Ingarrichiana

tipologia di composizione poetica introdotta nel 1834 da Ferdinando Ingarrica, giudice della Napoli borbonica e poeta dilettante, divenuto un genere letterario nonsense

Raccolta di ingarrichiane (o anacreontiche ingarrichiane).

  • Stronomia è scienza amena | che l'uom porta a misurare | stelle, Sol e 'l Glob Lunare, | e a veder che vi è là sù. || Quivi giunto tu scandagli | ben le fiaccole del Mondo. | L'armonia di questo tondo | riserbata a Dio sol'è.
  • Ecclissi è quando si incontra | fra il Sol la Luna sovente | o fra la Lun la Ter movente | e scuror ne vien quaggiù. || Questo fatto sì innocente | una volta fe' timore, | si credeea che Dio in livore | stasse colla Umanità.
  • L'Ubriaco è l'uom schifoso | che avvilisce la natura; | tutto dì la sepoltura | per lui aperta se ne sta. || Il far' uso del liquore | con dovuta temperanza | l'Estro sveglia, e con possanza | spinge l'Uomo a poetar.
  • Ti saluto, o Gentiluomo, | per averti rincontrato; | il tuo piè sia salvato | dall'intrigo ingannator.
  • O Francesco, sei piccino, | Ma mi sembri tanto grante | che Golia, quel gran gigante, | è pigmeo accanto a te. || Possa presto la fortuna | farti ascendere sul trono; | e sarà il più bel dono | che può farci il nostro re.[1]
  • Testamento è atto grande, | che fa l'uom presso alla morte, | e chiamato il buon consorte, | la regina volle far. | In virtù di quella legge, | son cinquanta sventurate | in un chiostro rinserrate | notte e dì a salmeggiar.[1]
  • Ad imparar son facili, si possono cantare | sull'inno turatiano, quel dei lavorator![2] [riferito ai suoi componimenti]
  • D'otto gambe provveduti, | hanno gli Acari tondetti | apparenza di ragnetti; | neonati, hanno sei piè. || È la Zecca ben vorace, | ma sa a lungo digiunare; | può taluna inoculare | la malaria dei bovin. || Ed il psòrico Sacòptide | quale esperto minator, | scava sotto l'epidermide | cagionando gran prudor.[2]
  1. a b Ruggiero compose sotto il nome di Ferdinando Ingarrica alcune anacreontiche, che in molti attribuirono ad Ingarrica, includendole poi nelle raccolte di ingarrichiane posteriori al 1860.
  2. a b Emery scrisse questi componimenti sotto lo pseudonimo di Cocò (il Pappagallo), con l'intento di canzonare i suoi studenti che imparavano pappagallescamente le sue dispense e si rifece a Ferdinando Ingarrica e a suoi componimenti

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