tue Muse, e mie sien quelle sole | Che han l'alma lieta in doppia fiamma avvezza. | Or ricevine al monte, ove si cole | Il nome tuo, fra gli altri spirti chiari; | Si che a qual per amor s'allegra o duole | Siano i miei detti ancor talvolta cari. (da Elegia – Due belle, Cintia e Flora, del pari lo accendono. AL SENATORE RENATO TRIULZIO DI MILANO, p. 4)
- Oggi sen va per le campagne Flora ; | Vienne, sacrato Pan, per farle onore, | Ch'altra si bella non vedesti ancora. | Né tu prender di ciò sdegno o dolore, | Vaga Siringa, chè a lei dánno il vanto | Le nove Muse, le tre Grazie, e l'Ore. Ma tu, cornuto Dio, se miri alquanto | Fiso costei, per nuova maraviglia | La tua zampogna ti cadrà da canto. (da Elegia – Flora in campagna, p. 4)
- O misero colui che l'alma allaccia | Ne' suoi caldi desil, che sempre poi | Per lui s'arrossa, imbianca, arde ed agghiaccia. (da Elegia – Narra la crudeltà d'Amore, e lo prega a lasciarlo in pace, p. 10)
- Com' è duro, ad altrui mostrando fuore Sereno il volto, aver tristizia e noia, E ne' sembianti riso, e pianto al core! (da Elegia – Protesta l'amore alla sua donna quantunque crudele, p. 10)
- Ché dunque indarno la mia lingua intende | A dolersi di lei, quantunque ognora | Sol di false lusinghe il core incende? | Come vorrei per fin che vien l' aurora, | Cintia, con voi restar la notte intera, | Né poi partirmi tutto 'l giorno ancora! (da Elegia – Protesta l'amore alla sua donna quantunque crudele, p. 11)
Citazioni su Luigi Alamanni
modifica- Poeta nobile e leggiadro era certo Luigi Alamanni: e pure, con tutte le eleganze che ha sparse a man piena qua e là nella Coltivazione, pochi leggono i sei libri de' suoi versi sciolti: se ne togli que' nostri che per entro vi cercano tante maniere peregrine e gentili di bel parlare. (Salvatore Betti)
Note
modifica- ↑ Ma nell'egloga Admeto Secondo la frase è: L'uccel di Giove | Che per più divorar due bocche porta. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 330.
Bibliografia
modifica- Luigi Alamanni, Della coltivazione, in Versi e prose, a cura di Pietro Raffaelli, 2 voll., Felice Le Monnier, Firenze, 1859, vol. II.
- Luigi Alamanni, Versi e prose, Felice Le Monnier, Firenze, 1859.
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