La casa di Jack

film del 2018 diretto da Lars von Trier

La casa di Jack

Immagine The House That Jack Built - 2018 film.svg.
Titolo originale

The House That Jack Built

Lingua originale inglese
Paese Danimarca
Anno 2018
Genere Thriller
Regia Lars von Trier
Soggetto Lars von Trier, Jenle Hallund
Sceneggiatura Lars von Trier
Produttore Louise Vesth
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La casa di Jack (The House That Jack Built), film del 2018 con Matt Dillon e Bruno Ganz. Regia di Lars von Trier.

  • [Voci fuori campo] Jack: Posso chiederti una cosa?
    Virgilio: Non posso promettere che ti risponderò.
    Jack: Giusto. È esattamente quello che pensavo. Già. Ti è permesso parlare lungo il percorso? Credevo che ci fossero delle regole.
    Virgilio: Mettiamola in questo modo: pochissimi fanno tutta la strada senza proferire una parola. Le persone sono sopraffatte da uno strano e improvviso desiderio di confessarsi, in questi viaggi. E non tutto quello che dicono può essere definito di grande qualità retorica... ma andiamo avanti allegramente. Non credo che potresti dirmi niente che non abbia sentito in precedenza.

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [Su una strada innevata, il furgone guidato da Jack viene fermato da una donna con un'auto in panne]
    Donna: Ed eccomi qua, con un cric in mano che, cazzo, non funziona! E lei ha un cric da prestarmi?
    Jack: No, mi dispiace.
    Donna: No?
    Jack: No, no.
    Donna: Ah... è strano, credevo che l'avessero tutti.
    Jack: Io no.
    Donna: Magari potrebbe dare un'occhiata alla mia macchina.
    Jack: Be', non serve dare un'occhiata alla macchina. Il problema è il suo cric: è rotto. [tocca il cric] Ecco.
    Donna: Così... lei cosa farebbe, nei miei panni?
    Jack: Be', immagino che potrei guidare fino all'officina di Sonny e chiamare il soccorso stradale. È più o meno a 8 km da qui.
    Donna: Che tipo di officina è?
    Jack: Sonny è un fabbro, è molto bravo.
    Donna: Un fabbro... Ma questo Sonny potrebbe riparare il cric, eh?
    Jack: Dovrebbe parlarne con Sonny, penso.
    Donna: Forse potrei convincerla a portarmici. Per favore... [sale sul furgone. Jack riparte] Ops! È stato uno sbaglio!
    Jack: Sbaglio?!
    Donna: Sì: salire in macchina con lei. Non era quello che dicevano le mamme, di non salire in macchina con gli sconosciuti?
    Jack: Be'... non posso sapere cosa dicesse sua madre.
    Donna: Potrebbe anche essere un serial killer. Mi scusi, ma lei sembra proprio esserlo.
    Jack: Vuole che la riporti alla sua auto?
    Donna: No, no. So pensare a me stessa. Mi scusi. Si è offeso che l'abbia chiamato serial killer?
    Jack: No, non ha assolutamente importanza per me.
    Donna: Forse è solo il furgone. È di quel tipo con cui uno si aspetta di essere rapito, o che si usa per trasportare cadaveri. Ma... se fosse davvero un serial killer, credo che la cosa più facile sarebbe seppellire il mio corpo laggiù, vicino a quegli alberi. Ma dovrebbe ricordarsi di scavare una fossa profonda 1 metro e 80, così le volpi non arriverebbero la mio corpo. Cosa farei? Che cosa farei per impedirle di farla franca? È ovvio: io prenderei il cric e la colpirei alla testa. Un cric può provocare un bel po' di danni, è d'accordo?
    Jack: Non sono un medico legale.
    Donna: Un bel po' di danni, mi creda. [arrivano all'officina. La donna scende]
    Jack [porgendole un oggetto]: C'è anche questo. Buona fortuna con Sonny!
    Donna: Ah... sarebbe troppo chiederle di riaccompagnarmi? Se Sonny è veloce come dice lei...
    Jack: Sono certo che Sonny è perfettamente in grado di darle un passaggio fino alla sua...
    Donna: Come le ho detto prima, non mi piace andare in macchina con gli estranei.
    Jack: Io sono un estraneo tanto quanto Sonny, non crede?
    Donna: Oh, andiamo così d'accordo! Vado a parlare con Sonny, ci vorrà un attimo! [chiude la portiera. Jack scende e va da Sonny]
    Jack: Sonny!
    Sonny: Ciao, Jack.
    Jack: Come va?
    Sonny: Stavo lavorando al trattore di Miller, ma questa signora è molto insistente.
    Jack: Non sai quanto.
    [La scena si sposta nuovamente nel furgone]
    Donna: Grosso sbaglio. La ragione per cui i serial killer girano liberamente nel nostro paese è che non ci sono nessi tra loro e le loro vittime. Quindi, ha commesso un grosso sbaglio lasciando che Sonny ci vedesse insieme. [arrivano all'auto della donna. Jack, mentre armeggia col cric, lo rompe definitivamente]
    Jack: Cazzo! Francamente, ho cose più importanti da fare in vita mia, che trafficare con questa merda!
    Donna: Ha detto che era molto bravo!
    Jack: Sì, be', il povero Sonny sarà stato distratto dal suo maledetto bla-bla. Ora devo andare, ho un appuntamento.
    Donna: Un appuntamento?! Quale appuntamento?!
    Jack: Questi non sono fattacci suoi, o sbaglio?
    Donna: Oh! Non vorrà piantarmi in asso qui!
    Jack: In realtà sì, è proprio quello che stavo pensando. Sicuramente ci sarà un altro serial killer di passaggio che potrà riaccompagnarla da Sonny. Cioè... a meno che non decida di ucciderla prima!
    Donna [ridacchia]: Anche se la implorassi di riaccompagnarmi? Per l'ultimissima volta? Per favore, per favore! [risale sul furgone. Jack riparte con lei sbuffando] Lo sa? Mi rimangio tutto quello che ho detto prima, cioè che lei somiglia a un serial killer. No, no, no. Lei non ha proprio il temperamento per quel tipo di cose. [ridacchia] Lei è un ometto troppo smidollato per ammazzare qualcuno. [Jack arresta il furgone e colpisce violentemente la donna sul viso col cric, uccidendola]
  • [Voci fuori campo] Virgilio: Mio caro, sei un uomo pericoloso! L'ha pestata con il cric, vero? In realtà mi hanno raccontato più omicidi di quanti possa contarne. E, a proposito, cos'ha a che fare quell'uomo ridicolo con la nostra storia? [scorrono sullo schermo immagini di Glenn Gould che suona il pianoforte]
    Jack: È Glenn Gould, uno dei più grandi pianisti della nostra epoca. Lui rappresenta l'arte.
    Virgilio: Dunque, un cric in faccia a una signora innegabilmente insopportabile è grande arte. È questo che dovrei concludere?
    Jack: Caro signore, ti prego di darmi la possibilità di gettare una luce supplementare sulla storia del cric. Le antiche cattedrali spesso contengono sublimi opere d'arte nascoste negli angoli più bui, che può vedere solo Dio o, comunque si voglia chiamare, il grande architetto che ha realizzato il progetto. Lo stesso vale per l'omicidio. Quando dico "cattedrali", parlo innanzitutto degli edifici gotici che ammiriamo. Qui, eleganti archi a sesto acuto hanno sostituito i precedenti archi a tutto sesto, più primitivi. L'arte ingegneristica, prima di tutto, riguarda la statica, perché gli elementi rimangano in piedi, nonostante le varie forse che hanno un impatto con l'edificio. In tal senso, gli archi a sesto acuto hanno dato la possibilità di costruire strutture più alte e con molta più luce, ma soprattutto con minor uso di materiali. Dico spesso che il materiale compie il lavoro. In altre parole, ha una specie di volontà propria, e rispettandola il risultato sarà estremamente raffinato.
    Virgilio: Per cui, il materiale era il cric ed è saltato sulla faccia della signora per conto suo.
    Jack: L'arte è molte cose.
    Virgilio: Molto comodo e insolito nel mucchio di pessime scuse; ma tutto questo non è di alcun interesse, a meno che tu non sia un ingegnere.
    Jack: Io sono un ingegnere. Mia madre era dell'opinione che diventare ingegnere fosse la scelta economicamente più conveniente, ma il mio grande sogno era diventare architetto. Poco prima della signora e del cric avevo acquistato un lotto edificabile, e dato che io stesso ero il mio costruttore per via di una sostanziosa eredità, nessuno poteva impedirmi di disegnare il mio progetto, per la mia casa.
    Virgilio: Ingegnere o architetto? Quello che vedo è un paziente con un disturbo ossessivo-compulsivo in piena regola. Störung e Zwang, per usare una bella parola tedesca.[1]
    Jack: Sì, forse. In ogni caso è vero che soffrivo di compulsioni da bambino. Ero totalmente ossessionato dalla pulizia, e non potevo lasciare una stanza se non era perfettamente ordinata e pulita. Una caratteristica difficile da mantenere nella cella frigorifera.
    Virgilio: Cella frigorifera?
    Jack: La cella frigorifera in Prospect Avenue. L'insegna era rotta da sempre, quindi nessuno sapeva veramente quale fosse il nome della strada.
  • Jack [indicando una scala scavata nella roccia, dall'altra parte di un ponte diruto]: Dove porta quel percorso, dall'altra parte?
    Virgilio: Conduce fuori dall'inferno, di sopra. Come vedi, una volta c'era un ponte, ma prima dei miei tempi.
    Jack: Non è possibile arrampicarsi lassù da qua, e arrivare dall'altro lato?
    Virgilio: In parecchi ci hanno provato, ma devo dirtelo: non ci sono mai riusciti. Io non te lo consiglio, ma la scelta è interamente tua.
    Jack: Correrò il rischio.
    Virgilio: Addio, Jack.
    Jack: Addio, Virgilio. [inizia la scalata, poi perde aderenza e precipita nel vuoto]
  1. In realtà il termine tedesco è Zwangsstörung, un'unica parola composta.

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