Ladri di biciclette
film del 1948 diretto da Vittorio De Sica
Ladri di biciclette
Titolo originale |
Ladri di biciclette |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1948 |
Genere | drammatico |
Regia | Vittorio De Sica |
Soggetto | Luigi Bartolini e Cesare Zavattini |
Sceneggiatura | Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi D'Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri e Gherardo Gherardi |
Produttore | Ercole Graziadei |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Ladri di biciclette, film italiano del 1948, regia di Vittorio De Sica.
FrasiModifica
Citazioni in ordine temporale.
- Mannaggia a me quando so' nato! Vien voglia di buttarsi al fiume, vien voglia! (Antonio)
- Dio, dammi la luce. Dammi la luce. Tuo figlio s'alzerà dal letto prima che le foglia cadano. [...] Vor dì che tu' figlio in autunno s'alzera. (La santona) [profezia]
- Annàmo, va! Morto ammazzato pe' morto ammazzato, ma chi ce lo fa fa' de sta' qui a tribola'? (Antonio) [al figlio Bruno]
- A tutto si rimedia, meno che alla morte. (Antonio) [al figlio Bruno, in trattoria, mentre mangiano la mozzarella in carrozza]
- La bicicletta? E che voi che ti dica, figlio mio. Io posso di' solamente quello che vedo. O la trovi subito o non la trovi più. (La santona) [ad Antonio, che l'ha pagata per aiutarlo con la bicicletta rubata]
- Se sei così fregnone da fatte ruba' 'a bicicletta adesso fatte frega' pure il portafoglio e vieni qua a baccaglia'! (Un uomo) [ad Antonio, nel rione malfamato]
- Lui dorme qua. [alza il materasso] Guardate sotto al letto se ci sono le biciclette! (Madre di Alfredo) [ad Antonio e al carabiniere, difendendo il figlio che è accusato di aver rubato la bicicletta]
DialoghiModifica
Citazioni in ordine temporale.
- [Baiocco e Antonio vogliono vedere il numero di matricola di una bicicletta per verificare se sia quella rubata]
Baiocco: Voi c'avete l'obbligo de far vede' er numero a chi 'o vo' vede'.
Una signora: E tu mi fai vedere il numero delle scarpe tue? No! E io non ti faccio vedere pure la bicicletta mia!
Verniciatore di bici: Ma che ce fai coi numeri, ce giochi al lotto?
- Verniciatore di bici: Amico, a piazza Vittorio c'è tutta gente onesta!
Un anziano: Eeeh...
Verniciatore di bici: Che? [facendogli il verso] Aaah...
Un anziano: Aaah...
- Antonio: Dodicimila fisso. Più... più duemila de straordinari. Più gli assegni famigliari... Fanno ottocento lire al giorno. Ottocento per trenta , fa n'po l'conto. Che voi de più? Meglo de così. E uno ce deve rinuncia'? Io non ce voglio rinuncia'. Capisci che bisogna ritrovalla? Perché sennò nun se magna. Che se pò fa?
Bruno: [...] dovemmo da ritrova' quelli là.
Antonio: Sì, quelli! Quelli non se fanno vede' più là. Mica la ritrovamo con le candele de tu' madre. Mica la ritrovamo con i santi.
- La santona: Semina in altro campo. M'intendi? Capisci cosa voglio dire?
Un ragazzo: No, non capisco.
La santona: Ma come fai a non capirlo, ragazzo caro? È così facile a capirsi. A che serve zappare del terreno ingrato? Zappi e non raccogli. Capisci?
Un ragazzo: Veramente non ci capisco niente.
La santona: Quella non te vo' bene! Te la devi scorda'! Sei brutto, fijo mio... Sei brutto! Ce ne so' tante de donne ar mondo... tu zappa e semina in altro campo.
- Carabiniere: Non l'hai visto proprio in faccia, non c'hai nessun altro che lo riconosca, che voi fa'? Puoi aver ragione, ma ti manca la prova. E se per caso lui è innocente so' pasticci. Questi o li cogli sul fatto o ritrovi la refurtiva, sennò non c'è niente da fa'.
Antonio: Ma io gli spacco la faccia!
Carabiniere: Allora finisce che dovrei portar dentro te.
Antonio: Se sapesse che vor dì per me sta' storia...
Citazioni su Ladri di bicicletteModifica
- Mentre Hollywood talvolta tratta questi fatti per analogia, gli italiani trattano i fatti, punto. (Arthur Miller)
- Questo è il vero dramma della povertà: la banale e orribile perdita di dignità. (Peter Bradshaw)
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